ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Un roadshow internazionale per una manifestazione che guarda sempre più al mondo. Ieri, all'Ambasciata italiana di Berlino, in collaborazione con ICE Agenzia, Italian Exhibition Group ha presentato la prossima edizione di Sigep World, The World Expo for FoodservicExcellence, in calendario in Italia, alla Fiera di Rimini, dal 18 al 22 gennaio 2025. L'evento berlinese si è svolto alla presenza di istituzioni e stakeholder del mercato tedesco: al centro le opportunità di Sigep World punto di riferimento per i professionisti del foodservice internazionale. “I relatori hanno condiviso le loro esperienze e la loro visione su come il foodservice in Germania si stia adattando ai cambiamenti globali”, riassume Marco Carniello, chief business officier di IEG. “Ed è arrivata la conferma di come Sigep World, per tutto il mondo del fuoricasa, sia centrale per restare aggiornati sugli sviluppi del mercato, anticipare le tendenze e costruire relazioni con stakeholder chiave di caratura internazionale”. “A gennaio”, anticipa Flavia Morelli, group exhibition manager della divisione Food&Beverage di IEG, “ai settori tradizionali del Gelato, Coffee, Pastry&Choco, Bakery aggiungeremo quello complementare della Pizza. Una chiave per rafforzare il posizionamento di Sigep World nel foodservice, in particolare per i professionisti provenienti da fuori Europa, dove il consumo sta crescendo rapidamente”. A Berlino, Jochen Pinsker, senior vice president, Industry Advisor Foodservice Europe di Circana, ha presentato i dati di mercato sull’andamento dei consumi nel foodservice in Europa. Nonostante un calo delle visite nei punti vendita, la spesa nel settore, secondo le rilevazioni di settembre, segna un +8% sul 2019. A confermare lo stato di salute e il potenziale di sviluppo del comparto, le previsioni di Circana indicano una crescita media annua dei consumi del 3,5% per i prossimi due anni. I maggiori tassi di crescita riguardano la pasticceria, il gelato e il caffè, merceologie protagoniste dell’offerta espositiva di Sigep World. La Germania protagonista e le opportunità di Sigep Durante il roadshow, focus anche sul mercato tedesco con la partecipazione di player chiave del fuoricasa in Germania, tra cui Gerald Schenk, presidente dell'Associazione Pasticceri Tedesca e vicepresidente dell’Unione Internazionale dei Panificatori e Pasticceri (UIBC), Giorgio Ballabeni, co-fondatore di Ballabeni Icecream, e Markus Elberg, ex CEO di Jannys Eis Franchise GmbH. Sigep Vision: uno sguardo al futuro del fuoricasa Al centro delle novità di Sigep World 2025 troviamo Sigep Vision, osservatorio globale per l’industria del fuoricasa, sviluppato con i maggiori istituti di ricerca internazionali: una panoramica completa su cambiamenti, sfide e opportunità che attendono il settore. Inoltre, con un layout espositivo ampliato di due nuovi padiglioni per un totale di 138.000 mq di superficie espositiva, la fiera espande la propria offerta merceologica. Tra i contenuti di maggiore spicco di Sigep World 25 avremo Taste of Tomorrow, un nuovo concept di gelateria sostenibile basato sulla bioarchitettura, il Sustainability District dedicato alle filiere del caffè e del cioccolato - dai paesi di origine fino alla tazzina - e l’Area Bean-to-Bar che valorizza l'arte e la scienza della produzione del Cioccolato, con uno spazio dedicato. Internazionalità al centro Sempre più globale il respiro di Sigep World che nel 2025 attende presenze da 160 paesi e 3.000 buyer esteri ospitati con il programma incoming buyer in collaborazione con ICE Agenzia e il Ministero Affari Esteri. In esposizione 1.200 brand internazionali. Saranno presenti non solo prodotti finiti di alta qualità, ma anche tecnologie all'avanguardia, ingredienti innovativi e servizi personalizzati. Rimini: una location d'eccellenza per accogliere la community del Foodservice Da 46 anni, Sigep World si svolge a Rimini, tra le mete turistiche più note d’Italia e capace di soddisfare le più diverse esigenze dei visitatori grazie a una vastissima disponibilità di hotel, ristoranti, collegamenti internazionali. Una location “esperienziale” d’eccellenza per gli operatori del foodservice.
