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(Adnkronos) - Quattordicesima tappa per il Tour de France 2025. La Grande Boucle torna in strada oggi, sabato 19 luglio, dopo la cronoscalata di ieri in cui ha trionfato Tadej Pogacar, rimasto così in maglia gialla. I ciclisti affrontano oggi un'altra tappa di alta montagna di 182,6 chilometri, che parte da Pau e arriva a Luchon-Superbagnères. Ecco orario, percorso e dove vedere la tappa di oggi in tv (anche in chiaro) e streaming. La quattordicesima tappa del Tour de France 2025 conclude il trittico pirenaico di questi giorni. I ciclisti affronteranno un totale di 182,6 chilometri partendo da Pau, nei Pirenei Atlantici, per affrontare circa 70 chilometri di falso piano, in salita pressoché costante, prima di arrivare alla prima vera scalata della frazione: il Col du Tourmalet, un Gpm hors categorie di 19 km e con una pendenza al 7,4%.Uno dei luoghi più iconici della Grande Boucle. Poi ci sarà un altro Gpm di seconda categoria, sulla salita del Col d'Aspin, cinque chilometri al 7,6%, e quello di prima categoria sul Col de Peyresourde, 7,1 chilometri al 7,8%. L'ultima salita, anch'essa hors categorie, è una salita da 12,4 km al 7,3% chTour de France, percorso quattordicesima tappae culminerà nell'arrivo di Luchon-Superbagnères, a circa 1804 chilometri d'altitudine. I ciclisti raggiungeranno uno sprint intermendio a Esquièze-Sère, al chilometro 70,1, traguardo che può far gola all'azzurro Jonathan Milan. In totale il dislivello da coprire sarà di 4950 metri. Il Tour de France 2025 sarà visibile in diretta (in chiaro) su Rai 2, con il collegamento previsto - a seconda delle tappe - tra le 14 e le 15. La quattordicesima tappa di oggi, sabato 19 luglio, inizierà intorno alle 12, con l'arrivo previsto alle 17.07. Frazioni complete disponibili in diretta su Discovery+ ed Eurosport, visibile su Tim Vision, Dazn e Amazon Prime Video.
(Adnkronos) - "L'Inps è un attore chiave delle politiche coordinate dal ministero del Lavoro". A dirlo la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, intervenendo alla presentazione del XXIV Rapporto annuale Inps. "L'Inps - spiega - grazie alla sua tecnostruttura sta dimostrando la capacità di adattarsi e di rispondere con prontezza alle sfide imposte dalla transizione demografica, dall'innovazione tecnologica e dalla crescente frammentazione sociale". "Non si tratta - afferma - solo di erogare prestazioni ma di diventare parte attiva di un sistema di attivazione delle comunità. L'Inps agisce in autonomia seguendo le linee guida del Ministero e questo consente di tradurre una visione comune di progetti condivisi, alimentando un modello di welfare che protegga e che renda le persone abili a costruire il proprio futuro, individuando degli spazi di progettualità personale, familiare e comunitaria". "L'Inps, grazie alla piattaforma tecnologica che abbiamo creato con il decreto legge 48 del 2023, gestisce non solo il sistema di inclusione sociale lavorativa e quindi le misure che abbiamo creato con il Decreto 48 del 2023, l'assegno di inclusione e il supporto per la formazione e il lavoro, ma gestisce la piattaforma che consente l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro". "L'Inps - sottolinea - lo fa in un modo assolutamente importante e strategico, perché tutte le prestazioni che vengono erogate hanno dei controlli preventivi a monte che ci hanno consentito di poter risparmiare 4 miliardi di indebiti che erano quelli relativi alle prestazioni non dovute. Per noi è un elemento importante perché vuol dire poter ottimizzare la gestione delle risorse e soprattutto utilizzare quelle risorse per essere vicini e prossimi a chi ha necessità di quei servizi e di quelle prestazioni". "Credo fermamente che il protagonismo dei lavoratori sia fondamentale nella gestione delle aziende pubbliche, rappresentando un modo efficace per rispondere adeguatamente alle esigenze dei territori. Questa nuova prassi, che gioca un ruolo centrale nel disegno di welfare per il lavoro che sta costruendo il governo mira a combattere la desertificazione sociale, creando un contesto virtuoso che favorisca il benessere collettivo. L'attuazione dell'articolo 46 darà nuova linfa anche all'articolo 36, relativo alla giusta retribuzione, non in una visione dirigista e rigida, ma in un'ottica flessibile, pronta a cogliere le opportunità, minimizzando i rischi".
