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(Adnkronos) - Il 6 e 7 maggio 2025 torna a Riva del Garda (Tn) REbuild, giunto all’undicesima edizione. Come ogni anno, un ricco programma di meeting (16 le conferenze e 4 i workshop in agenda) che vede la partecipazione di oltre 60 speaker è stato studiato per plasmare la roadmap del futuro del comparto delle costruzioni, dalla progettazione al dismantling, passando sotto la lente tutti i processi intermedi e collegati, gli strumenti di nuova generazione, i materiali più d’avanguardia e le conoscenze più innovative. Il focus di tutto l’impianto di REbuild 2025 ruoterà attorno al tema delle connessioni tra persone, competenze e tecnologie a 360°. Una visione che mira ad affiancare all’edilizia tradizionale industrializzazione, prefabbricazione, nuova cantieristica, digitalizzazione (AI, Big Data, machine learning, ecc.), figure professionali tecnologicamente avanzate, tool evoluti, per poter restituire case history, prodotti e soluzioni ad alto tasso innovativo. Quella che REbuild intende dare è una visione di rinnovamento all’interno di una imprescindibile cornice di valori composta da sostenibilità economica, ambientale e sociale. "Grande attenzione all’impatto non solo economico, ma anche sociale, etico e culturale dell’utilizzo e dello sviluppo di tecnologie intelligenti che devono essere condivise, accessibili e migliorative della qualità della vita di tutti, oltre a trasformare il comparto", sottolinea Roberto Pellegrini, Presidente di Riva del Garda Fierecongressi. "L’effetto di questi cambiamenti deve essere allineato ai principi di sostenibilità e inclusione sociale". Se già nelle edizioni passate REbuild aveva infatti anticipato il tema dell’“innervazione” del digitale quale elemento di rivoluzione epocale per l’efficienza della filiera accanto a processi di rinnovamento ‘hard’ del sistema industriale in ottica di sostenibilità e accessibilità, l’edizione 2025 andrà oltre, accendendo il dibattito sulle potenzialità di sviluppo del settore innescate dalla condivisione di forme diverse e complementari di intelligenza. Esg, digitalizzazione e industrializzazione nel progetto, sostenibilità sociale, economica e ambientale, economia circolare, riqualificazione del costruito, nuove fonti energetiche e nuove frontiere per la decarbonizzazione, impiantistica intelligente, ecosistemi imprenditoriali che guardano allo spazio, transizione inclusiva, nuovi scenari competitivi nell’immobiliare, modelli finanziari green-oriented, ConTech, off-site, deep retrofit e design for disassembly, urban mining sono i macro-temi al centro delle 16 conferenze e dei 4 workshop in programma, che vedranno la presenza di una sessantina di ospiti e relatori di livello internazionale pronti a confrontarsi su dati, casi, esperienze, strategie e visioni. Filtrano intanto i primi nomi degli speaker di REbuild 2025: Matteo Pedaso (Land), Francesca Mazzocchi (Lama), Matteo Mazzotti (Cdp), Costanza De Stefani (C40), Maurizio Carta (Assessore Urbanistica Palermo) si confronteranno sui progetti che sostanziano gli Esg; Lorenzo Fiorillo, PwC, parlerà di come misuriamo gli Esg; nuove frontiere per fonti energetiche e decarbonizzazione sarà il tema affrontato da Eric Ingersoll (Terra Praxis) e Paola Clerici (Enea); Benedetta Brighenti (Renael e Fedarene) porterà esperienze nazionali e internazionali su politiche per la transizione; Elma Durmisevic (4D architects) e Andrea Zani (Permasteelisa) interverranno sulla circolarità nelle costruzioni; Walter Cugno (Thales Alenia Space) porterà la lezione dell'industria spaziale italiana capace di capitalizzare l'intelligenza di un ecosistema economico; Andrea Ciaramella (Italian Proptech Network) approfondirà il tema del ConTech; Samuel Cocci (Coima) si