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(Adnkronos) - Dopo i casi di morti da botulino torna alta l'attenzione su questa tossinfezione molto rara ma particolarmente insidiosa perché difficile da individuare. Per evitare di entrare in contatto con il batterio e contrarre la malattia, secondo quanto spiega all'Adnkronos il maggiore Simone Scafuri, comandante del Nas Carabinieri di Firenze, ''è bene fare attenzione alle conserve fatte in casa'', quelle di vegetali in particolare, che ''sono le più a rischio'' mentre per quanto riguarda l'acquisto nella grande distribuzione è importante controllare che il tappo del coperchio ''non faccia clic clac'' sintomo che è entrato ossigeno all'interno. ''Il consiglio che diamo sempre è quello di seguire le linee guida dell'Istituto superiore di sanità, elaborate d'intesa con il ministero della Salute, per la preparazione delle conserve in casa - spiega - il problema del botulino, oggi alla ribalta della cronaca, riguarda non tanto la produzione industriale, quanto la produzione domestica. Nelle linee guida ci sono una serie di suggerimenti molto dettagliati su come fare le conserve: sterilizzare i contenitori, cuocere i vegetali che sono l'alimento in assoluto più esposto al botulino, evitare contaminazioni e pastorizzare il prodotto ultimato. E' bene poi tenere sempre sotto olio o aceto il prodotto anche se è conservato in frigo dopo l'apertura. Il botulino sopravvive in ambienti meno acidi, quindi utilizzare una quantità di acido che sia almeno pari a quella dell'acqua, se non superiore. Si sentirà maggiormente l'aceto però è sempre a vantaggio della salute umana che è la priorità''. ''La produzione domestica è sicuramente quella più a rischio, anche perché la sterilizzazione e la pastorizzazione delle conserve industriali avvengono a temperature molto alte, ben sopra i 100°, difficilmente realizzabili in un contesto domestico, se non allungando, come dice anche la linea guida del ministero, i tempi di pastorizzazione ovvero farle bollire per più tempo'', sottolinea. ''Nella catena industriale, invece, dove ci sono autoclavi di sterilizzazione, manuali di autocontrollo, procedure di campionamento - aggiunge - il produttore dovrebbe riuscire a intercettare eventuali criticità''. In ogni caso quando si acquistano i prodotti, raccomanda il comandante del Nas Carabinieri di Firenze, è importante ''fare attenzione al clic clac sul tappo, che non deve essere presente all'atto dell'acquisto perché denota un'apertura del vasetto e quindi una compromissione con l'ossigeno e poi rispettare l'indicazione di conservare in frigo e consumare entro tre giorni dall'apertura''. ''Bisogna fare molta attenzione perché il botulino in sé non è sensibilmente percepibile, non dà il gusto della muffa classica quindi è molto insidioso e problematico - spiega - I sintomi a volte, soprattutto quelli minimali, possono essere confusi con altre patologie banali come disturbi gastrointestinali. Quando c'è l'aggravamento di una serie di problemi con risvolti che possono essere neurologici, a quel punto è molto verosimile che ci sia un'intossicazione alimentare, sicuramente all'insorgenza dei primi sintomi conviene immediatamente recarsi al pronto soccorso''. Quanto ai controlli, rassicura Scafuri, ''sono sempre attivi, per quanto riguarda la sicurezza alimentare che è un po' il core business del Nucleo carabinieri per la tutela della salute. Inoltre