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(Adnkronos) - "Essere protagonista all’Expo 2025 di Osaka ha rappresentato per Bracco un momento di grande orgoglio e responsabilità", ha affermato Diana Bracco, presidente e ceo del Gruppo Bracco in occasione dell’incontro 'Bracco a fianco del Sistema Italia all’Expo 2025 Osaka: un ponte di innovazione tra scienza e cultura' che si è tenuto presso il Teatrino di Palazzo Visconti a Milano. "Abbiamo voluto dare continuità alla nostra storia di impegno in occasione delle Esposizioni Universali offrendo il nostro contributo di fronte a sfide globali come l’avanzamento delle tecnologie scientifiche, a iniziare dall’intelligenza artificiale, la sostenibilità ambientale e la longevità, tema quest’ultimo che accomuna Italia e Giappone e su cui la prevenzione e la medicina predittiva hanno molto da dire. Per Bracco questa è una consolidata e precisa strategia di diplomazia culturale: siamo un Gruppo globale presente in 100 Paesi in tutto il mondo e abbiamo sempre puntato sulla cultura italiana come biglietto da visita e driver del nostro processo di internazionalizzazione". All’incontro è intervenuto anche l'ambasciatore Mario Vattani, commissario generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka: "La partnership con il Gruppo Bracco è stata strategica per la buona riuscita della partecipazione italiana a Expo 2025 Osaka. Arte, scienza e alta tecnologia sono stati elementi centrali attraverso cui abbiamo declinato il tema L’arte rigenera la vita. Grazie a Bracco abbiamo potuto valorizzare settori chiave del rapporto bilaterale Italia-Giappone, pienamente coerenti con l’Italy-Japan action plan, a partire dalle scienze della vita e dal dialogo tra arte e salute, ambiti in cui il Gruppo vanta un’esperienza di eccellenza. La collaborazione ha inoltre beneficiato dell’esperienza maturata da Diana Bracco con Expo Milano 2015 e si è estesa a momenti simbolici come il National Day, con il contributo dell’Accademia Teatro alla Scala. L’esposizione del ritratto di Itō Mancho di Domenico Tintoretto al Padiglione Italia -ha concluso Vattani- insieme a un video evocativo e splendidamente realizzato, ha rappresentato infine un segno fortissimo dello storico dialogo tra i nostri due Paesi, ora proiettato verso le celebrazioni dei 160 anni delle relazioni bilaterali nel 2026". All’evento sono intervenuti anche Fulvio Renoldi Bracco, vicepresidente & ceo Bracco Imaging, Lorenzo Galanti, direttore generale Italian trade agency, Fabio Tedoldi, head of global r&d Bracco, Viviana Crescitelli, senior researcher Hitachi, Gian Giacomo Attolico Trivulzio, presidente Fondazione Trivulzio, Isabella Castiglioni, direttore scientifico Cdi, Maria Vittoria Bandini e Gabriele Calcagno, studenti della scuola di ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala, Fabrizio Grillo, direttore affari generali e relazioni internazionali Bracco e Rossella Menegazzo, responsabile cultura, scienza, educazione di Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka. Durante i sei mesi dell’Esposizione universale, Bracco ha promosso un ampio ventaglio di iniziative all’insegna della scienza e della cultura, tra cui diversi convegni che hanno favorito nuove sinergie tra le comunità scientifiche europee e giapponesi (rafforzando così alcune partnership, ad esempio con l’Università di Osaka, la Società di Radiologia Giapponese e Bracco Japan) e la mostra fotografica “Milano con gli occhi di Leonardo” di Fondazione Bracco, ospitata presso la splendida sede dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo. In occasione del National Day italiano, inoltre, il Gruppo ha offerto un palcoscenico globale ai giovani ballerini dell’Accademia del Teatro alla Scala, di cui Fondazione Bracco è socio fondatore. I bravissimi ragazzi della scuola di ballo si sono esibiti di fronte alla principessa Nobuko Mikasa no Miya e al ministro della Cultura Alessandro Giuli. Sebbene l’Expo di Osaka si sia appena