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(Adnkronos) - Geronimo La Russa è stato eletto presidente dell'Aci. L'assemblea dell'Automobile club d'Italia oggi 9 luglio ha eletto il 19° presidente per il quadriennio 2025-2028. L’associazione degli automobilisti è tornata a scegliere la sua guida attraverso le urne con una maggioranza più ampia rispetto all’ultima volta nella quale avevano concorso più candidati nel 2012: La Russa ha ottenuto, infatti, oltre il 78% dei 2.112 voti rappresentanti la totalità degli aventi diritto. "E' un onore essere stato eletto alla guida dell’Aci, un’istituzione che rappresenta un patrimonio per il Paese, per i cittadini, per i territori, per il mondo dello sport", dichiara La Russa. ''Questo risultato è frutto di un lavoro condiviso, che parte da lontano e guarda al futuro. Lavorerò con spirito di servizio, ascolto e determinazione, nel rispetto di ogni sensibilità e con una squadra competente ed appassionata", aggiunge il neo presidente. Nato a Milano il 2 aprile 1980, La Russa è sposato e padre di due figlie, è avvocato, presidente dell’Automobile club di Milano e ha già ricoperto la carica di vice presidente. E' uno dei fondatori di Aci storico e grande cultore di motori e corse sportive.
(Adnkronos) - Come nascono le fragranze? Lo sa bene Beatrice Lorenzini che usa il suo naso come un musicista il suo orecchio, e il suo è il più efficace e giovane d’Italia. Con il suo brand Lorenzini Parfum, che gestisce insieme al fratello Filippo, Beatrice unisce, con perfetto equilibrio, lo stile indipendente della nicchia, con le caratteristiche di eleganza senza tempo che ne possono fare un best seller. Beatrice Lorenzini, 26 anni, romana, ha iniziato a creare profumi da autodidatta a soli 14 anni. Chi ha avuto il piacere di collaborare con lei la definisce una vera artista, e addirittura un genio del settore. Lavora sulle formule a mano, con penna e taccuino, come un sommelier di fragranze e di ricordi. Sentirla parlare è ipnotizzante perché, da buona comunicatrice, sa trattare il mondo della profumeria come un racconto narrativo. C’è uno storytelling dietro ogni goccia, dietro ogni profumo, e Beatrice Lorenzini lo sa raccontare. In un mondo basato sulla esasperazione dell’estetica, dove la vista è il senso più facile da ingannare, Lorenzini Parfum sceglie di comunicare tramite l’olfatto; gli odori sono storie, e le parole scelte per raccontarle sono vento che le veicola fino a dove possono essere ascoltate. Ogni storia viene vissuta come un’interpretazione del mito, vista tramite la lente di un narratore e filtrata dal tempo in cui nasce, che ha in sé frammenti vividissimi dell’eterno patrimonio di archetipi che appartengono all’uomo sin da quando si è reso conto di esistere. Le creazioni Lorenzini Parfum, una volta immesse nel mercato, acquistano una nuova vita: le storie di chi le ha ispirate vengono indossate e chi le indossa le carica delle proprie. Così, come una valanga i profumi, liberi per natura, liquidi, viaggiano attraverso il mondo e le emozioni delle persone, le connettono. I fratelli Lorenzini amano pensare che una singola goccia di profumo sia in grado di unire persone che non siederanno mai allo stesso tavolo, che non parleranno mai insieme, che forse non si guarderanno mai, in un silenzioso momento di profonda connessione invisibile. Il mantra di Lorenzin Parfum è artigianato. La figura del profumiere, nel suo laboratorio, torna a essere quella di un artista-artigiano che crea le sue opere non solo con la mente ma anche con le mani. Ogni boccetta è un’opera unica e non l’ennesima copia di un originale. E in qualità di tester, a differenza di quelli di carta, l’azienda predilige il cotone in quanto non ha un proprio odore e quindi consente al cliente la base più neutrale possibile