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(Adnkronos) - La Storia si intreccia alle Olimpiadi. Nel cuore delle Alpi nella Valle di Fraele, tra Livigno e Bormio - luoghi che ospiteranno le gare più spettacolari di Milano Cortina 2026 - è venuto fuori un gran regalo verso i Giochi. A settembre un fotografo naturalista ha individuato, nel territorio, camminate di dinosauri lunghe centinaia di metri. La testimonianza di un passato che risale a oltre 200 milioni di anni fa. Le orme, conservate in ottimo stato nonostante l’altitudine, mostrano tracce di dita e artigli impresse su piane di marea alla fine del Triassico. "La Lombardia riceve un dono straordinario dalla storia. La scoperta di migliaia di impronte di dinosauri nella valle di Fraele, a Valdidentro. Questo sito, che abbiamo chiamato Triassic Park, si distingue per la quantità e la nitidezza delle orme, collocando la nostra regione ai vertici mondiali per le tracce del periodo Triassico” ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana in conferenza stampa. Il presidente Fontana ha continuato: "La Lombardia è una terra ricca di storie incredibili, capaci di collegare il presente dell’appuntamento olimpico e paralimpico con il passato più remoto. Questa scoperta rappresenta un ponte ideale tra la storia antica del territorio e il futuro che le Olimpiadi simboleggiano. La nostra regione si conferma così luogo di eccellenza, capace di unire sport, scienza e tradizione in un unico grande evento”. Qualche coordinata: l'area in questione non è raggiungibile tramite sentieri, quindi per studiarle in maniera approfondita si dovranno impiegare droni e tecnologie di telerilevamento. "La scoperta della 'valle dei dinosauri' nel territorio lombardo è senza dubbio una scoperta eccezionale per la geologia e la paleontologia" ha aggiunto il sindaco di Milano Giuseppe Sala, con un pizzico d'emozione. "Gli studi che proseguiranno a partire dal ritrovamento di queste orme permetteranno di conoscere meglio la storia del nostro Pianeta e del territorio in cui abitiamo. Sono fiero di sapere che al riconoscimento delle prime impronte di dinosauro e quindi della portata straordinaria di quanto il fotografo Della Ferrera ha immortalato abbia contribuito con grande competenza anche il Museo di Storia Naturale di Milano, grazie allo sguardo attento ed esperto del paleontologo Dal Sasso. A poche settimane dall'apertura delle Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali Milano Cortina 2026, questa scoperta accende un'inattesa e affascinante luce sulle montagne della Lombardia". Ma come avviene la scoperta? Domenica 14 settembre 2025, nel corso di un'escursione nella Valle di Fraele (Parco dello Stelvio) per fotografare cervi e gipeti, il fotografo Elio Della Ferrera nota, con il binocolo, un versante roccioso che espone strati quasi verticali. Ciò che cattura la sua attenzione sono le numerose depressioni che percorrono quegli strati in lungo e in largo. Alcune sono molto grandi, fino a 40 centimetri di diametro, altre sono allineate in file parallele. Avendo a disposizione il resto della giornata, Elio decide di dare risposta, più da vicino, ad alcuni dubbi. Risale così un ripido pendio e, raggiunta la base di uno degli affioramenti, si rende conto di trovarsi davanti a centinaia di orme fossili. Alcune mostrano chiare tracce di dita e di artigli: si tratta di animali del passato. Così arriva la telefonata al paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano Cristiano Dal Sasso, che già conosce, per un parere. Viste comparire le prime foto sul cellulare, Dal Sasso quasi non ci crede: "Sono dinosauri". Orme mai segnalate in precedenza. Nella stessa giornata la notizia viene comunicata alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Sondrio e Varese, responsabile per la tutela dei beni paleontologici, che a sua volta informa la Direzione del Parco Nazionale dello Stelvio, nel cui territorio ricade l’area dei ritrovamenti. Per delimitare l’area degli affioramenti e raccogliere le prime informazioni, la Soprintendenza costituisce un gruppo di lavoro chiedendo la collaborazione del Museo di Storia Naturale di Milano e del Parco Nazionale dello Stelvio, che prontamente si attivano. Il paleontologo del Museo di Milano fa un primo sopralluogo accompagnato dal Nucleo Carabinieri Parco-Valdidentro, dal personale scientifico del Parco e da Elio Della Ferrera, prima che la neve copra tutto. Poi vengono coinvolti altri specialisti. L’analisi delle carte geologiche e delle pubblicazioni più recenti indica che le orme sono conservate in