ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - "Grazie mille, signor Presidente". Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha aperto l'incontro nello Studio Ovale con Donald Trump con una raffica di 'thank you'. Zelensky ha pronunciato la parola "grazie" quattro volte nei primi 10 secondi del suo breve intervento di apertura del punto stampa. "Grazie per l'invito e grazie di cuore per i suoi sforzi, per l’impegno personale nel fermare le uccisioni e porre fine a questa guerra. Grazie per aver colto questa opportunità, e molti ringraziamenti a sua moglie", ha detto Zelensky, che ha superato a pieni voti anche l'esame per il look: il leader di Kiev ha accantonato la tradizionale tenuta militare e ha indossato un abito civile apprezzato da Trump. Il precedente incontro alla Casa Bianca, lo scorso febbraio, si era bruscamente interrotto, sfociando in una crisi diplomatica, anche per via dei commenti del vicepresidente statunitense JD Vance, che aveva accusato il presidente ucraino di ingratitudine rispetto al sostegno Usa nel contesto della resistenza ucraina all'aggressione russa: "Non ha mai detto grazie". Vance era presente anche all'incontro di oggi, seduto nella stessa posizione alla destra di Trump, così come il segretario di Stato Usa Marco Rubio. Zelensky ha tenuto un comportamento impeccabile nello Studio Ovale. A quanto pare, è stato preparato dagli alleati europei, in particolare dal premier britannico Keir Starmer, su come gestire l'incontro. Lo riferisce Nbc, sottolineando che i leader hanno suggerito a Zelensky di ringraziare Trump per le armi e per la diplomazia, consegnargli una lettera scritta da sua moglie per Melania Trump, e indossare una giacca invece della consueta tenuta militare, per far fronte preventivamente alle critiche ricevute durante la sua ultima visita, deflagrata in una crisi diplomatica. "Zelensky ha anche evitato di rispondere alle delicate domande sugli scambi di territori e ha elogiato Trump per aver proposto un incontro trilaterale con Vladimir Putin, ricevendo dall’attuale presidente statunitense un’accoglienza molto, molto più cordiale", rileva l'emittente statunitense. "Da notare che durante le risposte alle domande dei giornalisti non è intervenuto JD Vance, al centro dell’incontro teso avuto con Zelensky lo scorso febbraio alla Casa Bianca".
(Adnkronos) - "Si sa che agosto è un mese adatto alle discussioni. Ed è altrettanto noto che 'good news no news', come si dice, e cioè che le comunicazioni negative o terrorizzanti trovino più spazio nei media di quelle più positive o rassicuranti, o vere; si prendono alcuni spunti, magari davvero negativi o incerti, e li si trascina in una valenza assoluta. La realtà è diversa, e la si potrà chiarire solo alla fine. Per ora, intanto, per quanto ci riguarda, Th Group segna un +13% sul prodotto estate, ed è vero che magari genericamente si fanno più vacanze con meno giorni". Lo dice, in un’anticipazione ad Adnkronos/Labitalia di un’intervista che sarà pubblicata domani sul Sussidiario.net, Graziano Debellini, presidente di Th Group, leader nel segmento montagna leisure. "Molte destinazioni - avverte - dovrebbero anche rivedere le proprie prospettive, rimodulando l’offerta, ma per tutti c’è bisogno di dialogo, di rispetto. L’informazione non può basarsi solo sulle sensazioni di chi arriva su una spiaggia nel giorno sbagliato, vede qualche ombrellone chiuso e lancia l’allarme crisi". "Credo che il turismo dia fastidio - sostiene - perché recentemente è tornato alla ribalta in quanto settore traino dell’economia italiana. Così ogni pretesto viene sfruttato per tacciarlo d’essere un segmento produttivo che si basa sul non-necessario, con impieghi da stipendi bassi e pochi ascensori sociali. Magari qualche neo c’è davvero, in certi casi, ma non si può pretendere che solo il turismo debba essere sempre e comunque perfetto, e cedere ai luoghi comuni". "Tra l’altro, sono ormai numerosi gli studi che invertono la credenza del non-obbligo del turismo: la valenza di una vacanza nell’arco lavorativo annuale è considerata oggi indispensabile per un vivere e lavorare armonioso, produttivo e soddisfacente", evidenzia Debellini. Per il presidente di Th Group, poi, "bisognerà coniugare sempre di più i fattori storici del nostro Paese con l’innovazione". "Mi spiego: l’Ia da sola non può bastare. Occorre fondere investimenti, innovazione e piattaforme gestionali senza speculazioni. Chi non rispetta tutto questo finisce col tradire il nostro Paese", chiarisce. E fa un esempio: "La recente uscita di Henri Giscard D’Estaing dal Club Med, dopo 22 anni (decisione indotta dall’azionista di riferimento, il fondo cinese Fosun Tourism Group), lui che ne fu l’inventore, parla chiaro. Henri mi ha inviato un messaggio eloquente: 'Al di là dei nostri successi operativi, l’allineamento dell’azionariato sul lungo termine e i valori dell’impresa sono essenziali. Non è più il caso per il Club Med'. Oggi ci si chiede cosa diventerà il Med senza chi lo inventò. Credo che i fondi dovrebbero ‘studiare’ e aiutare i modelli di riferimento, e non depredare".
