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(Adnkronos) - Prende il via il Comitato per le politiche regionali di Europa Donna Italia (Co.Po.Re.), un nuovo organismo che riunisce le delegazioni regionali del movimento con l'obiettivo di rafforzare la voce delle associazioni di pazienti nelle singole regioni. L'annuncio è stato dato nella riunione nazionale di Europa Donna Italia, informa una nota. Il comitato - si legge - lavorerà in particolare per individuare criticità a livello regionale, favorire il confronto e condividere buone pratiche, al fine di offrire risposte efficaci e omogenee ai bisogni di prevenzione e cura delle donne con tumore al seno. Il Co.Po.Re rappresenta un ulteriore rafforzamento dell'impegno del movimento nel dialogo con le istituzioni regionali e nazionali, a tutela dei diritti delle donne e della qualità dei percorsi di prevenzione e cura del tumore al seno. Europa Donna Italia coordina oggi una rete di circa 185 associazioni di pazienti su tutto il territorio nazionale, ricorda il movimento. Le delegazioni regionali, attualmente 14, sono raddoppiate nell'ultimo anno e rappresentano un ponte tra Europa Donna Italia e le associazioni della rete attive nelle rispettive regioni. "La nostra rete associativa, solida e capillare, ci consente di intercettare con efficacia i bisogni delle donne e di individuare le principali criticità anche a livello locale. Il Co.Po.Re, composto dalle delegate regionali, nasce dall'esigenza di promuovere confronti e soluzioni concrete a livello locale - dichiara Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia - Abbiamo messo a disposizione del comitato un ampio progetto di formazione specifica per rendere omogenee le loro competenze su public affairs, soft skills, advocacy e comunicazione, così da essere interlocutrici autorevoli nei rapporti con la comunità scientifica, sociale e con le istituzioni. Siamo convinte che un volontariato qualificato debba configurarsi sempre più come una rappresentanza credibile e significativa, capace di portare la voce delle pazienti in tutte le sedi decisionali, a partire proprio dalle Regioni". "Nel nostro Paese - aggiunge Loredana Pau, vicepresidente di Europa Donna Italia e coordinatrice del Co.Po.Re. - persiste una marcata frammentazione dell'accesso ai programmi di screening, così come dell'assistenza oncologica, con differenze significative tra regioni, anche vicine geograficamente. Queste disparità dipendono dalla forte regionalizzazione dell'organizzazione sanitaria, che determina un'applicazione variabile delle regole sui territori. Crediamo che il comitato favorirà confronti e scambi di buone pratiche, da cui potranno scaturire percorsi di advocacy regionali orientati a superare diseguaglianze che, come donne e come pazienti, non vorremmo più sentire".
(Adnkronos) - Proteggere la cucina italiana significa proteggere una civiltà. E' da questa visione che nasce la Luigi Diotaiuti Foundation, creata per dare forza, struttura e concreta continuità a un impegno maturato nel tempo nella tutela delle tradizioni gastronomiche italiane. Alla base della Fondazione c’è il percorso umano e professionale di Luigi Diotaiuti, ambasciatore della cucina italiana e lucana nel mondo da oltre vent’anni, che ha trasformato l’esperienza costruita tra territori, comunità e culture in un progetto capace di incidere nel tempo, mettendo in rete saperi, competenze e responsabilità. La Fondazione opera come realtà pionieristica nella protezione e valorizzazione della cucina italiana antica e tradizionale, intesa come patrimonio culturale, identitario e sostenibile, in linea con i valori riconosciuti dall’Unesco. Un lavoro che si traduce in ricerca, divulgazione e azione concreta, con l’obiettivo di salvaguardare pratiche culinarie, saperi agricoli e tradizioni pastorali a rischio di scomparsa. Attraverso la Luigi Diotaiuti Foundation sono stati promossi e organizzati forum, congressi e progetti di respiro internazionale, creando un dialogo continuo tra comunità locali, agricoltori, allevatori, ristoratori, produttori e studiosi, e favorendo modelli alimentari fondati sul rispetto della biodiversità, della stagionalità e dell’ambiente. Tra le principali