per sentire la fragranza che ha fra le mani e apprezzare ciò che la sua pelle dona al profumo rispetto all’odore in purezza. Quando parliamo di artigianato intendiamo la realizzazione di un prodotto finito in cui ogni passaggio è curato da Lorenzini Parfum: miscelazione, maturazione, diluizione, macerazione, filtraggio, imbottigliamento, sono tutte fasi che non vengono demandate a una filiera esterna come accade per la maggior parte dei produttori. Per questa ragione l'immersione nel processo di produzione è compiuto in prima persona con metodi moderni cercando di escludere il più possibile automatismi e procedimenti basati sull’elettronica. Ogni passaggio è seguito dal profumiere perché la bellezza del lavoro e la coerenza della visione sia data dal totale coinvolgimento del Naso in ogni passaggio, che non si limita a ideare la fragranza e delegarne la creazione, ma cura ogni goccia di profumo in ciascuna tappa del suo percorso. "Utilizziamo solo alcol purissimo di grado alimentare - racconta Beatrice Lorenzini - anziché il più comune denaturato per evitare che l’odore delle sostanze denaturanti interferisca con il profilo olfattivo della fragranza. Il profumo diluito viene conservato in contenitori in vetro; questo è il momento in cui aggiungiamo l’ingrediente più prezioso: il tempo. Alcuni dei nostri profumi richiedono molti mesi di macerazione prima di poter essere imbottigliati. A temperatura costante e circondati dal buio i profumi riposano per lunghe settimane, e mentre sembrano star lì inanimati in realtà sono in grande fermento, le molecole che compongono il meraviglioso liquido ambrato creano nuovi legami e interagiscono con l’ossigeno. La fragranza diventa sempre più intensa e profonda, ogni nota si armonizza con le altre, alcune si attenuano e altre vengono fuori in tutte le loro sfaccettature. Il profumiere controlla costantemente l’evoluzione del profumo nel corso dei mesi, è la fragranza stessa a dirci quando ha raggiunto l’apice del suo sviluppo ed è pronta per essere imbottigliata". Lo studio del packaging è il più coerente possibile con le fragranze proposte e con la visione che si vuole comunicare e dopo il tempo di lavorazione, il profumo è pronto per essere imbottigliato in flaconi in vetro trasparente. Il colore di ogni profumo di Lorenzini Parfum è il frutto dell’insieme delle materie prime che lo compongono, senza aggiunta di coloranti; per questa ragione non potevano che scegliere una bottiglia di altissima qualità che valorizzasse il colore naturale della fragranza. Ogni flacone viene sigillato da uno spray fatto per fornire un’esperienza confortevole al cliente, che scende morbido sotto la pressione di un dito e genera una soffice nuvola profumata che abbraccia la pelle e i vestiti. Le boccette sono poi lucidate singolarmente ed etichettate, a questo punto possono essere completate dal loro tappo in bachelite a 11 lati, un materiale antico e prezioso modellato come i tappi di inchiostro a cui questo materiale era originariamente destinato. In ciascuna confezione viene inserito, oltre al profumo, il racconto che esso veicola e un fazzoletto in puro cotone lavato con sapone inodore, come nell’antica profumeria, dove centinaia di fazzoletti rigorosamente in cotone venivano usati per sentire le fragranze. Anche la cellophanatura è eseguita a mano tramite strumenti termici, le scatole sono sigillate da una pellicola lucida che le proteggerà finché non troveranno il loro proprietario. Lorenzini Parfum propone nel suo laboratorio delle esperienze olfattive guidate da Beatrice, che accompagna i partecipanti (non più di 3/4 persone per volta, di modo da seguirli uno ad uno) nell’esplorazione della collezione Lorenzini Parfum tramite materie prime iconiche e racconti capaci di stupire e conquistare i sensi.
