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(Adnkronos) - La Sardegna cresce più del resto d’Italia. Dall’analisi del rapporto di Banca d’Italia sulle economie regionali, pubblicato a giugno 2025 e relativo all’anno 2024, emergono indicazioni positive sull’economia della Sardegna. Tra i principali dati, la crescita del Pil regionale, +0,9%, leggermente superiore alla media nazionale (+0,7%). Nel 2024 risulta in crescita anche l’occupazione, +2,6% rispetto all’anno precedente, un dato superiore rispetto al resto del Paese. Parallelamente, è diminuito il tasso di disoccupazione e sono aumentate le retribuzioni, elementi che si riflettono su una generale crescita del reddito disponibile nominale dei cittadini sardi. A livello di settori produttivi, il turismo ha un ruolo trainante per l’economia dell’Isola, grazie ad un aumento del 9,9% delle presenze, soprattutto stranieri, +17%, mentre l’industria in senso stretto registra una contrazione sia di produzione che di fatturato. Tra gli altri settori, quello delle costruzioni regge grazie al contributo positivo dei lavori pubblici rispetto al calo dell’edilizia privata. Uno degli indicatori più importanti del rapporto di Bankitalia sull’economia sarda è la diminuzione del tasso di disoccupazione, sceso nel 2024 all’8,3%, rispetto al 10,1% registrato nell’anno precedente. Parallelamente, è cresciuto dello 0,6% il tasso di attività, che raggiunge 63,1%, specie grazie al contributo della componente femminile (+0,9%). Tutti i settori produttivi nel 2024 segnano un aumento di occupati, specie le costruzioni +17,5% e commercio, alberghi, ristoranti +16%. Incrementi meno consistenti, invece, in agricoltura +8,5%, industria +6,8% e servizi +0,5%. La disoccupazione risulta in calo più sensibile tra gli uomini, con il tasso che passa da 10,2 nel 2023 a 8,0 nel 2024, mentre tra le donne scende da 9,9 a 8,8. Sono coinvolte tutte le fasce d’età, specie quella tra 15 e 24 anni con un tasso di disoccupazione del 23%, era il 26,7% nel 2023. Il mercato del lavoro in Sardegna nel 2024 registra una crescita complessiva nel numero di occupati del 2,6% rispetto all’anno precedente, una performance migliore sia rispetto al +2,2% del Mezzogiorno che al +1,5% della media nazionale. La crescita degli occupati riguarda sia i rapporti di lavoro dipendente che gli autonomi, ma è stata più marcata per i secondi. Il tasso di occupazione è cresciuto su base annua di 1,6 punti percentuali, passando da 56,1 a 57,7, con un incremento maggiore tra gli uomini, +1,7%, che tra le donne, +1,4%. A livello di fasce d’età, il tasso di occupazione segna lievi diminuzioni tra i giovani, in particolare -0,4% tra 15 e 24 anni, -0,3% tra 25 e 34 anni. Al contrario, risulta in aumento anche sensibile per le altre fasce: +3,1% per la categoria 35-44 anni; +2,3% per la fascia 45-54 anni; +2,1% per i cittadini di età tra 55 e 64 anni. Secondo quanto rilevato dal Rapporto di Banca d’Italia, il reddito disponibile lordo delle famiglie sarde è cresciuto nel 2024 del 3,1% a prezzi correnti, mezzo punto percentuale in più della media nazionale. Parallelamente, sono tornati a crescere anche i redditi reali, +1,8% (+1,2% nella media del Paese). La crescita dei tassi legati al reddito è dovuta da una parte alla dinamica contenuta dei prezzi al consumo, dall’altra parte all’inflazione che in Sardegna è scesa nell’ultimo anno allo 0,9%, oltre 5 punti in meno rispetto al 2023. Grazie al maggiore potere d’acquisto, i consumi regionali sono cresciuti seppur lievemente, con un +0,4% della spesa in termini reali, in linea con la media italiana. Il trend segue la moderata espansione del 2023, con prevalenza di acquisti verso beni durevoli e servizi, mentre gli acquisti di beni non durevoli hanno subito una contrazione. Nel 2024 si nota un’espansione dei prestiti alle famiglie sarde da parte di banche e società finanziarie, +2% su base annua, una tendenza principalmente dovuta all’incremento dei mutui per l’acquisto di un immobile. Anche il ricorso al credito al consumo è cresciuto ed in misura più significativa su base annua, +3,5% rispetto al 3%. Per quanto riguarda le misure di sostegno sociale, in Sardegna sono state presentate