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(Adnkronos) - “Le imprese pugliesi hanno tanta voglia di investire: abbiamo più di 2.700 progetti già presentati per un investimento promesso, diciamo così, di oltre 3 miliardi di euro e questo è un dato particolarmente rilevante considerando che il momento storico ed economico è davvero difficile”. È quanto sostiene Gianna Elisa Berlingerio, direttrice del dipartimento Sviluppo economico della Regione Puglia. La dirigente, a margine del seminario intitolato “Sviluppo economico: opportunità, risultati e prospettive future”, organizzato nell’ambito della Fiera del Levante a Bari, ha evidenziato che ci sono tante “incertezze legate non solo ai due scenari di conflitto, ma anche all'andamento dei tassi di interesse e dell'inflazione, nonché ai dazi”. Per questo, “i tanti imprenditori che oggi investono in Puglia, dalle micro alle grandi imprese - ha sottolineato Berlingerio - rappresentano una dimostrazione del fatto che questo territorio ha degli elementi in sé di resilienza che emergono anche in questo momento storico”. E ancora: “Abbiamo tantissime domande sia dalle micro e piccole imprese per l'innovazione, sia delle piccole e medie imprese e le grandi imprese sulla ricerca - sviluppo e sugli investimenti produttivi. Ma abbiamo anche la possibilità di parlare di nuovi bandi come lo step che si è aperto il 5 agosto (scorso, ndr) e che si sofferma sulle tecnologie critiche nell'Unione europea e sostiene gli investimenti su intelligenza artificiale e biotecnologie ma anche la sostenibilità nella manifattura”. Ea proposito dell'andamento dei bandi aperti per le imprese sulla programmazione 2021-2027: “Abbiamo anche il bando sulle comunità energetiche che ripresentiamo oggi a Bari - ha aggiunto - dopo aver toccato le tappe di Foggia e di Taranto, e il bando per la ricognizione degli immobili disponibili nelle aree industriali di tutta la Puglia”. Iniziativa editoriale cofinanziata dall’Unione Europea per la Regione Puglia con le risorse del PR Puglia FESR-FSE + 2021-2027.
(Adnkronos) - Allo scopo di proteggere il potere d’acquisto dei pensionati e garantire loro un tenore di vita adeguato e costante nel tempo, tutti i principali sistemi pensionistici internazionali prevedono adeguamenti degli assegni ai prezzi e/o ai salari. In Italia è dunque attuata la cosiddetta 'perequazione automatica', aumento periodico dell’assegno collegato all’inflazione, negli ultimi 30 anni oggetto di numerosi provvedimenti legislativi, che rappresentano di fatto e in negativo un unicum tra i Paesi Ocse; provvedimenti spesso perfino in contraddizione tra loro ma, in linea di massima, accumunati dal principio secondo il quale le pensioni di importo inferiore tendono a godere di un meccanismo più favorevole e, nella sostanza, economicamente più generoso. Se, in alcuni periodi gli assegni non hanno quindi ricevuto alcuna perequazione, in altri hanno subito indicizzazioni di varia misura e applicate secondo criteri differenti, che si sono tramutate in una riduzione strutturale, e non più recuperabile, del valore delle prestazioni. E' questa la fotografia scattata da Itinerari Previdenziali e Cida in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 'La svalutazione delle pensioni in Italia': studio che analizza gli effetti sulle rendite dei meccanismi di rivalutazione delle pensioni applicati negli ultimi trent’anni, concentrandosi soprattutto sulle novità introdotte dalle più recenti manovre finanziarie. "Rispetto alle persone in età attiva - ha spiegato Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali e curatore dello studio - i pensionati hanno meno possibilità di difendersi dall’inflazione, tanto che il mantenimento del loro potere d’acquisto è affidato quasi esclusivamente ai meccanismi di indicizzazione: ecco perché sarebbe innanzitutto importante avere regole stabili nel tempo e, ancora di più, eque". Eppure, come rilevato nel corso della conferenza stampa promossa da Cida, "malgrado l’avvicendarsi di esecutivi di varia appartenenza politica e tecnica, negli i anni tagli, blocchi e contributi di solidarietà si sono susseguiti in modo sistematico determinando una perdita crescente del potere d’acquisto anche del 10-12% nell’arco di un decennio, e soprattutto - ha specificato Cuzzilla - diventando più una leva contabile che uno strumento di giustizia previdenziale". "Per le quote pensionistiche calcolate con il metodo contributivo, destinate a crescere nel tempo, il rallentamento o il congelamento, anche temporaneo, della rivalutazione è da considerarsi alla stregua di un’imposta. Con il pensionato che riceve così non solo meno di quanto gli spetterebbe ma anche meno di quanto gli sarebbe necessario per contrastare l’aumento dei prezzi al consumo", precisa Brambilla.
(Adnkronos) - “La transizione è inevitabile e sta avvenendo per il beneficio di tutti. Arrivano veicoli nuovi, ricchi di tecnologia, che ricordano l’heritage delle vecchie Renault 5 con cui siamo cresciuti, ma in chiave elettrica. Noi di a.Quantum, società del gruppo Acea che sviluppa le tecnologie e le porta al mercato, abbiamo colto l’opportunità per sviluppare infrastrutture integrate di mobilità a Roma, installando colonnine di ricarica e fornendo un sistema digitale completo per gestire prenotazioni, pagamenti e ricariche". Così Enrico Resmini, amministratore delegato a.Quantum durante l'inaugurazione, presso il Campus Luiss, della nuova flotta destinata al Car Sharing elettrico, che rientra nel servizio di mobilità sostenibile targato Luiss Green Mobility. "Le università, frequentate da giovani naturalmente inclini ad adottare le tecnologie, sono contesti ideali per testare e migliorare questi servizi, grazie al feedback degli studenti, e contiamo di estendere il modello anche ad altri campus e strutture italiane”, aggiunge.