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(Adnkronos) - "Oggi l'Ateneo conta 40 mila iscritti e registra un costante aumento delle immatricolazioni anche internazionali. La crescita del numero di nuovi studenti è un buon segnale. Vuol dire che la nostra offerta formativa è di valore e contribuisce a rafforzare la reputazione della Bicocca e anche quella di Milano". Così Giuseppe Sala, sindaco di Milano, in occasione della cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico 2024-2025, questa mattina all’università Milano Bicocca. Il sindaco di Milano ha poi puntato l'attenzione sui passi avanti da fare: "Una metropoli internazionale come Milano non può limitarsi ad attrarre talenti, bisogna impegnarsi a farli crescere e a trattenerli. È difficile farlo se gli studenti fuorisede faticano così tanto a trovare alloggi a costi accessibili. Dobbiamo ampliare l'offerta dei posti letto. È qualcosa che ormai ci deve vedere lavorare insieme. Ne abbiamo poco più di 10 mila, a fronte di 70 mila studenti che vengono da fuori Milano. Abbiamo avviato come amministrazione un tavolo di lavoro in maniera da trovare soluzioni per promuovere nuove residenze universitarie, dall'altra per facilitare iniziative che vertano su questa in questa direzione". Nello stesso giorno, l’Ateneo celebra anche l’inaugurazione della rinnovata Piazza della Scienza: "Questa zona aveva bisogno di una centralità e l'università Bicocca è riuscita a dargliela favorendo il processo di trasformazione di questo quartiere. Come sindaco di Milano - conclude - sono felice di essere qui questa mattina e tutti noi siamo grati all'ateneo perché ci fa respirare un reale clima di innovazione, apertura e condivisione".
(Adnkronos) - Previsto dal Decreto Omnibus (D.L. n. 113/2024), il Bonus Natale consiste in un’indennità di 100 euro e sarà corrisposto ai lavoratori dipendenti, in presenza di determinati requisiti, direttamente nella tredicesima mensilità. Il Bonus è disciplinato nel dettaglio dall’art. 2-bis, inserito in sede di conversione del D.L. n. 113/2024 a opera della L. n. 143/2024. E per avere maggiori informazioni sull’agevolazione è utile consultare l'approfondimento di oggi 12 novembre della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro contenente numerose Faq sull'argomento, così da avere una bussola per orientarsi al meglio sull’indennità, anche alla luce delle recenti indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate. Tra le condizioni per avere diritto al bonus, ricordano i consulenti del lavoro, figura il possesso di un reddito annuo complessivo, nel 2024, non superiore ai 28mila euro. Nel documento vengono indicati, tra gli altri aspetti, la platea dei destinatari; i requisiti necessari per averne diritto e gli adempimenti a carico del lavoratore e del datore di lavoro. L’indennità ricalca come modalità di erogazione le regole già previste per altre tipologie di bonus (es. trattamento integrativo dei redditi di lavoro dipendente art. 1, D.L. n. 3/2020). In buona sostanza il datore di lavoro sostituto d’imposta eroga al lavoratore le somme per poi recuperarle mediante compensazione ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. n. 241/1997. Attenzione però alle condizioni previste dal D.L. n. 113/2024, perché, oltre alla soglia reddituale già richiamata, è necessario che il lavoratore abbia il coniuge e almeno un figlio a carico e che l’imposta lorda calcolata sui redditi di lavoro dipendente di cui all’art. 49 (con esclusione di quelli da pensione) sia superiore alle detrazioni di lavoro dipendente. Il bonus deve essere calcolato tenendo conto delle giornate di detrazione di lavoro dipendente spettanti ai sensi dell’art. 13 del d.P.R. n. 917/1986. Ove siano inferiori a quelle dell’intero anno, occorre procedere al riproporzionamento. Il lavoratore deve effettuare allo scopo apposita richiesta al datore di lavoro in cui indica di averne diritto. L’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti con la circolare n. 19/E del 10 ottobre 2024.
(Adnkronos) - “Stiamo attuando diversi progetti nella regione meridionale dell'Etiopia, in particolare in Burkina e nella Somali Region dell'Etiopia. Si tratta di tre progetti integrati in un programma basato sulla resilienza integrata nell'emergenza”. Lo afferma all’Adnkronos Marcello Malavasi, head of mission per Cesvi in Etiopia, a proposito della 19esima edizione del Ghi, l’Indice globale della fame curato ogni anno da Cesvi, l’organizzazione umanitaria italiana. “Il primo progetto si concentrava su una risposta immediata all’emergenza per soddisfare le esigenze e i bisogni di sopravvivenza della popolazione - spiega - come la distribuzione di denaro e di kit igienici. Il secondo progetto si è rivolto al rafforzamento dei sistemi di allerta precoce e ci ha visti lavorare con le autorità locali per mettere in piedi dei meccanismi di allerta precoce e di protezione basata sulla comunità. Sono quindi le comunità stesse che vengono addestrate ad avere degli strumenti per rispondere alle emergenze, senza aver sempre bisogno dell'intervento di attori esterni come Cesvi ed altre organizzazioni non governative internazionali”. “Infine c'è una terza fase del progetto, che punta a dare una resilienza di lungo periodo - aggiunge Malavasi - con interventi di restauro della rete idrica rivolti a permettere un'agricoltura di irrigazione. Si tratta infatti di zone abitate prevalentemente da pastori e in Etiopia l'agricoltura è basata sulle piogge, quindi nel momento in cui ci sono delle delle stagioni di siccità l'agricoltura diventa impossibile. Cesvi sta realizzando dei progetti di irrigazione per permettere la pratica agricola anche in stagioni di siccità. Durante i periodi di siccità il danno maggiore per le comunità è la moria del bestiame, che comporta un disastro economico per queste comunità. Per questo motivo stiamo mettendo in piedi anche dei sistemi di assicurazione, in collaborazione con un'agenzia delle Nazioni Unite, che possano permettere di mitigare i danni economici peggiori durante le siccità”. “La giustizia di genere è al centro dei nostri interventi - sottolinea Malavasi - Le nostre risposte danno infatti sempre priorità ai gruppi più vulnerabili, in accordo con le decisioni prese dai comitati locali, ovvero le famiglie guidate da donne e le famiglie numerose. L'unica richiesta da parte di Cesvi è appunto che ci sia una rappresentanza femminile nei comitati locali. Quando ci sono le nostre attività di distribuzione e le attività di rafforzamento dei meccanismi di assicurazione, al centro di queste operazioni c'è sempre una rappresentanza femminile vicina e quasi mai inferiore al 60%, così da provare a dare rappresentanza e presenza alle donne di queste comunità”. “Siamo molto consapevoli che le dinamiche di potere sono difficili da modificare - puntualizza l’head of mission per Cesvi in Etiopia - Noi cerchiamo di spingere questi cambiamenti senza creare contrasti nella comunità, non vogliamo sconvolgere queste comunità ma favorire la presenza femminile nei momenti di decisione e nella gestione di quel potere che viene attribuito attraverso la distribuzione di denaro e di opportunità. Siamo ben consapevoli però che questi sono processi lenti e che accelerarli potrebbe produrre anche risultati violenti, quindi c'è una grandissima attenzione a cercare di lavorare con le comunità e con i comitati locali dando spazio alla rappresentanza di genere in un modo che non sia sconvolgente e che non produca violenza in queste in queste comunità, dove comunque la presenza dell'ingiustizia di genere è molto forte”.