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(Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc. “L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”. Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
(Adnkronos) - "Le donne possono accedere alla pensione anticipata con 41 anni e 10 mesi di contributi più una finestra di attesa di tre mesi, mentre per la pensione di vecchiaia servono 67 anni di età e 20 anni di contributi. Nel sistema contributivo, si può anticipare la pensione a 64 anni con almeno 20 anni di contributi, ma solo se l’assegno maturato supera una soglia minima. E' previsto uno sconto per le madri: l'importo soglia si riduce con uno o più figli". Così, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Anna Maria Bilato, del Collegio di presidenza dell'Inca, il patronato della Cgil, ripercorre le regole pensionistiche per le donne nel 2025. "'Opzione donna', misura sperimentale avviata nel 2004, permette alle lavoratrici - sottolinea - di ritirarsi prima accettando un assegno calcolato interamente col metodo contributivo. I requisiti nel 2025 sono: 61 anni di età (60 per le madri con un figlio, 59 con due o più figli); 35 anni di contributi; appartenenza a determinate categorie (caregivers, invalide al 74%, lavoratrici licenziate)". "Dal 2023 - sottolinea - con requisiti più stringenti, il numero di pensioni liquidate con 'Opzione donna' è crollato da 21.300 nel 2021 a 4.784 nel 2024. 'Opzione donna' non si è rivelata la soluzione al problema dell’allungamento dei requisiti pensionistici introdotti con la riforma Fornero, ma negli anni è stata una via di uscita per le donne, costrette a rinunciare a una grossa parte dell’importo di pensione maturato (perdite stimate dall’Inca mediamente pari a 400 euro netti mensili) nella maggior parte dei casi per assistere un familiare con disabilità. In altri casi, invece, proprio a causa delle grosse perdite, sono state costrette a rinunciare e a rimanere ancora al lavoro fino all’età della pensione di vecchiaia. L’Ape sociale rimane un altro strumento per anticipare la pensione (63 anni e 5 mesi con 30/36 anni di contributi), ma per molte donne raggiungere questi requisiti è difficile, data la frammentarietà dei percorsi lavorativi". ( VIDEO ) "Nel mondo del lavoro, nonostante la nostra Costituzione all'articolo 37 dica che 'La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore', la realtà del 2025 racconta ancora un'Italia segnata da disuguaglianze, anche di genere. Un discorso che vale per le lavoratrici e per tutte le donne. Il divario si manifesta nell'istruzione, nel mercato del lavoro, nelle retribuzioni e nelle pensioni, anche all’interno delle famiglie, con effetti negativi sulla condizione economica e sociale delle donne". "Nell'ambito lavorativo - spiega - l'occupazione per le donne è frammentaria, discontinua e spesso con part time non sempre volontari, ma imposti, dettati dall'esigenza di avere un salario per poter portare avanti la propria vita". "Secondo il Rendiconto di genere 2024 del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps - spiega - le donne rappresentano la maggioranza tra diplomati e laureati, ma le assunzioni femminili si fermano al 42,3%. Le pensionate superano i pensionati (7,9 milioni contro 7,3 milioni), ma ricevono assegni più bassi: nel settore privato, le pensioni di anzianità/anticipate e di invalidità sono inferiori rispettivamente del 25,5% e 32%, mentre per la vecchiaia il gap raggiunge il 44,1%. Le cause sono la discontinuità lavorativa, il lavoro part-time e i salari più bassi, con un impatto diretto sui contributi e sugli importi pensionistici". "Nel settore pubblico - chiarisce - le donne sono più presenti ma meno rappresentate nei ruoli dirigenziali. I requisiti pensionistici, ormai quasi paritari con quelli degli uomini, non compensano le disuguaglianze strutturali". "Guardando al settore del commercio - fa notare Anna Maria Bilato - la presenza femminile riporta un compenso orario di 75 euro contro i 99 euro dei colleghi maschi. Nella sanità e assistenza sociale le donne percepiscono 66 euro all'ora contro 87 euro all'ora degli uomini. Questa situazione si ripercuote su quelle forme di ammortizzatori sociali di cui le donne sono le maggiori utilizzatrici. Il 53% delle domande Naspi, infatti, sono prevalentemente femminili, ma il valore dell'indennità erogato è mediamente inferiore a quello dei maschi perché si riconduce alla retribuzione effettiva: 986 euro mensili delle donne rispetto a 1145 degli uomini". "Nella Relazione del Civ Inps - sottolinea - nei trattamenti pensionistici il numero di donne supera di lunga il numero di pensionati maschi; dal punto di vista economico nei trattamenti delle pensioni anticipate nel settore privato le donne percepiscono mediamente 1.752 euro sulle pensioni di anzianità, contro i 2.350 euro che percepiscono i maschi. Guardando le pensioni di vecchiaia l'importo delle donne è di 760 euro contro 1359 euro percepito dai maschi. Dunque, c'è tanto lavoro ancora da fare e il punto di partenza deve essere la centralità del lavoro. Dobbiamo fare in modo che le donne possano avere più opportunità occupazionali e che venga applicato ciò che dice l'articolo 37 della Costituzione".
