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(Adnkronos) - Sdgs Leaders ha riunito ieri a Roma istituzioni europee e vertici delle principali imprese italiane per presentare la 'Dichiarazione Competitività 2026', in collaborazione con Storyfactory e presentata dalla Ceo, Sara Mazzocchi, un documento condiviso che traduce in azione le linee indicate dal Rapporto Draghi sulla necessità di rilanciare la competitività europea. L’incontro ha evidenziato l’impegno comune a costruire un modello industriale capace di integrare innovazione tecnologica, transizione energetica realistica, centralità della formazione e semplificazione regolatoria, unendo imprese e istituzioni in una responsabilità condivisa verso la competitività di lungo periodo. Le aziende presenti - Eni (Giuseppe Ricci, Industrial Transformation Chief Operating Officer), Rai (Massimo Rosso, Chief Procurement Officer), Ferrovie dello Stato Italiane (Felice Lo Gatto, Hr PM Office, Transformation & Analitics), Enel Group (Viviana Vitto, Head of Sustainability), Eni (Renata Viggiano, Head of Circular Economy & Business Transformation), Poste Italiane (Andreana Esposito, responsabile Sviluppo Sostenibile di Gruppo), Cdp (Maurizio Petronzi, Head of Procurement & Operations), Fincantieri (Luciano Sale, direttore Risorse Umane di Gruppo), Tim (Maria Enrica Danese, direttrice Corporate Communication & Sustainability), FiberCop (Maria Lamelas Godinez, Chief Human Resources Officer) - hanno portato casi concreti già avviati sui territori, dimostrando che la trasformazione è in corso. Le imprese hanno sottolineato la necessità di un ecosistema competitivo che favorisca l’adozione di tecnologie avanzate, lo sviluppo di competenze tecnico-scientifiche, la semplificazione dei processi autorizzativi e il rafforzamento delle filiere strategiche italiane ed europee. È emerso con chiarezza come tecnologia, sostenibilità e capitale umano non siano più dimensioni separate, ma componenti inscindibili della competitività industriale contemporanea. Gli europarlamentari presenti hanno confermato l’importanza di una governance europea che acceleri, e non ostacoli, la capacità trasformativa delle imprese. “La competitività europea non si costruisce con slogan, ma con scelte strategiche chiare. Oggi le imprese italiane hanno dimostrato di avere visione, responsabilità e la capacità di guidare trasformazioni profonde. Il nostro compito, come Parlamento europeo, è creare le condizioni affinché questo impegno possa generare sviluppo, lavoro e innovazione. La Dichiarazione Competitività 2026 rappresenta un passo importante in questa direzione: un lavoro concreto, condiviso, che nasce dal Paese reale e dalle sue eccellenze industriali. Continueremo a sostenerlo, perché la competitività è una responsabilità comune e una priorità per il futuro dell’Italia e dell’Europa”, ha dichiarato Gaetano Pedullà. “Il percorso verso una nuova competitività europea richiede una visione comune e una collaborazione stabile tra imprese e istituzioni. Le aziende italiane stanno dimostrando di saper innovare e investire con responsabilità, ma serve un contesto regolatorio che favorisca velocità, semplicità e attrazione dei talenti. La transizione digitale ed energetica non può essere gestita come un insieme di adempimenti, ma come una strategia industriale condivisa. È necessario sostenere chi sta già costruendo nuove filiere e nuovi modelli produttivi. Il Parlamento europeo ha il dovere di accompagnare questo sforzo con politiche chiare, efficaci e orientate al futuro. La competitività non è un obiettivo settoriale: è una scelta di sistema che riguarda il destino del nostro Paese e dell’Europa”, ha aggiunto Salvatore De Meo. La Dichiarazione Competitività 2026 viene presentata, dunque, non come manifesto, ma come roadmap concreta e misurabile, costruita attraverso un lavoro di co-design tra imprese, territori e comunità industriali. “Le imprese italiane stanno dimostrando che competitività e sostenibilità non sono alternative, ma parti dello stesso percorso industriale. Oggi abbiamo mostrato che il cambio di passo è già in atto. Ora è essenziale che l’Europa accompagni questa traiettoria con politiche coerenti, tempi certi e strumenti chiari. Competere significa agire insieme”, ha dichiarato Marco Gallo, Managing Director di Sdgs Leaders. La giornata ha rappresentato l’avvio di un percorso continuativo: la Dichiarazione proseguirà nella sua fase operativa durante lo Sdgs Leaders Summit 2025, dedicato alla definizione delle priorità attuative e degli indicatori comuni di avanzamento in programma oggi, 6 novembre, presso la sede di Bnl Bnp Paribas a Roma Tiburtina.