(Adnkronos) - In Italia è Sos incendi. Dal 1° gennaio al 18 luglio 2025 nella Penisola si sono verificati 653 incendi che hanno mandato in fumo 30.988 ettari di territorio pari a 43.400 campi da calcio. Una media di 3,3 incendi al giorno con una superficie media bruciata di 47,5 ettari. A scattare questa fotografia è Legambiente che ha diffuso nei giorni scorsi il suo nuovo report 'L’Italia in fumo'. Stando al report di Legambiente, che ha analizzato e rielaborato i dati Effis (European Forest Fire Information System), dei 30.988 ettari di territorio bruciati nei primi sette mesi del 2025, 18.115 hanno riguardato ettari naturali (ossia aree boscate); 12.733 hanno interessato aree agricole, 120 aree artificiali, 7 aree di altro tipo. Il Meridione si conferma l’area più colpita dagli incendi con sei regioni in cima alla classifica per ettari bruciati. Maglia nera alla Sicilia, con 16.938 ettari bruciati in 248 roghi. Seguita da Calabria, con 3.633 ettari in 178 eventi incendiari, Puglia con 3.622 ettari in 69 eventi, Basilicata con 2.121 ettari in soli 13 roghi (con la media ettari per incendio più alta: 163,15), Campania con 1.826 ettari in 77 eventi e la Sardegna con 1.465 ettari in 19 roghi. Tra le regioni del Centro e Nord Italia: ci sono il Lazio (settimo in classifica) con 696 ettari andati in fumo in 28 roghi e la Provincia di Bolzano (ottava in classifica) con 216 ettari in 3 roghi e la Lombardia. Per l’associazione ambientalista, "ad oggi il Paese paga non solo lo scotto dei troppi ritardi, ma anche l’acuirsi della crisi climatica che amplifica il rischio di incendi boschivi e l’assalto delle ecomafie e degli incendiari". Secondo l’ultimo Rapporto Ecomafia diffuso il 10 luglio scorso, nel 2024 sono stati 3.239 i reati (incendi boschivi e di vegetazione, dolosi, colposi e generici in Italia) contestati dalle forze dell’ordine, Carabinieri forestali e Corpi forestali regionali, un dato però in calo del 12,2% rispetto al 2023. “Per contrastare gli incendi boschivi - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - non basta concentrarsi sull’emergenza estiva o su singole cause, ma è fondamentale adottare un approccio integrato che integri prevenzione, rilevamento, monitoraggio e lotta attiva. Bisogna puntare sulla prevenzione attraverso una gestione territoriale efficace, che includa l’uso ecologicamente sostenibile delle risorse agro-silvo-pastorali. Ma è anche fondamentale promuovere e remunerare i servizi ecosistemici, sostenendo e rivitalizzando le comunità rurali nelle aree interne e montane affinché possano riappropriarsi di una funzione di presidio territoriale. Allo stesso tempo è importante applicare la normativa vigente per arginare qualsiasi ipotesi di speculazione futura sulle aree percorse dal fuoco, ed estendere le pene previste per il reato di incendio boschivo a qualsiasi rogo. È cruciale rafforzare le attività investigative per individuare i diversi interessi che spingono ad appiccare il fuoco, anche in modo reiterato. L’analisi approfondita dei luoghi colpiti e dei punti d’innesco accertati può costruire una mappa investigativa essenziale per risalire ai responsabili”. Da segnalare anche gli incendi scoppiati in aree naturali. Su 30.988 ettari di territorio bruciati, 6.260,99 hanno riguardo aree Natura 2000 in 198 eventi incendiari. A livello regionale, Puglia e Sicilia risultano le regioni più colpite da incendi in aree Natura 2000.