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(Adnkronos) - Da Gianna Nannini ad Alessandra Amoroso, da Bruce Springsteen ad Axl Rose: tantissime le star 'tradite' dal palco e costrette a fermare o sospendere concerti a causa di infortuni, lancio di oggetti e persino aggressioni fisiche da parte di fan scatenati. Tra i più recenti incidenti che hanno coinvolto i cantanti, quello a Gianna Nannini mentre si esibiva al Rheingau Musik Festival di Wiesbaden, dove la Rocker di Siena, nel pieno della sua esibizione, ha urtato violentemente il braccio procurandosi una frattura al radio. Ma non c’è gesso che tenga, il 'Sei nell'anima - Festival European Leg 2025' andrà avanti e la Nannini continuerà a dominare la scena indossando un tutore e contenendo movimenti e acrobazie. Di tut'altro tipo l'incidente che ha costretto ad una pausa durante un concerto Alessandra Amoroso, in dolce attesa. La cantante pugliese, nei giorni scorsi, ha dovuto interrompere per qualche minuto il suo concerto ad Asti a causa dei calci della piccola Penelope, la bimba che porta in grembo. Un video, diventato virale sui social, mostra il momento in cui la cantante si siede al centro del palco e sorridendo spiega al suo pubblico il motivo della pausa. Ma questi sono solo due degli ultimi episodi in cui il palco si è rivelato 'traditore' per gli artisti. La lista è lunghissima e variegata. Nell'estate del 2022 Tananai cadde dal palco del programma 'Battiti Live' nel corso dell’esibizione dell'allora tormentone estivo 'La Dolce Vita' con Fedez e Mara Sattei. Alcuni minuti dopo l’incidente, il cantante pubblicò un video su Instagram mostrando alcuni operatori intenti a fasciargli la caviglia. Sempre nell'estate dello stesso anno fu la volta di Piero Pelù durante il suo live show all'Alcatraz di Milano. Il frontman fiorentino perse l'equilibrio cadendo all’indietro e impattando con la schiena sulla passerella e con la nuca sullo scalino del palco principale. L'infortunio gli causò una protrusione alla colonna vertebrale. Grande spavento anche per Baby K che, durante un concerto al parco fluviale di Teramo nel luglio del 2023, scese dal palco in mezzo alla folla e fu colpita violentemente da una donna che le provocò un trauma al seno. Trasportata in ospedale la regina pop di tante estati fu costretta a cancellare alcune date del suo tour. Non è andata meglio a tante star internazionali. Nel maggio delo 2023, durante il suo concerto ad Amsterdam alla Johan Cruijff Arena, Bruce Springsteen inciampò su un gradino del palco mentre stava raggiungendo i suoi musicisti e rimase a terra per qualche istante. Immediatamente soccorso dai membri dello staff si rialzò rassicurando i suoi fan e qualche attimo dopo riprese la chitarra e ricominciò a suonare. Stessa sorte per il frontman dei Guns N'Roses, Axl Rose, che cadde accidentalmente durante l’ultimo concerto del gruppo organizzato il 30 giugno al BTS Hyde Park di Londra in occasione del 'World Tour 2023'. L'incidente avvenne mentre la rockstar stava eseguendo 'Bad Obsession', brano tratto dall'album del 1991 'Use Your Illusion I', ma fortunatamente qualche minuto dopo il cantante si rialzò in piedi e proseguì la sua performance. Scivolone anche per Bono degli U2 nel maggio del 2018 durante il suo show all'United Center di Chicago. Il frontman della band irlandese stava camminando all'indietro sulla passerella che si allungava nella platea quando non si accorse che dietro di lui c'era il vuoto e cadde di fronte al pubblico esterrefatto per poi rialzarsi e continuare il concerto. Nel 2018 la 'maledizione del palco' colpì anche Madonna che scivolò durante la sua performance live ai 'Brit Awards' del 2015, presso la O2 Arena di Londra. La caduta avvenne mentre si esibiva con il brano 'Living for Love'. Questa volta a causare la caduta fu il mantello che la star indossava. La regina del pop mondiale si rialzò subito e continuò la sua esibizione, dichiarando successivamente di aver riportato un colpo di frusta. Insomma, la via del successo si rivela a volte lastricata di pericoli. (Alisa Toaff)