(Adnkronos) - "In questo contesto serve soprattutto un forte sostegno politico alla filiera" dell'auto "e alla transizione. Altrimenti, rischiamo che la filiera italiana e quella tedesca si separino, con effetti nefasti per entrambi i Paesi". E' l'allarme che lancia, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Jörg Buck, Consigliere Delegato della Camera di Commercio Italo-Germanica (AHK Italien), sul tema della transizione alla mobilità elettrica. "L’azione - spiega Buck - dovrà essere multilivello. Innanzi tutto, bisogna aiutare le imprese nella transizione: non va in questa direzione il taglio di 4,6 mld al fondo automotive, anzi serve prevedere fondi specifici per aiutare le imprese a riconvertirsi e per supportare attivamente il re-skilling dei lavoratori". "Inoltre, serve -aggiunge ancora- sostenere il mercato: gli ecobonus vanno resi strutturali in questa fase, perché siamo partiti più tardi rispetto ad altri paesi UE. Da ultimo, serve intervenire a livello infrastrutturale: le postazioni di ricarica per veicoli elettrici sono in aumento in tutta Italia, ma serve fare di più e creare una rete capillare su tutto il territorio nazionale, per non lasciare indietro nessun territorio", aggiunge ancora Buck. Buck sottolinea che "il mercato europeo dell’auto sta virando verso l’elettrico, ma in modo ancora troppo lento rispetto a quanto servirebbe per decarbonizzare il settore. Complici anche i prezzi troppo alti: per agevolare la transizione verso l’elettrico sono fondamentali degli incentivi pubblici che sostengano i cittadini nel passaggio dall’auto a benzina a quella elettrica, oltre che una migliore offerta delle case produttrici di modelli più economici". "Partiamo -spiega Buck- da un dato: in Italia si vendono 1,5 milioni di auto all’anno, in Germania 2 e mezzo. In Cina 25 mln, di cui un terzo elettrico, una quota sempre più in crescita. Non possiamo pensare che un nostro rifiuto dell’elettrico possa davvero influenzare il mercato. Il tema, quindi è come possiamo gestire il cambiamento". Secondo il Consigliere delegato di Ahk Italien "si è consolidata la narrativa di un forte rifiuto dei consumatori verso l’elettrico, ma è, appunto, una narrativa: se guardiamo ai dati di settembre 2024, ad esempio, le immatricolazioni di veicoli elettrici in Ue calano del 6%. Se però scorporiamo la Germania da questi dati, salgono del 6% a livello UE: la situazione tedesca, dunque, incide ovviamente sulle vendite, e la grandezza del suo mercato influenza i dati, che però vanno visti globalmente. Anche in Italia, ad oggi i motori esclusivamente a benzina sono già una minoranza tra quelli venduti. I consumatori sembrano orientati soprattutto verso gli ibridi senza carica autonoma", conclude.
(Adnkronos) - Per raggiungere gli obiettivi Pnrr occorre valorizzare il più possibile i sottoprodotti di origine agricola e la raccolta della frazione organica (Forsu). Servono per questo misure di semplificazione e snellimento amministrativo che consentano al maggior numero di operatori di cogliere questa importante opportunità di sviluppo. A ciò si affianca la necessità di nuove misure urgenti che favoriscano l’accesso alla rete di distribuzione del biometano prodotto e incrementino il quantitativo di frazione organica raccolta. Sono queste le linee guida per lo sviluppo della filiera del biometano in Italia tracciate dalla Piattaforma Tecnologica Nazionale del Biometano coordinata dal Cic - Consorzio Italiano Compostatori e dal Cib - Consorzio Italiano Biogas nel corso del convegno 'Piattaforma Biometano - le prospettive e le azioni per lo sviluppo del biometano: Pnrr e oltre', svoltosi il 6 novembre a Ecomondo. L’evento ha messo in evidenza il ruolo cruciale delle infrastrutture e dei processi burocratici all’effettiva realizzazione degli impianti per la produzione di biometano ed è stato anche un'occasione per fare il punto sui risultati ottenuti dai bandi del progetto biometano previsto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). In particolare, nell’ultimo bando sono stati ammessi 139 progetti, per una capacità produttiva totale superiore a 62.330 Smc/h, pari a circa 500 milioni di mc l’anno. Un percorso non privo di difficoltà, che, dopo i ritardi accumulati nei primi due bandi dei mesi scorsi, registra oggi una maggiore partecipazione delle aziende, grazie soprattutto agli interventi normativi più recenti che hanno conferito al settore una cornice favorevole agli investimenti. “Sono due gli strumenti, entrambi gestiti dal Gse, che in Italia sostengono lo sviluppo del Biometano: il Dm 2018 e il Dm 2022 - ha dichiarato Paolo Arrigoni, presidente del Gestore dei Servizi Energetici - Con il primo, con 170 impianti qualificati, che a regime garantiranno una produttività annua di oltre un miliardo di Smc, tutti destinati al settore dei trasporti, nel 2023, grazie agli impianti già entrati in esercizio, la produzione di biometano ha raggiunto i 332 milioni di Smc, sestuplicando il valore del 2019 di circa 51,7 milioni di Smc. La seconda misura di stimolo, prevista dal Pnrr, ha visto con le prime 4 procedure competitive l’ammissione di 278 progettualità, per una producibilità totale di altri 1,1 miliardi di Smc/anno, destinati per il 15% ai trasporti e per l'85% agli usi industriali. L'apertura della quinta procedura è prevista per il 18 novembre 2024”. I numeri del biometano - L’Italia è oggi il secondo Paese in Europa per produzione di biogas, con significativi aumenti di capacità