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(Adnkronos) - Il comune di Roma ha chiesto di rimuovere i manifesti affissi nella Capitale relativi al decreto Sicurezza. Un’iniziativa che la Lega si dice pronta a contestare in tutte le sedi. “Si tratta di censura - dice all’Adnkronos il segretario regionale del Lazio della Lega, Davide Bordoni - i nostri consiglieri comunali presenteranno un’interrogazione e abbiamo dato mandato agli avvocati per un eventuale risarcimento dei danni”. "Il Comune di Roma, che nel marzo scorso aveva sostenuto politicamente e finanziariamente la manifestazione di sinistra convocata da Michele Serra a favore dell’Europa, censura i manifesti della Lega sul Decreto sicurezza e che, tra le altre cose, evidenziano le novità su sgomberi e scippi in metro. Il Campidoglio ha scritto una lettera per imporre 'l’immediata rimozione/copertura dei suddetti manifesti'. Si tratta di un evidente caso di bavaglio comunista, un attentato alla democrazia, un atto di arroganza, uno sfregio alla libertà di opinione, un attacco a chi lavora e ha pagato le affissioni". Così una nota del partito di Matteo Salvini. "Per tutti questi motivi, la Lega - sottolinea - reagirà duramente in tutte le sedi, comprese quelle istituzionali. Faremo di tutto per non farci imbavagliare: il Campidoglio, anziché preoccuparsi dei manifesti della Lega, dovrebbe dirottare le energie per risolvere i problemi delle periferie o bloccare i malviventi che scippano nelle metro. Oppure il Comune di Roma pensa davvero sia urgente sguinzagliare la Polizia Locale per dare la caccia ai manifesti della Lega?”. Secondo il sottosegretario al ministero dell’Interno Nicola Molteni "quanto sta accadendo a Roma, con Gualtieri che tenta di oscurare i successi della Lega e di Matteo Salvini, è vergognoso e ha dell’incredibile. Una censura in piena regola verso le iniziative del decreto sicurezza per punire gli occupanti abusivi, le borseggiatrici e chi blocca le strade senza motivazione. Misure di legalità e buonsenso che - sottolinea - evidentemente a certa sinistra fanno venire l’orticaria. Le forze dell’ordine devono essere messe in condizione di proteggere i cittadini e tutelare l’ordine pubblico, non possono essere mandati a caccia di manifesti sgraditi al sindaco”. Di “una censura a tutti gli effetti che riteniamo assolutamente ingiusta, specie se fatta da una amministrazione che non ha mostrato alcuna timidezza quando c’era da sostenere manifestazioni di sinistra" parla anche il vicesegretario federale della Lega Claudio Durigon. "Cercare di mettere a tacere gli avversari politici con questi mezzucci subdoli - sottolinea Durigon - è contrario ai principi democratici su cui si fonda il nostro Paese. Andremo fino in fondo per far luce su questa vicenda. La Lega continuerà a stare al fianco dei cittadini onesti e perbene”. “A seguito di segnalazioni ricevute da cittadini - si legge nella richiesta urgente del Comune di Roma inviata alla società per la rimozione - con le quali sono stati segnalati manifesti recanti i seguenti messaggi: ‘Scippi in metro? Ora finisci in galera senza scuse’ nel quale uno scippatore è rappresentato da una persona di etnia rom scortata da un agente di polizia all’interno di un vagone della metropolitana; ‘Occupi una casa? Ti buttiamo fuori in 24 ore’, nel quale gli occupanti sono individuati in una persona di colore, una di etnia rom e una persona ‘alternativa’; si rappresenta che l’art. 12-bis del Regolamento in materia di pubblicità, di cui alla n. 141/2020, dispone quanto di seguito: È vietata l'esposizione pubblicitaria il cui contenuto contenga stereotipi e disparità di genere, veicoli messaggi sessisti, violenti o rappresenti la mercificazione del corpo femminile. È altresì vietata l'esposizione pubblicitaria il cui contenuto sia lesivo del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso, dell'appartenenza etnica, dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere, delle abilità fisiche e psichiche. È altresì vietata l'esposizione pubblicitaria il cui contenuto promuova il gioco d'azzardo”. Al riguardo, si legge, “si diffida la società all’immediata rimozione/copertura dei suddetti manifesti e si resta in attesa di un riscontro conformativo entro 24h. La Polizia locale è incaricata di controllare l'avvenuta rimozione e di sanzionare in caso di inottemperanza”. "In riferimento alla rimozione dei manifesti affissi dalla Lega, è bene precisare che si tratta di un atto adottato autonomamente dagli uffici competenti, a seguito di esposti pervenuti da cittadini, in conformità con l'art. 12-bis del Regolamento in materia di pubblicità, di cui alla n. 141/2020 che vieta esposizioni pubblicitarie il cui contenuto contenga stereotipi legati all’appartenenza etnica. Non si tratta dunque di censura, ma dell’applicazione puntuale delle norme vigenti", ha poi replicato in una nota il Campidoglio. "Resta ovviamente possibile presentare formale ricorso contro la decisione o proseguire la campagna pubblicitaria, modificando i contenuti in modo da renderli conformi al Regolamento", conclude la nota. "Mentre a Milano il Pd si scandalizzava per i filmati delle scippatrici nella metro (ne parlava Monica Romano e ora la sinistra meneghina ha ben altro genere di problemi…), a Roma il Pd censura i manifesti della Lega sul Decreto sicurezza perché contengono immagini prodotte con l’IA. In pratica, la sinistra vieta sia le immagini reali che quelle artificiali. Tutto pur di nascondere la verità. Il partito democratico difende chi scippa, chi ruba, chi imbratta, chi occupa le case? Reagiremo democraticamente in tutte le sedi per difendere la libertà di opinione e di espressione. Siamo di fronte a una violenza inaudita: partirà una massiccia campagna non solo a Roma ma in tutta Italia e verranno diffusi nuovi manifesti. E sono in produzione magliette ad hoc", la risposta della Lega in una nota dopo l’intervento del Campidoglio.
