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(Adnkronos) - "Eravamo una famiglia molto felice, Ilaria ci diceva sempre tutto. Era nata il mio stesso giorno, il più bel regalo che un padre possa avere per il compleanno. Ora non c’è più vita in casa…". Lo ha detto Flamur Sula, padre di Ilaria Sula, sentito come teste oggi, lunedì 22 dicembre, nell’aula bunker di Rebibbia nel processo per l’omicidio della ragazza, uccisa lo scorso marzo nell’appartamento di via Homs, nel quartiere Africano a Roma, con tre coltellate al collo e abbandonata in una valigia in fondo a un dirupo nella zona di Capranica Prenestina. Presente in aula l’imputato Mark Antony Samson, reo confesso dell’omicidio della sua ex fidanzata. Alla luce di tutti gli elementi emersi nel corso dell’indagine i pm capitolini, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, che contestano l’accusa di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione, oltre a quelle dei futili motivi e della relazione affettiva con la vittima e l’occultamento di cadavere, hanno chiesto e ottenuto il giudizio immediato. All’udienza di oggi i genitori di Ilaria hanno ripercorso i giorni della scomparsa della figlia. “Quel sabato mattina siamo andati alla stazione di Terni ad aspettare Ilaria che doveva raggiungerci ma da quel treno non è mai scesa. Ci siamo subito allarmati, il telefono era spento e non era da lei. Siamo partiti tutti per andare a Roma - ha spiegato il papà di Ilaria rispondendo alle domande del pm e degli avvocati - Le coinquiline ci dissero di non preoccuparci e che Ilaria stava bene con un altro ragazzo a Napoli, ma non ci ho creduto e siamo andati alla polizia a denunciare la scomparsa di nostra figlia”. Dal 29 marzo al 2 aprile, giorno del ritrovamento del corpo di Ilaria Sula, “sono state le giornate peggiori della nostra vita. Ogni mattina passavamo in questura, un giorno vidi Samson che mi giurò che non sapeva nulla di Ilaria, e disse ‘io non la toccherei mai’ - ha ricordato il padre della ragazza - Quando la polizia ci ha chiamato abbiamo capito che era successo qualcosa di brutto. In questura, quando abbiamo saputo che Ilaria era morta, mia moglie è svenuta e io non volevo più vivere”, ha detto il papà, ricordando che a lui e alla moglie quella relazione con Samson non era mai piaciuta e che su questo c’era stato anche qualche litigio in famiglia. “In cuore nostro sentivamo che non era il ragazzo giusto, ma lei lo difendeva, ci diceva che era bravo e che studiava”. E la madre di Ilaria, Gezime Sula, ha concluso la deposizione trattenendo a difficoltà le lacrime: “Non sento e non vedo più Ilaria da 9 mesi, mi manca tutto di lei, se non avessi un altro figlio ora sarei lassù da lei e non qui".
(Adnkronos) - E' il dolce simbolo del Natale, il Panettone, soffice e profumato, frutto di ore di lavorazione, dove tutto parte indiscutibilmente dal lievito madre. E se farina, uova, burro e zucchero sono gli ingredienti per l'impasto di base, per gli 'ortodossi' della ricetta tradizionale, quella milanese, arance e cedro canditi sono insostituibili. Ma a sdoganare questo che è un vero e proprio 'credo' ci pensano i pastry chef, che ogni anno si cimentano nello sperimentare qualcosa di nuovo, qualche variante sul tema che, pur senza stravolgere i 'fondamentali', propone nuovi aromi, nuovi frutti, nuove spezie, per arrivare, spesso dopo mesi di sperimentazioni, a sfornare un Panettone che vuole essere innovativo ma tradizionale al tempo stesso. Così, per il 're dei lievitati' anche per questo Natale 2025 non mancano nuove accattivanti proposte. Eccone alcune, ma solo alcune, in questa carrellata (non esaustiva) tra Nord e Sud. - PeachMary di Dario Loison. Ci sono voluti più di due anni per mettere d’accordo una pesca e un rametto di rosmarino. Un tempo fatto di prove, dubbi e assaggi e alla fine è nato il Panettone PeachMary, il nuovo 'colpo di teatro' firmato Loison per il Natale 2025. Una piccola provocazione del pasticciere veneto Dario Loison che, in anni in cui si parla sempre più di panettone d’estate o tutto l’anno, vuole fare l’inverso: portare l’estate dentro il panettone. Così è nato PeachMary, un incontro insolito tra la dolcezza solare della pesca e l’audacia del rosmarino, erba aromatica che raramente si concede al dessert e che in questo panettone diventa l’ingrediente strategico. E