RICERCA AZIENDE
RISULTATI RICERCA AZIENDEOrdina i risultati per
1 record trovato.
Nessun risultato da visualizzare |
RISULTATI RICERCA AZIENDEOrdina i risultati per
1 record trovato.
Nessun risultato da visualizzare |
(Adnkronos) - Nessun 6 né 5+1, mentre oggi 7 febbraio è stato centrato un 5 da 132.835,83 euro nel concorso di del Superenalotto. Si torna a giocare domani, sabato 8 febbraio, per l'ultimo concorso settimanale. Il jackpot stimato per il prossimo concorso a disposizione dei punti 6 sale così a 70.700.000,00 euro. La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi. La giocata minima della schedina è una colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata. Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima: - con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro; - con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro; - con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro; - con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro; - con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro. E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni. La combinazione vincente del SuperEnalotto: 16, 29, 30, 47, 52, 84; Numero Jolly 10; Super Star 17.
(Adnkronos) - L’ormai prossimo appuntamento con Bit 2025, a fieramilano - Rho da domenica 9 a martedì 11 febbraio, sarà come di consueto l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte del settore e anticipare le tendenze emergenti, sia come opportunità di business per gli operatori sia idee di viaggio uniche e originali per il pubblico. In vista del taglio del nastro, l’Osservatorio di Bit 2025 ha individuato dati e trend di maggiore interesse a partire dal costante dialogo con tutti gli attori della filiera, oltre che analizzando studi e ricerche in partnership con Magda Antonioli, professoressa presso l’Università Bocconi e vicepresidente dell’European Travel Commission. Secondo il più recente Unwto World Tourism Barometer, nel 2024 l’Europa ha registrato 747 milioni di arrivi internazionali (+5% rispetto al 2023), sostenuti da una forte domanda intraregionale. Ancora l’Unwto, su dati Iata, rileva che nel Vecchio Continente risultano più elevate rispetto al 2019 tanto l’offerta, quanto la domanda di passaggi aerei: l’offerta cresce del +8% sulle rotte interne e +3% su quelle internazionali, mentre la domanda aumenta del +19% sulle rotte domestiche e +1% su quelle estere. Per il 2025 l’organizzazione stima un’ulteriore crescita del turismo internazionale tra il +3% e il +5% sul 2024, che interesserà tutte le regioni. E se nel 2024 avevamo assistito al modificarsi della stagionalità per le nostre destinazioni mediterranee - con una crescita dei flussi nelle stagioni 'di spalla', per evitare il caldo, e una maggior richiesta di viaggi verso il Nord Europa durante il periodo estivo - quest’anno il 61% dei viaggiatori dichiara di voler pianificare sempre più attività durante la serata o nelle prime ore del mattino perché più fresche, secondo una recente ricerca di Booking.com. Per quanto riguarda l’Italia, un dato particolarmente interessante è la spesa turistica totale che, per il 2024, Confindustria stima in 110 miliardi di euro. Nell’ambito del più ampio trend dei viaggi slow, all’aria aperta e a contatto con la natura, una delle novità più interessanti è il turismo legato ai fenomeni naturali. A cominciare dall’osservazione del cielo notturno, per il quale è stato coniato il neologismo noctotourism: in particolare, nel 2024 le eclissi e l’apparizione anche a basse latitudini dell’aurora boreale hanno alimentato il desiderio di viaggiare per assistere a fenomeni naturali. Uno studio appena pubblicato da Expedia indica come il 61% dei viaggiatori sia disposto a viaggiare per vedere l’aurora boreale e il 30% per ammirare vulcani, geyser e sorgenti termali. Ma c’è grande interesse anche per il cosiddetto astroturismo, legato all’osservazione del cielo notturno in sé: dai pianeti del nostro sistema solare (a inizio 2025 protagonisti di un raro e spettacolare allineamento) fino ai segreti delle stelle e delle galassie più lontane. Secondo Booking.com, il 60% dei viaggiatori è alla ricerca di zone di 'cielo scuro' (cioè con basso inquinamento luminoso) per ammirarle meglio. Si evolve ancora anche il turismo del benessere, sempre più legato non solo allo star bene a 360 gradi, ma anche alla ricerca di una longevità in salute: sempre dai dati di Booking.com, risulta che il 60% dei viaggiatori sia interessato a percorsi residenziali di longevità, terapie con luce rossa, crioterapia e trattamenti con cellule staminali, questi ultimi legati anche al turismo medico. Una novità sono