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(Adnkronos) - D'estate relax, viaggi e ritmi più lenti cambiano la routine, ma la cura di sé non può andare in vacanza, come ricorda la Giornata internazionale del Self-care, che si celebra il 24 luglio. Si tratta di "una componente essenziale di un sistema sanitario sostenibile, poiché rafforza il ruolo attivo del cittadino nella tutela della propria salute. Prendersi cura di sé non significa soltanto curarsi quando si sta male, ma soprattutto prevenire, ascoltare il proprio corpo e saper scegliere, ogni giorno, ciò che fa stare bene - afferma Paolo Levantino, farmacista clinico e segretario nazionale Fenagifar, Federazione nazionale associazione giovani farmacisti - Durante le vacanze questo approccio diventa ancora più importante, in quanto cambiano i ritmi, le abitudini e spesso si tende a trascurare l'ascolto del proprio corpo. Come sempre, anche durante l'estate, il farmacista si conferma un alleato prezioso, fornendo consigli utili, soluzioni semplici, ma efficaci, ai piccoli disturbi, che possono evitare di rovinare un periodo dedicato al relax". Le farmacie "sono la rete sanitaria più vicina ai cittadini - sottolinea Levantino - Secondo il Pgeu Annual Report 2024, in Europa ci sono oltre 200mila farmacie comunitarie, in grado di offrire supporto concreto in ogni contesto, anche lontano da casa. A conferma di questa centralità, il Rapporto Federfarma-Censis 2025 evidenzia che oltre il 90% dei cittadini italiani ritiene che ci sia sempre una farmacia vicina e aperta, riconoscendone il valore come punto di riferimento affidabile, anche nei momenti di maggiore mobilità. E' proprio questa combinazione di prossimità, continuità, competenza e fiducia a rendere la farmacia un alleato fondamentale per promuovere un self-care consapevole, responsabile e sostenibile, in ogni fase dell'anno". Prendersi cura di sé - ricorda in una nota Haleon, azienda di riferimento nel settore del Consumer Healthcare - richiama l'attenzione sull'importanza di una consapevolezza che continua anche quando le abitudini cambiano e si perdono i consueti punti di riferimento nella gestione della salute quotidiana. Tuttavia, non tutti dispongono delle informazioni e delle competenze necessarie per fare scelte consapevoli nella gestione della propria salute. Secondo il report Vintura 2021, sebbene circa l'80% delle persone desideri prendersi cura della propria salute, solo 2 su 10 ritengono di avere le competenze per farlo in modo efficace. Questo divario rappresenta una barriera significativa al self-care, sottolineando l'importanza di fornire supporto e informazioni accessibili. "Rafforzare la capacità di ciascuno di prendersi cura di sé in modo consapevole e continuo significa promuovere equità. Le persone informate fanno scelte migliori, riducono i rischi per la salute, vivono meglio e restano attive - osserva Davide Fanelli, General Manager Southern Europe e Italia di Haleon - Non si tratta solo di prevenzione, ma di empowerment: fornire strumenti, conoscenze e fiducia per compiere scelte informate e responsabili. Abituare le persone a rivolgersi alla farmacia per la gestione dei piccoli disturbi o per misure preventive contribuisce a favorire un approccio più autonomo alla cura di sé e, allo stesso tempo, a ridurre il carico sul Servizio sanitario nazionale. Un cambiamento che genera benefici tangibili per i cittadini e un impatto positivo sulle comunità nella loro interezza". Secondo i dati della fase 3 del Global Health Inclusivity Index, uno studio appena pubblicato e realizzato da Economist Impact e supportato da Haleon - informa la nota - ridurre del 25% la percentuale di popolazione con bassi livelli di alfabetizzazione sanitaria (la capacità delle persone di comprendere e utilizzare le informazioni sanitarie per prendere decisioni sulla propria salute) potrebbe far risparmiare 303 miliardi di dollari all'anno in 40 Paesi nel mondo. In Italia il risparmio si attesterebbe a oltre 9 miliardi di euro. L'indice ha inoltre analizzato i benefici economici e sanitari derivanti dalla riduzione delle lacune nell'inclusione sanitaria in 40 Paesi, considerando 7 patologie comuni e concentrandosi su 4 gruppi di persone fragili per: scarsa alfabetizzazione sanitaria, a basso reddito, donne e anziani. I dati emersi dimostrano che le persone con scarsa alfabetizzazione sanitaria spesso hanno difficoltà a comprendere le informazioni mediche, a orientarsi nei sistemi sanitari e a prendere decisioni informate sulle proprie cure. Ciò si traduce in maggiori costi sanitari derivanti da ritardi nelle cure, un maggiore ricorso ai servizi di emergenza e un aumento dei ricoveri ospedalieri. L'analisi mostra che in Italia le spese sanitarie annuali per una persona con bassa alfabetizzazione sanitaria sono quasi 3 volte superiori rispetto a chi ha un livello alto di alfabetizzazione sanitaria: 3.902 euro contro 1.406 euro; per il 70% si tratta di spese legate al ricorso ai farmaci, per il 27% a visite mediche. "Una buona alfabetizzazione sanitaria - aggiunge Levantino - permette alle persone di accedere, comprendere e utilizzare in modo efficace le informazioni utili a promuovere la salute e il benessere, per se stesse, per la propria famiglia e per l'intera comunità. Non si tratta solo di favorire il benessere individuale, ma di attivare una leva strategica per la sostenibilità del sistema sanitario: significa ridurre visite mediche inappropriate, accessi non necessari al pronto soccorso e contenere la spesa pubblica, grazie a un uso più consapevole dei farmaci e a una gestione più consapevole e autonoma della propria salute", conclude.
