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(Adnkronos) - L’Università degli Studi di Roma Tor Vergata accoglie con entusiasmo il concerto evento 'Ultimo 2026 - La Favola per sempre' atteso per il 4 luglio 2026 e collabora con Vivo Concerti per ospitare i 250mila presenti che hanno già esaurito la capienza prevista, negli spazi dell’ateneo attualmente interessati dal Giubileo dei giovani. "L’iniziativa si inserisce in una visione più ampia, che mira a valorizzare l’area del nostro ateneo non solo come luogo fisico, ma anche come spazio simbolico di apertura, partecipazione e dialogo”, dichiara in una nota Nathan Levialdi Ghiron, rettore dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. "L’ateneo - prosegue - contribuisce attivamente alla costruzione di un evento capace di connettere la musica con la cultura e il territorio, in coerenza con la propria missione formativa, interdisciplinare e inclusiva”. Per l’università di Tor Vergata - che attualmente è attore di un’interlocuzione positiva e strutturata con gli organizzatori e l’artista, finalizzata a integrare l’evento in un più ampio percorso culturale e multidisciplinare - partecipare a questa 'favola per sempre' significa essere uno dei protagonisti della narrazione collettiva capace di unire musica, cultura, educazione e senso di comunità. Il sostegno al progetto nasce da una profonda vicinanza tra i valori dell’ateneo e la figura artistica di Ultimo, considerato una voce autentica di una generazione in cerca di ascolto e riscatto. La sua traiettoria personale rappresenta una narrazione di impegno, crescita e autodeterminazione, che ben si riflette nei valori che l’università degli Studi di Roma Tor Vergata promuove presso la propria comunità accademica, soprattutto nei confronti degli studenti e studentesse attuali e futuri.
(Adnkronos) - Il 58% dei genitori è stressato dall’organizzazione della cura dei figli, e 7 su 10 sfrutterebbero uno spazio di lavoro locale per ridurre questo stress. E' quanto emerge dalla nuova indagine di Iwg - la più grande piattaforma mondiale di spazi di lavoro flessibili e ibridi, che include brand come Regus, Spaces, Copernico e Signature. Il 72% degli intervistati ha dichiarato che lavorerebbe volentieri in uno spazio di lavoro locale o in un ufficio vicino a casa per ridurre lo stress. Lo studio evidenzia che il problema è particolarmente sentito dai genitori con bambini piccoli: il 76% di chi ha figli sotto i sette anni teme di non riuscire a bilanciare lavoro e cura dei figli durante l’estate. Le politiche di lavoro ibrido si confermano una soluzione efficace, il 41% dei genitori, infatti, afferma che avere maggiore flessibilità negli orari di lavoro aiuterebbe a ridurre lo stress. Poter lavorare in uno spazio vicino a casa, risparmiando tempo e denaro sugli spostamenti, è una soluzione molto apprezzata. Questa opzione è particolarmente popolare tra i genitori con bambini piccoli: il 90% di chi ha figli sotto i tre anni utilizzerebbe uno spazio di lavoro locale se fosse disponibile. I genitori che hanno visto ridursi le opzioni di lavoro flessibile stanno adottando misure straordinarie per gestire lavoro e famiglia. Un terzo (33%) sarà costretto a prendere più giorni di ferie, mentre il 29% lamenta uno squilibrio nella divisione delle responsabilità familiari. Le conseguenze economiche sono significative: chi subisce politiche meno flessibili prevede di spendere 908 dollari in più per la cura dei figli durante l’estate. Le madri risultano le più colpite: il 24% definisce le vacanze estive 'molto stressanti', contro il 14% dei padri. Per contenere i costi per la cura dei figli, oltre la metà dei genitori lavoratori (54%) ha dichiarato di ricorrere al proprio congedo annuale per prendersi cura dei bambini; uno su dieci (10%) prevede di utilizzare tutte le ferie disponibili, mentre il 6% intende prendere congedi non retribuiti per alcune settimane estive. Molti genitori stanno anche modificando i propri orari di lavoro per gestire la situazione: un terzo (36%) ha dichiarato di dover ridurre le ore lavorative, mentre un quinto (21%) si collega al lavoro presto al mattino o tardi la sera per recuperare il tempo dedicato ai figli durante il giorno. La possibilità di lavorare in modo flessibile consente ai dipendenti di essere produttivi pur