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(Adnkronos) - Arbitri come pubblici ufficiali per contrastare le violenze contro i fischietti. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che mira a estendere agli arbitri lo stesso livello di protezione che il diritto penale assicura agli agenti di polizia, inserendo, quindi, all’interno del Codice penale l’impianto sanzionatorio già previsto dalla legge 401 del 1989. La svolta consente di rispondere alle esigenze dei vergognosi episodi che vedono troppo spesso i direttori di gara subire ignobili aggressioni durante lo svolgimento delle manifestazioni sportive. "Sto provando una grande gioia ed emozione per l’approvazione di questa legge storica. La tutela degli arbitri entra finalmente nel codice penale ed è il frutto di mesi di lavoro e di incontri con i quali abbiamo portato all’attenzione politica e mediatica questa emergenza sociale", dice il presidente dell'Aia Antonio Zappi commentando il via libera oggi in consiglio dei ministri del decreto legge sport. "Ringrazio ovviamente il ministro Abodi, il Governo ma anche tutti coloro che, da tutti gli schieramenti, hanno sostenuto questa grande battaglia di civiltà. Insieme alle misure repressive la violenza dovrà tuttavia essere ancora combattuta anche con misure culturali e progetti formativi che, unitamente a tutte le componenti federali che hanno a cuore la tutela dei nostri ragazzi e anche con il nuovo Osservatorio antiviolenza della Figc, l’Aia sicuramente metterà in campo", conclude Zappi.
(Adnkronos) - L’Italia è al centro di una profonda ridefinizione del mercato del lavoro tech. Calabria e Puglia superano la Lombardia per incidenza di richieste di competenze in data science, con picchi del 27,2% e 21,2%, rispetto alla media nazionale del 14,3%. Un cambio di paradigma geografico che sposta il baricentro dell’innovazione verso il Sud. Ad attestarlo è il primo report 'AI e data skill report 2025', realizzato dall’Osservatorio sulle competenze emergenti di Data Masters, academy attiva nella formazione AI e nel continuous learning. Un’analisi che fotografa l’evoluzione delle richieste del mercato del lavoro italiano in ambito AI e data science, con uno sguardo attento alla trasformazione dei ruoli, delle retribuzioni e delle esigenze formative nei diversi territori e settori. “L’obiettivo di questo Osservatorio è fornire uno strumento di lettura e anticipazione del futuro del lavoro. I dati mostrano chiaramente che siamo nel mezzo di una trasformazione radicale che richiede nuove strategie, nuovi approcci e soprattutto nuove competenze”, afferma Luigi Congedo, presidente e co-founder di Data Masters. L’indagine si basa su un’analisi di oltre 18mila annunci di lavoro pubblicati su LinkedIn Italia nel primo trimestre del 2025, processati attraverso un’architettura avanzata di agenti AI. Il risultato è un panorama dettagliato e aggiornato delle competenze più richieste nel settore tecnologico, suddiviso per territorio, ruolo e comparto industriale. Secondo il report, le competenze in data science (presenti nel 14,3% degli annunci) e python (7,2%) risultano essere le più ricercate nel panorama italiano, confermando la loro centralità in ambito AI e data science. Tuttavia, emergono con forza anche competenze più avanzate e specialistiche: machine learning è richiesta nel 6,1% degli annunci, seguita da deep learning (3,2%), mlops (2,3%) e langchain/agentic applications (0,8%). Questi dati indicano una netta accelerazione verso tecnologie di frontiera. “Quello che stiamo osservando è un mercato che premia le competenze più avanzate e specialistiche, ma che richiede anche una costante capacità di aggiornamento. Le tecnologie emergenti diventano rapidamente imprescindibili per chi vuole rimanere competitivo”, commenta Francesco Cipriani, ceo e co-founder Data Masters. Contrariamente ai trend storici, il Sud Italia mostra performance superiori alla media nazionale nella domanda di competenze AI. In Calabria, la richiesta di competenze in Data Science raggiunge il 27,2% (quasi il doppio della media nazionale), mentre in Puglia si attesta al 21,2%. Anche Python è richiesto nel 12,3% degli annunci calabresi e nell’11,9% in quelli pugliesi. Questi dati confermano l’ascesa di nuovi poli tecnologici e suggeriscono opportunità concrete per investimenti formativi e talent acquisition su base territoriale. “Il Sud sta dimostrando una sorprendente capacità di rispondere alla domanda di innovazione, anche grazie a una crescente presenza di poli universitari, acceleratori d’impresa e investimenti pubblici e privati. Questo ci spinge a pensare la formazione come leva strategica territoriale”, sottolinea Vincenzo Maritati, AI researcher e co-founder di Data Masters. Il possesso di competenze tecniche avanzate ha un impatto diretto sulle retribuzioni. Il framework PyTorch guida la classifica con una ral media di 50.896 euro, seguito da tensorflow (49.952 euro) e computer vision (48.313euro). Le competenze in langchain/agentic applications si attestano a 47.777 euro, machine learning a 47.786 euro e deep learning a 47.719 euro. Tutti questi valori superano la ral media italiana di 44.729 