circa 27 mila domande per l’Adi, Assegno di inclusione, la misura introdotta a partire dal 2024 per famiglie con determinate caratteristiche sociali ed economiche. Da notare che rispetto al reddito di cittadinanza, la platea di richiedenti in regione si è ridotta di oltre due quinti. Tra le altre forme di sostegno al reddito, l’Assegno unico universale è stato corrisposto a 157 mila famiglie per almeno una mensilità, raggiungendo la quasi totalità dei cittadini aventi diritto. In Sardegna i cittadini possono anche accedere al Reddito di inclusione sociale (Reis), istituito nel 2016, che prevede un sussidio economico legato allo svolgimento di un percorso di inclusione attiva. I nuclei familiari di potenziali beneficiari sono 7.600. La ricchezza netta delle famiglie sarde, a fine 2023, ammontava a 240,7 miliardi di euro in crescita di 3,6 miliardi rispetto all’anno precedente, dei quali 185,6 legati ad attività reali, principalmente abitazioni di proprietà e 77,8 miliardi in attività finanziarie, tra titoli, azioni, depositi e altre forme. Al totale delle due voci vanno sottratti 22,7 miliardi di passività finanziarie. A livello pro capite, i dati indicano 152,9 mila euro di ricchezza netta personale, inferiore rispetto a 191,3 mila euro della media del Paese, ma migliore rispetto a 118,5 mila euro del resto del Mezzogiorno. In valore nominale la crescita è dell’1,5%, decisamente inferiore rispetto al 4,5% dell’incremento nazionale. La crescita regionale meno evidente è legata ad un più contenuto aumento delle attività finanziarie, cresciute in valore su base annua di 1.200 euro, rispetto alla crescita media nazionale di 6.400 euro. Al contrario il valore delle attività reali è cresciuto di oltre 2.000 euro. Nonostante alcuni segnali di ripresa nel 2024, nei quindici anni precedenti le condizioni economiche delle imprese in Sardegna hanno registrato un andamento peggiore rispetto alla media italiana, a causa di fattori specifici, quali il netto arretramento dell’industria in senso stretto, non bilanciato da una adeguata espansione di altri settori, servizi in primis. Un altro fattore che influisce sulla crescita nel lungo periodo è la spinta verso l’innovazione, favorita, ad esempio, da investimenti in ricerca e sviluppo, un ambito in cui la Sardegna risulta piuttosto indietro rispetto al resto del Paese, con solo lo 0,9% del Pil rispetto all’1,4% della media italiana. In questo senso, secondo i dati Istat nel biennio 2021-2022 solo il 5,4% delle imprese sarde di industria e servizi con più di tre addetti ha svolto attività di ricerca e sviluppo nell’ambito della propria organizzazione. Le politiche di coesione si avvalgono di fondi strutturali finanziati in parte da fondi europei, quali il Fesr, Fondo Europeo di sviluppo regionale, il Fse, Fondo Sociale Europeo 2021-2027 e in parte con una quota nazionale prevista, tra l’altro, dal Fsc, Fondo di Sviluppo e Coesione. In ambito di progetti regionali legati ai Fondi europei e nazionali, la Sardegna si segnala tra le regioni europee classificate come “in transizione” che hanno finanziato maggiormente interventi relativi all’occupazione, all’inclusione sociale e all’istruzione. Per il sostegno dei relativi programmi, la maggior parte dei fondi è stata erogata sotto forma di contributi a fondo perduto. Per quanto riguarda i fondi legati al PNRR, a livello regionale, ad aprile 2025 risultano assegnati alla Sardegna 4,7 miliardi di euro per interventi da realizzare sul territorio o in favore di soggetti privati con sede sull’Isola. In rapporto alla popolazione residente, le risorse assegnate risultano superiori alla media italiana.
