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(Adnkronos) - "Il nostro obiettivo è quello di fare una proposta seria, contro una sinistra che in Campania si presenta unita, mettendo insieme sullo stesso carro De Luca e chi lo ha insultato per anni, come Fico". Lo dice all'AdnKronos, Gianpiero Zinzi, segretario regionale della Lega in Campania, assicurando che il vertice dei leader dell'alleanza, previsto per domani, porterà "in ogni caso a una scelta che - qualsiasi sarà il candidato scelto per la Campania - vedrà il giorno dopo una battaglia serrata di tutte le forze di governo". "Noi -assicura - il giorno dopo ci compattiamo, non siamo come la sinistra, questa è la storia del centrodestra". Zinzi ricorda come la Lega "guarda oggi anche a quell'area moderata che negli ultimi tempi ha scelto di non votare". Poi sulla battuta fatta dal vicesegretario del suo partito, Claudio Durigon che ha invitato i campani a non fare il suo errore, cioè di non votare Fico, oggi candidato unitario per il dopo De Luca, a differenza di quanto fatto da lui stesso quando il pentastellato divenne presidente della Camera, si dice tranquillo: "Non vedo problemi, gli elettori sono storicamente più avanti di noi, sapranno cosa fare dopo 10 anni di disastri. Fico è il contrario della competenza, l'antitesi". Punta a un candidato di centro il segretario regionale di Forza Italia in Campania, Fulvio Martusciello. "Stiamo scegliendo il miglior candidato possibile per essere competitivi, Forza Italia, cresce e io dico che si vince al centro, per cui sono certo che il candidato del centrodestra sarà espressione di quell'area, del centro", dice all'AdnKronos. In Campania le forze di centrodestra avranno di fronte un centrosinistra unito sul nome dell'ex presidente della Camera, Roberto Fico. Sul pentastellato il vice di Salvini, Claudio Durigon, ha auspicato, ironicamente, che i campani non facciano l'errore di votare Fico come fece lui per la presidenza di Montecitorio: "No, i campani sono avanti...", ride divertito l'azzurro. Nel campo del centrosinistra il deputato Pd Piero De Luca spiega all'Adnkronos che "in Campania stiamo lavorando per costruire un'alleanza progressista ampia, partendo non dai nomi, ma anzitutto dal programma e dal confronto con le forze politiche e la società civile, sulla base del lavoro straordinario svolto in questi anni dalla Giunta, con l'obiettivo di assicurare stabilità e continuità amministrativa in una Regione strategica per il Paese", sottolinea De Luca. "I cittadini saranno chiamati a pronunciarsi sulla base dei risultati ottenuti negli ultimi 10 anni, in cui sono stati fatti passi avanti miracolosi in tutti i settori - afferma - : sanità, ambiente, trasporti, sociale, scuola, infrastrutture, sostegno alle imprese, recuperando ritardi drammatici ed errori della destra". "La Campania è oramai un modello e punto di riferimento nazionale -rivendica il democratico- . C'è ancora tanto da fare, certo, ma se pensiamo a quanto di importante realizzato finora e vedendo i danni che il governo Meloni sta producendo nel Paese, in particolare al Mezzogiorno, sotto attacco ogni giorno da parte della destra anche per responsabilità di forze come la Lega, siamo estremamente fiduciosi sull'esito delle prossime elezioni regionali che confermeranno la guida di centro sinistra alla Campania". "Faremo di tutto per evitare salti nel buio, per non far tornare la Regione in una palude economica e sociale. Senza considerare, del resto, che dal risultato di questa competizione elettorale passa anche un pezzo fondamentale del percorso per la costruzione dell'alternativa di governo a livello nazionale", dice guardando alle prossime politiche del 2027.
(Adnkronos) - “Il XXIV Rapporto Annuale ci consegna la fotografia di un paese che è in movimento, grazie anche alla capacità dell'Inps di adattarsi ai tempi. Il welfare generativo, la capacità di una educazione generazionale ai nuovi sistemi di welfare, fa sì che l'Inps possa guidare un cambiamento che interesserà sempre più le giovani generazioni. I risultati sono incoraggianti e bisogna proseguire su questa strada”. Così Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei Deputati, alla presentazione del XXIV Rapporto Annuale dell'Inps alla Sala della Regina a Montecitorio.