bilanciando le responsabilità personali e professionali, con benefici tangibili per le aziende. Benefici particolarmente evidenti per le donne: una ricerca condotta da Iwg all’inizio di quest’anno ha mostrato che 8 donne su 10 (82%) si sentono più produttive ed efficienti quando possono lavorare da una sede a loro scelta. Inoltre, oltre la metà (58%) delle donne ha dichiarato che lascerebbe il proprio lavoro se fosse obbligata a fare lunghi spostamenti quotidiani, influenzando negativamente la capacità delle aziende di trattenere i talenti. Mark Dixon, ceo di Iwg, commenta: "Le vacanze scolastiche rappresentano per i genitori lavoratori una vera e propria sfida, impegnati a bilanciare carriera e cura dei figli. La nostra ricerca dimostra che la flessibilità lavorativa può alleviare gran parte di questa pressione e stiamo assistendo a una forte domanda di spazi di lavoro locali che offrano ai genitori la flessibilità e la comodità necessarie durante il lungo periodo estivo". Fatima Konig, chief commercial officer, ha aggiunto: "La flessibilità sul posto di lavoro non solo supporta il benessere delle famiglie, ma contribuisce anche alla salute mentale e alla soddisfazione lavorativa dei dipendenti. Offrendo ai genitori lavoratori un migliore accesso a una varietà di luoghi di lavoro, in particolare spazi locali durante i periodi di punta, i datori di lavoro possono creare un ambiente lavorativo più solidale e produttivo, favorendo così la produttività e la fidelizzazione dei talenti".
(Adnkronos) - L’energia solare potrebbe presto trovare una nuova e sorprendente applicazione: il fondo del mare. Una ricerca pubblicata sulla rivista Energy & Environmental Materials ha, infatti, dimostrato che le celle solari a perovskite possono funzionare in modo efficiente anche in ambiente acquatico, aprendo la strada a tecnologie energetiche innovative per l’uso subacqueo. Lo studio è frutto della collaborazione tra il Consiglio nazionale delle ricerche – coinvolto con l’Istituto di struttura della materia (Cnr-Ism) e l’Istituto per i processi chimico-fisici (Cnr-Ipcf) - l’università di Roma Tor Vergata e la società BeDimensional Spa, leader nella produzione di materiali bidimensionali. Sotto i 50 metri di profondità, solo la luce blu-verde riesce a penetrare efficacemente: le celle solari a perovskite, già note per la loro efficienza e versatilità, si sono dimostrate particolarmente adatte a sfruttare questa luce residua. I test condotti con una specifica perovskite di composizione FAPbBr₃, hanno mostrato prestazioni sorprendenti: immerse nei primi centimetri d’acqua, queste celle producono più energia rispetto a quando sono esposte all’aria. “Merito delle caratteristiche ottiche dell’acqua e del suo effetto rinfrescante, che migliora l’efficienza del dispositivo”, spiega Jessica Barichello, ricercatrice del Cnr-Ism che ha coordinato lo studio. “Un ulteriore test di durata ha verificato anche l’aspetto ambientale: grazie all’efficace incapsulamento, basato su un adesivo polimerico idrofobico sviluppato da BeDimensional, dopo 10 giorni di immersione in acqua salata, le celle solari hanno rilasciato quantità minime di piombo, ben al di sotto dei limiti imposti per l’acqua potabile”. “Grazie alla collaborazione con il Cnr-Ism e BeDimensional e alla tecnologia disponibile nel nostro laboratorio Chose, abbiamo validato l’intero processo per l’applicazione del materiale fotovoltaico in perovskite in ambienti subacquei dove vengono sfruttate efficacemente le sue proprietà. Una nuova sperimentazione per noi - commenta Fabio Matteocci, professore associato del dipartimento di Ingegneria elettronica dell’università di Roma Tor Vergata - dal momento che il nostro studio parte dallo sviluppo di nuovi dispositivi fotovoltaici semitrasparenti tramite processi industriali facilmente scalabili per applicazione su edifici”. Oggi troviamo pannelli solari su tetti, serre, edifici, persino nello spazio, ma l’ambiente marino è ancora una frontiera poco esplorata. “Questo lavoro pionieristico non solo mostra che le perovskiti possono operare anche in condizioni umide, ma apre nuove possibilità per l’utilizzo sostenibile dello spazio subacqueo, sempre più impiegato in attività come l’agricoltura marina, l’invecchiamento del vino e altre applicazioni innovative”, conclude Barichello.