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(Adnkronos) - La notizia è di quelle epocali: Mediaset, a quanto apprende l'Adnkronos, potrebbe decidere, in un futuro molto prossimo, di far riposare 'Striscia la notizia' almeno per una parte della stagione. Il tg satirico che caratterizza l'access prime time di Canale 5 da 36 anni (ma nacque un anno prima, nel 1988 su Italia 1) è un po' in sofferenza rispetto ai fasti di qualche anno fa, quando dava filo da torcere, spesso battendola, alla concorrenza di Rai1. Gli annali della tv italiana sono punteggiati dagli scoop di 'Striscia', a volte accompagnati da reazioni scomposte fino alla rissa con i 'Tapirofori', e il vocabolario italiano si è arricchito di diversi neologismi nati nel programma ideato da Antonio Ricci, da Veline a Tapiro e 'attapirato', entrati nel linguaggio comune. Ma dal 2020 gli ascolti, sotto i colpi della più generale crisi della tv generalista e della grande affermazione delle piattaforme on demand, si sono alquanto ridotti e nella attuale stagione (complice anche il notevole successo di Stefano De Martino con 'Affari Tuoi' su Rai1) il programma di Ricci si attesta intorno al 14% di share. Una quota che, secondo analisti bene informati, ha reso necessaria in casa Mediaset una riflessione sui costi del programma in rapporto agli introiti pubblicitari. Così, secondo quanto apprende l'Adnkronos, sarebbe allo studio l'ipotesi di testare dei game show per l'access prime time di Canale 5. E diverse società di produzione, da Endemol a Blu Yasmine, da Banijay a Fremantle, starebbero approntando dei numeri zero. Ma questa voce ha dato anche il via, visto il periodo primaverile da sempre deputato al 'fanta-palinsesto' per la prossima stagione, ad un collegamento con un possibile approdo a Mediaset di Amadeus, attualmente legato a Warner Bros Discovery ma finora senza troppe soddisfazioni. Amadeus è dato infatti quasi per certo come giudice della fase serale del programma 'Amici' di Maria De Filippi (e qualche settimana fa con la moglie è stato ospite anche di 'C'è Posta per Te'). Di qui, i professionisti dell'indiscrezione si lanciano ora in un'ipotesi ancora più ardita e cioè che proprio Amadeus possa essere in futuro, nel caso trovasse un accordo per un exit strategy con Warner Bros Discovery a cui è legato con un contratto per altri tre anni, il conduttore che potrebbe rilanciare con un game show l'access prime time di Canale 5, magari in alternanza con Gerry Scotti. Al momento, nessuna di questa ipotesi trova conferma né a Mediaset né al Nove né tantomeno da parte di Amadeus che è al lavoro per il debutto della versione italiana di 'Raid the Cage' sul Nove. Per ora, insomma, bocche cucite e Tapiri in azione. (di Antonella Nesi)
(Adnkronos) - Possiamo considerare il welfare aziendale come parte integrante della strategia collettiva delle imprese? E in che modo è possibile coniugare sostenibilità, digitalizzazione e welfare? Questi interrogativi saranno al centro della terza edizione del Welfare day 2025, l’evento organizzato da Comunicazione Italiana in collaborazione con Pluxee Italia, azienda leader nei benefit e nel coinvolgimento dei dipendenti, in programma oggi, giovedì 13 marzo, a Roma, presso il Palazzo dell’Informazione. L’iniziativa rappresenta un'importante occasione di confronto per il mondo corporate, offrendo nuovi insight, dati e ricerche di Pluxee sulle soluzioni di welfare aziendale e il loro impatto sulla produttività e sul benessere dei lavoratori. Durante l’evento verrà commentato il nesso tra benessere, felicità e imprese, scoprendo come oggi non sia possibile scindere i primi due elementi dalla vita professionale e lavorativa. Ciò che favorisce la felicità sul luogo di lavoro si rivela fondamentale sia per l’attrattività delle aziende nel mercato del lavoro si per la retention dei talenti, orientando le scelte strategiche dei responsabili delle risorse umane e non solo. Questo non può che coniugarsi con il welfare aziendale, il quale oggi ha delle caratteristiche ben precise e si affianca con la sostenibilità sociale. Nel corso dei vari Talk Show, si mostrerà come il welfare debba essere considerato un elemento vitale dell'operatività di un'azienda. Attraverso la partecipazione di esperti del settore e manager aziendali verranno esplorate le ultime tendenze e best practice per integrare il welfare nelle strategie aziendali, favorendo una crescita sostenibile e digitale. Benefit e iniziative di sostegno al dipendente generano benessere tra la popolazione, contribuendo a rendere sostenibile il lavoro. Diffusi all'interno di tutte le funzioni aziendali, accrescono la felicità e la produttività, generando un ciclo virtuoso che rafforza il coinvolgimento dei dipendenti, migliorando la reputazione aziendale e garantendo una crescita sostenibile nel lungo periodo. Uno degli obiettivi sarà rispondere alla domanda: come si può creare e mantenere un ecosistema aziendale orientato alla soddisfazione delle persone? Lungi dal costituire un semplice accessorio del salario, il pacchetto di benefici che l'azienda mette a disposizione dei lavoratori - prestazioni sanitarie, sostegno alla genitorialità - deve essere sempre più in grado di incontrare le esigenze di questi ultimi. All’interno del Welfare day 2025, questi argomenti saranno discussi con Anna Maria Mazzini e Tommaso Palermo, rispettivamente country marketing e product director e managing director di Pluxee Italia, con il contributo chief hr officer e hr manager di aziende come Atac, Fater, Fendi, Philip Morris International, Procter & Gamble, Tim e molte altre.
(Adnkronos) - Cresce la consapevolezza degli italiani verso la sostenibilità alimentare. A testimoniarlo è la recente indagine 'Le scelte alimentari degli italiani tra sostenibilità e consumo: percezioni e preferenze verso i prodotti certificati' commissionata a Consumerismo No Profit da Findus e presentata oggi durante un incontro svoltosi presso l’Acquario Civico di Milano. Secondo il sondaggio, quasi 7 consumatori su 10 (il 68% degli intervistati) considera la sostenibilità un fattore importante, con quasi il 20% che la ritiene un driver fondamentale nella scelta dei prodotti alimentari da acquistare. Inoltre, l’indagine evidenzia come le abitudini d’acquisto stiano cambiando: rispetto a 10 anni fa, il 66% degli intervistati dichiara di aver aumentato la propria attenzione nei confronti di prodotti certificati sostenibili e 2 italiani su 10 li cercano attivamente al supermercato. Quasi la metà degli intervistati (46%) dichiara di leggere spesso le etichette per verificare la provenienza e la filiera dei prodotti alimentari, il 26% lo fa sempre. Per quanto riguarda i prodotti certificati sostenibili, 1 italiano su 10 (12%) li sceglie sempre, mentre il 71% li acquista occasionalmente, approfittando di offerte e promozioni, dimostrando una predisposizione selettiva che spesso dipende dal prezzo. Quando si tratta di prodotti ittici, la qualità e la freschezza rimangono il principale fattore di scelta per il 64% degli intervistati, seguiti dalla provenienza del pesce (59%) e dal prezzo (51%). Ma è da segnalare anche che 1 consumatore su 4 (26%) indica le certificazioni di sostenibilità come un criterio determinante nella scelta dei prodotti ittici, un dato che suggerisce come le certificazioni stiano entrando tra i criteri di scelta, seppure ci sia da continuare a lavorare.