(Adnkronos) - Amazon rinnova il suo impegno a sostegno nell’istruzione femminile nelle discipline Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics), annunciando le vincitrici della settima edizione di Amazon Women in Innovation. Giunto al settimo anno, il programma unisce il sostegno economico al mentoring professionale per contribuire allo sviluppo della nuova generazione di leader donne nel settore tecnologico-scientifico. Le vincitrici del 2025, selezionate per il loro talento e potenziale, sono: Giorgia Orrù, studentessa di Ingegneria Elettronica, Informatica e delle Telecomunicazioni presso l’Università degli Studi di Cagliari; Giorgia Spanò, studentessa di Ingegneria Digitale e Informatica presso il Politecnico di Milano; Fabiana Curzietti, studentessa di Ingegneria Informatica presso l’Università di Napoli Federico II; Adriana Grippi, studentessa di Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi di Palermo; Aurora Litardi, studentessa di Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata; Jana Ehab Mohamed Salaheldin Mahmoud, studentessa di Ingegneria Informatica presso il Politecnico di Torino; l’Università di Catania annuncerà prossimamente la studentessa vincitrice. Amazon fornirà alle vincitrici borse di studio della durata di tre anni, che includono un contributo annuale di 6.000 euro. Ogni studentessa sarà inoltre affiancata da una mentor, una manager Amazon che le guiderà nel loro sviluppo personale e professionale. “Con Amazon Women in Innovation vogliamo sostenere il talento femminile nelle discipline Stem, contribuendo concretamente a ridurre il divario di genere nella tecnologia e nell’innovazione. Crediamo che fornire opportunità concrete e strumenti pratici, come borse di studio e mentorship, sia fondamentale per guidare le nuove generazioni verso un futuro professionale in cui le loro competenze, idee e passioni possano fiorire”, ha detto Rita Malavasi, responsabile Relazioni Istituzionali di Amazon.it. “È particolarmente gratificante vedere le nostre laureate non solo avere successo professionale, ma diventare loro stesse promotrici, ispirando la prossima generazione di leader tecnologiche in Italia”, ha aggiunto. Lanciato nel 2018, il programma Amazon Women in Innovation ha supportato 33 studentesse in tutta Italia, incluse le vincitrici di quest’anno. Il programma offre alle partecipanti un’opportunità di arricchire gli studi universitari ed è stato un trampolino di lancio per molte giovani studentesse, supportandole nel loro percorso accademico e aiutandole a costruire carriere nelle tecnologie emergenti. Jihad Founoun, vincitrice della quarta edizione della borsa di studio per il Politecnico di Milano, si è iscritta a un prestigioso programma internazionale di doppia laurea magistrale in Data Science tra il Politecnico e Kth Stoccolma, con l’obiettivo di specializzarsi nei sistemi di raccomandazione e contribuire alla ricerca nel campo. Elisa Cacace, vincitrice a Roma Tor Vergata nel 2022, è entrata nel mondo del lavoro come sviluppatrice software dopo la laurea in Ingegneria Informatica, e sta attualmente proseguendo gli studi magistrali. Beatrice Proietti, vincitrice della borsa di studio nel 2023 per l’Università degli studi di Roma Tor Vergata, afferma: “La mentorship è stata fondamentale: mi ha aiutato a chiarire i miei obiettivi e a capire meglio come affrontare il futuro nel mondo della tecnologia”. La borsa di studio Women In Innovation, rivolta alle giovani studentesse in ambito Stem, si inscrive nel più ampio impegno di Amazon per il supporto all’educazione e all’istruzione. Nel 2024, Amazon ha infatti annunciato l’obiettivo di formare 200.000 studenti e studentesse in ambito Stem entro la fine del 2026 in Italia, sottolineando il suo impegno nel promuovere l’alfabetizzazione tecnologica e preparare la prossima generazione al mercato del lavoro in continua evoluzione. L’iniziativa include diversi programmi, tra cui: Amazon Future Engineer, che mira a fornire accesso gratuito a risorse di formazione Stem; Aws re/Start, sviluppato con la scuola di coding Develhope, che mira a contrastare la disoccupazione giovanile nel Sud Italia offrendo corsi di formazione cloud gratuiti; e altre iniziative Aws con particolare attenzione a Cloud, Intelligenza Artificiale e Machine Learning, come Aws Academy e AWS Educate.
