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(Adnkronos) - Incidente mortale in porto a Genova questa mattina, poco prima di mezzogiorno. Un operaio di circa 40 anni è morto al molo Giano dopo essere rimasto schiacciato da alcuni materiali. Inutili i soccorsi di 118 e Croce Verde genovese. Sul posto la polizia che indaga su quanto accaduto.
(Adnkronos) - Dopo il grande successo delle scorse edizioni, l’Università degli Studi di Padova, uno degli atenei più antichi al mondo, ripropone anche per l’anno accademico 2024-25 un programma formativo innovativo e inedito a supporto di un settore imprenditoriale estremamente dinamico ma anche altamente specializzante, quello della profumeria. Il corso di alta formazione (caf) 'Professione profumo: dalla creazione al mercato' è progettato dal dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali Marco Fanno dell'Università degli Studi di Padova in collaborazione con il dipartimento di Scienze del Farmaco e con Mavive Spa, azienda storica operante nel settore. Si tratta di un programma formativo che segue l’esperienza ormai ventennale di eccellenza del master in Business and management frangrance and cosmetics del dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali di Padova con il Dipartimento di Scienze del Farmaco, Isipca (École supérieure de la production de la mode et du luxe) e l’Università di Versailles Saint-Quentin-En-Yvelines che ogni anno attira studenti da tutto il mondo. Il corso di alta formazione si rivolge a soggetti già impiegati presso il settore della profumeria e della cosmesi o desiderosi di accedervi e affronterà sia i temi scientifici che gli aspetti imprenditoriali legati alla ricerca, sviluppo e lancio di nuovi profumi. Attraverso la costante alternanza di lezioni teoriche, esercitazioni, laboratori, casi di studio e testimonianze a partire dagli aspetti storici e tecnico-scientifici delle fragranze, il corso si pone l’obiettivo di far acquisire ai partecipanti competenze per accedere a ruoli gestionali ad esempio nel settore della distribuzione e retail, della comunicazione e del marketing del profumo inteso come prodotto cosmetico, nonché di formare professionisti in grado di utilizzare le peculiarità e gli strumenti che caratterizzano le aree indicate al fine di sviluppare capacità tecniche e manageriali. Il settore della profumeria necessita di competenze approfondite e altamente specialistiche e nella sua dimensione internazionale richiede una costante attività di aggiornamento rispetto ai trend del mercato, all’evoluzione delle specifiche norme regolatorie e alle innovazioni di prodotto. Il corso copre le due aree tematiche business-management e tecnico-scientifica. L’area business-management affronta i temi legati al settore dei profumi a livello nazionale e internazionale: struttura, dimensione ed evoluzione dei mercati, principali players e dinamiche di prezzo, governance aziendale, segmenti di mercato, modelli di business, digitalizzazione, comunicazione aziendale, vantaggio competitivo, canali distributivi, l'e-commerce e la multicanalità dei profumi, il marketing olfattivo, la pianificazione delle vendite, le tecniche di vendita del profumo. L’area tecnico-scientifica copre le tematiche legate agli aspetti tecnici di business, alla catena di valore di profumi e fragranze, alla pianificazione del prodotto: il percorso dalle materie prime al profumo, la valutazione di un profumo, il packaging, la comunicazione, le differenze fra profumi e fragranze noti, la piramide olfattiva, le fragranze personalizzate, la storia e la cultura del profumo, i profumi di nicchia. Le attività di laboratorio verranno svolte nei laboratori messi a disposizione dal Museo del Costume, tessuto e profumo di Palazzo Mocenigo a Venezia che permetterà agli studenti di acquisire una formazione come valutatori di fragranze e di conoscere gli elementi storici che ancora oggi vengono utilizzati come chiave del successo di molti prodotti. Il corso prevede 78 ore di didattica in modalità duale (in presenza e online), con lezioni il venerdì pomeriggio e il sabato mattina e pomeriggio, quindi particolarmente adatto ai corsisti lavoratori. In aula si alterneranno docenti dell’Università degli Studi di Padova, ricercatori, manager, consulenti e imprenditori con una approfondita competenza ed esperienza internazionale nel settore della profumeria. Il caf si svolgerà tra marzo e luglio 2024 con due incontri al mese. Le preiscrizioni devono pervenire, seguendo le istruzioni riportate nell’avviso di selezione, entro il 20 febbraio.