conclusa, il percorso del Padiglione Italia prosegue. Tra i 158 Paesi partecipanti, l’Italia è l’unica a mantenere la propria presenza espositiva in Giappone: le opere più rappresentative del Padiglione sono ora protagoniste della mostra 'Atlante Farnese and the treasures of the Italy pavilion from the Expo 2025 Osaka', ospitata all’Osaka city museum of fine arts fino al 12 gennaio 2026. Il pubblico giapponese può così ammirare capolavori come l’Atlante Farnese, il Gonfalone della Giustizia del Perugino, preziosi fogli del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci e la videoinstallazione di Itō Mancho realizzata da Bracco, in cui si racconta la campagna di indagini diagnostiche realizzate sull’opera dal Centro diagnostico italiano. L’esposizione, organizzata con il supporto del ministero della Cultura, dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo, del Consolato d’Italia in Giappone e dell’Istituto italiano di cultura di Osaka, apre simbolicamente le celebrazioni per i 160 anni delle relazioni Italia-Giappone, in programma nel 2026. "Siamo molto felici che la nostra videoinstallazione sia entrata a far parte della legacy di Expo rimanendo in esposizione presso l’Osaka City Museum of Fine Arts -ha concluso Diana Bracco-. Ed è ulteriore motivo d’orgoglio essere presenti contemporaneamente anche in Italia al Palazzo Reale di Milano con la mostra Art from inside, che mette a sistema proprio questa lunga tradizione di impegno tra arte e scienza, esponendo le analisi diagnostiche di capolavori italiani tra 400 e 700".
(Adnkronos) - “I giovani non chiedono un ascolto simbolico, ma di partecipare alle scelte. La co-programmazione è lo strumento che consente loro di incidere davvero sulle politiche che li riguardano”. Lo afferma Francesco Piemonte, presidente di Moby Dick Ets, ente capofila del progetto nazionale ‘Co-programmare con i giovani’, presentato nel meeting di rilevanza nazionale in corso a Salerno, dedicato al rapporto tra istituzioni, Terzo Settore e nuove generazioni. Piemonte richiama il Codice del Terzo Settore e in particolare l’articolo 55, che dal 2017 introduce la co-programmazione e la co-progettazione come modalità strutturali di collaborazione tra enti del Terzo Settore e Pubblica Amministrazione. “È un’occasione unica – spiega – per lavorare al fianco delle istituzioni. La nostra è anche una sfida, forse una provocazione, perché la co-programmazione con i giovani non è formalmente prevista dalla legge. Ma noi vogliamo dare loro voce, attraverso il Terzo Settore, nei processi decisionali della Pubblica Amministrazione”. Il progetto prevede un percorso partecipativo diretto che coinvolgerà l’intero territorio nazionale nel corso del 2026. Ogni tappa interesserà due regioni e vedrà giovani amministratori, enti del Terzo Settore e rappresentanti istituzionali dialogare alla pari per individuare i bisogni reali delle nuove generazioni nei diversi contesti territoriali. “Dalle proposte che emergeranno – sottolinea Piemonte – lavoreremo per individuare un fil rouge nazionale, capace di unire le istanze dei territori in un unico programma da sottoporre al Governo, non solo in termini di risorse, ma soprattutto di idee”. Secondo il presidente di Moby Dick Ets, le politiche giovanili hanno assunto negli ultimi anni una centralità crescente, emancipandosi progressivamente dalla più ampia area delle politiche sociali. “Lavorare sulle politiche giovanili – osserva – significa lavorare sull’impatto generazionale. Le politiche si fanno per le persone che saranno cittadini domani e che lo saranno per molti anni. È naturale che questo tema diventi centrale nell’agenda pubblica”. In questo quadro, Piemonte evidenzia l’evoluzione del ruolo degli assessorati alle politiche giovanili. “Fino a qualche anno fa era impensabile avere deleghe dedicate. Oggi non solo esistono, ma si sta iniziando a immaginare assessorati più forti e centrali, capaci di fare da anello di congiunzione tra le diverse deleghe, coordinando l’azione amministrativa e rafforzando l’impatto delle politiche sui territori”. “Il Terzo Settore – conclude – ha una responsabilità precisa: fare da ponte tra istituzioni e giovani, trasformando i bisogni reali in politiche condivise, efficaci e durature. Solo così la partecipazione smette di essere retorica e diventa sostanza”.
