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(Adnkronos) - "Il 14 agosto 2018 segna una pagina drammatica nella storia del nostro Paese: quarantatré vite spezzate, centinaia di persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni. Una ferita indelebile nel cuore di Genova, della Liguria, dell’Italia. Il crollo del Ponte Morandi ha segnato un severo richiamo alle responsabilità pubbliche e private in tema di sicurezza delle infrastrutture. Un punto di non ritorno a pratiche che hanno generato un disastro di quelle proporzioni". Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato alla sindaca di Genova, Silvia Salis. "La comunità locale e la comunità nazionale - spiega - hanno reagito con straordinario spirito di solidarietà accanto agli immediati soccorsi offerti dalle autorità preposte per arginarne le catastrofiche conseguenze. La rapida ricostruzione di un così importante tratto stradale, il Ponte Genova San Giorgio, riconnettendo la Città e l’Italia, è stata un atto di ripartenza. La tutela delle infrastrutture, per garantire piena sicurezza nella circolazione, non ammette alcuna forma di negligenza. Nel commemorare le vittime del Ponte Morandi, la Repubblica si unisce al dolore dei familiari", conclude Mattarella.
(Adnkronos) - "Nello scenario commerciale di oggi, per le aziende italiane diventa imperativo adottare una visione strategica e di lungo periodo, andando oltre le scelte tattiche volte a contrastare la volatilità e frammentazione del mercato globale. In questo modo, le imprese potranno continuare a contribuire agli scambi commerciali e alle esportazioni, che nel 2024 - secondo Istat e Ice - hanno registrato una modesta flessione dello 0,4% rispetto al 2023, con un valore complessivo di 623,5 miliardi di euro per le merci. L’export è uno dei principali driver strategici per la crescita delle aziende e di tutta l’economia italiana: grazie all’eccellenza del Made in Italy, le esportazioni generano quasi un terzo del Pil nazionale". Così Ernesto Lanzillo, Partner e Deloitte Private Leader, parla delle sfide per il Made in Italy nel nuovo scenario commerciale su Voices, la nuova piattaforma che ospita commenti sui temi di attualità firmati dagli esperti di Deloitte Italia. "A ulteriore conferma della centralità della internazionalizzazione e dell’export - spiega - ci sono i dati emersi dall’ultima edizione del Best managed companies (Bmc), l’award di Deloitte Private che premia le eccellenze imprenditoriali italiane. Tra le aziende Bmc, circa la metà guarda sempre all’estero per ampliare il proprio bacino di vendite e clienti (48%), mentre una su quattro lo fa per avviare collaborazioni con nuovi fornitori. Analizzando le modalità di ingresso nei mercati esteri, poi, emerge che il 74% delle Bmc affida la propria strategia di internazionalizzazione all’esportazione diretta; altre soluzioni sono l’investimento diretto (44%), l’esportazione indiretta tramite consorzi, trading company, buyer e importatori (36%), nonché accordi strategici come joint ventures, licensing, franchising (29%)". "Nel nuovo quadro internazionale, la qualità del 'bello e ben fatto' del Made in Italy, deve rappresentare un primo punto di consapevolezza dei nostri esportatori: la qualità viene pagata e le nostre aziende devono puntare su questo con azioni di branding, ma soprattutto con efficientamento ed innovazione di processi e prodotti che, oltre a ridurre i costi di produzione, le rendano ancora più essenziali nelle catene di valore e ambite dai consumatori globali, al di là dell’effetto tariffario", scrive il Private Leader di Deloitte. "Inoltre - spiega - il nostro export ha un ampio margine di diversificazione verso nuovi mercati ad alto potenziale: oltre ai territori strategici per l'export italiano, le imprese possono espandersi verso nuove aree che, grazie alla loro dinamicità, possono offrire opportunità di crescita e contenere gli effetti di politiche tariffarie avverse. In questo senso, il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha fissato l’obiettivo di portare il valore dell’export italiano a 700 miliardi di euro nel 2027, varando un Piano d’azione strategico per l’export nei mercati extra-Ue ad alto potenziale, basato sulla sinergia tra tutti gli attori del Sistema-Italia: è importante che le aziende conoscano e facciano leva su questo piano, non solo per quanto riguarda lo scouting di nuovi paesi di sbocco, ma anche per l’esistenza di vantaggi fiscali e tariffari che, in questa fase, possono rivelarsi particolarmente utili". E se, secondo Sace, le imprese esportatrici registrino un aumento del fatturato dell'1,5% in più rispetto a quelle che non esportano, l’export è soltanto un tassello del processo di internazionalizzazione. Dal punto di vista delle imprese, internazionalizzare può significare quindi andare oltre l’export. "Guardando alle possibili opzioni strategiche per internazionalizzare, le aziende possono, infatti, avviare rapporti commerciali come l’esportazione indiretta, attuare investimenti diretti esteri oppure stringere alleanze strategiche. Inoltre, per