i viaggi sensoriali immersivi: i viaggiatori cercano esperienze che stimolino tutti i sensi in modi innovativi, anche con il supporto della realtà aumentata. Tra questi, partecipare a workshop di cucina molecolare, sessioni di aromaterapia in foreste pluviali o tour guidati al buio per amplificare la percezione sensoriale, ma anche locali immersivi progettati per offrire esperienze multisensoriali durante l'aperitivo. E se il 2024 aveva visto una crescita importante dell’adventure travel al femminile, nel 2025, soprattutto tra millennial e Gen Z (rispettivamente 58% e 65%), si affianca la ricerca di solo travel tra gli uomini, per staccare la spina e ricaricarsi mentalmente e fisicamente, come rileva Booking.com. Sempre più di tendenza anche la Jomo (Joy Of Missing Out), in risposta alla Fomo (Fear of Missing Out) di qualche anno fa. La richiesta di mete relax è in crescita e il 62% dei viaggiatori dichiara che queste ultime sono anche un’occasione per riconnettersi con i propri cari spesso avvalendosi, secondo Expedia, di formule all-inclusive e 'senza pensieri'. In parallelo, trova nuove forme anche il turismo sportivo. Il nostro Paese vedrà una particolare attenzione per gli sport invernali, nell’ambito del percorso preparatorio alle Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026: tre differenti studi delle università La Sapienza, Bocconi e Ca’ Foscari stimano che questi appuntamenti forniranno un contributo importante all’impatto economico complessivo dell’evento olimpico, valutato tra i 2,3 e i 3 miliardi di euro. Secondo Deloitte, sono attesi più di 2 milioni di visitatori con una spesa di 154 milioni di euro per il solo soggiorno. A livello internazionale si segnala la crescita di pacchetti crociera con pratiche sportive e degli hotel e resort che offrono attività semi-agonistiche. In tema di viaggi legati alla musica, una tendenza emergente è il gig tripping: i viaggiatori pianificano i loro itinerari (trip) attorno a più concerti, festival musicali o esibizioni dal vivo (gig), combinando la passione per la musica con l’esplorazione di nuove destinazioni, per creare esperienze culturali e sociali uniche. Cambia anche lo shopping tourism: esiste nei viaggiatori un forte desiderio di andare oltre le 'bolle' turistiche per interagire con le comunità locali che, ancora secondo Euromonitor, si esprime attraverso l’acquisto di diverse esperienze culturali nella destinazione, mentre per Expedia un nuovo fenomeno è quello dei viaggiatori che vanno sempre più alla ricerca di prodotti che non possono trovare a casa loro. È soprattutto la Gen Z ad alimentare questo fenomeno, anche se tutte le tipologie di viaggiatori amano frequentare i negozi locali: il 39% lo fa abitualmente e il 44% acquista prodotti 'introvabili' nel proprio Paese. Una tendenza che vede in primo piano l’Italia con la propria offerta enogastronomica unica al mondo e con i prodotti del 'bello e ben fatto' dello stile di vita italiano. Il luxury shopping rimane infatti protagonista nel nostro Paese, con in primo piano Milano: grazie a questa attrattività, nel 2024 Via Montenapoleone è diventata la strada del lusso più cara al mondo, superando la Quinta Avenue di New York. Nell’estate 2024, secondo uno studio di Regione Lombardia i visitatori alto-spendenti hanno speso in media 158 euro al giorno per l’alloggio e 215 euro per ristoranti, shopping, musei e trasporti locali. Trasversale ai diversi stili di viaggio, si consolida e si rafforza la tendenza all’iper-personalizzazione: un’esigenza sempre più sentita dai viaggiatori, anche quando si tratta di pianificare viaggi di gruppo: in questo senso, afferma una ricerca di Euromonitor International, fondamentale il contributo dell’intelligenza artificiale generativa, che consente di tenere coniugare le esigenze dei singoli con l’organizzazione complessiva attraverso sofisticati algoritmi. Accanto alla sostenibilità ambientale, ormai un dato acquisito, sempre più centrale per appare anche quella sociale. Tanto i viaggiatori, quanto gli operatori sono sempre più attenti alle politiche Esg (Environmental, Social, Governance): la centralità delle persone è fondamentale per trovare un equilibrio tra valorizzazione economica e tutela delle risorse, garantendo al turismo uno sviluppo sostenibile. Oltre che nelle proposte degli oltre 1.000 espositori dall’Italia e da 64 Paesi di tutto il mondo, a Bit 2025 l’innovazione sarà protagonista anche del ricco palinsesto dei talk di Bringing Innovation Into Travel, che dedicherà particolare attenzione alle tematiche dell’intelligenza artificiale, il digitale e le start-up, dell’ecoturismo, e dei viaggi emozionali.
