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(Adnkronos) - Donald Trump in pressing su Volodymyr Zelensky e sull'Europa. Il presidente degli Stati Uniti sbarca nel Regno Unito e manda messaggi a Kiev e ai partner del Vecchio Continente indicando la strada per porre fine alla guerra con la Russia. Trump si rivolge in maniera perentoria al presidente ucraino Zelensky: "Deve andare avanti e fare un accordo" con Vladimir Putin per chiudere il conflitto. Il messaggio verrà ribadito nell'incontro che i due leader avranno la settimana prossima a New York, a margine dell'Assemblea dell'Onu, secondo quanto detto dallo stesso presidente americano. Quindi, ennesimo squillo all''Europa che "deve smettere di comprare petrolio dalla Russia". In un botta e risposta a distanza, Zelensky ha chiesto a Trump una "posizione chiara" sul pacchetto di sanzioni contro la Russia e sulle garanzie di sicurezza per l'Ucraina "L'unico modo per porre fine ai combattimenti - l'obiettivo che Trump continua a ripetere, ndr - è prima di tutto quello di attuare garanzie di sicurezza definite, cosa che è possibile fare solo se Trump è coraggioso", ha sottolineato Zelensky a Sky News, auspicando che il premier britannico Keir Starmer approfondisca i dettagli delle future garanzie di sicurezza degli Stati Uniti per l'Ucraina nei suoi colloqui con Trump durante la visita del Presidente americano in Gran Bretagna, "con una discussione molto specifica" sul tema. "Prima di chiudere la guerra, voglio davvero avere tutti gli accordi definiti. Un documento che sia sostenuto dagli Stati Uniti e da tutti i partner europei e perché questo accada abbiamo bisogno che Trump assuma una posizione chiara". Il presidente americano è quindi invitato a fare "i decisi passi personali" necessari "a fermare Putin". "Trump è abbastanza forte per prendere decisioni da solo", ha precisato, intendendo senza dover aspettare che tutti i Paesi Nato - vale a dire Turchia, Slovacchia e Ungheria - smettano di acquistare petrolio russo. Il terzo protagonista della vicenda, Vlaidmir Putin, intanto si è presentato in mimetica nella regione di Nižnij Novgorod per l'imprimatur alle esercitazioni congiunte tra Russia e Bielorussia. Il presidente ha annunciato che circa 100mila soldati russi hanno preso parte alle manovre iniziate la scorsa settimana con uno scopo puramente difensivo. L'obiettivo è "mettere in pratica tutte le misure necessarie per proteggere la sovranità e l'integrità territoriale in caso di aggressione". Il leader del Cremlino ha confermato che la Russia ha mobilitato 41 aree di addestramento, con un totale di 100mila uomini, oltre 330 aerei e circa 250 imbarcazioni. "I piani delle esercitazioni si basano sull'esperienza acquisita durante l'operazione militare speciale", ha affermato Putin, parlando dell'invasione dell'Ucraina. A completare il quadro della giornata, l'avvertimento dell'ambasciatore russo a Roma, Alexei Paramomov, all'Italia. "La partecipazione dell’Italia a operazioni belliche all’interno di diverse coalizioni antirusse si è sempre conclusa in maniera disastrosa per la sua popolazione. Non sia mai che anche l’attuale sostegno, diretto o indiretto, da parte dell’Italia a operazioni militari contro la Russia nell’ambito della Nato, della 'coalizione dei volenterosi' o di altri formati, si trasformi in una replica della triste esperienza storica", ha scritto Paramomov, in un lungo post su X, nel quale si fa portavoce dello "sconcerto" di Mosca per la reazione della leadership italiana alla "presunta" intrusione di droni russi nello spazio aereo polacco una settimana fa. "L’esperienza dimostra che la Russia ha sempre perseguito l’obiettivo di mantenere con l’Italia relazioni amichevoli, costruttive e reciprocamente vantaggiose - ha rivendicato Paramonov - La Russia non ha mai intrapreso alcuna azione volta a scatenare conflitti nei confronti del contemporaneo stato italiano moderno e dei suoi antesignani storici".