(Adnkronos) - Si è tenuto presso UniCamillus il primo incontro ufficiale dell’Advisory Board dell’Ateneo, costituito lo scorso aprile e composto da Andrea Biondi, Vito Cozzoli, Maria Bianca Farina, Giuseppe Feltrin, Luciana Lamorgese, Gianni Letta e Tiziano Onesti, che affiancano il rettore Gianni Profita per guidare l’Università Medica nello sviluppo di nuove strategie accademiche e scientifiche. In questa occasione, il comitato consultivo ha incontrato esperti provenienti dal mondo accademico e dall’industria tecnologica e biomedicale. Il focus è stato anche il titolo della sessione tematica dell’evento: 'I nuovi orizzonti dell’IA nella formazione e nella sanità', uno dei temi più attuali e trasformativi a livello scientifico e sociale. L’evento è stato introdotto dal rettore e dalla docente Donatella Padua, segretaria generale dell’Advisory Board nonché delegata alla Terza Missione. Il dibattito ha visto alternarsi riflessioni teoriche e dimostrazioni pratiche. Durante il convegno, Massimo Giannessi, ingegnere biomedico e Chief Operating Office di Accurate Srl, azienda italiana leader nella simulazione medica avanzata, ha presentato Involve XR, un’applicazione di realtà virtuale avanzata per la simulazione di casi clinici collaborativi, in cui l’intelligenza artificiale assiste gli specializzandi nella gestione di pazienti virtuali da remoto. Si tratta di uno strumento dalle interessanti prospettive nell’ambito della formazione accademica, considerando che possono partecipare all’ambiente virtuale anche più discenti in contemporanea, esercitandosi così su scenari clinici realistici in un ambiente sicuro e interattivo, migliorando le capacità decisionali e il lavoro di squadra. Stefano Signoretti, docente di Neurochirurgia presso UniCamillus e direttore Uoc Neurochirurgia Asl Roma 2, ha mostrato invece l’impiego di strumenti di Ia in neurochirurgia, capaci di rivoluzionare la visione radiologica del cervello e i conseguenti interventi chirurgici su di esso, diventando nel contempo strumenti didattici di eccezionale valore. Una di queste tecnologie è la Neuronavigazione che, usando algoritmi di intelligenza artificiale, aiuta a pianificare il percorso preciso per raggiungere la zona del cervello da operare, selezionando le aree su cui intervenire ed evitando di danneggiare importanti strutture nervose. Durante l’intervento, il chirurgo può vedere in tempo reale i suoi movimenti all’interno del cervello: in questo modo, è possibile rimuovere lesioni profonde in modo più sicuro, riducendo non solo il margine d’errore ma anche i tempi di degenza e i tassi di complicanza. La seconda applicazione dell’Ia riguarda la ricostruzione 3D dei fasci di fibre nervose attraverso la rielaborazione dei dati grezzi delle immagini di RM ottenute con tecnica Dwi-Dti: questa funzione viene denominata Fibertracking. Il Fibertracking System è una tecnologia innovativa basata su Ia, che crea immagini molto dettagliate delle fibre nervose all’interno del cervello, mostrando le connessioni tra diverse aree cerebrali, generando immagini che non si possono ottenere con le tecniche tradizionali. Questa nuova visione può cambiare radicalmente il modo in cui si studia il cervello, migliorando nettamente la formazione degli studenti. L’unione di queste applicazioni permette di ottenere una particolare navigazione Ia dei fasci di fibre generati, che verranno proiettati in realtà aumentata nel campo operatorio. Durante la navigazione, sarà quindi possibile distinguere nettamente le fibre nervose da risparmiare e le lesioni da trattare. Con l’avvento di questi strumenti di Ia in campo neurochirurgico, sia la formazione che la pratica clinica realizzano un notevole salto di qualità. Infatti, è possibile non solo formare gli studenti in modo più completo e partecipativo, ma si può anche operare il paziente con eccellente precisione, pianificando il tutto in modalità prima virtuale e poi reale, prevedendo eventuali risultati e, quindi, permettendo di decidere se e come operare, risparmiando così tempo e risorse preziose. Giada Bernardini, ingegnere biomedico nonché Strategic Account Manager di Siemens Healthineers, ha illustrato l’evoluzione dell’Ia nella diagnostica per immagini, aiutando i medici a individuare precocemente patologie anche molto difficili da rilevare, come piccoli noduli mammari e polmonari spesso invisibili a occhio nudo. Si tratta di un tema di grande rilevanza, considerando che, nel 2023, in Italia si sono verificati 55.900 nuovi casi di tumore alla mammella, di cui il 6-7 % è già metastatico alla prima diagnosi. In Europa, questa forma di cancro ha provocato 370.000 decessi tra il 1989 e il 2025. L’Ia, invece, potrebbe arrivare a rilevare anche degli addensamenti minimi a