(Adnkronos) - Con l’aumento dell’aspettativa di vita e il progressivo innalzamento dell’età pensionabile, le lavoratrici over 50 sono sempre più preoccupate dell’impatto che una carriera prolungata ha sul proprio benessere. A lanciare l’allarme è la ricerca 'La sfida della Longevity', realizzata da Intoo, società di Gi Group Holding leader in Italia nel settore dell’employability, sviluppo e transizione di carriera in collaborazione con Wyser, il brand appartenente allo stesso Gruppo che si occupa di ricerca e selezione di profili manageriali ed executive. Secondo l’indagine, il 66% delle donne senior teme l’allungamento della vita lavorativa, rispetto alla media generale dei lavoratori over 50 che si assesta al 58%. La preoccupazione principale è la stanchezza psicofisica, indicata dal 72% delle donne contro il 68% del totale. Lato organizzazioni, 6 aziende su 10 non risultano ancora pronte ad affrontare questa sfida e più di 1 lavoratore over 50 su 3 ritiene che la propria azienda non dedichi sufficiente attenzione alle esigenze dei dipendenti più anziani. Questo dato diventa ancora più significativo sul fronte femminile: 4 donne senior su 10 percepiscono questa scarsa attenzione e il 25% dichiara di aver subito discriminazioni legate all’età (contro il 16% degli uomini), percentuale che sale al 30% quando si parla di donne manager. Inoltre, con 1 lavoratore senior su 4 che ritiene di avere meno opportunità in azienda rispetto ai più giovani, sono soprattutto le donne over 50 a essere pessimiste, specie le manager, nonostante un forte impegno nell’aggiornamento professionale. “Le donne - commenta Alessandra Giordano, direttrice Employability e Career Development di Intoo - continuano a subire disuguaglianze che si accentuano con l’avanzare dell’età. Basti pensare che il 40% delle over 50 è senza lavoro e senza pensione, mentre tra coloro che lavorano, molte devono farsi carico, spesso in solitudine, delle responsabilità legate alla cura dei familiari. È fondamentale occuparsi precocemente della propria longevità attraverso azioni mirate sul fronte previdenziale, della salute e dell’aggiornamento professionale". "Ma il tema - avverte - riguarda anche le imprese, che devono investire nel valore del capitale umano femminile, soprattutto in un contesto di people scarcity e tasso di occupazione femminile fermo al 52,5%, 18 punti sotto quello maschile. Le donne che partecipano al mondo del lavoro costituiscono un capitale umano prezioso che va sostenuto nelle transizioni che ne sono tipiche, dalla maternità alle attività di caregiving. Queste esperienze sono molto impegnative in termini di tempo ed energie, per cui è comprensibile una maggior preoccupazione verso la propria longevità professionale da parte della popolazione femminile”. Sono, infatti, le donne manager over 50 a mostrare una visione più critica rispetto alla controparte maschile: sono più propense a ritenere che le aziende italiane siano impreparate a gestire l’invecchiamento della forza lavoro e percepiscano maggiormente l’età come un ostacolo alla crescita. Differenze marcate emergono anche rispetto alla partecipazione a iniziative aziendali per i senior: solo il 5% delle donne manager ha avuto accesso a progetti dedicati, contro il 21% dei colleghi uomini. Quando presenti, le misure messe in campo dalle aziende per la gestione della Longevity si concentrano soprattutto su incentivi al prepensionamento (segnalato dalla metà dei manager) seguiti da interventi in ambito formazione, flessibilità oraria, mappatura delle competenze e benessere organizzativo. “Il quadro emerso dalle indicazioni delle donne over 50 - conclude Giordano - è un vero e proprio campanello d’allarme. La loro sensibilità deve tradursi in azioni concrete per rendere i luoghi di lavoro realmente più inclusivi ed equi. Se l’età è un valore, come dichiarano anche molti decision maker, allora deve essere sostenuta e valorizzata con politiche e pratiche all’altezza della sfida, che tengano conto anche delle differenze della popolazione aziendale, tra cui quella di genere”.