(Adnkronos) - Si è svolto questa mattina a Roma, presso la sede di via del Nazareno, l’incontro tra ProfessionItaliane e il Partito Democratico per discutere dell’impatto economico e occupazionale generato dal sistema ordinistico e dell’importanza di incentivare il ruolo sussidiario delle professioni per continuare a garantire la tutela della fede pubblica e fornire ai cittadini servizi efficienti e qualificati. Nel corso del confronto, a cui ha partecipato la segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein; la responsabile per Pa, Professioni e Innovazione del Pd, Stefania Bonaldi; e il capogruppo alla Camera del Pd, Chiara Braga, ProfessionItaliane ha messo in evidenza la necessità di avviare una riforma degli ordinamenti professionali che porti ad un ammodernamento dell’intero sistema ordinistico e, in particolare, ad una maggiore armonizzazione delle regole riguardanti la formazione continua, il tirocinio, l’accesso alla professione e i procedimenti disciplinari. In tema di formazione i 23 ordini e collegi professionali che compongono l’Associazione hanno chiesto di sostenere maggiormente l’accesso dei giovani laureati al sistema ordinistico, anche rafforzando il collegamento con il mondo accademico, così da favorire percorsi di lavoro autonomo che siano basati sulla valorizzazione delle competenze, il rispetto delle regole e dell’etica professionale, ma anche capaci di rispondere adeguatamente alle nuove esigenze dettate dalle transizioni in atto. “Questo è uno degli incontri che abbiamo voluto organizzare con tutte le forze politiche per porre al centro il tema del valore degli Ordini professionali e le loro competenze trasversali. Abbiamo avuto così l’opportunità di rappresentare le esigenze del mondo ordinistico, nonché le istanze e le specificità delle singole professioni”, ha dichiarato il presidente di ProfessionItaliane, Rosario De Luca. “Un incontro molto proficuo e importante anche per noi per cogliere la varietà e le specificità degli ordini che ProfessionItaliane rappresenta”, ha sottolineato Elly Schlein, segretaria del Pd. “Siamo pronti a dialogare e confrontarci sulle proposte per un ammodernamento del sistema ordinistico, tracciando obiettivi e principi comuni, sui quali si può provare a intervenire con la nostra attività parlamentare, salvaguardando le specificità e le esigenze dei singoli ordini professionali”, ha concluso.
(Adnkronos) - Il Gruppo Agsm Aim acquisisce, tramite la propria società controllata Agsm Aim Power, 22 impianti fotovoltaici distribuiti in varie regioni italiane e incrementa la potenza complessiva dei propri asset energetici di oltre 85 MWp. L’acquisizione rappresenta la prima operazione straordinaria di M&A dalla nascita del Gruppo Agsm Aim avvenuta nel 2021 e il primo passo nell’attuazione del nuovo Piano Industriale 2025-2030 presentato nelle scorse settimane, che prevede 508 milioni di euro di investimenti in impianti di produzione da fonti rinnovabili. L’investimento - fa sapere l'azienda in una nota - è strategico per la crescita del Gruppo e darà un importante contributo allo sviluppo di un sistema energetico più pulito, diffuso e sostenibile. Grazie a questa acquisizione, entro il prossimo triennio la potenza installata da fonti rinnovabili passerà da 45% a 56% del totale degli impianti di Agsm Aim. Infatti, con il Piano Industriale 2025-2030, Agsm Aim punta ad accrescere significativamente la potenza installata del proprio parco impianti, passando dagli attuali 348 MW a 710 MW entro il 2030, con una forte accelerazione sul solare, la cui quota salirà dal 5% al 33% del totale, superando le fonti eolica e idroelettrica. I nuovi impianti, acquisiti dalla società rodigina Aiem Green, player attivo nel settore fotovoltaico e da Blu Holding Srl, includono sia parchi già in costruzione sia progetti pronti a partire in Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio e Campania. Il portafoglio comprende impianti a terra, soluzioni agrifotovoltaiche avanzate e impianti pensati per le Comunità Energetiche Rinnovabili. La produzione annua attesa stimata è di oltre 137.000 MWh di energia, in grado di soddisfare il fabbisogno di oltre 50mila famiglie, evitando l’immissione in atmosfera di circa 32mila tonnellate di CO2e ogni anno. “L’acquisizione segna l’avvio concreto del Piano Industriale e conferma la visione di lungo periodo con cui il Gruppo Agsm Aim guarda alle sfide della transizione energetica. Sviluppare nuovi impianti da fonti rinnovabili significa non solo rafforzare la nostra capacità produttiva, ma contribuire attivamente alla costruzione di un modello energetico più sostenibile, a beneficio sia delle persone che abitano nei nostri territori storici sia dell’intero sistema Paese”, ha commentato Federico Testa, presidente di Agsm Aim. “Questa operazione segna l’inizio di un percorso ambizioso che punta a trasformare profondamente il nostro mix energetico. L’acquisizione di questi impianti fotovoltaici ci consente di accelerare da subito verso uno degli obiettivi chiave del Piano Industriale: raggiungere entro il 2030 il 70% di potenza elettrica installata da fonti rinnovabili, superando la media nazionale attesa del 68% e migliorando sensibilmente l’attuale punto di partenza del 45%. È il segnale concreto che stiamo trasformando la visione strategica in azione, rafforzando il nostro ruolo di attore nazionale nella transizione energetica e ambientale”, ha dichiarato Alessandro Russo, consigliere delegato di Agsm Aim.