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(Adnkronos) - Potrebbe essere concessa un’autorizzazione speciale a Nathan Trevallion affinché possa trascorrere la giornata di Natale all’interno della struttura che ospita i tre figli, allontanati a novembre dalla casa del bosco in cui vivevano a Palmoli, in provincia di Chieti, con i genitori. "La richiesta - dice all'Adnkronos il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli - riguarderebbe esclusivamente il 25 dicembre. Domani dovremmo avere una risposta". L'allontanamento dei bimbi è stato disposto, assieme alla sospensione della responsabilità genitoriale, dopo l’intervento dei servizi sociali, e con provvedimento del Tribunale per i minorenni dell’Aquila. I bimbi, due gemelli di 6 anni e una bimba di 8, sono stati collocati in una struttura protetta, dove si trova anche la madre che può vedere i piccoli più volte al giorno. Nei giorni scorsi la Corte d’Appello dell’Aquila ha rigettato il ricorso presentato dalla coppia, confermando la permanenza dei bambini in comunità anche durante le festività natalizie. I giudici hanno riconosciuto alcuni progressi da parte dei genitori sul piano organizzativo e abitativo, ma li hanno ritenuti insufficienti per modificare la misura adottata, motivata da criticità legate alle condizioni di vita, all’istruzione e alla tutela sanitaria dei minori.
(Adnkronos) - EY-Parthenon rinnova il sostegno al 'Premio Claudio Dematté Private Equity of the Year', iniziativa di AIfi che dal 2004 valorizza il ruolo del Private Equity e del Venture Capital nella crescita delle imprese italiane. Il premio riconosce le eccellenze che guidano l’evoluzione del settore, promuovendo competitività e innovazione. Il private equity si conferma leva strategica per l’innovazione e la competitività del tessuto produttivo e imprenditoriale. Non solo un semplice strumento finanziario, ma un acceleratore della competitività e dell’internazionalizzazione delle imprese. Lo dimostra la XXII edizione del 'Premio Claudio Dematté Private Equity of the Year', organizzato da Aifi con il supporto di EY-Parthenon, che dal 2004 celebra le operazioni di successo nel settore. Il 18 dicembre, a Milano, sono state premiate 19 realtà finaliste, selezionate da una giuria composta da esperti industriali, finanziari e accademici. Le aziende, attive in settori che spaziano dall’alimentare al farmaceutico, condividono una forte vocazione alla crescita: circa la metà ha compiuto il salto da player regionale a protagonista nazionale o internazionale, confermando il ruolo del private equity come acceleratore di sviluppo e innovazione. Il Premio Demattè fotografa anche le nuove tendenze: attenzione crescente alle Pmi innovative e alle imprese tra 20 e 50 milioni di fatturato, oltre a un interesse in espansione verso Centro e Sud Italia, territori ricchi di storie imprenditoriali ad alto potenziale. Marco Ginnasi, Private Equity Leader EY-Parthenon, Italia, commenta: “Le operazioni premiate dal Dematté dimostrano come il private equity sia in grado di trasformare imprese locali in player nazionali e internazionali. Nel 2025 il 45% dei player è rappresentato da fondi e il 48% delle operazioni è avvenuto tramite portfolio companies: partnership solide e investimenti mirati hanno accelerato crescita, innovazione e passaggi generazionali". “Per gli operatori di private capital, il premio Dematté rappresenta molto più di un indicatore di performance: è la conferma di un approccio che mette al centro la costruzione di valore reale e duraturo. Non si premia solo il successo finanziario, ma la capacità di trasformare le aziende, rafforzarne la cultura, accelerarne l’apertura verso nuovi mercati e nuove competenze. Questo riconoscimento racconta l’evoluzione di un settore in cui gli investitori non sono più semplici fornitori di capitale, ma catalizzatori di crescita, innovazione e visione imprenditoriale”, afferma Innocenzo Cipolletta, presidente AIFI. Secondo l’EY-Parthenon Bulletin, nel 2025 i fondi di private equity e infrastrutturali hanno partecipato a 615 operazioni su target italiane, per un valore complessivo di 23,5 miliardi di euro. Non solo capitale: i fondi portano competenze strategiche, digitalizzazione e sostenibilità, trasformando il private equity in una partnership di lungo periodo. “Il private equity è oggi una leva fondamentale per la competitività del sistema produttivo che, oltre a fornire risorse finanziarie, porta competenze e capacità di accelerare processi di trasformazione che altrimenti richiederebbero anni. È un catalizzatore di crescita per l’economia reale”, dichiara Umberto Nobile, Private Equity Leader EY Italia. Leggi l’articolo completo.
(Adnkronos) - "Dall'inizio di quest'anno c'è l'obbligo di introduzione del 25% di riciclato nelle bottiglie, quindi andiamo a toccare con mano e abbiamo toccato con mano dal vivo in questo 2025 che cosa vuol dire obbligare qualcuno a mettere del riciclato". Queste le parole di Corrado Dentis presidente Coripet, il consorzio autonomo, volontario che opera nella raccolta e nell'avvio a riciclo dei contenitori per liquidi in Pet, intervenendo alla Conferenza Nazionale Industria del Riciclo 2025, promossa dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con Conai e Pianeta2030, con il patrocinio di Mase e Commissione Europea. "Abbiamo dato il 25% di riciclato, quello che è obbligatorio per legge, a tutti i consorziati produttori – prosegue Dentis – quindi rispettano gli obblighi normativi. Questo l'abbiamo fatto grazie ad una catena di custodia che parte dalla raccolta e segue tutta la filiera fino alla consegna ai soci di un Pet riciclato di altissima qualità, qualitativamente elevato. Abbiamo condotto in questi anni assieme all'Università Federico II di Napoli uno studio completo su più di mille campionature effettuate su tutta la filiera. La capacità di produzione del polimero in estremo oriente è 12 volte superiore a quella di tutta l'Europa. Quindi abbiamo dimensioni e dinamiche non comparabili. Siamo riusciti, ciononostante, attraverso questo nuovo modello, a garantire i presupposti per ottemperare alla legge, dando ai nostri soci un polimero, peraltro, a condizioni economiche estremamente stabili, che è tracciato made in Italy (dalla raccolta alla produzione) e rispetta perciò anche le norme che prevedono l’obbligo di utilizzo di E-Pet europeo”. “Il nostro modello riguarda più del 40% dell’immesso a consumo e auspichiamo che anche tutti gli altri produttori sposino il modello Coripet. Ma al momento la restante quota di mercato, approfittando di un vuoto normativo privo di sanzioni, non rispetta gli obblighi, continuando ad usare il Pet vergine di importazione, favorito da un prezzo più basso. Questo è un qualcosa che va colmato a stretto giro, anche perché la concorrenza, quella che arriva dalla Cina, riguarda sia il polimero vergine che sui polimeri riciclati”.