livello mammario, favorendo una diagnosi precoce e una guarigione molto più probabile. Lo stesso vale per il tumore al polmone, che nel 2020 ha provocato ben 5.000 decessi in tutto il mondo. Nel 55% dei casi, i malati di carcinoma polmonare sviluppano metastasi, e il tasso di sopravvivenza a 5 anni è del 6% per i pazienti che si trovano al IV stadio della malattia. Gli strumenti diagnostici dotati di Ia potrebbero individuare la malattia già al I stadio, portando il tasso di sopravvivenza a 5 anni al 90%. Questi dati sono eloquenti di quanto queste tecnologie possano non solo migliorare la qualità di vita, ma anche preservare la sopravvivenza dei pazienti. Bernardini ha inoltre presentato il concetto di Digital Twin, un modello digitale personalizzato di un organo: questo gemello digitale consente di prevedere l’evoluzione di una patologia e testare trattamenti su misura senza alcun rischio. Al momento, i prototipi sono stati ideati principalmente per cuore, fegato e cervello, ma l’obiettivo è replicare ogni singolo elemento anatomico in modo totalmente personalizzato. Ha concluso la serie di presentazioni Andrea Romigi, docente di Neurologia presso UniCamillus e direttore del Centro di Medicina del Sonno presso l’Irccs Neuromed di II livello, che durante l’incontro ha portato l’esperienza concreta dell’uso dell’Ia nelle revisioni sistematiche tramite piattaforme come Rayyan, Elicit e Consensus, già integrate nella didattica universitaria. Le revisioni sistematiche sono analisi che raccolgono e confrontano i risultati di più studi scientifici su un determinato tema, per trarre conclusioni basate su evidenze sperimentali. Rayyan è una piattaforma pensata per selezionare, organizzare e analizzare manualmente grandi quantità di articoli scientifici, ideale per chi deve gestire la revisione in modo collaborativo, anche offline. Elicit invece automatizza diverse fasi delle revisioni sistematiche, come la ricerca, l’estrazione dei dati e la sintesi delle informazioni, velocizzando così il lavoro dei ricercatori. Infine, Consensus è un motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale che fornisce risposte sintetiche e rapide da studi scientifici, facilitando il reperimento di informazioni specifiche. Queste piattaforme aiutano la formazione degli studenti e degli specializzandi, rendendo più rapide e precise le attività di ricerca, facilitando l’analisi critica della letteratura scientifica e permettendo un accesso immediato a informazioni aggiornate e affidabili. La ricerca, infatti, è fondamentale per gli studenti perché stimola il pensiero critico, permette di aggiornarsi costantemente sulle nuove scoperte e di sviluppare competenze indispensabili per una professione medica che sia davvero consapevole. "L’Intelligenza Artificiale - ha affermato il rettore Profita - avrà un impatto sempre più profondo non solo sull’organizzazione di un’università medica, ma anche sul modo in cui insegniamo, facciamo ricerca e pratichiamo la clinica: è fondamentale insegnare ai nostri studenti a saperla usare, a comprenderla, ad avvalersene in modo critico. Vogliamo investire davvero in questa direzione. Cominciamo oggi a riflettere insieme su queste potenzialità, e vi invito a farlo con la curiosità e l’entusiasmo di chi guarda al futuro con occhi nuovi. Insieme alla professoressa Padua abbiamo pensato a una serie di spunti su cui confrontarci, grazie anche alla presenza di questi ospiti straordinari". "L’Ia svolge un ruolo di rilievo crescente - ha dichiarato Padua - nella formazione del medico e del professionista sanitario, trasformando radicalmente contenuti, metodi didattici e valori. In alcuni casi si tratta di una vera e propria rivoluzione formativa che si trasla nella professione medica, a vantaggio di nuovi approcci di cura personalizzata, di precisione, di prevenzione per migliorare la salute delle persone. Serve una nuova consapevolezza, etica e critica, per guidare l’uso responsabile di queste tecnologie nei percorsi accademici e clinici". Per la segretaria generale dell’Advsory Board di UniCamillus, sono tre le dimensioni in cui l’Ia entra nei percorsi formativi: quella delle competenze, con percorsi curriculari che