occuperà delle dimensioni del benessere: progetti, tecnologie e mercato; Floriana Marotta (Mab Architettura) porterà casi ed esperienze di connessione tra digitale e industrializzazione nel progetto; decarbonizzazione come opportunità per aziende, cittadini e ambiente vedrà l’intervento di Sergio Andreis (Kyoto Club). I workshop di REbuild analizzeranno l’evoluzione dell’edilizia attraverso tecnologie emergenti come intelligenza artificiale, robotica, stampa 3D e digitalizzazione, strumenti chiave per accelerare l’innovazione. Verranno approfonditi il ruolo della sostenibilità e dell’economia circolare per ridurre l’impatto ambientale del settore e l’industrializzazione dei processi con metodologie costruttive off-site, che rendono la produzione più efficiente e flessibile. Le riflessioni dei partecipanti contribuiranno alla definizione di un nuovo manifesto per il futuro del costruire: “Tecnologie emergenti, industrializzazione dei processi e nuovi materiali stanno ridefinendo progettazione e costruzione, aprendo scenari inediti per un’edilizia sostenibile, innovativa e resiliente”, commenta Alessandra Albarelli, Direttrice Generale di Riva del Garda Fierecongressi. “Saranno esperienze disintermediate, interattive e coinvolgenti, in cui i partecipanti avranno ruolo attivo nel tracciare un percorso di innovazione. I risultati costituiranno la base di discussione su cui, nell’ultima conferenza di REbuild, sarà elaborato, con l’aiuto di esperti, un vero e proprio manifesto di intenzioni e visioni avvalorate da esperienze e saperi, che sarà messo a disposizione di tutti gli attori del comparto e delle istituzioni”. Start-up e scale-up, real estate company e società consolidate sono impegnate nello sviluppo e nell’offerta di servizi innovativi e soluzioni data-driven, come alcune giovani realtà selezionate dalla call di REbuild racconteranno: Ai, robotica avanzata e stampa 3D con materiali eco-compatibili, digitalizzazione e condivisione di dati informazioni per snellire le complessità del cantiere, ecosistemi digitali che mixano Bim, Realtà Mista e Ai Generativa e trasmettono informazioni istantanee agli operatori, avvento della robotica avanzata in situ sono alcune delle testimonianze all’interno del programma di REbuild. Lo studio condotto per l’Osservatorio REbuild dal Dipartimento di Culture del Progetto dell’Università Iuav di Venezia guidato dal Prof. Ezio Micelli, Presidente Comitato Scientifico di REbuild | Professore ordinario Università Iuav di Venezia, ha raccolto, confrontato, sintetizzato e combinato i dati emersi da diversi studi autorevoli condotti nel biennio 2023-2024 sulla tematica Esg/immobiliare che hanno coinvolto oltre 5000 tra investitori, immobiliaristi, esponenti del mondo del credito e della finanza, stakeholder chiave del comparto. "La metanalisi – afferma Ezio Micelli – ha portato a una restituzione solida e affidabile circa le scelte degli operatori del settore immobiliare riguardo alle azioni già intraprese o pianificate per la trasformazione sostenibile del patrimonio edilizio, con particolare focus sugli aspetti ambientali. Un’indagine su priorità, richieste, necessità e attese degli attori del comparto che ha offerto indicazioni forti e precise circa la centralità del tema della sostenibilità variamente declinata. Un concetto ormai introiettato che, superato l’approccio ideologico, ora viene affrontato in maniera pratica". In estrema sintesi, i quattro punti focali dello studio: L'81% degli operatori considera essenziale che gli asset rispettino i criteri Esg, che influenzano l'85% delle decisioni di investimento. L'aspetto ambientale è la priorità per il 40%, seguito dal sociale (35%) e dalla riduzione degli sprechi (25%); l'analisi mostra che le aziende svolgono un ruolo attivo nella