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(Adnkronos) - A partire dalla mattinata di oggi, Israele "applicherà una 'pausa umanitaria' nei centri civili e nei corridoi umanitari" a Gaza "per consentire la distribuzione degli aiuti". Ad annunciarlo in un post su X è stato ieri sera il ministero degli Esteri, assicurando che "Israele ha continuato a facilitare l'ingresso dei camion di aiuti nella Striscia". Le pause umanitarie per la distribuzione di cibo e medicine inizieranno a partire dalle 10 ora locale, le 9 in Italia, e riguarderanno diverse località della Striscia, fanno sapere gli israeliani, che nella serata di ieri hanno annunciato anche la ripresa dei lanci di aiuti umanitari su Gaza, che "includeranno sette pallet di aiuti contenenti farina, zucchero e cibo in scatola forniti da organizzazioni internazionali". Una decisione presa "in conformità con le direttive dei vertici politici e in seguito a una valutazione della situazione", spiegavano ancora le Idf in una nota, e che mira anche a "confutare la falsa affermazione secondo cui si starebbe deliberatamente affamando" la popolazione nella Striscia. L'annuncio sulle pause umanitarie è arrivato insieme all'accusa all'Onu: "Purtroppo, finora le Nazioni Unite non sono riuscite a raccogliere e distribuire l'ingente quantità di aiuti umanitari nei camion immagazzinati in aree designate all'interno della Striscia di Gaza", le parole del ministero israeliano. "Ora ci si aspetta che l'Onu raccolga e distribuisca le grandi quantità di aiuti, senza ulteriori ritardi o scuse", ha detto ancora il ministero degli Esteri, che è quindi tornato a respingere "le false accuse e la propaganda sulla carestia lanciate da Hamas, che manipola immagini di bambini affetti da malattie terminali. È vergognoso". Intanto, nel corso di una telefonata, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha annunciato anche al ministro degli Esteri Antonio Tajani che l’esercito israeliano attuerà un cessate il fuoco umanitario dalla mattina fino a sera in diversi centri abitati di Gaza, tra cui la Striscia settentrionale. Sa’ar ha confermato a Tajani che, rispondendo anche a una specifica richiesta dl governo italiano, nel quadro della tregua umanitaria le Idf consentiranno alle Nazioni Unite e alle organizzazioni umanitarie un accesso sicuro ai centri abitati. Sa’ar, secondo quanto riferito in una nota dalla Farnesina, ha aggiunto che le tregue umanitarie verranno ripetute di volta in volta, in base alla necessità e allo scopo di riportare alimenti e medicine a livello adeguato in tutta la Striscia. Tajani ha ringraziato il collega israeliano per l’informazione e ha confermato che il governo italiano ha fiducia che Israele continui a lavorare con i mediatori per un cessate il fuoco definivo che permetta la liberazione degli ostaggi israeliani, l’interruzione definitiva degli attacchi militari che coinvolgono la popolazione civile e la ripresa di un negoziato politico complessivo. Nel frattempo il titolare della Farnesina ha confermato al ministro israeliano la richiesta che cessino in ogni caso gli attacchi che possano coinvolgere la popolazione civile palestinese.