(Adnkronos) - Tre nuovi veicoli elettrici - "per dimostrare che stiamo realizzando l'impegno di sei nuovi Bev in Europa entro il 2026", sottolinea Yoshihiro Nakata, Presidente di Toyota Motor Europe - ma soprattutto un concept di micromobilità che sembra pensato esattamente per la clientela urbana del nostro paese. Sono gli 'ingredienti' principali con cui il principale gruppo automobilistico mondiale si è presentato alla vetrina del Kenshiki Forum di Bruxelles, (Kenshiki in giapponese significa approfondimento), un appuntamento nel quale si fa il punto sulle tendenze e le novità in arrivo, ma soprattutto si respira il mood di un conglomerato che deve muoversi su mercati regionali sempre più differenziati. E l'Europa - ammettono in Toyota - "resta la regione con i cambiamenti più veloci in termini di normative": parole che lasciano intuire la frustrazione (non solo dei giapponesi) nel fare i conti con scenari e indicazioni in continuo mutamento, a iniziare proprio da Bruxelles. E se l'Ue sta riflettendo su come riscrivere le normative fissate per il 2035, in Toyota mantengono la barra dritta consapevoli - come spiega Simon Humphries, Chief Branding Officer e Head of Design di Toyota Motor Corporation - "che la stabilità è importante, ci dà la forza di tenere fede al nostro mantra di costruire auto sempre migliori". "Vogliamo mantenere i nostri impegni di sostenibilità non solo in Europa ma a livello globale" spiegano in Toyota, e questo significa abbassare continuamente il livello di emissioni della gamma, come avverrà appunto con i tre nuovi Bev presentati a Bruxelles. Toyota è da sempre all'avanguardia dell'ibridizzazione e, altrettanto notoriamente, è sempre stata cauta sulle 'zero emissioni': l'unica 100% elettrica al momento in gamma - la bZ4X - ha raccolto risultati soddisfacenti nel Nord Europa (è al primo posto delle vendite in Norvegia e Danimarca), ma su grandi mercati è oscurata dal successo dei suv ibridi come Yaris Cross e CH-R. A Bruxelles la bZ4X è stata presentata in versione aggiornata: dopo avere "ascoltato la clientela" ora la gamma è stata ampliata così da offrire una maggiore autonomia, una ricarica più veloce, e modelli più potenti (fino a 343 CV). Nella nuova versione - che arriverà in autunno con leggeri interventi soprattutto nell'abitacolo - sarà disponibile l'opzione della doppia batteria - 57,7 kWh e 73,1 kWh di capacità lorda - aumentando la scelta per i clienti. Ma sul mercato italiano - in cerca di soluzioni meno ingombranti e sembra destinato a maggiore fortuna il nuovo Urban Cruiser, un B-SUV elettrico derivato dalla Concept presentata nel 2023 e destinato a posizionarsi sopra la Yaris Cross. Basato su una piattaforma dedicata alle auto elettriche sviluppata con Suzuki, il nuovo modello sarà proposto con due batterie (49 kWh e 61 kWh) e tre configurazioni: motore anteriore da 144 CV o 174 CV e trazione integrale da 184 CV con motore posteriore aggiuntivo. In base alle versioni, l'autonomia è stimata fra i 300 e i 400 km, grazie a batterie con tecnologia al litio-ferro-fosfato, collaudata ed economica. Peraltro Toyota offre un Battery Care Program che copre il funzionamento della batteria ogni anno per un massimo di 