nel periodo estivo abbiamo una campagna, quest'anno si chiama 'Estate tranquilla', che ha ad oggetto, anche ma non solo, gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande proprio per garantire la sicurezza alimentare. I controlli, quindi, erano già stati implementati per quest'estate ma a prescindere dagli eventi di cronaca''. ''Poi nel caso di tossinfezioni lavoriamo su attivazione con personale specializzato e qualificato insieme alle Asl per le rilevazioni, i campionamenti, le indagini per risalire all'alimento che può averle causate'', conclude. (di Giorgia Sodaro)
(Adnkronos) - Un traguardo importante per Santa Tresa, un passo storico per la viticoltura siciliana: con la recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo disciplinare Terre Siciliane Igt, torna finalmente tra le varietà ammesse anche l’Orisi, vitigno autoctono siciliano a lungo dimenticato e finora impossibile da indicare in etichetta. A riportarlo in vita è stata proprio la tenuta di Vittoria (Ragusa) guidata da Stefano Girelli, che da anni lavora per recuperare questo raro tesoro ampelografico. Fino ad ora l’Orisi, reimpiantato grazie a un progetto sperimentale della Regione Sicilia, non poteva essere nominato sulle bottiglie: il vino prodotto da Santa Tresa portava in etichetta solo una 'O', simbolo del suo nome “non scritto”. Con la modifica del disciplinare, l’Orisi può finalmente riprendersi la sua identità anche in etichetta, coronando un percorso che unisce ricerca e storia dell’enologia siciliana. Il vitigno Orisi, nato dall’incrocio spontaneo tra Sangiovese e Montonico Bianco, era sopravvissuto in pochissimi esemplari nei Nebrodi. Il suo recupero è iniziato nel 2003 grazie a un ambizioso piano regionale di valorizzazione dei vitigni autoctoni siciliani, che ha coinvolto il vivaio regionale Federico Paulsen di Marsala e l’azienda Santa Tresa. Nel vigneto sperimentale di Santa Tresa, che si estende su una superficie di circa 5.600 mq, con 2.830 piante, sono presenti 18 vitigni e circa 31 fenotipi diversi. Un bacino di biodiversità della vitivinicoltura siciliana, dove si studia l’interazione del sistema ecologico 'clima/pianta/terreno' dei diversi cloni dei principali vitigni siciliani, oltre che dei vitigni reliquia come l’Orisi, la loro resilienza per una viticoltura sostenibile. In questi anni, dalle 16 piante presenti nel campo sperimentale della tenuta, si è riusciti a ottenere 1.523 ceppi di Orisi, coltivati a spalliera in terreni franco sabbiosi, minerali, su uno strato di calcareniti compatte. "Oltre al dato tecnico, che consente l'utilizzo in etichetta del nome varietale, per noi di Santa Tresa significa anche il riconoscimento dell'impegno che nasce dal nostro campo sperimentale, dalla tecnica agronomica, passa dalle micro-vinificazioni e giunge, grazie alla cultura enologica, al riconoscimento normativo", commenta Stefano Girelli, alla guida di Santa Tresa con la sorella Marina. La vinificazione di 'O' di Santa Tresa segue un protocollo rigoroso: vendemmia manuale a settembre, refrigerazione, fermentazione in botti di rovere di Slavonia e un lungo affinamento sulle bucce fino alla vendemmia successiva, prima di un riposo in acciaio di 4-5 mesi. Santa Tresa, con i suoi 50 ettari di cui 39 coltivati a vite, continua così a essere un esempio virtuoso di viticoltura biologica, capace di coniugare tradizione, biodiversità e innovazione nel pieno rispetto della natura.