(Adnkronos) - Nuovo record per gli energy manager, l'esperto in gestione dell'energia, nel 2024: sono 2571 le nomine totali (+19% tra il 2014-2020 e +4% 2020-2024) di cui 1752 da soggetti obbligati (+17% 2014-2020 e +3% 2020-2024). Questi i dati del Rapporto ufficiale sugli energy manager nominati in Italia, predisposto da Fire e presentato in occasione del webinar 'Presentazione del Rapporto Gli Energy Manager in Italia 2025'. "C'è stato un trend tendenzialmente crescente che si è interrotto solo fra il 2021 e il 2022 a causa della pandemia e della forte riduzione dei consumi registrata in quel periodo - spiega Dario Di Santo, direttore Fire - Appena c'è stata una ripresa, le statistiche sono tornate a salire raggiungendo nuovi record". "Complessivamente abbiamo 1869 energy manager che sono meno delle nomine perché per le realtà medio-piccole spesso un consulente opera per più soggetti, quindi ovviamente non c'è un'equivalenza fra nomine ed energy manager", osserva. Da segnalare "una continua crescita della parte femminile che è arrivata al 12%, era al 10% l'anno scorso, al 7% 3-4 anni fa" e che "un terzo delle nomine viene da soggetti non obbligati che quindi ritengono un energy manager comunque fondamentale per le loro attività". Dal punto di vista dell'inquadramento, "se parliamo dei soggetti che scelgono di nominare un proprio dipendente, vediamo che per il 28% sono dirigenti, per il 34% quadri, per il 38% hanno altre posizioni all'interno dell'azienda. Dopodiché un 33% circa delle nomine riguarda consulenti esterni. L'energia gestita è pari a 95 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio". Di Santo sottolinea nel suo intervento che "usare meglio l'energia conviene non solo in termini di bolletta: c'è la riduzione delle emissioni, sia climalteranti sia nocive, c'è il tema del miglioramento della sostenibilità, che ovviamente è importante per imprese che magari sono sottoposte agli obblighi di reportistica, e c'è il tema del miglioramento dell'uso delle risorse economiche perché chiaramente se uso meglio l'energia riduco i rischi sugli approvvigionamenti, riduco i costi, libero risorse per poter fare altro. D'altra parte in termini sistemici usare meglio l'energia mi consente di ridurre gli investimenti in nuova potenza di generazione, riduce la domanda e la dipendenza dall'estero per gli approvvigionamenti energetici e riduce anche la necessità di intervenire sulle reti di trasporto e distribuzione". Il tutto con una serie di ricadute in termini di "valore degli asset, sicurezza, continuità produttiva, produttività, conformità legislativa o ambiente". Durante il webinar è stata presentata, tra le altre, un'indagine realizzata da Fire sull'uso dell’Ia per l’energy management. Il campione contattato da Fire coinvolge fornitori di tecnologie, esperti del settore e aziende utilizzatrici di media-grande dimensione. "Il 38% delle aziende di taglia medio-grande ha implementato l'Ia nel proprio lavoro. Invece, il 56% sta valutando come può implementarla nei prossimi anni", spiega Yasaman Meschenchi di Fire. Quanto alle aree di applicazione, l'Ia viene impiegata per lo più "per monitoraggio, ottimizzazione dei consumi, manutenzione predittiva, automazione dei processi e gestione delle rete". Tra i benefici indicati, "riduzione dei costi, aumento dell'efficienza energetica, riduzione degli sprechi, riduzione del tempo necessario per fare analisi". Non mancano le sfide come la "mancanza di risorse umane con formazione adeguata e macchinari adatti, e a volte ci sono scetticismo e diffidenza verso l'Ia". In conclusione "i risultati della nostra indagine confermano che l'intelligenza artificiale è una leva strategica per migliorare l'efficienza energetica, per ridurre i costi, accelerare la transizione verso un futuro più sostenibile. Se usiamo bene l'intelligenza artificiale, possiamo sfruttare molto bene l'Ia nel nostro lavoro", conclude Meschenchi.