(Adnkronos) - Sistemi di Gestione dell’Energia (Sge): se ben applicati e se c'è il giusto coinvolgimento dell'organizzazione e delle varie funzioni aziendali producono nel tempo benefici nel collegamento fra il core business e l’uso dell’energia. Inoltre, permettono di garantire il rispetto di tutti i requisiti di legge e regolamentari, consentendo l’accesso a più ampie risorse per la capitalizzazione dell’impresa e la copertura dei costi di investimento. Sono questi alcuni dei concetti emersi dal webinar di oggi dedicato proprio agli Sge, durante il quale c’è stato un aggiornamento sulle tematiche normative, la definizione dei contesti in cui si inserisce la Iso 50001 (es. transizione energetica) ed un focus sui casi applicativi di successo. A fine 2023 l’Italia era seconda a livello mondiale in termini di aziende certificate Iso 50001 e quarta in termini di siti certificati. Rimane il predominio della Germania legato al fatto che pose come condizione per poter accedere ai benefici degli energivori l'adozione della Iso 50001, scelta che ha prodotto negli anni una serie di risultati positivi in termini di riduzione dei consumi delle imprese coinvolte. Dal 2027 la certificazione ISO 50001 sarà obbligatoria per tutte le imprese che superano gli 85 TJ (ossia circa 2.030 tep) di consumi annui sulla base della direttiva 1791/2023. Altro dato rilevante: nel 2024 sono state 451 le organizzazioni certificate ISO 50001 con un energy manager nominato, ossia il 36% (+123% rispetto al 2017). Considerando le nomine degli energy manager da parte dei soggetti obbligati sopra la soglia dei 2.030 tep si vede però che oltre mille realtà dovranno provvedere all’adozione del sistema di gestione, dato confermato dalle analisi di Enea. L’adozione di un Sge, sottolinea Dario Di Santo, direttore Fire, "aiuta le organizzazioni a rispondere alle priorità attuali in termini di riduzione dei costi e dei rischi sugli approvvigionamenti e delle emissioni, nonché di miglioramento della sostenibilità. E con ciò aiutano a cogliere gli obiettivi nazionali di riduzione dei consumi finali e ad aumentare la sicurezza energetica e la competitività del sistema Paese. La diffusione dei Sistemi di Gestione dell’Energia è però ancora insoddisfacente e occorre lavorare per accrescerla, sia per cogliere questi benefici che per rispondere alle richieste della direttiva 1791/2023 sull’efficienza energetica". Durante la mattinata, Antonio Panvini di Cti ha tracciato un quadro sulle norme tecniche per la gestione dell’energia parlando della famiglia delle ISO 5000x e della norma in cantiere sulla decarbonizzazione, mentre Ettore Piantoni di En/Clc/Jtc 14 ha spiegato il ruolo dei Sge nel contesto della transizione energetica. Stefano Perboni di AssoEge ha trattato, invece, il tema della contabilità energetica associata ai Sistemi di Gestione dell’Energia, illustrando un caso applicativo. Ricordiamo che AssoEge e Fire hanno elaborato un modello ed un metodo per la contabilità energetica con l’obiettivo di fornire un modello comune (anche per la rendicontazione dei risultati). Marcello Salvio di Enea ha evidenziato, tra l’altro, come gli Sge influenzano il potenziale di risparmio. Riportiamo di seguito i dati estratti dalla presentazione.