(Adnkronos) - Mentre l’Italia punta a modernizzare le infrastrutture, accelerare la transizione energetica e rispondere all’emergenza abitativa, i cantieri diventano sempre più vulnerabili a furti e vandalismi. Un fenomeno che non è più soltanto un problema di sicurezza, ma un vero e proprio ostacolo economico alla crescita del Paese. È quanto emerge dal nuovo Crime Report 2025 di BauWatch, azienda leader nella videosorveglianza mobile, basato su un’indagine condotta su 3.900 imprese del settore edile in Europa, 500 delle quali italiane. In Europa i furti nei cantieri causano danni per oltre 1,5 miliardi di euro ogni anno. Non si tratta più di episodi isolati: un crimine su sei è orchestrato dalla criminalità organizzata, con modalità sempre più sofisticate come l’uso di droni, l’hacking dei sistemi di sicurezza e perfino truffe basate sull’intelligenza artificiale. In Italia, l’impatto è ancora più evidente: oltre la metà dei furti nei cantieri è attribuita a organizzazioni criminali. Tra i settori più colpiti figurano il Commercial Real Estate Management e i parchi eolici e solari, dove oltre il 70% delle aziende segnala almeno un furto all’anno. Non solo: il 21% delle imprese italiane è stato contattato per acquistare materiali rubati, segno di un mercato nero sempre più radicato, anche se fortunatamente solo una piccola parte (5%) ha ceduto alla tentazione. I danni non sono solo materiali. Le conseguenze non si fermano alla perdita di attrezzature o materiali: rame (49%) e piccoli attrezzi (49%) sono i beni più appetibili e con l’impatto più incisivo per le aziende, seguiti dai cavi e tamburi per cavi (35%), carburante (23%), acciaio (14%), tubazioni e condotti (13%), effetti personali (13%), legname (7%). I furti nei cantieri rallentano i lavori, causano ritardi nei progetti infrastrutturali e compromettono settori chiave come energia, telecomunicazioni e trasporti. In molti casi atti criminali di questo tipo sono all’origine di danni reputazionali (15%) e ripercussioni occupazionali (12%) per le aziende. La sicurezza come investimento strategico. “La criminalità nei cantieri rappresenta un freno concreto alla modernizzazione del Paese, in grado di bloccare progetti energetici e di telecomunicazioni, rallentando la spinta verso la neutralità climatica, la connettività affidabile e le infrastrutture moderne”, spiega Laura Casparrini, managing director di BauWatch Italia. “La sorveglianza attiva e intelligente, integrata fin dalla fase di progettazione, è oggi uno strumento essenziale per tutelare l’economia, l’ambiente e le comunità locali". Oggi più che mai, proteggere i cantieri significa proteggere il futuro dell’Italia. Le soluzioni di BauWatch vanno proprio in questa direzione: grazie al monitoraggio attivo 24/7 e alle tecnologie basate su intelligenza artificiale che caratterizzano le torri mobili di sorveglianza, non solo è possibile prevenire i furti, ma anche agire tempestivamente, limitando i danni e garantendo la continuità dei lavori.
(Adnkronos) - Sono oltre 72 milioni di euro le risorse messe a disposizione ogni anno da A2a per le proprie persone. Questi i numeri del Gruppo relativi ai servizi di welfare, ai Premi di produttività, oltre al nuovo piano di azionariato diffuso presentati oggi a Milano: un sistema ampio e articolato che tiene conto delle diverse dimensioni che concorrono a favorire il benessere di un individuo, tra le quali la famiglia, il risparmio, la salute, il tempo libero. Le ricerche svolte da Percorsi di secondo welfare (laboratorio che studia i cambiamenti in atto legato al Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell'Università degli Studi di Milano) indicano che nel 2023 le imprese italiane hanno investito nel welfare aziendale circa 3,2 miliardi di euro. Un dato in crescita di oltre il 6% rispetto all'anno precedente, che conferma un trend positivo che negli ultimi 10 anni ha visto il consolidamento della cultura delle organizzazioni sui temi sociali. Tra le aziende, infatti, continua a crescere la consapevolezza di come queste policy siano in grado di migliorare il benessere di chi lavora, incidendo positivamente su clima interno, produttività e attrattività delle organizzazioni. L’evento ‘WelLfare. Il Welfare fa davvero bene’ - a cui hanno preso parte la Sindaca di Brescia Laura Castelletti, il sindaco di Milano Giuseppe Sala e i vertici di A2a, il presidente Roberto Tasca e l’ad Renato Mazzoncini - è stato un’occasione per condividere una riflessione su questi temi e sull’intero ecosistema che coinvolge tanti attori nel panorama italiano, con i contributi della Prof.ssa Marilisa D’Amico, del professor Maurizio Ferrera e della professoressa Franca Maino, docenti dell’Università Statale di Milano e la moderazione di Barbara Stefanelli, vicedirettore vicario del Corriere della Sera. Gli effetti dei cambiamenti demografici e sociali richiedono interventi per rispondere ai nuovi bisogni dei cittadini: in questo contesto le