siccome anche il packaging vuole la sua parte, ad avvolgerlo è la scatola rigida in cartoncino teso verde salvia firmata da Sonia Design, con illustrazioni ispirate alle antiche tavole botaniche, che raffigurano aghi di rosmarino e rami di pesco in fiore, in delicate nuance che richiamano i due ingredienti protagonisti. - Panettone all’Amarena a marchio Toschi. Toschi Vignola ha lanciato il primo panettone all’Amarena con il suo iconico marchio. Nella tradizione della storica azienda - specializzata nella produzione di Amarena candita, liquori, sciroppi, topping e prodotti per la gelateria - il Panettone all’Amarena Toschi rappresenta un esempio di qualità artigianale accessibile a un largo pubblico. La lenta lievitazione e l’uso di un lievito madre curato da quasi cento anni offrono un cuore soffice e alveolato che ospita le inconfondibili amarene dell’azienda vignolese. Il tocco intenso del frutto candito in sciroppo completa così un impasto ricco e vellutato. - Panettone al Pomodoro dello chef Francesco Ferretti. Dopo il grande successo della scorsa stagione, il ristorante Scirocco dell’hotel LA Roqqa di Porto Ercole torna con il suo ormai celebre Panettone al Pomodoro ideato dallo chef Francesco Ferretti, che omaggia un ingrediente immancabile sulle tavole italiane, esplorandone le potenzialità in pasticceria e reinterpretandolo in chiave dolce. Lo chef torna a proporre una limited edition in occasione delle festività 2025. Un panettone dolce arricchito con pomodori canditi e cioccolato al lampone, realizzato con ingredienti di altissima qualità e perfezionato nel tempo per raggiungere un equilibrio ideale: un’insolita combinazione di sapori che trasforma il classico della tradizione delle feste con un tocco di estate mediterranea. Completa la preparazione un accurato processo di lievitazione naturale di circa 27 ore, che insieme a cottura e riposo porta a un panettone soffice, profumato e dalla consistenza perfettamente bilanciata. - Panettone al Vermouth Storico firmato Cocchi. Nato dalla collaborazione tra Giulio Cocchi e Albertengo, due eccellenze piemontesi, il Panettone al Vermouth Storico, primo e originale panettone al Vermouth di Torino , unisce competenze e tradizioni per un risultato unico: un dolce che profuma di spezie, agrumi e convivialità. Il Vermouth Storico Cocchi è protagonista sia nell’impasto sia nella canditura delle scorze di limone e arancia. A completare l’armonia dei sapori, un tocco di zenzero fresco e gocce di cioccolato, che donano al panettone una ricchezza aromatica inconfondibile. La lavorazione prevede lievito madre, 48 ore di lievitazione naturale e solo ingredienti di prima scelta. Il consiglio di degustazione è con un calice di Storico Vermouth di Torino Cocchi ben freddo e l’immancabile scorzetta di limone. - Panettone al Vin Santo del Chianti Classico di Fèlsina. Fèlsina presenta il Panettone al Vin Santo del Chianti Classico in collaborazione con Opera Waiting, laboratorio di pasticceria artigianale con sede a Poggibonsi (Siena) che da sempre valorizza qualità, ingredienti naturali e filiera corta. L’impasto soffice, preparato con lievitazione naturale e miele toscano, viene delicatamente bagnato con il Vin Santo del Chianti Classico di Fèlsina, un vino storico dell’azienda ottenuto da uve Trebbiano, Malvasia e Sangiovese appassite su graticci per mesi. Dopo la pigiatura, il mosto viene trasferito in caratelli sigillati di rovere insieme alla 'madre', una piccola parte di vino derivante delle annate precedenti, dove riposa per ben sette anni. Le peculiarità del Vin Santo del Chianti Classico arricchiscono naturalmente il panettone, che si distingue per aromaticità e identità uniche nel loro genere. - CiaccoLab per DryMilano. Per il Natale 2025 si consolida la collaborazione fra due insegne dell’eccellenza e dell’innovazione, da cui nasce il Panettone firmato CiaccoLab per Dry Milano, per dar vita a un prodotto capace di unire la maestria di Guizzetti al tocco distintivo della mixology di DryMilano. Gli elementi identitari del Panettone CiaccoLab per DryMilano sono gli stessi che caratterizzano i lievitati di altissima qualità di Stefano Guizzetti: doppio impasto con farina italiana, 48 ore di lievitazione con lievito madre. All’impasto si aggiunge la cifra distintiva di DryMilano con i sentori del cocktail Clear Colada: il