RICERCA AZIENDE
RISULTATI RICERCA AZIENDEOrdina i risultati per
30 record trovati.
|
RISULTATI RICERCA AZIENDEOrdina i risultati per
30 record trovati.
|
(Adnkronos) - "Chi porterei sulla famosa isola deserta? Il generale Roberto Vannacci, Simone Pillon e Mario Adinolfi. Ma poi li lascerei lì e tornerei solo con due donne, Michela Murgia e Samantha Cristoforetti". A parlare è Francesca Pascale , ospite di Monica Setta a 'Storie di donne al bivio' nella puntata che andrà in onda martedì 24 giugno alle 21.30 su Rai 2 che sulla sua ex compagna Paola Turci, risponde: "non c'è bisogno di dire nulla. Se non sei in un posto felice è meglio andartene. Non è facile. Io ci sono riuscita perché mi sono ispirata a una donna che stimo e mi dà grande forza, Marina Berlusconi". E a proposito di Silvio Berlusconi, Francesca confessa che fu lei a baciarlo per la prima volta una serata che erano ad Arcore a guardare la televisione. "Gli dissi 'ti desidero'. Lui mi guardò perplesso, 'potrei essere tuo padre forse tuo nonno'. Non mi lasciai incantare e passammo la nostra prima appassionata notte d'amore. Al mattino dopo trovai uno splendido brillante ma soprattutto un uomo che voleva stare con me, capirmi, curare perfino le ferite del cuore provocate da mio padre nella mia infanzia. Giocavamo ed eravamo complici", ha aggiunto Pascale. "Io ero gelosissima - confessa ancora a Monica Setta - e lui buttava fuoco sulla mia furia disseminando casa di biglietti dove scriveva 'Cara Sofia stanotte Francesca non ci sarà e starò con te'". Facevo scenate e lui ridendo, ma non capisci che Sofia non esiste? Ti prendo in giro". L'affetto per Berlusconi? "Ho amato Silvio più della mia vita e fu forse solo mia madre a capirlo per prima. Era in fin di vita, mi strinse a se dicendomi 'Sono contenta che lo ami, ma proteggiti'. E ancora: "Berlusconi e io non abbiamo mai parlato di nozze. Ma una cosa è certa. Non lo avrei mai sposato né con una festa simbolica né davanti al sindaco perché avevo troppo rispetto per i suoi figli. Per me Marina Piersilvio e gli altri venivano prima di tutto", ha detto Francesca. Corteggiata dal 'Movimento 5 stelle' e Matteo Renzi, Francesca sceglie 'Italia Viva'. "Io sono e morirò Berlusconiana, ma stimo Renzi perché si occupa di diritti civili, è un democratico progressista. Per tanto tempo il partito di Silvio mi ha fatto la guerra. Sembrava che fossi il grande male perché ho dichiarato la mia omosessualità. Fumo marijuana e non sono ipocrita", conclude.
(Adnkronos) - Nel 2024 i lavoratori domestici con almeno un contributo versato all’Inps sono stati 817.403, in flessione per il terzo anno consecutivo (-3% rispetto al 2023). Dopo gli incrementi registrati nel biennio 2020-2021, dovuti alla regolarizzazione spontanea legata al lockdown e al decreto sull’emersione di rapporti di lavoro irregolari (dl n. 34 del 19/05/2020 – decreto 'Rilancio'), si registra tra il 2021 e il 2024 una perdita di circa 158mila lavoratori. È il dato che emerge dall’Osservatorio Lavoratori Domestici, presentato stamane durante il convegno 'Il lavoro domestico in Italia: una risorsa strategica per il welfare e l’economia'. L’evento, organizzato da Inps con la partecipazione di Nuova Collaborazione (associazione nazionale dei datori di lavoro domestico), è stato aperto dai saluti della consigliera d’amministrazione dell’Istituto, Maria Luisa Gnecchi: “Colf e badanti sono una risorsa preziosa nel nostro sistema di welfare e la loro valorizzazione si inquadra in un processo di più ampia educazione previdenziale, in cui l’Inps non è solo spettatore ma parta attiva. Servono i versamenti contributivi nelle casse Inps e servono versamenti che siano collegati a salari dignitosi e regolari, che certifichino un’attività regolarmente assicurato”, ha affermato Gnecchi ribadendo l’importanza di rendere il riconoscimento del lavoro domestico il più semplice possibile. “Verosimilmente - ha concluso l’esponente del Cda dell’Istituto - nella categoria ‘colf’ mancano ancora tante iscrizioni: bisogna lavorare in questa direzione. Consci dell’esistenza di zone grigie: abbiamo molte persone, entrate alla metà degli anni ’90, che si avvicinano a pensioni da 200, 300 euro. Su questo dobbiamo operare. Ecco perché questa collaborazione è utile: sono felice di una partnership destinata a garantire meccanismi di supporto per chi assiste gli anziani, i nostri affetti, specie quelli non autosufficienti”. A seguire l’intervento del presidente di Nuova Collaborazione, Alfredo Savia, che ha evidenziato come il lavoro domestico non possa più essere considerato una questione privata: “è una realtà che coinvolge milioni di famiglie e lavoratori e richiede un impegno e risposte concrete in termini di legalità e responsabilità sociale". A giudizio di Savia, “è necessario costruire una strategia nazionale condivisa, fondata su incentivi mirati, tutele adeguate e, soprattutto, su percorsi formativi strutturati". "La formazione rappresenta una leva imprescindibile per garantire standard di qualità nell’assistenza a bambini, anziani e persone non autosufficienti e per valorizzare le competenze di chi, ogni giorno, svolge un ruolo delicato e fondamentale nella vita delle famiglie italiane. Come associazione datoriale, riteniamo indispensabile promuovere una cultura della legalità e della dignità