(Adnkronos) - Nuovo record per gli energy manager, l'esperto in gestione dell'energia, nel 2024: sono 2571 le nomine totali (+19% tra il 2014-2020 e +4% 2020-2024) di cui 1752 da soggetti obbligati (+17% 2014-2020 e +3% 2020-2024). Questi i dati del Rapporto ufficiale sugli energy manager nominati in Italia, predisposto da Fire e presentato in occasione del webinar 'Presentazione del Rapporto Gli Energy Manager in Italia 2025'. "C'è stato un trend tendenzialmente crescente che si è interrotto solo fra il 2021 e il 2022 a causa della pandemia e della forte riduzione dei consumi registrata in quel periodo - spiega Dario Di Santo, direttore Fire - Appena c'è stata una ripresa, le statistiche sono tornate a salire raggiungendo nuovi record". "Complessivamente abbiamo 1869 energy manager che sono meno delle nomine perché per le realtà medio-piccole spesso un consulente opera per più soggetti, quindi ovviamente non c'è un'equivalenza fra nomine ed energy manager", osserva. Da segnalare "una continua crescita della parte femminile che è arrivata al 12%, era al 10% l'anno scorso, al 7% 3-4 anni fa" e che "un terzo delle nomine viene da soggetti non obbligati che quindi ritengono un energy manager comunque fondamentale per le loro attività". Dal punto di vista dell'inquadramento, "se parliamo dei soggetti che scelgono di nominare un proprio dipendente, vediamo che per il 28% sono dirigenti, per il 34% quadri, per il 38% hanno altre posizioni all'interno dell'azienda. Dopodiché un 33% circa delle nomine riguarda consulenti esterni. L'energia gestita è pari a 95 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio". Di Santo sottolinea nel suo intervento che "usare meglio l'energia conviene non solo in termini di bolletta: c'è la riduzione delle emissioni, sia climalteranti sia nocive, c'è il tema del miglioramento della sostenibilità, che ovviamente è importante per imprese che magari sono sottoposte agli obblighi di reportistica, e c'è il tema del miglioramento dell'uso delle risorse economiche perché chiaramente se uso meglio l'energia riduco i rischi sugli approvvigionamenti, riduco i costi, libero risorse per poter fare altro. D'altra parte in termini sistemici usare meglio l'energia mi consente di ridurre gli investimenti in nuova potenza di generazione, riduce la domanda e la dipendenza dall'estero per gli approvvigionamenti energetici e riduce anche la necessità di intervenire sulle reti di trasporto e distribuzione". Il tutto con una serie di ricadute in termini di "valore degli asset, sicurezza, continuità produttiva, produttività, conformità legislativa o ambiente". Durante il webinar è stata presentata, tra le altre, un'indagine realizzata da Fire sull'uso dell’Ia per l’energy management. Il campione contattato da Fire coinvolge fornitori di tecnologie, esperti del settore e aziende utilizzatrici di media-grande dimensione. "Il 38% delle aziende di taglia medio-grande ha implementato l'Ia nel proprio lavoro. Invece, il 56% sta valutando come può implementarla nei prossimi anni", spiega Yasaman Meschenchi di Fire. Quanto alle aree di applicazione, l'Ia viene impiegata per lo più "per monitoraggio, ottimizzazione dei consumi, manutenzione predittiva, automazione dei processi e gestione delle rete". Tra i benefici indicati, "riduzione dei costi, aumento dell'efficienza energetica, riduzione degli sprechi, riduzione del tempo necessario per fare analisi". Non mancano le sfide come la "mancanza di risorse umane con formazione adeguata e macchinari adatti, e a volte ci sono scetticismo e diffidenza verso l'Ia". In conclusione "i risultati della nostra indagine confermano che l'intelligenza artificiale è una leva strategica per migliorare l'efficienza energetica, per ridurre i costi, accelerare la transizione verso un futuro più sostenibile. Se usiamo bene l'intelligenza artificiale, possiamo sfruttare molto bene l'Ia nel nostro lavoro", conclude Meschenchi.