risultato è un panettone dalle note avvolgenti grazie alle aggiunte di burro di cocco, ananas candita, Rum Dominicano e cioccolato Tanzania di Marco Colzani, una combinazione che bilancia la dolcezza con un'insolita complessità aromatica. - Il Panettone firmato dallo chef Fulvio Pierangelini per Café Ginori. E' un panettone d’autore quello firmato dallo chef Fulvio Pierangelini per il Café Ginori all’Hotel de La Ville a Roma, che per la stagione delle feste si trasforma in un salotto di eleganza contemporanea e raffinata convivialità dove degustare una fetta di panettone diventa gesto culturale e rituale condiviso. Le tavole del Café, allestite con i nuovi pezzi della collezione Ginori 1735 'Oriente Italiano' (Meringa, Castagna, Rubrum e Aurum) hanno composto un paesaggio estetico dove la porcellana pura diventa linguaggio espressivo e invito alla convivialità. Una mise en place che riflette la volontà del brand di trasformare ogni momento in un’occasione di bellezza e stile. E proprio ai sapori orientali e alla colore Aurum della Collezione 'Oriente Italiano' di Ginori 1735 si ispira il panettone del maestro Pierangelini per offrire un percorso gustativo che combina tradizione, tecnica e armonia. - Il primo Panettone del maestro pizzaiolo Marco Quintili. E' un omaggio alla Campania il primo panettone di Marco Quintili, maestro pizzaiolo campano ma romano d’adozione: una Limited Edition da 200 pezzi che unisce tecnica, ingredienti di qualità e un’identità gustativa fortemente territoriale. Un progetto che nasce dalla sua lunga esperienza come panificatore e dalla profonda conoscenza dei lievitati. In un momento in cui il format Quintili si arricchisce di nuovi progetti e nuovi prodotti, arriva questa novità pensata proprio per le feste. Realizzato con farina tipo 0 Mulino Magri e lavorato con un approccio completamente naturale, il panettone di Quintili è il risultato di una lievitazione di 48 ore e dell’utilizzo di ingredienti di altissima qualità. L’obiettivo è chiaro: portare un sapore autenticamente campano, in cui emergano note che richiamano la pastiera napoletana, grazie alla presenza di ricotta, canditi di arancia e mandarino. - Dal Don Lievitato al Panettone Zibibbo e Zabaione i sapori del Sud di Don Nino. Don Nino, realtà italiana riconosciuta a livello internazionale per l’approccio artigianale alla gelateria e alla pasticceria, porta sulle tavole di Natale il calore del Sud e propone una collezione di lievitati che interpreta la tradizione. Una linea che rafforza il legame del brand con la Calabria, valorizza la qualità delle materie prime e conferma una vocazione all’innovazione. A guidare il progetto di Don Nino è il talento di Francesco Mastroianni, gelatiere di terza generazione di Lamezia Terme. La selezione di prodotti, realizzata con lievito madre e un’accurata lavorazione artigianale, si distingue per tre proposte che celebrano i sapori mediterranei: il Don Lievitato, profumato con liquore al bergamotto - simbolo della tradizione calabrese - e arricchito da una crema alla vaniglia al bergamotto; il Panettone Zibibbo e Zabaione, con farcitura al cioccolato bianco, insieme al ripieno a base di zabaione e vino Zibibbo; e il Panettone al Pistacchio, con un soffice impasto verde arricchito da chunks di pistacchio e arancia. Completa la gamma una creazione dal gusto più contemporaneo, il Panettone al Cioccolato Bianco e Frutti Rossi, dove la freschezza dei frutti di bosco incontra la dolcezza del cioccolato bianco.
(Adnkronos) - Un fondo di 60mila euro per il pagamento di bollette di luce e gas e la promozione di un percorso di educazione e consapevolezza per i consumi: nasce 'Energia in Franciacorta', il progetto realizzato grazie all’accordo tra Banco dell’energia, Fondazione Lgh, Cogeme Spa e Associazione Riuso 3, ente attuatore dell’iniziativa 'Banco del riuso', un servizio orientato alla solidarietà e alla condivisione, al non spreco, al riutilizzo degli oggetti e delle risorse e alla promozione delle capacità individuali, con il coinvolgimento di 11 Comuni del Sud Ovest bresciano. Il progetto si propone l’obiettivo di sostenere i nuclei familiari a rischio di povertà, anche energetica, grazie al contributo di Fondazione Lgh, fondazione del gruppo A2A attiva in Lombardia, tra i fondatori della Fondazione Banco dell’energia. 