nel lavoro, sostenere le famiglie con strumenti fiscali equi e duraturi e contribuire a politiche pubbliche capaci di riconoscere il valore sociale del lavoro di cura, sollevando le famiglie da una responsabilità che oggi ricade quasi esclusivamente su di loro", ha detto. Nel corso dell’evento è stato quindi analizzato il dettato dell’Osservatorio. In tal senso, il trend decrescente del numero complessivo dei lavoratori domestici evidenziato in apertura è più marcato tra i maschi (-7%) rispetto alle femmine (-2%), la composizione per genere evidenzia una netta prevalenza di femmine, la componente femminile nel 2024 è pari all’89%, livello che caratterizzava gli anni pre-pandemia; quella maschile è pari all’11%. In valore assoluto le donne sono 726.589 e gli uomini sono 90.814. Il Nord-Ovest è l’area geografica con il maggior numero di lavoratori (30,7%), seguita dal Centro con il 27,6%, dal Nord-Est con il 19,9%, dal Sud con il 12,2% e dalle Isole con il 9,6%. La regione con il maggior numero di lavoratori domestici è la Lombardia con 158.378 lavoratori (19,4%), seguita dal Lazio (14,1%), dalla Toscana (8,8%) e dall’Emilia Romagna (8,5%). In queste quattro regioni si concentra poco più della metà dei lavoratori domestici in Italia. La composizione dei lavoratori per nazionalità evidenzia una forte prevalenza di lavoratori stranieri (68,6% del totale) anche se si conferma una tendenza decrescente già iniziata nel 2022. La Lombardia con oltre 126 mila lavoratori è la regione con il maggior numero di stranieri, seguita dal Lazio (circa 92 mila) e dall’Emilia Romagna (circa 56 mila). In queste regioni la quota di lavoratori stranieri è pari all’80%, mentre in coda è la Sardegna con una quota pari al 18%. Nel triennio 2022-2024 il numero degli stranieri si è ridotto del -18%, la flessione dei lavoratori italiani è più contenuta, -13%. La variazione dei lavoratori del 2024 rispetto al 2023 è per gli italiani del -2,1%, per i lavoratori stranieri del -3%. La maggior parte dei lavoratori domestici proviene dall’Europa dell’Est, con 284.686 lavoratori, pari al 34,8% del totale; seguono i lavoratori di cittadinanza italiana con 257.067 unità pari al 31,4%, quindi quelli provenienti dal Sud America (8,5%) e quelli dall’Asia Orientale (5,8%). Nel 2024 la quota della tipologia di lavoro 'badanti' è stata del 50,5% superando per la prima volta la quota 'colf' (49,5%). La tipologia 'colf' è prevalente tra i lavoratori italiani e quasi tutti i lavoratori stranieri, ad eccezione di quelli provenienti dall’Europa dell’Est, dall’Asia Medio Orientale, dal Nord Africa, dall’America del Sud e Centrale, in cui prevale la tipologia 'badante'. Tra i lavoratori domestici la classe d'età “55-59 anni” è quella con la maggior frequenza, con un peso pari al 18,6% del totale, mentre il 25,7% ha un’età pari o superiore ai 60 anni e solo l’1,5% ha un'età inferiore ai 25 anni. L’analisi dei dati sulle retribuzioni nel 2024 conferma che, contrariamente a quanto accade per altre categorie di lavoro, le lavoratrici domestiche in media hanno una retribuzione più alta rispetto agli uomini, rispettivamente 7.800 euro contro 7.500. La retribuzione oltre che per sesso di differenzia anche per tipologia di lavoro, l’attività di badante presenta retribuzioni mediamente più alte del 29% rispetto all’attività di colf.
(Adnkronos) - "La nostra industria sta continuando ad investire in modo serio e coerente nelle migliori applicazioni innovative che potranno trovare la corretta soluzione alle esigenze che vengono dal Regolamento imballaggi. Il settore delle bioplastiche biodegradabili e compostabili è un eccellenza del Made in Italy". Così Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche, in occasione del II Forum Italiano delle bioplastiche compostabili. Bianconi ha evidenziato le problematiche da risolvere, a partire dalla competitività rispetto ai prodotti che arrivano dai Paesi asiatici. "Negli ultimi 5 anni c'è stata un'accelerazione molto importante nella capacità produttiva di materiali biodegradabili e compostabili soprattutto in Cina - dice - Qui parliamo di competitività: abbiamo di fronte aziende a partecipazione statale che possono attingere ad importanti sovvenzioni pubbliche. Quindi la capacità produttiva spesso viene riversata nei nostri mercati in quantità importanti e questo fa sì che, soprattutto da fine 2022, abbiamo avuto un crollo importante dei prezzi". Per questo "troviamo nel mercato prodotti finiti allo stesso costo che noi riusciamo ad ottenere per le materie prime. Questa è una competizione sicuramente non corretta". "Il problema della competitività dipende anche dalle normative: nel caso dei 'riutilizzabili' ci sono normative che sono assenti o inefficaci. Su questo aspetto spero di poter trovare a breve una soluzione perché è stata presentata dal Mase una notifica relativamente ad una normativa tecnica per individuare in modo certo, serio e corretto quello che effettivamente è riutilizzabile", spiega. "Poi esistono normative che vanno a penalizzare le peculiarità della nostra filiera: aziende energivore che producono materiali biodegradabili e compostabili con elevato contenuto biobased si trovano paradossalmente a pagare degli Ets nonostante si tratti di aziende che aiutano la decarbonizzazione della nostra industria", evidenzia.