(Adnkronos) - Servizio di raccolta a domicilio anche per le capsule esauste di caffè in alluminio: la Giunta di Palazzo Marino ha approvato le linee di indirizzo per un accordo di programma tra il Comune, Amsa, Nespresso Italiana e il Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio (Cial) per l’avvio del primo progetto sperimentale del servizio, grazie a una collaborazione tra pubblico e privato che integra di fatto il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti urbani. La raccolta sarà operativa dal mese di settembre 2025 e sarà effettuata a domicilio, in tutto il comune di Milano. Il servizio potrà essere attivato contestualmente a un nuovo ordine di capsule sul sito Nespresso.it al momento del check-out, selezionando l’opzione 'Riconsegna e ricicla le tue capsule Nespresso usate' nonché da app e servizio clienti, e non comporterà costi aggiuntivi. Sarà possibile consegnare al corriere massimo due sacchetti contenenti esclusivamente capsule esauste in alluminio, utilizzando la recycling bag Nespresso o in normali sacchetti. Obiettivo dell'iniziativa - a cui potranno aderire anche altre aziende che producono e commercializzano capsule per caffè o altri infusi siglando lo stesso accordo - è in un’ottica di economia circolare di migliorare ulteriormente i processi di recupero dell'alluminio, che essendo un materiale riciclabile all'infinito contribuisce in modo significativo alla riduzione dei rifiuti destinati allo smaltimento. Il servizio inoltre ottimizza i trasporti e riduce l'impatto ambientale della logistica grazie all’uso di veicoli elettrici in partnership con Wora Delivery, che consente il conferimento a un punto di stoccaggio intermedio per poi essere lavorate da un impianto che suddivide alluminio e caffè. Il progetto aggiunge una ulteriore possibilità di riciclo che si affianca all’opzione già attiva da 14 anni, di riportare le capsule usate in alluminio nei punti vendita Nespresso e riciclerie convenzionate su tutto il territorio nazionale. Le capsule ritirate rientreranno nel sistema dedicato di raccolta e riciclo di capsule in alluminio 'Da Chicco a Chicco', sviluppato già dal 2011 grazie a un protocollo di intesa tra Nespresso, Cial, Utilitalia e Cic (Consorzio italiano Compostatori), e che consente di dare una seconda vita ai due materiali che compongono la capsula: l’alluminio, viene fuso e riciclato al 100%, e il caffè residuo, può essere trasformato in compost e utilizzato in una risaia da cui viene riacquistato il riso per donarlo a Banco Alimentare e Fondazione Progetto Arca. "Siamo felici di questo accordo con Nespresso e Cial, oltre che con Amsa, per la raccolta delle capsule di caffè: è un gesto concreto e responsabile che rappresenta un passo in più nella filiera del riciclo dell'alluminio e dell'economia circolare che contribuirà ad aumentare la raccolta differenziata della nostra città - ha detto l'assessora all'Ambiente e Verde Elena Grandi - Ogni piccola azione quotidiana, come il corretto smaltimento di queste capsule, può avere un impatto significativo sull’ambiente”. “Questo progetto - spiega Monica Pellegrini, direttrice Operativa di Nespresso Italiana - segna un nuovo importante tassello che si aggiunge al nostro impegno costante per il riciclo e il recupero delle capsule di caffè in alluminio, iniziato in Italia oltre 14 anni fa, con il progetto 'Da Chicco a Chicco' entro cui questo nuovo accordo si inserisce, con l’obiettivo di portare a riciclo anche le capsule che saranno raccolte dal servizio e domicilio. Rappresenta inoltre un unicum sul territorio italiano che speriamo possa rappresentare un esempio virtuoso e circolare di impatto concreto ambientale e sociale”. “In questa fase di sperimentazione - aggiunge Matteo Di Poce, specialista in Sostenibilità di Nespresso Italiana - stimiamo di raccogliere e riciclare nel solo Comune di Milano, con il servizio a domicilio, oltre 80 tonnellate di capsule nel corso di un anno, recuperando oltre 50 tonnellate di caffè esausto e più di 5 di alluminio da rimettere in circolo”. “L’impegno del nostro Consorzio per far sì che l’alluminio non finisca mai in discarica, ci spinge a sperimentare e supportare nuove sfide e nuovi sistemi di captazione di questo prezioso metallo, riciclabile al 100% e all’infinito. Il packaging in alluminio, in Italia, grazie alla raccolta differenziata di milioni di cittadini, viene riciclato con ottimi risultati, circa il 70% di quanto immesso sul mercato, ponendo il nostro Paese ai primi posti in Europa”, ha dichiarato Stefano Stellini, direttore generale Cial.