iniziative della Fondazione figurano PastaLab, laboratorio di ricerca e sperimentazione sulla pasta tradizionale attivo tra Italia e Stati Uniti; Sirino in Transumanza, evento annuale dedicato a una pratica millenaria che tutela il paesaggio e il benessere animale; la promozione dei grani antichi e il Forum Mondo Pane; il Congresso Internazionale biennale dedicato alle cucine arcaiche; il docufilm 'Transumanza: un’antica pratica con valori moderni', vincitore del Golden Leaf all’Italia green film festival e che sarà disponibile su Amazon Prime Video. Nel corso del 2026 la Fondazione sarà inoltre protagonista di un evento pastorale dedicato alle specie di capre italiane (ottobre), con particolare attenzione a quelle in via di estinzione, e di un progetto innovativo sulla pasta e la cucina tradizionale, pensato come ponte tra memoria, sostenibilità e futuro. Questa visione prende forma anche nel piatto. Gesti essenziali, ingredienti autentici, sapori identitari: per citarne alcuni, dagli gnocchi di Fardella al pomodoro fresco alle laganelle, considerate la pasta più antica della tradizione italiana, fino al caciocavallo, simboli di una cucina che unisce territorio, memoria e innovazione. "La cucina italiana - afferma Luigi Diotaiuti - non è solo cibo: è cultura, storia, sostenibilità e bellezza. Difenderla significa custodire un patrimonio che appartiene a tutti". In un’Italia che accoglie oltre 75 milioni di visitatori l’anno e dove il rischio di omologazione e industrializzazione del gusto è sempre più concreto, la Luigi Diotaiuti Foundation lancia un messaggio chiaro: "la tradizione non è nostalgia, ma futuro. E va protetta, oggi più che mai".
(Adnkronos) - "Il valore più grande di Return è ciò che resta: aver creato una comunità ampia, omogenea e collaudata che prima non esisteva". Lo afferma Andrea Prota, presidente della Fondazione Return, nel corso del meeting finale del progetto, finanziato dal PNRR nell’ambito del programma NextGenerationEU, e in corso a Napoli. Tre giorni dedicati alla scienza del multi-rischio per comunità e territori resilienti in un clima che cambia, che hanno riunito ricercatori, istituzioni e imprese attorno ai risultati maturati in tre anni di lavoro. Per Prota, l’elemento centrale del progetto è la contaminazione tra discipline: “Abbiamo messo insieme chi studia i rischi naturali, ambientali e antropici e chi lavora nelle scienze sociali, economiche e umane. Questo approccio integrato è fondamentale per arrivare ai cittadini: capire come percepiscono i rischi, coinvolgerli nella coprogettazione e nelle azioni di mitigazione e adattamento climatico necessarie per ridurre impatti e rischi legati a fenomeni che cambiano rapidamente”. Il presidente sottolinea i risultati concreti: “Li distinguerei in due categorie: metodologie e tecnologie per supportare le decisioni di chi tutela i cittadini, e strumenti per valutare la situazione dei rischi e l’efficacia delle azioni messe in campo”. Tra questi, Return Ville, la città virtuale sviluppata dal progetto: “Abbiamo creato Return Land, un simulatore per mostrare scenari e interventi. Con il Dipartimento della Protezione Civile, nostro partner fin dall’inizio, porteremo questi strumenti a Regioni, Comuni, enti locali e imprese”. Prota evidenzia anche l’approccio multirischio come elemento distintivo: “Solo così possiamo avvicinarci alla complessità reale dei problemi”. E cita la Return Academy: “In aula hanno lavorato ingegneri, architetti, giuristi e filosofi, che hanno appreso direttamente dai ricercatori cosa emergeva dal progetto. Porteranno queste competenze nel loro lavoro quotidiano, pubblico o privato”. Ampio spazio è dedicato ai giovani: “Abbiamo superato i target previsti per RTDA, dottorati e assegni di ricerca, con una partecipazione femminile spontanea superiore al 40%. Il nostro obiettivo è dare continuità a queste professionalità, evitando che restino nel precariato”. Infine, il presidente sottolinea il rapporto con l’Anci: “All’inizio dell’anno nuovo ospiteremo un incontro a Napoli con i sindaci per chiudere il cerchio e penso che potremo anche sottoscrivere un accordo affinché i Comuni possano beneficiare pienamente dei risultati di Return".