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(Adnkronos) - Torna a splendere a Roma un capolavoro cinquecentesco che affaccia la sua cupola su piazza Venezia: è la Chiesa di Santa Maria di Loreto, riportata oggi agli antichi fasti grazie agli interventi di ristrutturazione del consorzio guidato da Webuild e Vianini Lavori, nell’ambito delle attività di realizzazione della futura stazione Venezia della Linea C della Metropolitana. Gli interventi sulla Chiesa di Santa Maria di Loreto, si legge in una nota, rientrano in un più ampio programma eseguito dal consorzio per la tutela e la valorizzazione dei monumenti e dei palazzi storici di Piazza Venezia, in pieno centro storico, con la direzione scientifica e l’alta sorveglianza della Soprintendenza Speciale di Roma. In questo caso, le attività si sono concentrate sulla chiesa dedicata alla Madonna di Loreto di proprietà del Pio Sodalizio dei Fornai. (FOTOGALLERY) Diciotto mesi di interventi, iniziati nel 2023, hanno permesso di riqualificare questo tesoro di Roma grazie ad un grande lavoro di squadra che ha unito competenze ingegneristiche, architettoniche e artistiche con il coinvolgimento di un team multidisciplinare di operai, ingegneri, architetti, topografi e restauratori. Le attività hanno previsto il consolidamento strutturale, con l’inserimento di rinforzi in acciaio nelle murature e l’installazione di innovativi sistemi di monitoraggio, e il restauro del prezioso patrimonio artistico interno, tra cui gli affreschi della cupola e gli stucchi del presbiterio. Fu la corporazione dei fornai di Roma, autorizzata da Papa Alessandro VI Borgia nel 1492, a finanziare la costruzione di questa chiesa iniziata nel 1507, interrotta a causa del Sacco di Roma, e poi ricominciata fino alla conclusione dei lavori nel 1594. Un patrimonio unico opera di Antonio da Sangallo il giovane per l’edificio, mentre la Cupola porta la firma di Jacopo Del Duca, allievo di Michelangelo. Il suo restauro nel 1870 fu curato da Giuseppe Sacconi, l’architetto che pochi anni dopo avrebbe progettato e diretto i lavori di costruzione del Vittoriano. Uscendo dalla chiesa, arte e infrastrutture si fondono anche nel vicino cantiere per la realizzazione della stazione Venezia. Promosso dal consorzio, con il patrocinio di Roma Capitale e di concerto con le Soprintendenze competenti, il progetto di rigenerazione urbana Murales ha trasformato Piazza Venezia in una innovativa piattaforma culturale, trasformando i silos del cantiere, tipici strumenti industriali, in tele per la rappresentazione di opere di arte contemporanea create da artisti di respiro internazionale che a partire dallo scorso dicembre si alterneranno ogni quattro mesi. Ad aprile sarà dunque svelata l’opera del secondo dei sei artisti selezionati per interpretare le trasformazioni in corso nella città.
(Adnkronos) - Non solo uova e colombe: i dolci pasquali italiani sono tanti e tutti meritevoli di un assaggio. Perché è vero che le uova di cioccolata da aprire e gustare con i più piccoli non possono mancare, e che la colomba - che oltre che con l’impasto tradizionale, troviamo in svariate fragranze, ripieni e decorazioni - è un grande classico, ma festeggiare la Pasqua significa anche cogliere l'occasione conoscere le tradizioni regionali. L'agnello pasquale è generalmente ripieno di marmellata e ricoperto da uno strato di pasta di mandorle decorata. Rappresenta, per molti bambini, un’alternativa all’uovo di cioccolata. Il casatiello (di cui esiste la nota versione salata) è caratterizzato dal profumo di limone e la croccante glassa con cui è ricoperto. In Trentino Alto Adige si gusta la corona pasquale, una treccia dolce lievitata e anche il fochaz-osterbrot, un pane dolce piatto di farina di grano, generalmente a forma di coniglietto. In Val d’Aosta c'è la flantse, pani di segale appiattiti, di solito a forma rotonda, a cui si aggiungono zucchero, di burro, uvetta, mandorle e canditi. Per chi non ha parenti in Sardegna è quasi impossibile conoscere le pardulas che sono dei canestrini di pasta farciti di ricotta, uvetta e scorza di limone; si cuociono in forno e si servono cosparsi di miele. La gubbana è tipica del Friuli: una sfoglia ripiena di noci, uvetta, pinoli, mandorle, scorze di cedro, arancia, cioccolato. E friulani sono anche i panini di Pasqua che sono fatti con farina gialla, zucchero, uvetta. In Veneto si mangia la fugassa che è una focaccia dolce che ha dei tempi di lievitazione molto lunghi, nato come dolce pasquale povero dall’impasto del pane, veniva arricchito con burro, uova e zucchero. In Liguria troviamo i canestrelli pasquali, cestini intrecciati di pasta frolla, con al centro o sui bordi delle uova talvolta colorate. Chi sa cos’è la ciaramicola? E' il dolce pasquale dell’Umbria: una ciambella con glassa bianca molto croccante all’esterno. Per rendere rosso l’interno di questo dolce si utilizza il liquore alchermes. Anche a Mantova si prepara una ciambella, in questo caso al profumo di Marsala, si chiama bussolano. In Emilia Romagna troviamo i piadot di Pasqua che sono piccole focacce dolci realizzate con farina bianca e gialla, uvetta e pinoli. In Molise, si prepara la pigna, ciambella a base di farina e uova. In Toscana, invece, da gustare la pasimata, dolce soffice che profuma di arancia e anice. In Abruzzo ci sono cavalli e pupe, biscotti a base di pasta frolla arricchita con un uovo sodo. In Basilicata ci sono le pannarelle, preparazioni pasquali spesso a forma di treccia o cuore chiuse a cerchio con un uovo al centro per evocare l'idea di un cestino pieno di dolci per i bambini. In alcune località del Lazio, nella settimana che segue la Pasqua, si preparano i cavallucci e pigne che sono biscotti guarniti con confettini colorati a base di uova, zucchero, farina, lievito, liquore e scorza di limone. La pastiera napoletana sta diventando un grande classico non solo in Campania ma in tutta Italia. In Sicilia si gustano cassate e pasta di mandorle, buone tutto l'anno, ma speciali per la Pasqua. Tra Puglia e Calabria si preparano tanti dolci decorati con l’uovo.
(Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc. “L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”. Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.