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(Adnkronos) - Un uomo di 57 anni è morto questa mattina verso le 7 a causa di una esplosione nel suo appartamento a Trinitapoli, in provincia di Barletta-Andria-Trani. Quasi certamente si è trattato di una fuga di gas che ha innescato lo scoppio in cucina subito dopo il risveglio. Illesa la moglie che era in casa. L'edificio è stato dichiarato agibile tranne l'appartamento coinvolto nell'esplosione. Per questo gli altri inquilini sono potuti rientrare. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri che indagano sulle cause dell'esplosione.
(Adnkronos) - Fra piatti della tradizione, voglia di innovazione e nuove abitudini, come viviamo la cucina oggi? Knorr, giunta alla sesta edizione del progetto BuonCibo, ha messo a confronto quattro generazioni con una ricerca di Ipsos, che ha dimostrato quanto teniamo a preservare la nostra eredità gastronomica ma che le ricette cambiano e le tradizioni si evolvono seguendo le generazioni. Oggi, secondo la ricerca, il 68% degli intervistati realizza i piatti tradizionali con ricette semplici, approvati pienamente dal 60% della GenZ. Mentre, sempre in tema di tradizione, il 55% della totalità del campione non vuole mettere in discussione le ricette ereditate dalla nonna e il 40% cucina secondo le proprie ricette Per Francesca Spadaro, psicologa e neuroscienziata: “Dai più agée ai più giovani, tutti amano seguire la tradizione, ma inevitabilmente ognuno mette del suo in ogni piatto, gesti diversi, conoscenze attuali, nuovi strumenti. Tutto questo permette di mantenere vivo il passato nel presente e nella memoria dei singoli e lo rende meno anacronistico, più contemporaneo, atto a continue rigenerazioni. Per questo eterno”. Il tempo speso in cucina, è chiave: per la preparazione dei piatti il 53% della GenZ ci passa dai 15 ai 30 minuti, mentre il 42%, soprattutto dai Millenials ‘in avanti’, si impegna dai 30 minuti a 1 ora. Dalla generazione che ‘ama interpretare’, a quella del “rendiamo tutto più semplice e più sano”, solo un punto d’incontro: i piatti della tradizione, individuati da tutte le generazioni come il buon cibo. Sono identitari, raccontano di noi e dell’evoluzione di un nuovo stile di vita che, semplificando l’elaborato, dando più verve alla tradizione, esprimendo la nostra creatività (e anche un po’ il nostro ego), parlano dei nostri valori. Temi rilevanti per il progetto BuonCibo Knorr, come spiega Mariangela Capolupo, head of marketing nutrition, Unilever Italia: “La nostra non è una sfida nuova ma una missione di sempre: far convivere la ricchezza della tradizione con le esigenze in evoluzione delle persone. È una visione che ci guida da anni, ma oggi più che mai, abbiamo sempre meno tempo per cucinare e, allo stesso tempo, cresce il desiderio di semplificare, scegliendo però soluzioni sostenibili per il pianeta. Grazie anche al programma BuonCibo portiamo avanti l’ambizione di rispondere a queste necessità in maniera sempre attuale perché crediamo in un futuro dove le persone possano godere dei piaceri della cucina tradizionale, con un occhio attento alla sostenibilità e all'innovazione”. Ma il cibo vuole dire anche memoria. I Baby Boomers (41%) e GenerazioneX (38%) ritrovano l’autenticità nei piatti tradizionali che rappresentano un tuffo nel passato e nei sapori di un tempo, rievocando - per il 32% dei Baby Boomers e per il 36% della GenerazioneX - ricordi piacevoli dell’infanzia. La voglia di stare in famiglia è invece evocata dalle lasagne (57%), dai dolci fatti in casa (49%) e dalla pasta al forno 48%. Il desiderio di riformulare alcune preparazioni è ciò che separa davvero le generazioni, dimostrato dall’impulso alla sperimentazione della GenZ che vorrebbe esprimersi per il 24% soprattutto nel minestrone e il desiderio per il 32% dei Baby Boomers di non modificare le ricette tradizionali. Il risotto, punto fermo delle domeniche familiari, è ritenuto per il 28% degli italiani il piatto mutabile per eccellenza, nella top 5 dei piatti da rivisitare perché si presta maggiormente a reinterpretazioni moderne. Secondo Francesca Spadaro: “I Millennials e la GenZ hanno qualche inevitabile punto di contatto, come la dinamicità di chi è nato o cresciuto in un mondo ibrido e condividono la distanza dai ‘grandi’, ma in realtà presentano grandi unicità. I Millennials hanno conosciuto culture diverse, assaggiato gusti e sapori. In cucina sono cresciuti nell’era della ascesa del fenomeno food e delle più profonde riflessioni su ciò che è sano e giusto. Oggi le loro scelte (e le loro ricette) sono guidate dai princìpi di salubrità, qualità e trasparenza. Le ragazze e i ragazzi della Gen Z sono aperti alla contaminazione e allo scambio”. Inevitabilmente ogni generazione apporta cambiamenti e varianti dando nuovo significato alla tradizione che non appare più statica ma fluida. Ed è così che i piatti, anche - o forse soprattutto - quelli più legati alle nostre abitudini, cambiano da una generazione all’altra.