(Adnkronos) - "Il convegno annuale del Codau, l'associazione dei direttori generali delle università italiane, a Milano quest'anno affronta il tema della 'coopetizione' universitaria, ovvero della capacità delle università di collaborare anche quando competono per l'attrazione delle risorse, sia le risorse finanziarie che i talenti che gli studenti. Questo cambio di prospettiva è una necessità del momento perché l'arena dei prossimi anni, nei quali le università si trovano ad operare, porterà e svilupperà molto i temi della competizione sulle risorse perché i finanziamenti dopo il Pnrr non potranno essere al livello che abbiamo visto negli ultimi anni ma rientreranno in una dinamica ordinaria. E perché il numero degli studenti a causa dell'impatto del trend demografico diminuirà non solo in Italia ma anche in Europa aumentando pertanto gli effetti competitivi". Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Alberto Scuttari, presidente di Codau, presenta il convegno annuale di Milano. Il Codau è l'associazione nazionale dei direttori generali e dei dirigenti delle università italiane, raggruppa al suo interno 97 università, quindi tutte le università italiane siano esse statali e non statali, in campus e off campus. (Video) Secondo Scuttari, "per la realizzazione della vocazione della missione del sistema universitario italiano che è prevista anche dalla nostra Costituzione, e che deve consentire agli studenti di accedere facilmente alle università e quindi deve garantire il diritto allo studio, e per essere competitivi come sistema a livello mondiale, le università e gli enti di ricerca dovranno pertanto collaborare nella realizzazione di infrastrutture di 'frontiera' sia edilizia che digitali, nella realizzazione di programmi didattici innovativi, nella realizzazione di programmi di ricerca anch'essi di 'frontiera'". E secondo il presidente di Codau "ci sono tre fattori che possono aiutare le università a collaborare insieme nella realizzazione di obiettivi e sfide importanti". "Il primo fattore - elenca - è il sistema di finanziamento di incentivazione che attualmente è molto orientato alla competizione degli atenei e potrebbe essere anche orientato alla realizzazione di progetti di collaborazione da misurare in base ai risultati". "Il secondo elemento - prosegue - è interno agli atenei e quindi riguarda la loro capacità di gestire i progetti di didattica e di ricerca non solo come partite di giro perché i costi generali sono finanziati dalla finanza pubblica ma come veri e propri investimenti, i cui ritorni devono essi stessi finanziare lo sviluppo e il diritto allo studio". "Il terzo fattore -conclude- sono le competenze perché in questa fase, oltre ad avere competenze manageriali di tipo realizzativo, occorre avere anche competenze manageriali che favoriscano l'organizzazione, il networking, la collaborazione e la comprensione delle esigenze dei propri partner".
(Adnkronos) - “Amazon è pienamente consapevole del proprio ruolo in merito alla mobilità sostenibile e all’impatto ambientale in generale”, ha dichiarato Alfredo Perna, direttore generale di Amazon Transport Service, a margine dell’Eco Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti tenutosi a Roma. Per questo "dal 2019 siamo stati i primi firmatari del Climate Pledge, un impegno a raggiungere zero emissioni nette di CO2 entro il 2040, dieci anni prima rispetto al Trattato di Parigi. Oggi più di 500 aziende nel mondo hanno aderito a questo pledge”. Perna ha spiegato che la sostenibilità di Amazon si concretizza attraverso diversi pilastri: “Oltre alla mobilità, puntiamo all’approvvigionamento da fonti carbon free, alla riduzione del packaging e ad educare i nostri clienti per adottare soluzioni più eco-friendly”. Sul fronte dei trasporti, il direttore generale ha sottolineato come Amazon punti a “modalità di consegna più sostenibili, non solo elettrificando la rete dei nostri partner, ma anche sfruttando l’intermodalità ferroviaria e marittima. Questo è un fattore fondamentale per noi perché la sostenibilità non riguarda solo la mobilità, ma ogni aspetto del nostro impatto ambientale”.