transizione verso la sostenibilità, anticipando le normative e superando le aspettative delle politiche pubbliche. Il 55% degli operatori mira a capitalizzare i benefici economici derivanti dall'efficienza energetica degli immobili; Crisi climatica e pandemia hanno amplificato la necessità di ridurre l'impatto ambientale degli edifici, con il 65% degli operatori che considera il rischio climatico un rischio finanziario, e migliorare la salubrità degli stessi. Per gli operatori, gli immobili che rispettano i criteri sociali Esg rappresentano anche un impegno sociale verso gli stakeholder - dipendenti, clienti, investitori e comunità locali - e il miglioramento delle condizioni socio-ambientali; gli operatori immobiliari si stanno concentrando su tecnologie per migliorare la performance energetica e ridurre le emissioni: oltre il 30% considera cruciale il monitoraggio energetico, in quasi 1/4 dei casi punta su soluzioni per ottimizzare la gestione degli edifici, e quasi uno su cinque si prefigge certificazioni ambientali. La crescente centralità delle tematiche Esg sta innescando una trasformazione organizzativa strutturale all'interno delle imprese del settore immobiliare, dove sostenibilità e innovazione stanno diventando componenti centrali nelle strategie di sviluppo e investimento degli operatori. Il tema delle connessioni di saperi, conoscenze e intelligenze, al centro di REbuild 2025, emerge con forza. In particolare, spicca la necessità di creare team specializzati nella gestione della sostenibilità immobiliare: l'80% degli operatori ha dichiarato che la propria organizzazione dispone di esperti o gruppi dedicati alla gestione Esg del patrimonio immobiliare. Eco-tecnologie avanzate (25%), promozione di collaborazioni tra le aziende del settore immobiliare e quelle innovative per la co-creazione di soluzioni sostenibili (24%), occupazione di edifici a zero emissioni (23%), investimenti in competenze specialistiche (15%) e potenziamento raccolta dati e benchmarking (13%) sono le azioni principali su cui puntano gli operatori. Se la fase di progettazione è già in una certa misura coinvolta e voce in capitolo di queste innovazioni, se il Proptech si sta inserendo a pieno titolo nei processi del Real Estate, il settore delle costruzioni presenta, nel suo complesso, grandi potenzialità di incremento di utilizzo di soluzioni innovative. Come è, ad esempio, la tecnologia legata alla cantieristica. Il ConTech, nel breve-medio periodo, accompagnerà la rivoluzione del cantiere e la trasformazione del modello di business nella produzione e assemblaggio dei componenti.
(Adnkronos) - Non solo uova e colombe: i dolci pasquali italiani sono tanti e tutti meritevoli di un assaggio. Perché è vero che le uova di cioccolata da aprire e gustare con i più piccoli non possono mancare, e che la colomba - che oltre che con l’impasto tradizionale, troviamo in svariate fragranze, ripieni e decorazioni - è un grande classico, ma festeggiare la Pasqua significa anche cogliere l'occasione conoscere le tradizioni regionali. L'agnello pasquale è generalmente ripieno di marmellata e ricoperto da uno strato di pasta di mandorle decorata. Rappresenta, per molti bambini, un’alternativa all’uovo di cioccolata. Il casatiello (di cui esiste la nota versione salata) è caratterizzato dal profumo di limone e la croccante glassa con cui è ricoperto. In Trentino Alto Adige si gusta la corona pasquale, una treccia dolce lievitata e anche il fochaz-osterbrot, un pane dolce piatto di farina di grano, generalmente a forma di coniglietto. In Val d’Aosta c'è la flantse, pani di segale appiattiti, di solito a forma rotonda, a cui si aggiungono zucchero, di burro, uvetta, mandorle e canditi. Per chi non ha parenti in Sardegna è quasi impossibile conoscere le