(Adnkronos) - "La crisi climatica minaccia il futuro delle zone umide e degli ecosistemi acquatici, scrigni di biodiversità e antidoti naturali contro gli eventi meteo estremi. A pesare, l’innalzamento del livello del Mediterraneo, che potrebbe portare alla sparizione di ampi tratti di costa che ospitano zone umide, come le lagune costiere alto-adriatiche (Delta del Po, Laguna di Venezia, Lagune di Grado-Marano e Panzano), il Golfo di Cagliari, la costa fra Manfredonia e Margherita di Savoia, e l’aumento di frequenza e intensità di periodi di siccità, che nel 2024 hanno messo in ginocchio soprattutto il sud Italia, la Pianura Padana e diverse aree fra Toscana, Umbria e Marche". A fare il punto è Legambiente che, raccogliendo i più recenti dati di studi internazionali e nazionali e i contributi dei circoli territoriali, pubblica il focus 'Ecosistemi acquatici 2025', a pochi giorni dalla Giornata mondiale delle Zone Umide 2025 del 2 febbraio (quest’anno dallo slogan 'Proteggere le zone umide per il nostro futuro comune - Valorizzare, proteggere, ispirare') Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature, l’Italia (che conta 57 zone umide d’importanza internazionale, distribuite in 15 Regioni) negli ultimi 300 anni (dal 1700 al 2000) ha già perso il 75% delle zone umide - ricostruisce l'associazione, analizzando diversi contributi - A livello globale, il report Ipbes stima che l’85% delle zone umide è oggi a rischio scomparsa e con esse 4.294 specie su 23.496 animali d'acqua dolce iscritti nella Lista Rossa Iucn, tra cui il 30% dei crostacei decapodi (gamberi, granchi, gamberetti), il 26% dei pesci d’acqua dolce e il 16% degli odonati (libellule, damigelle). Nel focus Legambiente individua gli 'scrigni di cristallo', ovvero le zone umide più minacciate dalla crisi climatica. Come il Delta del Po (Veneto-Emilia-Romagna), che sta facendo i conti con la siccità, registrando nel 2022 il peggior periodo di magra idrologica e con l’innalzamento del livello del mare che sta provocando l’inquinamento delle falde acquifere da acqua salata (risalita del cuneo salino), con gravi ripercussioni sulla biodiversità, sull’agricoltura e sull’approvvigionamento idrico di intere comunità. Il Lago Trasimeno (Umbria) che, nell’estate 2024, ha visto ridurre del 40% la piovosità, con relativa diminuzione dei livelli delle falde e delle portate delle sorgenti, inferiori ai valori medi. In Basilicata, il Lago di San Giuliano (MT) che nel 2024 ha registrato una riduzione dei volumi d’acqua del 60-70%. In Sicilia, il Lago di Pergusa (EN), importante stazione di sosta per centinaia di specie di volatili durante il loro viaggio dall’Africa all’Europa e scrigno di ricchezze floro-faunistiche, durante la scorsa estate completamente prosciugato. Altro 'osservato speciale', nel Lazio, sono le 'piscine naturali' della Tenuta Presidenziale di Castelporziano (RM): dal 2000 persi già il 43% di questi importanti invasi d’acqua naturali chiusi (a riempimento periodico e/o saltuario e di modeste dimensioni), habitat fragilissimi, ricchi di macroinvertebrati, vertebrati e piante rare. Ricordando "i ritardi dell’Italia nell’applicazione della Strategia dell’Ue sulla Biodiversità per il 2030 e della Nature Restoration Law", Legambiente chiede al governo "un serio impegno non solo nella messa a punto di risorse economiche e interventi su prevenzione, mitigazione e adattamento alla crisi climatica, ma anche nella protezione e nel ripristino degli ecosistemi acquatici e delle zone umide". Tre le priorità: "Tutela del 30% degli ecosistemi acquatici e delle zone umide e protezione del 10% in maniera rigida entro il 2030, accelerando l’istituzione di nuovi parchi e riserve fluviali, a partire da quelli già previsti da leggi nazionali e regionali; gestione unitaria tra le aree naturali protette e la rete Natura 2000, affidando la gestione dei siti fluviali della Rete natura 2000 ai parchi e alle riserve esistenti; ripristino di almeno il 20% degli ecosistemi acquatici degradati, dando priorità a interventi Nature-based Solutions". Inoltre, il Cigno Verde chiede al governo di "non sprecare il 'secondo tempo' della Cop 16 (a Roma dal 25 al 27 febbraio) per arrivare ad un accordo sul finanziamento della protezione della natura nei Paesi poveri e, più in generale, su come mobilitare le risorse finanziarie per la biodiversità, per una piena ed efficace attuazione degli obiettivi di Kunming-Montreal (Cop 15)". “In piena crisi climatica, il valore delle zone umide e degli ecosistemi acquatici cresce considerevolmente: oltre a conservare la biodiversità, immagazzinano grandi quantità di carbonio, assorbono le piogge in eccesso arginando il rischio di inondazioni, rallentano l’insorgere della siccità e riducono al minimo la penuria d’acqua - dichiara Stefano Raimondi, responsabile biodiversità Legambiente - Il governo italiano recuperi i ritardi nell’attuazione della Strategia per la biodiversità al 2030 e della Nature Restoration Law; una riforma, quest'ultima, che ha fortemente osteggiato ma fondamentale, che impone all’esecutivo di presentare, entro il 1° settembre 2026, un piano nazionale di ripristino alla Commissione europea per riportare da cattive a buone condizioni almeno il 30% degli habitat coperti dalla legge entro il 2030 e il 90% entro il 2050. Fondamentale anche per affrancarsi dal numero alto di richiami che riceve dall’Ue per il mancato rispetto delle direttive sulla biodiversità (come la direttiva Uccelli e il regolamento Reach)”.