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(Adnkronos) - "Icardi colpì un piccione con la fionda, poi accese il fuoco e lo mangiò". Il clamoroso aneddoto su Mauro Icardi, ex capitano dell'Inter, è stato svelato dall'ex giocatore dell'Espanyol Sergi Gomez e risale ai tempi in cui i due giocatori facevano parte della Cantera del Barcellona. Gomez ha rivelato l'aneddoto durante una curiosa intervista rilasciata al podcast El After de Post United: "Quando Mauro Icardi è arrivato alla Masia, siamo stati compagni di squadra per tre o quattro stagioni. Durante una di quelle annate, condividevamo un appartamento. Un giorno mi disse 'Sergi, vieni con me al parco'. Aveva con sé una fionda. Andammo e lui indicò un pino molto alto e disse 'Vedi lassù?'. Vidi le pigne, ma lui insistette 'No, più in alto'. E c’era un piccione che si vedeva appena". Il racconto di Sergi Gomez continua così: "Mauro ha afferrato una pietra, ha teso l’elastico e boom. Ha ucciso un piccione da un’altezza di 20 o 30 metri. Poi siamo tornati alla Masia, gli ha strappato le piume, gli ha infilato un filo, ha acceso un fuoco e l’ha mangiato davanti a me". Un episodio curioso e relativo all'adolescenza dei due calciatori, che nelle ultime ore sta facendo il giro dei social.
(Adnkronos) - "I dazi Usa al 15% sui prodotti europei sono ancora ben da decifrare, perché bisogna capire come poi verrà declinato questo accordo, se effettivamente colpirà in maniera uguale tutti i settori, o se verrà declinato sulla base del comparto, capire quali settori vengono compiti, con quale percentuale o meno. Per la Calabria ad oggi sappiamo che gli Usa impattano sull'8% del nostro export, che quest'anno è arrivato quasi a un miliardo. E quindi è chiaro che vanno sostenute le imprese che oggi operano con gli Stati Uniti". Così, con Adnkronos/Labitalia, Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, sull'accordo Usa-Ue sui dazi e sull'incertezza relativa alla concreta applicazione dell'intesa. "I nostri imprenditori, soprattutto quelli dell'ambito agroalimentare, ma non solo, hanno investito evidentemente in quel Paese e non bisogna disperdere quell'investimento", ha sottolineato Ferrara ricordando che la Calabria "dal 2021 fino ad adesso, è cresciuta ogni anno. Ha inanellato una serie storica che testimonia un'apertura ai mercati internazionali. Addirittura è raddoppiato l'export da 491 a quasi un miliardo di quest'anno. Questo testimonia che effettivamente la Calabria finalmente ha intrapreso un percorso di crescita sui mercati internazionali. Questo deve essere assecondato, va sostenuto. L'America è una parte di queste", ha aggiunto. Per questo motivo secondo Ferrara l'obiettivo a sostegno delle imprese deve essere chiaro. "Dobbiamo fare un vero e proprio piano export come Calabria, per mitigare gli effetti che eventualmente si dovrebbero riverberare in quei settori che sono presenti negli Stati Uniti. Perché noi non possiamo permetterci di andare a disperdere gli investimenti che gli imprenditori hanno fatti in questi anni sull'approfondimento delle normative, su marketing, sulla presenza fiera, sui canali commerciali", ha ricordato sottolineando che "non possiamo rinunciare da un giorno all'altro a quel mercato. E quindi bisogna mitigare questo effetto per evitare che si disperdano questi investimenti fatti". E per Ferrara è chiaro che la Calabria deve riorientare i propri target sull'export. "Credo che bisogna identificare quelli che possono essere i paesi target, che sono per certi versi confacenti a quelle che sono le nostre vocazioni, non solo industriali ma anche in termini di export. Ci sono molte imprese che sono già pronte, che investono tanto tempo, quindi sono pronte per spaccare su nuovi mercati. Vanno studiati questi mercati target, studiate le normative, i canali di distribuzione per poi avviare missioni e anche azioni diplomatiche per poter sostenere la penetrazione commerciale in queste aree", ha sottolineato ancora. "Perché è evidente -ha continuato- che poi accedere a nuovi mercati non è come accedere alla lampadina dalla mattina alla sera. Quindi dobbiamo avere da una parte difendere le quote di mercato acquisite, di incominciare a fare una ricognizione e quindi riorientare verso anche altri mercati. Quali potrebbero essere? Il Mercosur, quindi il Sud America, l'Argentina, il Brasile, ma anche il Nord America, il Canada. Non dimentichiamo che in questi