(Adnkronos) - Ogni giorno la grande distribuzione genera massicci volumi di prodotti alimentari ritirati dagli scaffali perfettamente integri e commestibili che, per scadenza ravvicinata o confezione esterna ammaccata, non possono essere riproposti alla vendita. Con il progetto ‘Buon fine’ di Coop Lombardia nel solo 2024 sono state recuperate 1.800 tonnellate di cibo, donate ad associazioni no profit che operano sul territorio, molto spesso in prossimità dei punti vendita. In occasione dell’anniversario dell’iniziativa e della Giornata Internazionale contro lo Spreco Alimentare, che ricorre il 5 febbraio, la stessa Cooperativa ha organizzato un evento speciale al Barrio’s Live a Milano. L'iniziativa è stata, inoltre, motivo per approfondire il tema dello spreco alimentare e della cooperazione insieme a ospiti d’eccezione. In vent’anni, “il bilancio è molto positivo”, dice il presidente di Coop Lombardia, Alfredo De Bellis. Lo dicono i numeri: “oltre 75 milioni di euro di merce donata e 25 milioni e mezzo di pasti garantiti a tantissime persone - fa sapere il presidente - Da questo progetto è nata anche la consuetudine di donare, oltre a cibo in scatola, anche carne, latticini, frutta e verdura”. Un progetto dalla duplice veste, solidale e rispettoso dell’ambiente, dal quale sono nati due progetti paralleli. Uno di questi è 'Dona la spesa' “che ci consente di donare con continuità il cibo alle persone, grazie a spazi, approntati fuori dai negozi di Coop Lombardia, in cui soci e clienti possono acquistare del cibo e donarlo al progetto”, spiega il presidente di Coop Lombardia. L’altro progetto è invece 'Mangiami subito' che prevede “l’acquisto di cibo prossimo alla scadenza a prezzi fortemente scontati”, le parole di De Bellis. Nei suoi vent’anni di vita, il progetto 'Buon fine' ha dato a Coop Lombardia la possibilità di attivare e rafforzare “rapporti con 120 tra cooperative, associazioni, realtà del mondo del volontariato e istituzioni - spiega il presidente - riuscendo ad alimentare delle reti sul territorio che consentono di attivare un meccanismo sempre più forte di inclusione sociale”. “Considero che ‘Buon fine’ sia parte integrante della food policy di Milano - dice il vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo - Questa capacità di creare un raccordo fra il sistema pubblico e il sistema privato si può concretizzare solo se c'è la capacità di essere quotidianamente al servizio di quelli che sono gli obiettivi più grandi. Inoltre - aggiunge- il progetto dà la possibilità di arrivare a chi magari non conosce queste iniziative. C'è una dimensione concreta nella raccolta e nella redistribuzione - conclude il vicesindaco Scavuzzo - ma c'è anche un grande valore educativo di comunicazione, di cui oggi abbiamo molto bisogno”. Il progetto ‘Buon fine’ è partito ancor prima dell’entrata in vigore, il 14 settembre 2016, della legge n.166/16 o "legge Gadda" contro gli sprechi alimentari e farmaceutici. Una legge che ha semplificato e aggiornato il quadro normativo esistente e ne ha ampliata l'applicazione a più soggetti del Terzo Settore: “Grazie alla legge 166 antispreco è aumentata non soltanto la varietà dei beni recuperati, a partire dai freschi e freschissimi, che sono quelli a maggiore rischio spreco, ma soprattutto la varietà di possibili donatori - sottolinea Maria Chiara Gadda, Deputata e prima firmataria della Legge - Lo spreco, o meglio l'eccedenza che rischia di diventare spreco, può avvenire in tutta la filiera. Ma in questi anni è migliorato anche il rapporto tra chi può donare, dai supermercati fino al mercato rionale, passando per i grandi eventi”. A quasi dieci anni dall’entrata in vigore, restano ancora alcuni ostacoli da superare per una più ampia applicazione della legge Gadda: “Dobbiamo lavorare di più sulla promozione e anche sull'educazione dei cittadini. Bisogna inoltre calare le opportunità della legge 166 anche in quei luoghi dove sembra impossibile recuperare. Pensiamo ai matrimoni, agli alberghi, al settore della ristorazione. La legge ha semplificato la burocrazia ma ha anche agevolato fiscalmente. Dobbiamo farne conoscere le opportunità e dotare anche il terzo settore di migliori attrezzature e di migliori strumenti per recuperare il cibo e destinarlo laddove ce n'è bisogno”, dice Gadda. ‘Buon fine’ è arrivato direttamente alle persone, restituendo loro dignità: “La forza di questo progetto è stata la sintonia di divisione - dice Rossella Miccio, presidente di Emergency - quindi non l'idea semplicemente di dare l'eccesso a qualcuno che ne aveva bisogno, ma di come farlo, perché farlo e come restituire anche, non solo alla comunità ma anche alle istituzioni, un modello che potesse funzionare e che avesse un impatto vero”, le sue parole. L’iniziativa è un circolo virtuoso che si realizza: “Vent’anni fa, il progetto ha dato subito a Caritas Ambrosiana l'idea che bisognava allearsi con un'impresa che poteva aiutarla, nel concreto, a stare vicino a tutte le persone in difficoltà”, dichiara il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti. “Lo abbiamo fatto portando i beni che ci venivano donati da Coop Lombardia e anche attraverso il Refettorio Ambrosiano, dieci anni fa - riprende Gualzetti - Ancora oggi, in quella sede riceviamo tanti beni dalle varie Coop del circondario di Refettorio Ambrosiano e con questi aiuti, insieme ad altri, riusciamo a non spendere nulla in beni alimentari per fornire un pasto buono alle persone in difficoltà, ospiti della struttura. Tutto questo ha generato un sistema di recupero di beni materiali e soprattutto di cibo, che hanno consentito di alimentare una filiera che va dalle mense agli empori della solidarietà, fino alla somministrazione del cibo attraverso anche i pacchi viveri che i nostri 400 centri di ascolto generano nel territorio. Una collaborazione che ha prodotto tanti risultati”, dice. Per il direttore generale della Fondazione Terre des hommes, Paolo Ferrara, ‘Buon fine’ è “Un esempio virtuoso fatto di una collaborazione che parte dal territorio, dall'ascolto dei bisogni delle persone, delle comunità. Parte dall'attenzione e dall'ascolto fra soggetti che si incontrano. Soggetti come il Comune di Milano, Coop Lombardia e il privato sociale, Come Terre des hommes, che cerca di rappresentare davvero con concretezza le richieste e i bisogni delle persone - le parole di Ferrara - Senza l’ascolto non si riescono a raggiungere risultati e soprattutto, non si riesce a dare sostenibilità al lavoro che si fa sui territori”, conclude.