rocce dolomitiche del Triassico superiore, risalenti a circa 210 milioni di anni fa. Sulle Alpi Orientali, Dolomiti incluse, sono noti diversi siti con orme della stessa età geologica, ma queste si rivelano essere le prime orme di dinosauri scoperte in Lombardia e le uniche esposte a nord di una delle più importanti faglie delle Alpi, la Linea Insubrica. Secondo le analisi del Museo di Storia Naturale di Milano, condotte in collaborazione con il Muse di Trento e il Dipartimento di Scienze della Terra "Ardito Desio" dell’Università degli Studi di Milano, per conto della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Sondrio e Varese, e in accordo con il Parco Nazionale dello Stelvio, questo rappresenta uno dei più importanti giacimenti di tracce fossili del Triassico nel mondo. La scoperta assume un significato ancor più profondo perché avviene alla vigilia di un evento mondiale come le Olimpiadi. “Ovviamente non possiedo grandi nozioni di paleontologia ma la straordinaria scoperta di questo sito del Triassico nel cuore del territorio dove si svolgeranno le competizioni olimpiche mi emoziona" ha detto il presidente di Fondazione Milano Cortina 2026 Giovanni Malagò, in collegamento da Roma. "Dove gareggeranno gli atleti dello sci alpino e dello snowboard, 200 milioni di anni fa vivevano i dinosauri. Mi pare un segno che ci richiama alla profondità e alla ricchezza del patrimonio non solo culturale ma anche geologico e paleontologico delle nostre Alpi e della Valtellina in particolare. Insomma, le scienze naturali recapitano ai Giochi di Milano Cortina 2026 un dono inatteso e prezioso che viene da ere remote. Gli scienziati sapranno approfondirne l’enorme rilevanza, perché viva nel presente e nel futuro della comunità valtellinese e di chi ama la conoscenza". Insomma, a meno di due mesi dal via, Milano Cortina 2026 è già storia. (di Michele Antonelli)
(Adnkronos) - “Il senso di questa operazione di rebranding è quello di guardare al futuro e di parlare al futuro per cui serve un brand con un nome che possa essere pronunciato e capito. Il nostro scenario di sviluppo è in Italia, l'anno scorso abbiamo vinto molti bandi della Consip per dare energia a comuni in tutto il paese”. Così Federico Testa, presidente di Magis, ex Agsm Aim, oggi a Verona, in occasione della presentazione ufficiale del brand nato dalla ricombinazione delle lettere del vecchio nome. Il nuovo brand è stato presentato ufficialmente durante la festa di Natale del Gruppo, che ha riunito oltre settecento collaboratrici e collaboratori. L'impegno dell'azienda non si concentra solo nel territorio: "Meno del 30% dei nostri clienti sono nei comuni di Vicenza e di Verona - spiega Testa - il restante sono fuori e noi dobbiamo parlare anche a questi. Inoltre dobbiamo parlare ai giovani che sono i clienti del futuro". Si guarda poi al futuro: "Come prossimo passo intendo tornare a parlare con il nuovo presidente del Veneto. Ogni anno ci sono più di 500 milioni di euro che vanno fuori dalla regione a imprese nazionali che una volta erano dello Stato mentre ora sono al 23% dello Stato e al restante di fondi di investimento di tutto il mondo. Riuscire a tenere parte di questa ricchezza in Veneto è una cosa importante" conclude Testa.
(Adnkronos) - "L’obiettivo è riuscire ad arrivare decarbonizzati al 2050". Lo ha detto oggi l'amministratore delegato di A2a, Renato Mazzoncini, a margine della presentazione del Climate Transition Plan della società, in corso a Milano. "Per arrivarci, siccome il 2050 è terribilmente vicino, stiamo inaugurando oggi cabine elettriche che nel 2050 saranno a metà vita utile - ha spiegato l'ad- . Se non seguiamo una roadmap rigorosa non ci arriveremo. Abbiamo i nostri punti di passaggio al 2030-2035-2040 e gli obiettivi di decarbonizzazione si possono raggiungere solo centrando questi target". Per conseguire gli obiettivi prefissati "ci sono condizione esogene complicate e opportunità da valutare" ha avvertito Mazzoncini, ribandendo come quello dei data center sia "un grande tema". "Sono necessari per la competitività del nostro Paese, per avere la proprietà dei nostri dati qua, non negli Usa o in Cina, ma sono molto 'demanding' in termini energetici". Il rischio nel prossimo periodo "è che possano essere affrontati prevalentemente con il termo elettrico, quindi bisognerà come capire come lavorare sul carbon capture e storage e capire quali siano le prospettive di decarbonizzazione di un’energia necessaria per alimentare l’intelligenza artificiale che rappresenta il principale trend di crescita della domanda elettrica".