paesi, l'Argentina in particolare e il Canada, ci sono tantissimi calabresi, possibili teste di ponte rispetto alla penetrazione di questi mercati. Ma anche tutti i mercati asiatici: il Vietnam che sta crescendo tantissimo", ha spiegato. E Ferrara è quindi intervento sulle dimissioni e la successiva ricandidatura di Roberto Occhiuto alla guida della Regione Calabria. "Certamente non esprimiamo né giudizi né valutazioni su scelte politiche delle massime espressioni di governance della regione. Di certo in questi anni è stato proficuo il rapporto pubblico-privato sul tema degli incentivi alle imprese", ha detto Ferrara. Ferrara ha ricordato che "abbiamo presentato in cittadella regionale qualche anno fa 'Agenda Calabria' che sostanzialmente era un piano di politica economica finalizzata ad orientare le risorse comunitarie verso le imprese. Devo dire la verità: in questo caso la Regione ha colto totalmente quella progettualità che era sottotitolata 'la bussola strategica degli investimenti produttivi', e che poi si è trasformata in una serie di bandi che non a caso, proprio perché venivano le proposte dal mondo confindustriale, hanno ricevuto assorbimenti storici con anche 'splafonamenti' su bandi come l'internazionalizzazione, impianti e macchinari, ricerca e innovazione del settore energetico. E adesso anche attraverso 'Step' che è una sorta di stimolo all'innovazione da parte delle imprese", ha sottolineato Ferrara ricordando quindi che il rapporto con la giunta Occhiuto è stato proficuo "oggettivamente sul piano dell'incentivo alle imprese, adesso abbiamo bisogno di crescere sui mercati". E qui arrivano le richieste per la giunta che uscirà dalle prossime elezioni regionali. "Bisogna crescere sull'export -ha aggiunto Ferrara- perchè una volta che hai creato un apparato che si è ammodernato lo devi però 'mettere a terra', si cresce col fatturato, non soltanto con gli investimenti. Gli investimenti sono la prima fase di una crescita successiva poi sui mercati", ha aggiunto. Per Ferrara è necessario quindi "procedere alla riqualificazione delle aree industriali. Noi abbiamo ancora delle aree industriali che attendono di essere profondamente riqualificate, con particolare riferimento all'area del porto di Gioia Tauro, dove sappiamo ormai che non si può fare solo transhipment per poter mettere a terra il volano di sviluppo delle potenzialità di quell'area. C'è necessità di dover riqualificare l'area industriale, perché ormai i porti si sono trasformati in veri e propri poli produttivi e quindi noi dobbiamo andare lungo questa strada", ha aggiunto. E in questa strada centrale è il ruolo dell'area Zes. "E' un grande attrattore di investimenti e stimoli di investimenti da questo punto di vista, perché produce da una parte una semplificazione amministrativa che è necessaria per accelerare sugli investimenti e nell'altro caso perché abbiamo il credito di imposta Zes unica che stimola e accompagna gli investimenti. Quindi riqualificazione industriale è un imperativo categorico, non soltanto per l'area retroportuale, ma per tutte le aree industriali", ha aggiunto. Inoltre, secondo il leader degli industriali calabresi è necessario "un grande 'Piano giovani' perché è chiaro che l'emigrazione giovanile sta portando una serie di conseguenze: se ne vanno pezzi di Pil, diminuisce la propensione al cambiamento e all'imprenditorialità, aumenta il mismatch del mercato del lavoro. Noi avvieremo in autunno come Confindustria Calabria una serie di attività e di iniziative di interlocuzione e quindi di avvicinamento del mondo imprenditoriale con il mondo dei giovani. C'è necessità anche di creare un fondo sull'imprenditorialità giovanile che possa mettere a frutto tutti quei talenti nascosti che a nostro avviso ci sono, ma molte volte non hanno la possibilità di poter esprimersi". E, in conclusione "ci vuole una grande azione di semplificazione amministrativa, ma anche e soprattutto di potenziamento dell'organico, che è sottodimensionato e che poi ovviamente si riverbera con una serie di ritardi che soffocano quello che è l'agire imprenditoriale. E poi ovviamente le infrastrutture: Ponte sullo stretto, strade, porti e alta velocità. Nell'economia del futuro, se noi vogliamo conquistare nuovi mercati, dobbiamo avere infrastrutture della mobilità e della logistica avanzata per poter poi veramente competere in maniera adeguata con le altre economie", ha concluso.