integrano medicina, data science e ingegneria; il settore delle modalità didattiche, come la simulazione virtuale o l’apprendimento personalizzato; l’etica, con attenzione a privacy, bias, uso corretto dei LLMs (Large Language Models) e alla riduzione dei divari globali tra Paesi Ia-intensive e Paesi a basso accesso digitale. Dalle riflessioni emerse durante gli interventi degli esperti, l’Advisory Board di UniCamillus ha tratto spunti rilevanti per orientare, con propositività e competenza, il futuro dell’Ateneo. Composto da figure di spicco del mondo medico, giuridico, economico e istituzionale, l’Advisory Board di UniCamillus è nato infatti per offrire orientamento strategico e multidisciplinare: Andrea Biondi, riferimento internazionale in pediatria e ricerca oncologica; Vito Cozzoli, giurista e manager con esperienza nelle istituzioni e nelle politiche pubbliche; Maria Bianca Farina, figura di primo piano nel mondo assicurativo e finanziario; Giuseppe Feltrin, cardiochirurgo e direttore del Centro Nazionale Trapianti; Luciana Lamorgese, già ministro dell’Interno e consigliere di Stato; Gianni Letta, uomo delle istituzioni con lunga esperienza governativa; Tiziano Onesti, economista e presidente di importanti realtà ospedaliere e industriali. Con le loro competenze, tali figure di rilievo sul panorama nazionale e internazionale rappresentano un patrimonio prezioso per l’Ateneo.
(Adnkronos) - Il mese scorso è stato il terzo giugno più caldo a livello globale, con una temperatura media di 16,46°C, 0,47°C in più rispetto alla media di giugno del periodo 1991-2020. Per l'Europa occidentale, invece, è stato il più caldo mai registrato. Due importanti ondate di calore, a metà e fine mese, hanno colpito ampie zone dell'Europa occidentale e meridionale: gran parte della regione ha registrato temperature percepite superiori a 38°C che in alcune zone del Portogallo hanno raggiunto i 48°C. E' quanto fa sapere Copernicus Climate Change Service (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con finanziamenti dell'Ue. Secondo Samantha Burgess, responsabile strategico per il Clima dell'Ecmwf, "giugno 2025 ha visto un'ondata di calore eccezionale colpire ampie zone dell'Europa occidentale, con gran parte della regione colpita da un forte stress termico. Questa ondata di calore è stata resa più intensa dalle temperature record della superficie del mare nel Mediterraneo occidentale. In un mondo che si riscalda, è probabile che le ondate di calore diventino più frequenti, più intense e colpiscano un numero maggiore di persone in tutta Europa". Nel dettaglio, giugno 2025 è stato di 1,30°C superiore alla media stimata del periodo 1850-1900, utilizzata per definire il livello preindustriale (è stato solo il terzo mese degli ultimi 24 con una temperatura globale inferiore di 1,5°C rispetto al livello preindustriale). Guardando al Vecchio Continente, la temperatura media per il mese scorso è stata di 18,46°C, 1,10°C in più rispetto alla media di giugno del periodo 1991-2020, rendendolo il quinto giugno più caldo mai registrato. La maggior parte dell'Europa occidentale e centrale ha registrato temperature atmosferiche superiori alla media: l'Europa occidentale nel suo complesso ha vissuto il giugno più caldo mai registrato, con una temperatura media di 20,49°C, 2,81°C in più rispetto alla media del periodo 1991-2020. Ha superato di poco (di soli 0,06°C) il precedente record di giugno stabilito nel 2003 (20,43°C). Due importanti ondate di calore a metà e fine giugno 2025 hanno colpito ampie zone dell'Europa occidentale e meridionale. Gran parte della regione ha registrato temperature percepite superiori a 38°C, corrispondenti a uno 'stress da calore molto forte'. In alcune zone del Portogallo, le temperature percepite hanno raggiunto i 48°C, ovvero 'stress da calore estremo'. Guardando alla temperatura della superficie del mare, un'eccezionale ondata di calore marino si è sviluppata nel Mediterraneo occidentale a giugno, portando alla più alta Sst (sea surface temperature) giornaliera mai registrata per l'intera regione a giugno (27°C), corrispondente alla più alta anomalia giornaliera della Sst in qualsiasi mese (3,7°C sopra la media).