(Adnkronos) - “L’intelligenza artificiale ha messo in atto una rivoluzione che potrebbe aumentare il Pil italiano del 18%, ma rispetto a Stati Uniti e Cina - dove si investe di più - l’Europa è molto in ritardo. Il collo di bottiglia è il capitale umano, mancano le competenze”. Lo ha detto Andrea Rossi, amministratore delegato e direttore generale dell’università Campus Bio-Medico di Roma (Ucbm), partecipando al convegno organizzato oggi nella capitale da Unindustria, in collaborazione con Ucbm, ‘Future skills - Capitale umano e Ai per il lavoro che cambia. Dove formazione e impresa si incontrano’. Il dialogo tra università e imprese “da più di vent’anni è un elemento essenziale e strategico per la nostra università - sottolinea Rossi - siamo in Unindustria per questo motivo”, dice. Per andare incontro al cambiamento e cavalcare l’onda della 'rivoluzione', è necessario dunque aggiornare le competenze. “Non rimane che attuare un'azione sistemica tra università, imprese e istituzioni- avverte Rossi - Dobbiamo lavorare insieme per formare laureati che abbiano le competenze necessarie ad affrontare le sfide di oggi. Vuol dire anche, come Accademy dell'Università, formare e re-skillare il personale esistente dato che - conclude - ci sono più di 4 milioni di lavoratori che vanno aggiornati da un punto di vista”.
(Adnkronos) - Oltre 780mila tonnellate. Più dell'equivalente delle merci movimentate nel 2024 dall'aeroporto di Malpensa. A tanto ammontano i rifiuti gestiti annualmente da Rmb Spa, azienda bresciana che debutta a Ecomondo, l'evento leader nei settori del green e dell'economia circolare, in Fiera a Rimini. "Da sempre portiamo avanti nuove sfide in un mondo dove ciò che si crea non finisce ma si riutilizza", dice l'azienda in una nota. Fondata nel 1981 a Polpenazze del Garda, Rmb è partita dall'attività di raccolta e commercio di rottami metallici e in oltre quarant'anni è arrivata a essere un riferimento nel recupero e smaltimento dei rifiuti speciali. "Ogni anno estraiamo da materiali considerati 'di scarto' un numero sempre maggiore di elementi, in un processo efficiente e sostenibile, che favorisce una continua innovazione", si legge. Il gruppo lombardo nel 2024 ha sottratto 533mila tonnellate di rifiuti al conferimento in discarica e assorbito 16mila tonnellate di CO2 dal trattamento delle ceneri pesanti. Una realtà, Rmb, da più di 400 addetti, cui vanno aggiunti altri 300 collaboratori se si considerano le 12 società tra controllate e collegate e i vari siti produttivi in Italia. Negli ultimi dieci anni, fra 2015 e 2024, Rmb ha re-immesso sul mercato oltre 3 milioni di tonnellate di materie prime generate dalla lavorazione di rifiuti speciali. In particolare, 1,6 milioni di tonnellate di metalli ferrosi, 694mila tonnellate di prodotti per infrastrutture, 506mila tonnellate di metalli non ferrosi e 236mila tonnellate di prodotti per cementifici. Oltre metà del materiale, il 53%, è stata utilizzata nell'industria metallurgica, il 30,5% nell'edilizia e il 16,5% nella siderurgia. Il cuore di Rmb è la piattaforma da 100mila metri quadrati nel Bresciano. Ognuno degli oltre 20 impianti produttivi dell'azienda massimizza l’efficienza del riciclo e la valorizzazione delle materie prime riducendo al minimo l’impatto ambientale. Un pilastro della crescita dell'azienda è il settore Ricerca&sviluppo, guidato dall'obiettivo di sviluppare nuove tecnologie e brevetti che incrementino la quantità e la tipologia di prodotti EoW, End-of-Waste.