prestazioni erogate dalle aziende, affiancandosi e integrandosi al welfare pubblico, possono contribuire a generare un impatto positivo nella creazione di valore per il territorio e per le comunità. “Il welfare aziendale - commenta Roberto Tasca, presidente di A2a - ha una lunga tradizione nella storia di A2a: le prime forme di supporto ai dipendenti attivate negli Anni ‘60 per fronteggiare fenomeni come l’emarginazione sociale, tipica di quel periodo, erano già strumenti di attenzione alle persone e inclusione. Questo percorso è proseguito negli anni con numerose iniziative, l’ultima delle quali in ordine di tempo è il Piano di Azionariato Diffuso”. E aggiunge: “Oggi il Gruppo è tra le prime aziende del Paese e la prima che opera anche nell’ambito dell’economia circolare ad avere attivato questo programma con 5,3 milioni di euro che cresceranno ancora nella fase successiva. Oltre a coinvolgere i nostri colleghi nel percorso di crescita della società condividendo con loro i risultati raggiunti insieme, rappresenta anche una leva di educazione finanziaria per favorire la conoscenza rispetto all’impiego delle proprie risorse economiche. Con questo Piano testimoniamo il senso di responsabilità che abbiamo nei loro confronti. Le quasi 11mila adesioni ci confermano l’importanza dell’investimento fatto e l’elevato livello di affiliazione dei nostri dipendenti”. Evidenzia l’ad di A2a, Mazzoncini: “La disponibilità e l’accessibilità dei servizi incidono sempre di più sulla qualità della vita. L’impegno del Gruppo per il benessere dei dipendenti è cresciuto negli anni ed è diventato centrale nella nostra strategia. Per le nostre persone abbiamo previsto oltre 72 milioni di euro all’anno attraverso un sistema strutturato che si è evoluto e rafforzato nel tempo fino a diventare un modello di riferimento nel nostro ambito industriale. Ne è esempio il piano da 120 milioni al 2035 per sostenere i nostri colleghi nei loro progetti di genitorialità”. Quindi sottolinea: "Di fronte ai cambiamenti socio-demografici in atto i sistemi di welfare possono diventare laboratori di innovazione in grado di attivare alleanze tra pubblico e privato e mettere a sistema azioni orientate a garantire maggiore benessere per le comunità”. Mauro Ghilardi, direttore People and Transformation di A2a, rimarca come, a partire dai primi fondi di assistenza sanitaria per le famiglie, le case vacanze e le colonie estive avviati diversi anni fa, l’impegno del Gruppo per il benessere dei dipendenti si sia esteso e rafforzato. Solo negli ultimi 18 mesi sono stati avviati A2a Life Caring - il programma da 10 milioni di euro l’anno (120 milioni in arco piano) per supportare la genitorialità con aiuti economici e iniziative formative, tra le quali un contributo annuale fino a 3.250 euro per i primi 3 anni di vita del bambino e il supporto per le spese sostenute per la cura e l’istruzione dei figli fino alla fine dell’istruzione secondaria - e A2a Life Sharing - il Piano di Azionariato Diffuso da oltre 5,3 milioni annui grazie al quale le persone del Gruppo possono partecipare alla crescita dell’azienda. Gli elementi distintivi dei due piani (Life Caring e Life Sharing) risiedono anche nella condivisione con le organizzazioni sindacali. In particolare, il Piano di Azionariato Diffuso è stato sottoscritto e supportato dalla maggior parte delle sigle presenti nel Gruppo, un unicum nel panorama imprenditoriale (recenti analoghe iniziative di altre aziende sono state definite in modo unilaterale). Alla prima fase ha aderito oltre l’86% degli aventi diritto; in autunno partirà la seconda fase nella quale tutti i dipendenti potranno acquistare azioni di A2a ricevendone ulteriori gratuitamente con una premialità inversa rispetto al proprio inquadramento contrattuale per favorire i colleghi con le retribuzioni più basse: 1 azione gratuita ogni azione acquistata per gli operai, 1 azione gratuita ogni 3 per quadri e impiegati, 1 azione gratuita ogni 5 acquistate per i dirigenti. Diciotto milioni di euro sono inoltre previsti per altri servizi (tra i quali il progetto ‘Case ai lavoratori’, l’assistenza sanitaria integrativa, assistenza psicologica, iniziative di wellbeing e lotta alle dipendenze, convenzioni attive) a cui si aggiungono ulteriori 39 milioni per i Premi di produttività, che i dipendenti possono scegliere di destinare in tutto o in parte ai fondi di previdenza complementare, usufruendo di un contributo aggiuntivo da parte di A2a sull’importo convertito (di circa il 15%). Oltre a quelli di natura economica, le politiche di welfare di A2a sono in grado di abilitare importanti benefici indiretti: favoriscono la diffusione tra la popolazione aziendale di informazioni sulle prestazioni alle quali si può accedere, e quindi maggiore consapevolezza sui propri diritti, e incentivano meccanismi occupazionali virtuosi come la capacità di attrazione di nuovi talenti e lo sviluppo di un indotto di servizi di qualità sul territorio.