(Adnkronos) - Opere di bonifica e rimboschimento, casette-nido per gli uccelli, un catasto dei ghiacciai Alpini. Il Gruppo Sanpellegrino rinnova il proprio impegno per la tutela dell’acqua, degli habitat montani e della biodiversità in Alta Valtellina illustrando i primi risultati dello studio dei servizi ecosistemici e gli interventi implementati negli ultimi anni in queste aree colpite dalla tempesta Vaia nel 2018. L’eccezionale evento atmosferico aveva infatti abbattuto circa 115 ettari di foresta solo nel Comune di Valdisotto e, per la maggior parte, nella zona di Cepina dove di trova lo stabilimento di Levissima. (Video) I progetti di riforestazione sviluppati da Sanpellegrino insieme al Comune di Valdisotto, al Consorzio Forestale Alta Valtellina e all’Università degli Studi di Milano, avviati nel 2023, segnano un importante risultato, nel solco di un intervento più ampio che proseguirà fino al 2027 con ulteriori opere di bonifica, rimboschimento e bioingegneria del suolo per ridurre la caduta di massi e frane e limitare l’erosione. Dal 2028 al 2033 è inoltre prevista una terza fase dedicata alla manutenzione del bosco rigenerato dopo questi interventi. Parallelamente, il Gruppo Sanpellegrino, con il supporto dell’Università degli Studi di Milano e del Consorzio Forestale dell’Alta Valtellina, ha analizzato le opere effettuate nel biennio 2024-2025 - ed eseguito una valutazione dei servizi ecosistemici - ovvero i benefici che la natura fornisce e che contribuiscono alla stabilità ambientale ed al benessere dell’uomo. I primi risultati, presentati oggi, hanno evidenziato, attraverso indicatori ambientali ed economici, i danni provocati da Vaia e i benefici ripristinati grazie agli interventi di riqualificazione. In particolare, i 115 ettari di foresta danneggiata nel Comune di Valdisotto hanno portato a una perdita dello stock di legname superiore a 28mila metri cubi. Grazie alle prime tranche di lavori, ad oggi, sono stati fatti interventi su 51 ettari di bosco di cui: 18 ettari di recupero di piante schiantate o colpite dal bostrico (un coleottero la cui proliferazione è stata favorita dalla marcescenza degli alberi caduti), 9 ettari di rimboschimenti e 24 ettari di interventi preventivi. Sono stati rimossi 4.500 metri cubi di legno compromesso e piantati 15mila alberi appartenenti a otto specie differenti. Secondo lo studio sui servizi ecosistemici realizzato dall’Università degli Studi di Milano, le opere di riforestazione condotte nelle aree più colpite della zona di Cepina (Comune Valdisotto) consentiranno un aumento del valore della provvigione pari a 260mila euro: nello specifico passerà da 1.140.000 euro a 1.400.000 euro (calcolato sull’ultimo dato disponibile del prezzo del legname). Tutti questi interventi, valutati secondo indicatori scientifici, porteranno benefici quantificabili nel tempo, tra i quali anche un incremento del volume di acqua rigenerata stimato in circa 1,4 milioni di metri cubi (2023-2035). È in corso, inoltre, un’indagine sui servizi turistici dell’area di Bormio, basata su oltre 300 questionari, che consentiranno di valutare la percezione del territorio da parte di residenti e visitatori, il valore dei servizi socioeconomici, principalmente legati al turismo e la disponibilità a contribuire economicamente alla preservazione di questo habitat. Un altro progetto, messo in campo da Sanpellegrino, è quello delle 'Casette nido', realizzato in collaborazione con l’Università degli studi di Milano, il Consorzio Forestale Alta Valtellina e il Parco Nazionale dello Stelvio, per contribuire alla tutela della biodiversità ornitologica nelle aree