(Adnkronos) - Nuovo record per gli energy manager, l'esperto in gestione dell'energia, nel 2024: sono 2571 le nomine totali (+19% tra il 2014-2020 e +4% 2020-2024) di cui 1752 da soggetti obbligati (+17% 2014-2020 e +3% 2020-2024). Questi i dati del Rapporto ufficiale sugli energy manager nominati in Italia, predisposto da Fire e presentato in occasione del webinar 'Presentazione del Rapporto Gli Energy Manager in Italia 2025'. "C'è stato un trend tendenzialmente crescente che si è interrotto solo fra il 2021 e il 2022 a causa della pandemia e della forte riduzione dei consumi registrata in quel periodo - spiega Dario Di Santo, direttore Fire - Appena c'è stata una ripresa, le statistiche sono tornate a salire raggiungendo nuovi record". "Complessivamente abbiamo 1869 energy manager che sono meno delle nomine perché per le realtà medio-piccole spesso un consulente opera per più soggetti, quindi ovviamente non c'è un'equivalenza fra nomine ed energy manager", osserva. Da segnalare "una continua crescita della parte femminile che è arrivata al 12%, era al 10% l'anno scorso, al 7% 3-4 anni fa" e che "un terzo delle nomine viene da soggetti non obbligati che quindi ritengono un energy manager comunque fondamentale per le loro attività". Dal punto di vista dell'inquadramento, "se parliamo dei soggetti che scelgono di nominare un proprio dipendente, vediamo che per il 28% sono dirigenti, per il 34% quadri, per il 38% hanno altre posizioni all'interno dell'azienda. Dopodiché un 33% circa delle nomine riguarda consulenti esterni. L'energia gestita è pari a 95 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio". Di Santo sottolinea nel suo intervento che "usare meglio l'energia conviene non solo in termini di bolletta: c'è la riduzione delle emissioni, sia climalteranti sia nocive, c'è il tema del miglioramento della sostenibilità, che ovviamente è importante per imprese che magari sono sottoposte agli obblighi di reportistica, e c'è il tema del miglioramento dell'uso delle risorse economiche perché chiaramente se uso meglio l'energia riduco i rischi sugli approvvigionamenti, riduco i costi, libero risorse per poter fare altro. D'altra parte in termini sistemici usare meglio l'energia mi consente di ridurre gli investimenti in nuova potenza di generazione, riduce la domanda e la dipendenza dall'estero per gli approvvigionamenti energetici e riduce anche la necessità di intervenire sulle reti di trasporto e distribuzione". Il tutto con una serie di ricadute in termini di "valore degli asset, sicurezza, continuità produttiva, produttività, conformità legislativa o ambiente". Durante il webinar è stata presentata, tra le altre, un'indagine realizzata da Fire sull'uso dell’Ia per l’energy management. Il campione contattato da Fire coinvolge fornitori di tecnologie, esperti del settore e aziende utilizzatrici di media-grande dimensione. "Il 38% delle aziende di taglia medio-grande ha implementato l'Ia nel proprio lavoro. Invece, il 56% sta valutando come può implementarla nei prossimi anni", spiega Yasaman Meschenchi di Fire. Quanto alle aree di applicazione, l'Ia viene impiegata per lo più "per monitoraggio, ottimizzazione dei consumi, manutenzione predittiva, automazione dei processi e gestione delle rete". Tra i benefici indicati, "riduzione dei costi, aumento dell'efficienza energetica, riduzione degli sprechi, riduzione del tempo necessario per fare analisi". Non mancano le sfide come la "mancanza di risorse umane con formazione adeguata e macchinari adatti, e a volte ci sono scetticismo e diffidenza verso l'Ia". In conclusione "i risultati della nostra indagine confermano che l'intelligenza artificiale è una leva strategica per migliorare l'efficienza energetica, per ridurre i costi, accelerare la transizione verso un futuro più sostenibile. Se usiamo bene l'intelligenza artificiale, possiamo sfruttare molto bene l'Ia nel nostro lavoro", conclude Meschenchi.