euro, con un premio salariale che può superare i 6.000 euro annui per i profili più qualificati. Le aziende italiane non cercano solo esperti tecnici, ma professionisti completi. Il 66% degli annunci che menzionano machine learning e tensorflow richiedono anche competenze di problem solving e pensiero analitico. Inoltre, oltre il 59% degli annunci per deep learning, machine learning e statistical analysis include esplicitamente la collaborazione in team tra le skill richieste. Questi numeri confermano che le soft skill sono sempre più determinanti per distinguersi nel mercato. Il report mostra chiaramente che le aziende cercano figure ibride, capaci di orchestrare strumenti tecnologici avanzati e interagire con diversi stakeholder. Questi professionisti devono coniugare profondità tecnica con visione sistemica, e la capacità di integrare soluzioni AI nel business. In particolare, le posizioni che richiedono machine learning (6,1% degli annunci) e deep learning (3,2%) sono sempre più associate a competenze in gestione progettuale, comunicazione efficace e continuous learning (richiesto nel 24,9% degli annunci legati a tensorflow). I giovani in Italia faticano a trovare spazio nel mondo del lavoro. Solo un terzo degli occupati – il 33% – ha meno di 39 anni, contro una media europea che si attesta al 40% (fonte: Osservatorio Talents Venture su dati Eurostat). Un gap che sembra piccolo, ma che attesta che il divario tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle effettivamente disponibili continua ad allargarsi. Parliamo del cosiddetto mismatch delle competenze, un fenomeno che oggi rappresenta uno degli ostacoli più grandi alla crescita e all’innovazione nel nostro Paese. In questo contesto, la formazione assume un ruolo decisivo: “non è più soltanto un mezzo per aggiornare una forza lavoro spesso poco preparata, ma diventa un vero moltiplicatore di valore”, spiega Francesco Cipriani, ceo e co-founder Data Masters. "E' - avverte - lo strumento chiave per avvicinare nuovamente i giovani al mercato del lavoro, offrendo loro le competenze richieste dalle imprese e creando nuove opportunità. Secondo l’ultimo studio di Talents Venture, “mancano oltre 1,3 milioni di lavoratori qualificati nel nostro sistema produttivo”. Una cifra impressionante, che racconta il paradosso di un Paese che continua a formare talenti ma fatica a inserirli nel mondo del lavoro. E proprio qui, “l’istruzione può fare la differenza, rappresentando la chiave per colmare questo gap e rilanciare l’occupazione qualificata”. Ma la sfida non si limita a investire in formazione. “E' necessario - sottolinea Luigi Congedo, presidente e co-founder Data Masters -migliorare l’efficienza degli investimenti, orientandoli verso strategie che sappiano identificare in anticipo le competenze emergenti e rispondere tempestivamente alle esigenze del mercato del lavoro. Non basta dunque incentivare in modo generico: serve una politica lungimirante, capace di anticipare i trend e di sostenere la crescita di competenze in settori strategici”. Non è un caso che oggi, tra le skill più ricercate, spicchino quelle legate all’intelligenza artificiale e all’analisi dei dati. Queste competenze, oltre a essere al centro della trasformazione digitale, si accompagnano anche a offerte retributive superiori, “a testimonianza del loro valore strategico per le aziende”. Il cosiddetto skill gap si conferma così uno dei temi centrali per la trasformazione delle imprese italiane. E visto che queste nuove competenze sono rare, costose e difficili da reperire, “le aziende si trovano spesso in difficoltà”. Per questo motivo, “è fondamentale che il mondo produttivo possa contare su un sostegno concreto da parte delle istituzioni, fatto di semplificazione normativa e di politiche strutturali”. Ma la formazione non può più essere un intervento occasionale o 'one shot'. “Il futuro richiede un impegno continuo - prosegue Congedo - serve un approccio di lifelong learning, capace di accompagnare i lavoratori per tutta la vita professionale, aggiornandone costantemente le competenze per restare al passo con un mercato in continua evoluzione”.
(Adnkronos) - È bellissimo partecipare a questa iniziativa. Assistere a questo contest, vedere ragazze giocare e sfidarsi da diverse parti d'Italia è la vera essenza. È una gioia essere qui”. Così Sara Gama, ex capitana della Juventus, giocatrice della nazionale italiana, vice presidente Aic - Associazione italiana calciatori e Consigliere federale Figc, partecipando, oggi allo stadio Nando Martellini, alla Terme di Caracalla, alla finale del torneo di calcio femminile 'Girls just wanna have goals', nell’ambito della ‘Week for Good’, la settimana promossa da Axa Italia dedicata alla sostenibilità. Il torneo, che ha coinvolto 150 ragazze, è stato ideato dal Gruppo assicurativo per celebrare il valore dello sport come strumento di inclusione sociale ed empowerment femminile, al fianco di Sport Senza Frontiere e Roma Capitale. Gama, ambasciatrice dell’evento, ha vissuto una vita nello sport e con lo sguardo rivolto al futuro del calcio femminile avverte: “Dobbiamo fare ancora tanto per sviluppare la parte femminile del calcio”.