colpite da Vaia. La tempesta aveva compromesso in modo significativo anche la presenza di specie insettivore come la cincia nera, che nidifica esclusivamente in cavità presenti in alberi maturi. Per favorire la ricolonizzazione naturale, sono state installate 40 casette-nido attualmente monitorate dai ricercatori attraverso 50 punti di ascolto, che hanno permesso di osservare già le prime covate. In aggiunta, sono state posizionate 10 casette-nido dedicate alla civetta nana, un rapace simbolo delle alte quote e specie a rischio. Da oltre 17 anni Sanpellegrino, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e le istituzioni locali della Valtellina, sostiene la tutela degli ambienti montani locali. Questa collaborazione ha portato, negli anni, alla realizzazione del primo catasto di tutti i ghiacciai Alpini - con dati e informazioni sui 903 ghiacciai presenti sulle nostre montagne - e alla realizzazione di un programma di studio della criosfera. Le ricerche sono partite dal bacino glaciale Dosdè-Piazzi, da cui sgorga l’acqua Levissima, e dal 2014 le attività di campo includono anche il Ghiacciaio dei Forni, nel Parco dello Stelvio. “Proteggere i territori in cui sgorgano le nostre acque minerali è da sempre parte integrante del nostro impegno, ma oggi tutelare la biodiversità, minacciata dai cambiamenti climatici, come l'evento atmosferico estremo di Vaia, richiede uno sforzo ancora più grande. Continuiamo quindi ad adottare un approccio scientifico, lavorando insieme ai nostri partner per rigenerare i cicli idrologici e gli ecosistemi locali. Ci impegniamo, inoltre, a mettere a sistema, con le istituzioni e le realtà dei territori in cui siamo presenti, le esperienze già avviate, come il progetto per i ghiacciai - che portiamo avanti da più di 17 anni - il progetto Vaia, e a costruire insieme nuove partnership volte a sviluppare soluzioni innovative per affrontare le sfide future, ha dichiarato Ilenia Ruggeri, direttore generale del Gruppo Sanpellegrino. “L’obiettivo del Parco nazionale dello Stelvio è quello di rendere gli ecosistemi più resilienti, affinché siano in grado di assorbire gli impatti - ambientali, sociali o economici, che inevitabilmente attraversano un territorio vivo. La ricerca e le iniziative di sensibilizzazione, supportate anche da Levissima, nella nostra lunga collaborazione, ci consentono oggi di intervenire con misure calibrate sui luoghi e sui loro limiti ecologici e di trovare infine un equilibrio tra tutela, fruizione e sviluppo economico e locale”, ha affermato Franco Claretti, direttore Parco Nazionale dello Stelvio. “La Tempesta Vaia ha messo in evidenza la vulnerabilità degli ecosistemi forestali nei confronti dei sempre più frequenti eventi meteorologici estremi, rendendoci più consapevoli delle sfide future che i gestori forestali dovranno affrontare e inducendoci a ripensare le strategie di intervento tradizionali - ha aggiunto Michele Franzini, dottore Forestale del Consorzio Forestale Alta Valtellina - Il sostegno del Gruppo Sanpellegrino ci sta permettendo di affrontare con continuità questo percorso così importante, mentre la collaborazione con l’Università degli Studi di Milano sta orientando le nostre scelte, aiutandoci a definire con rigore scientifico delle azioni mirate per affrontare dei fenomeni così complessi”. “Con Levissima proseguiamo una collaborazione sui ghiacciai della Lombardia, e non solo, attiva da 17 anni, per misurare gli effetti del cambiamento climatico sulla loro riduzione e condizioni superficiali, grazie a stazioni meteo automatiche, droni e satelliti, utili anche per ricostruzioni 3D e mappatura dei rischi ambientali. Oggi questa esperienza sostiene una nuova sfida: stimare il valore economico dei servizi ecosistemici dell’Alta Valtellina, dalle foreste alla criosfera. Un lavoro innovativo che colma un vuoto scientifico e offre dati concreti per decisioni territoriali più consapevoli", ha dichiarato Antonella Senese, Università degli Studi Milano.