(Adnkronos) - Come azienda quotata, parte di un gruppo quotato”, sulla sostenibilità “abbiamo preso degli impegni con gli investitori e con la comunità finanziaria. Gli investimenti proseguono e vanno in un quadro regolatorio che a volte è un po' complesso”. Così Giangiacomo Pierini, Corporate Affairs & Sustainability Director Coca-Cola Hbc Italia, in occasione dell'evento Adnkronos Q&A ‘Trasformazione green, investimenti e strategie’, questa mattina al Palazzo dell’Informazione di Roma, ricorda il “dibattito dell'anno scorso sul regolamento europeo relativo all'imballaggio, che rischiava di smontare un approccio dell'azienda che rappresento, ma più in generale dell'azienda italiana, ad esempio, preferendo il riuso. Questo complica” la situazione “perché, come multinazionale, ma vale per tutte le realtà multinazionali, ci inseriamo in un contesto culturale normativo specifico”. L’azienda ha deciso “di investire, ad esempio, sul riciclo - prosegue Pierini - Abbiamo 6 stabilimenti produttivi nel Paese in 5 regioni e ovviamente gli investimenti in sostenibilità, che dal 2010 a quest'anno montano a mezzo miliardo di euro, si concentrano particolarmente sull'attività industriale: nuovi impianti, nuovi strumenti, nuovi sistemi, nuovi processi. L'area su cui ci siamo molto concentrati, in questo periodo, è proprio quella del packaging che è al 100% riciclabile perché abbiamo la plastica più nobile, il Pet, facilmente riutilizzabile, il vetro, l'alluminio. Si trattava di utilizzare sempre meno materia prima e anche, se possibile, di anticipare quelle tendenze che la normativa europea, che poi nell'ambito ambientale guida la normativa nazionale, ci imponeva”. A tale proposito “abbiamo fatto una cosa, anticipando i tempi - che i consumatori odiano, ma che l'Europa ci chiede di fare - Sono i famosi tappi collegati alle bottiglie che, tra l'altro, vanno a mettere più plastica di prima. Ma è una scelta europea, alla quale ci siamo adeguati. Abbiamo poi tolto i colori dai nostri prodotti e lavorato sulla sensibilizzazione dei consumatori sulla sicurezza dei prodotti alimentari". “La priorità ambientale per noi non è solo il packaging - aggiunge Pierini - C'è un grande tema che vediamo ricorrere anche nelle nuove linee guida della nuova Commissione europea che è l'acqua. Noi, come industria, di acqua ne utilizziamo tanta, è la nostra materia prima. I nostri stabilimenti sono circondati da acqua di superficie, molto spesso ci sono delle risaie intorno a noi o coltivazioni agricole simili. Nello stabilimento, il nostro più grande d'Europa, che abbiamo a sud di Verona, a Nogara, ci siamo posti l'obiettivo di fare qualcosa in più. Non prendiamo l'acqua dall'acquedotto, ma abbiamo dei pozzi che vanno in profondità. La purificano e, grazie agli investimenti industriali, abbiamo un water ratio, che è l'utilizzo di acqua per litro di bevanda prodotta, tra i più bassi in Europa, pari a 1.56. Lo 0.56 in più, che non finisce nella bottiglia - conclude - ritorna depurato nell'ambiente”.