pardulas che sono dei canestrini di pasta farciti di ricotta, uvetta e scorza di limone; si cuociono in forno e si servono cosparsi di miele. La gubbana è tipica del Friuli: una sfoglia ripiena di noci, uvetta, pinoli, mandorle, scorze di cedro, arancia, cioccolato. E friulani sono anche i panini di Pasqua che sono fatti con farina gialla, zucchero, uvetta. In Veneto si mangia la fugassa che è una focaccia dolce che ha dei tempi di lievitazione molto lunghi, nato come dolce pasquale povero dall’impasto del pane, veniva arricchito con burro, uova e zucchero. In Liguria troviamo i canestrelli pasquali, cestini intrecciati di pasta frolla, con al centro o sui bordi delle uova talvolta colorate. Chi sa cos’è la ciaramicola? E' il dolce pasquale dell’Umbria: una ciambella con glassa bianca molto croccante all’esterno. Per rendere rosso l’interno di questo dolce si utilizza il liquore alchermes. Anche a Mantova si prepara una ciambella, in questo caso al profumo di Marsala, si chiama bussolano. In Emilia Romagna troviamo i piadot di Pasqua che sono piccole focacce dolci realizzate con farina bianca e gialla, uvetta e pinoli. In Molise, si prepara la pigna, ciambella a base di farina e uova. In Toscana, invece, da gustare la pasimata, dolce soffice che profuma di arancia e anice. In Abruzzo ci sono cavalli e pupe, biscotti a base di pasta frolla arricchita con un uovo sodo. In Basilicata ci sono le pannarelle, preparazioni pasquali spesso a forma di treccia o cuore chiuse a cerchio con un uovo al centro per evocare l'idea di un cestino pieno di dolci per i bambini. In alcune località del Lazio, nella settimana che segue la Pasqua, si preparano i cavallucci e pigne che sono biscotti guarniti con confettini colorati a base di uova, zucchero, farina, lievito, liquore e scorza di limone. La pastiera napoletana sta diventando un grande classico non solo in Campania ma in tutta Italia. In Sicilia si gustano cassate e pasta di mandorle, buone tutto l'anno, ma speciali per la Pasqua. Tra Puglia e Calabria si preparano tanti dolci decorati con l’uovo.
(Adnkronos) - Gruppo Cap, la green utility che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, conferma il suo impegno per la tutela dell’acqua e, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, in programma come ogni anno il 22 marzo, si prepara a una settimana ricca di convegni, workshop e incontri che avranno come protagonista proprio la risorsa più preziosa del Pianeta. Il tema scelto quest’anno dalle Nazioni Unite per il World Water Day, 'Glacier Preservation', pone l’attenzione su un fenomeno che, sebbene possa sembrare distante dalla nostra quotidianità, sta già avendo impatti diretti sui flussi idrici globali. Lo scioglimento accelerato dei ghiacciai sta minacciando la disponibilità di acqua potabile, l’agricoltura, la produzione di energia e l’equilibrio degli ecosistemi in molte parti del mondo. In questo contesto, l’attenzione verso la gestione e la protezione delle risorse idriche è più che mai cruciale. Negli ultimi anni, Gruppo Cap ha compreso quanto sia fondamentale affrontare queste sfide a 360 gradi, ampliando le proprie attività e integrando alla tradizionale gestione dell’acqua nuovi ambiti strategici. L'azienda, infatti, ha affiancato alla gestione del rischio idraulico anche la valorizzazione dei rifiuti e la produzione di energia da fonti rinnovabili. In questo modo, l’acqua rimane il cuore pulsante della strategia di Cap, seppur con una visione più ampia e orientata a rispondere in modo concreto e sostenibile alle sfide ambientali e alle esigenze dei territori e delle comunità locali. Dal 18 al 21 marzo 2025, Gruppo Cap sarà protagonista di una serie di appuntamenti per sensibilizzare istituzioni, imprese e cittadini sull’importanza della risorsa idrica.