(Adnkronos) - Nel 2024 Ferrarelle Società Benefit ha migliorato di 1,9 punti il proprio punteggio nel Benefit Impact Assessment (Bia), raggiungendo 89,6 punti e confermando la traiettoria positiva lungo tutti i criteri Esg. Il valore della produzione ha raggiunto 248 milioni di euro (+4% rispetto al 2023), con oltre 228 milioni di euro (92% del generato) redistribuiti agli stakeholder e 1,5 milioni di euro restituiti alla comunità. Il 92% della spesa complessiva ha coinvolto fornitori italiani e la presenza internazionale. L’azienda è attiva in oltre 40 paesi. Questi i numeri del Bilancio di Sostenibilità 2024 di Ferrarelle Società Benefit. (VIDEO) “Anche nel 2024 abbiamo dimostrato che la sostenibilità non è una narrazione di buone intenzioni, ma un insieme di risultati concreti e misurabili - commenta Cristina Miele, direttrice Amministrazione, Finanza e Controllo e Responsabile della Società Benefit di Ferrarelle - Dalla crescita dell’indice Bia alla riduzione delle emissioni, dalla valorizzazione delle nostre persone alla redistribuzione del valore economico generato, ogni azione riflette la volontà di integrare la responsabilità d’impresa nelle decisioni strategiche quotidiane. Il nostro percorso attraverso la sostenibilità prosegue, raccontando un altro anno di traguardi raggiunti e di nuove sfide che affronteremo con lo stesso rigore e la stessa trasparenza che ci contraddistinguono da sempre”. In continuità con le passate edizioni, Ferrarelle Società Benefit ha voluto rendere il bilancio uno strumento di racconto accessibile a tutti, integrando linguaggi visivi capaci di coinvolgere emotivamente e avvicinare la sostenibilità alle persone. A firmare il progetto artistico di quest’anno è Maurizio Galimberti, maestro della fotografia a mosaico, che attraverso il linguaggio iconico della Polaroid accompagna il lettore in un racconto per immagini fatto di frammenti e visioni. I numeri. Nel 2024, Ferrarelle Società Benefit ha ulteriormente potenziato la propria strategia ambientale, incrementando l’uso di materiali riciclati, migliorando l’efficienza energetica e abbattendo le emissioni. Il 29% del Pet utilizzato è costituito da R-Pet, pari a oltre 5.800 tonnellate, mentre l’acquisto di energia elettrica da fonti 100% rinnovabili ha permesso di evitare circa 9.500 tonnellate di CO2. Con l’entrata in funzione dell’impianto di trigenerazione nello stabilimento di Riardo, sono stati prodotti 77.678 GJ di energia. Il 76% dei rifiuti è stato avviato a recupero, secondo logiche di economia circolare. Continuano anche i progetti di innovazione ambientale in collaborazione con partner universitari e industriali. A testimonianza del proprio impegno ambientale, l’azienda ha anche mantenuto le certificazioni Iso 14001, Iso 22000, Brc e Ifs. Un segno concreto della visione a lungo termine è rappresentato anche dagli investimenti nella Masseria delle Sorgenti Ferrarelle, un’oasi naturale di 145 ettari situata a Riardo, dove l’azienda porta avanti progetti di tutela ambientale, ricerca scientifica e valorizzazione della biodiversità. Capitolo sostenibilità sociale. Ferrarelle ha chiuso l’anno con 428 dipendenti, di cui il 92% con contratto a tempo indeterminato, e ha incrementato la componente femminile dell’organico dell’8%. Ha inoltre ottenuto la Certificazione Uni/Pdr 125:2022 sulla parità di genere, affiancata da policy di diversity, equity e inclusion con azioni concrete su genitorialità, salute mentale (servizio di supporto psicologico gratuito per tutti i dipendenti) e coinvolgimento attivo dei collaboratori. Le ore di formazione sono aumentate del 21%, raggiungendo quota 11mila, con programmi di upskilling e percorsi manageriali. L’impegno sociale si traduce anche nel lavoro della Fondazione Ferrarelle Ets, attiva in ambito educativo, culturale e filantropico. Infine, il valore economico generato dall’azienda ha toccato i 248 milioni di euro, di cui oltre 16 milioni reinvestiti in innovazione, sostenibilità e sviluppo industriale. Di questi, 2,7 milioni di euro sono stati destinati a progetti ambientali e 2,4 milioni a ricerca e sviluppo, soprattutto in ambito di efficientamento e rafforzamento degli standard di qualità e sicurezza. Ferrarelle Società Benefit ha inoltre mantenuto la quarta posizione nel mercato Retail ed è il secondo gruppo italiano a valore nel settore Horeca.