(Adnkronos) - Nel 2024 Ferrarelle Società Benefit ha migliorato di 1,9 punti il proprio punteggio nel Benefit Impact Assessment (Bia), raggiungendo 89,6 punti e confermando la traiettoria positiva lungo tutti i criteri Esg. Il valore della produzione ha raggiunto 248 milioni di euro (+4% rispetto al 2023), con oltre 228 milioni di euro (92% del generato) redistribuiti agli stakeholder e 1,5 milioni di euro restituiti alla comunità. Il 92% della spesa complessiva ha coinvolto fornitori italiani e la presenza internazionale. L’azienda è attiva in oltre 40 paesi. Questi i numeri del Bilancio di Sostenibilità 2024 di Ferrarelle Società Benefit. (VIDEO) “Anche nel 2024 abbiamo dimostrato che la sostenibilità non è una narrazione di buone intenzioni, ma un insieme di risultati concreti e misurabili - commenta Cristina Miele, direttrice Amministrazione, Finanza e Controllo e Responsabile della Società Benefit di Ferrarelle - Dalla crescita dell’indice Bia alla riduzione delle emissioni, dalla valorizzazione delle nostre persone alla redistribuzione del valore economico generato, ogni azione riflette la volontà di integrare la responsabilità d’impresa nelle decisioni strategiche quotidiane. Il nostro percorso attraverso la sostenibilità prosegue, raccontando un altro anno di traguardi raggiunti e di nuove sfide che affronteremo con lo stesso rigore e la stessa trasparenza che ci contraddistinguono da sempre”. In continuità con le passate edizioni, Ferrarelle Società Benefit ha voluto rendere il bilancio uno strumento di racconto accessibile a tutti, integrando linguaggi visivi capaci di coinvolgere emotivamente e avvicinare la sostenibilità alle persone. A firmare il progetto artistico di quest’anno è Maurizio Galimberti, maestro della fotografia a mosaico, che attraverso il linguaggio iconico della Polaroid accompagna il lettore in un racconto per immagini fatto di frammenti e visioni. I numeri. Nel 2024, Ferrarelle Società Benefit ha ulteriormente potenziato la propria strategia ambientale, incrementando l’uso di materiali riciclati, migliorando l’efficienza energetica e abbattendo le emissioni. Il 29% del Pet utilizzato è costituito da R-Pet, pari a oltre 5.800 tonnellate, mentre l’acquisto di energia elettrica da fonti 100% rinnovabili ha permesso di evitare circa 9.500 tonnellate di CO2. Con l’entrata in funzione dell’impianto di trigenerazione nello stabilimento di Riardo, sono stati prodotti 77.678 GJ di energia. Il 76% dei rifiuti è stato avviato a recupero, secondo logiche di economia circolare. Continuano anche i progetti di innovazione ambientale in collaborazione con partner universitari e industriali. A testimonianza del proprio impegno ambientale, l’azienda ha anche mantenuto le certificazioni Iso 14001, Iso 22000, Brc e Ifs. Un segno concreto della visione a lungo termine è rappresentato anche dagli investimenti nella Masseria delle Sorgenti Ferrarelle, un’oasi naturale di 145 ettari situata a Riardo, dove l’azienda porta avanti progetti di tutela ambientale, ricerca scientifica e valorizzazione della biodiversità. Capitolo sostenibilità sociale. Ferrarelle ha chiuso l’anno con 428 dipendenti, di cui il 92% con contratto a tempo indeterminato, e ha incrementato la componente femminile dell’organico dell’8%. Ha inoltre ottenuto la Certificazione Uni/Pdr 125:2022 sulla parità di genere, affiancata da policy di diversity, equity e inclusion con azioni concrete su genitorialità, salute mentale (servizio di supporto psicologico gratuito per tutti i dipendenti) e coinvolgimento attivo dei collaboratori. Le ore di formazione sono aumentate del 21%, raggiungendo quota 11mila, con programmi di upskilling e percorsi manageriali. L’impegno sociale si traduce anche nel lavoro della Fondazione Ferrarelle Ets, attiva in ambito educativo, culturale e filantropico. Infine, il valore economico generato dall’azienda ha toccato i 248 milioni di euro, di cui oltre 16 milioni reinvestiti in innovazione, sostenibilità e sviluppo industriale. Di questi, 2,7 milioni di euro sono stati destinati a progetti ambientali e 2,4 milioni a ricerca e sviluppo, soprattutto in ambito di efficientamento e rafforzamento degli standard di qualità e sicurezza. Ferrarelle Società Benefit ha inoltre mantenuto la quarta posizione nel mercato Retail ed è il secondo gruppo italiano a valore nel settore Horeca.