promuovere lo sviluppo del business all’estero, le imprese possono fare leva su una serie di abilitatori, quali il commercio elettronico tramite e-commerce, i market place o il presidio a fiere, eventi e consorzi", continua Lanzillo. "Pur avendo un potenziale di crescita - precisa - spesso tante pmi italiane fanno fatica a internazionalizzare le attività, e reggere la concorrenza di realtà più grandi e strutturate, a causa dell’assenza di competenze dedicate, di un approccio sistematico e strategico all’internazionalizzazione e della capacità di comunicare la forza del proprio prodotto. Pertanto, il contatto strategico con enti pubblici e privati e operatori specializzati operanti sia in Italia che all’estero è cruciale per le imprese. In generale, la capacità di fare rete è un aspetto fondamentale per le imprese: l’appartenenza ad una filiera, assicura una serie di benefici. Secondo Sace, le aziende che innovano e puntano al rafforzamento della propria filiera registrano una crescita del fatturato superiore di 2 punti percentuali rispetto a quelle che non investono in questi ambiti". "Infine - conclude il Private Leader - nell’ampliare il proprio business, l’innovazione rimane cruciale ed è uno dei motori che può rendere le imprese più agili e competitive. Oggi, solo una impresa su tre in Italia investe in innovazione (Sace). Tuttavia, vanno tenute in conto sfide importanti come la disponibilità di risorse finanziarie e l’accesso a strumenti per la digitalizzazione. Investire in innovazione e nel digitale significa per le imprese non solo rafforzare la propria competitività e agilità operativa nel servire mercati internazionali, ma anche puntare sullo sviluppo e adattamento dei propri prodotti alle varie aree geografiche, diversificando i rischi e ampliando il proprio business. In un momento storico come quello attuale, orientarsi verso l’innovazione e il digitale può aiutare nell’approccio all’internazionalizzazione, dove diventa cruciale scegliere la giusta strategia, nonché comunicare con efficacia il valore distintivo del Made in Italy".
(Adnkronos) - L’Italia è prima in Europa nel programma Life Environment 2024 con finanziamenti per un valore di oltre 15 milioni di euro. Tante le proposte selezionate dalla Commissione Europea che riguardano il nostro Paese: dal riciclo delle lavatrici al recupero di sci e scarponi, dalle macchine ibride per la raccolta dei pomodori al trattamento con raggi ultravioletti per ridurre del 50% i pesticidi. All’interno dell’ambito programma Life Environment - storico strumento dedicato al sostegno di iniziative nei settori ambiente, natura e clima - quattro dei progetti italiani approvati sono stati presentati con il supporto di Tinexta Innovation Hub (Gruppo Tinexta). “I risultati ottenuti dimostrano che quando le imprese italiane investono in idee concrete e sostenibili sanno essere competitive anche a livello europeo. I bandi Life, con la loro apertura tematica, sono una grande opportunità per chi sa proporre soluzioni replicabili e a impatto reale. Il nostro lavoro è supportare le aziende nella scrittura di progetti di qualità, valorizzando i partner e creando reti capaci di portare innovazione ambientale tangibile”, ha detto Isella Vicini, responsabile progetti UE di Tinexta Innovation Hub (Gruppo Tinexta). Il programma Life, attivo fin dagli anni Ottanta, copre fino al 60% dell’investimento complessivo dei progetti selezionati, finanziando non solo impianti e tecnologie, ma anche spese di personale, materiali, comunicazione e attività di formazione. Si tratta di iniziative ad alto contenuto innovativo, che coniugano economia circolare, tecnologia e impatto sociale, dal riciclo dei pannelli fotovoltaici ai pavimenti fonoassorbenti per le città, dalle prime mietitrici per pomodori completamente ibride, fino alle lampade Uv-C per trattamenti mirati su uliveti e meleti, capace di prevenire infezioni e ridurre l’uso di pesticidi fino al 50%. Nove i progetti italiani approvati su un totale di trenta, tra cui figurano Phoenix-Weee, reWinter, Life Laerthes e Life Apollo. Phoenix-Weee, sviluppato dalla bolognese Dismeco, punta a rivoluzionare il ciclo di vita delle lavatrici con un innovativo smontaggio selettivo, capace di recuperare fino al 99% dei materiali e alimentare una piattaforma europea di ricambi riutilizzabili. reWinter, promosso da Dalbello S.r.l. (Asolo, TV), intende creare la prima filiera europea per il riciclo integrato di sci, attacchi e scarponi dismessi, con l’obiettivo di realizzare nuova attrezzatura composta fino al 70% da materiali rigenerati. Nel settore agroalimentare, il progetto Life Laerthes di Guaresi S.p.A. (Bondeno, Fe) prevede la realizzazione dei primi raccoglitori di pomodori ibridi al mondo, per ridurre le emissioni legate all’uso di motori diesel agricoli. Infine, Life Apollo promosso da Maschio Gaspardo S.p.A. (Campodarsego, Pp): si tratta di una soluzione integrata – con rover autonomo, lampade UV-C, algoritmo predittivo e motore ibrido – in grado di ridurre, anche oltre il 50%, l’uso di pesticidi e in parte i consumi di carburante.