10 anni o fino a un milione di chilometri percorsi, previo controllo annuale dello stato della batteria. Va invece a completare la gamma C-HR la versione 100% elettrica destinata a competere nella parte più importante del mercato BEV e basata su una piattaforma . Rispetto al modello già in circolazione, la C-HR+ mantiene l'andamento da Suv-coupé ma guadagna 16 cm (è lungo 4,52 m) a tutto vantaggio dell'abitabilità interna e del bagagliaio posteriore da 416 litri. Anche qui, è ampia l'offerta di versioni con batterie da 57,7 kWh (per i modelli a trazione anteriore) e 77 kWh (sia per le varianti a trazione anteriore che integrale) per una autonomia che è stimata fino a 600 km e potenze da 167 a 343 cv (quest'ultima accreditata di uno 0-100 da 5,2 secondi). Ma, come detto, forse più dei modelli in arrivo a catalizzare l'attenzione è stato un concept in attesa di delibera (che potrebbe arrivare a breve): è FT-me, un quadriciclo elettrico a due posti che per caratteristiche tecniche va a sfidare i modelli Stellantis - in primis Fiat Topolino e Citroen Ami - ma che potrebbe non dispiacere agli 'orfani' della Smart. In 2 metri e 40 l'FT-me offre una soluzione di micromobilità a zero emissioni dal design innovativo (ispirato a un casco jet, spiega il chief designer Tadao Mori, del centro stile di Bruxelles) e dall'abitabilità insospettata, con tanto di bagagliaio 'vero'. Ispirato dal successo delle soluzioni di mobilità Toyota sviluppate per i Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2021 e Parigi 2024, l'FT-Me punta a offrire soluzioni premium - come la iper-connettività - a un prezzo accessibile, così da parlare a una clientela che va dai giovani 14enni ai professionisti delle metropoli secondo Stijn Peeters, responsabile della nuova mobilità per Toyota Motor Europe: "Crediamo che ci sia l'opportunità di offrire ai nostri clienti qualcosa di nuovo" spiega. Grazie al ricorso a riciclo e alla riutilizzabilità, l'impronta di carbonio dell'FT-Me può toccare il -90% rispetto agli attuali veicoli urbani, con un consumo di energia per km tre volte inferiore a una normale auto elettrica. Non solo: il quadriciclo Toyota è già pensato per offrire un tetto a pannelli solari che può ricaricare la batteria principale, aggiungendo ai 100 km di base altri 20 -30 km di autonomia al giorno in contesti urbani. Abbastanza per coprire la maggior parte degli spostamenti giornalieri, visto che tre quarti dei tragitti urbani sono inferiori ai 10 km. Ma a colpire è anche la modularità dell'idea con la possibilità di eliminare il posto del passeggero per caricare pacchi lunghi fino a 1,6 metro. Sulla decisione finale circa la messa in produzione pesa il nodo del prezzo: la sfida è quella di mantenere il listino accessibile (verosimilmente intorno ai 10 mila euro) offrendo comunque una 'vera Toyota'. In caso di via libera, spiegano da Bruxelles, basterebbero due anni per vedere l'FT-me sulle nostre strade. E con città sempre più congestionate, dove i 45 kmh di velocità massima del quadriciclo sono spesso un sogno, un mezzo che può parcheggiare in un terzo dello spazio di un'auto normale ma senza compromessi su sicurezza e tecnologia non è un desiderio, è una necessità.