'Energia in Franciacorta' rientra nel filone 'Energia in periferia', promosso da Banco dell’energia per supportare le famiglie in situazioni di vulnerabilità energetica, residenti nelle zone più periferiche delle città italiane e nei piccoli comuni. Uno strumento sempre più importante, se si guarda ai numeri del fenomeno in Italia che, secondo i dati Oipe - Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica 2023, interessa 2,36 milioni di famiglie, pari a circa il 9% del totale, un dato in rapida crescita. “Affrontare la povertà energetica significa riconoscere che l’accesso all’energia è una condizione essenziale per la dignità e l’autonomia delle persone. Come Fondazione Banco dell’energia lavoriamo per far sì che nessuno sia escluso, sostenendo le famiglie nei momenti di maggiore fragilità. La collaborazione con i nostri partner ci permette di trasformare questo impegno in risultati concreti, offrendo ai territori strumenti capaci di generare valore sociale nel lungo periodo”, spiega Silvia Pedrotti, Responsabile Fondazione Banco dell’energia. Banco dell’energia condivide con Cogeme l’obiettivo di sostenere persone e famiglie appartenenti a fasce sociali deboli attraverso iniziative solidali di tipo economico, attività educative e realizzazione di modelli di intervento legati alla promozione e allo sviluppo di energie rinnovabili; Riuso 3 nasce con finalità sociali per favorire lo scambio di beni, servizi e attività tra le persone, creando un modello orientato alla solidarietà e alla condivisione, al non spreco e al riutilizzo di oggetti e risorse: da qui l’accordo per rispondere al bisogno di singoli e famiglie vulnerabili che vivono sul territorio della Franciacorta e dell’ovest bresciano, coinvolgendo anche i Servizi Sociali di 11 amministrazioni, tutte aderenti dal 2018 al progetto 'Banco del riuso' (Berlingo, Castegnato, Cazzago San Martino, Castrezzato, Cologne, Iseo, Lograto, Maclodio, Paderno Franciacorta, Passirano, Rovato) con l’obiettivo di consolidare un network territoriale già costituito e impegnato in attività solidali sul territorio. Oltre al pagamento diretto delle bollette, saranno organizzati eventi formativi rivolti agli operatori per fornire loro le competenze necessarie per informare e sensibilizzare le famiglie beneficiare sui temi dell’efficientamento e del risparmio energetico e a tal fine verranno create e coordinate le figure dei Ted - Tutor per l’Energia Domestica. “Siamo particolarmente fieri, come Fondazione Lgh e co-fondatori di Banco dell’energia, di poter sostenere un nuovo progetto volto a contrastare la povertà energetica nei territori in cui operiamo - afferma Giorgio Bontempi, presidente di Fondazione Lgh - La povertà energetica è una realtà che tocca molte famiglie, e il progetto ‘Energia in Franciacorta’ ne è una risposta concreta, in grado di offrire un sostegno immediato e allo stesso tempo proporre un percorso formativo che aiuti le persone a diventare protagoniste consapevoli delle proprie scelte energetiche. Non parliamo di semplice assistenza, ma di un accompagnamento strutturato che mira a rafforzare le competenze e la capacità di gestione, generando un impatto positivo e duraturo sulla qualità della vita”. “Siamo nati nel territorio e per il territorio da più di cinquant’anni e questa mission la traduciamo nel nostro agire quotidiano. Fare servizi di pubblica utilità significa avere uno sguardo che va oltre le dinamiche classiche del fare impresa: significa creare un impatto positivo per le nostre comunità, a maggior ragione se il nostro operato va ad aiutare le famiglie in condizione di 'fragilità sociale'. Per questo abbiamo raccolto con grande convinzione questa iniziativa integrando la dotazione economica prevista e veicolandola ai comuni legati ad uno dei nostri progetti più emblematici, ovvero il 'Banco del riuso', grazie al supporto della nostra Fondazione”, afferma Giacomo Fogliata, presidente Cogeme Spa. “Pochi mesi fa abbiamo presentato uno dei primi report di valutazione d’impatto e abbiamo dimostrato che restituiamo al territorio tre volte tanto, rispetto a quanto abbiamo in dotazione. ‘Energia in Franciacorta’ ci permette di rafforzare ulteriormente questi risultati e di integrare l’offerta socio ambientale già in essere grazie ai Banchi del riuso e l’Associazione Riuso 3”, dice Gabriele Archetti, presidente Fondazione Cogeme ets.