anche nel settore del biometano. Le prospettive di crescita del settore trovano conferma anche a livello europeo: i dati Eba riportano 1.548 impianti di biometano, con una crescita del 32% rispetto al 2023. Oltre l'80% degli impianti è ora connesso alla rete del gas, con quasi la metà (49%) collegata alla rete di distribuzione e il 14% a quella di trasporto. Un percorso promettente che si avvicina con forza e impegno agli obiettivi del Piano RePowerEu della Commissione Ue, che mira a 35 miliardi di mc di biometano in Europa entro il 2030, anche se studi recenti suggeriscono un potenziale del settore fino a 150 miliardi di mc entro il 2050. Una traiettoria che si riflette anche nel nostro Paese. Infatti, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) prevede entro il 2026 ulteriori 2,3 miliardi di Smc di biometano attraverso la realizzazione di nuovi impianti e la riconversione di una parte di quelli esistenti, a cui si aggiunge la linea indicata dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) che vede un target di produzione di 5 miliardi di mc di biometano entro il 2030. In questo contesto un ruolo cruciale sarà giocato dalle infrastrutture. In particolare, si auspica un ulteriore potenziamento delle infrastrutture di distribuzione per accogliere il biometano prodotto localmente, soprattutto nelle aree rurali, dove si concentra gran parte della produzione. Un’infrastruttura più capillare permetterebbe di immettere il biometano nelle reti di distribuzione nazionali, facilitando l’accesso al mercato e riducendo i costi logistici per i produttori. Secondo le proiezioni del Centro Studi Cic, l’Italia ha prodotto nel 2023 circa 220 milioni di metri cubi di biometano dai rifiuti organici. Per garantire un flusso regolare di rifiuto organico verso gli impianti di digestione anaerobica e tendere al target ambizioso di produzione di biometano, è necessario anche incrementare la raccolta differenziata di questa frazione che, in alcune aree d’Italia, è ancora assente o insufficiente nonostante l’obbligo già in vigore dal 2022. Verosimilmente, i quantitativi massimi raggiungibili dal rifiuto organico potrebbero aggirarsi intorno ai 370 milioni di metri cubi/anno al termine del biennio 2024-25. “Il Cic e i suoi associati hanno colto da subito la sfida proposta al settore anni fa, impegnandosi nella produzione di biometano da Forsu e contribuendo attivamente all'economia circolare del Paese e alla sicurezza energetica nazionale - ha dichiarato Lella Miccolis, presidente del Cic - Senza dubbio gli incentivi hanno un ruolo cruciale, per ammodernare gli impianti, crearne ex novo e sostenere gli investimenti ingenti per la produzione di energie rinnovabili da rifiuti e di biometano, ma chiediamo un allineamento dei meccanismi di incentivazione e di adeguamento inflazionistico, per garantire una concorrenza leale tra gli operatori. I prossimi passi saranno fondamentali, per promuovere l’adozione della digestione anaerobica a monte del compostaggio e ottimizzare la produzione di biometano. Inoltre, sarà fondamentale il supporto dei Comuni, per aumentare la quantità di rifiuto organico prodotto: pur essendo obbligatoria la raccolta differenziata della frazione organica dal 2022, registriamo ancora numerosi Comuni che non hanno avviato la raccolta differenziata dell'organico e altri che hanno margini di crescita importanti. Nonostante le difficoltà legate all'aumento dei costi e ai lunghi iter autorizzativi, il settore è pronto a investire ulteriormente, confidando nella continuità del supporto governativo oltre il 2026 per raggiungere gli obiettivi di produzione di biometano”. Secondo i dati del Cib, anche alla luce dello scenario delineato dai bandi del Pnrr, il settore agricolo si conferma un importante motore della transizione ecologica del Paese. Nel 2023 la produzione di biometano da impianti agricoli è stata di circa 600 milioni di metri cubi. Ma al 2030 il settore potrà raggiungere oltre 6 miliardi di metri cubi di biometano agricolo. “Il lavoro sinergico che stiamo portando avanti con il Cic e la Piattaforma Biometano ha posto le basi per un percorso che, nel corso degli anni, ha evidenziato come il settore biometano rappresenti un’opportunità strategica per contribuire alla decarbonizzazione del nostro Paese. Come dimostrato anche dai risultati dei bandi Pnrr in corso, in questo percorso comune il ruolo del settore agricolo, vero driver della transizione, è centrale - ha dichiarato il direttore del Cib, Christian Curlisi - Molto è stato fatto in questi mesi, anche grazie all’attività del Gse, per accelerare i processi e garantire un’ampia partecipazione. Tuttavia, resta fondamentale intervenire con misure concrete che semplifichino i processi e assicurino l'accesso alla rete di distribuzione, così da permettere alle aziende agricole di poter realizzare tutti i progetti previsti entro le stringenti scadenze del Piano e cogliere appieno le opportunità di sviluppo e di investimento disponibili. Per costruire una prospettiva solida per il settore sarà essenziale predisporre al più presto le regole che consentiranno una traiettoria di sviluppo del settore ‘post Pnrr’, definendo un quadro che consenta di guardare con maggiore certezza al futuro, in linea con le stime di sviluppo al 2030 di oltre 6 miliardi di mc di biometano agricolo, rendendo sempre più accessibile il percorso di transizione verso la produzione di energia rinnovabile, a partire dai sottoprodotti agricoli”.