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(Adnkronos) - Chi tocca le tasse, si brucia. Perché perde consenso se va in una direzione, quella di una redistribuzione vera del carico fiscale, ipotizzando una patrimoniale o l'aumento delle tasse sulla casa, gli unici due strumenti che consentono di trovare gettito sicuro che possa finanziare un efficace taglio a vantaggio dei redditi più bassi. Oppure perché rischia di fare danni ai conti pubblici se prova a fare un taglio generalizzato, che non sia solo simbolico. O, ancora, perché incentiva l'infedeltà fiscale, se promette condoni e sanatorie, anche nella nuova definizione di pace fiscale, che penalizzano chi le tasse le paga regolarmente. Sommando queste ragioni, si spiega perché nessun governo e nessuna maggioranza abbiano dimostrato finora di avere la forza di proporre una vera riforma fiscale. E, forse, perché mai si arriverà a farla. Ogni volta che si parla di tasse, e quindi di riforma fiscale, non si può che partire dalla fotografia che i dati sulle dichiarazioni dei redditi mostrano sempre uguale a se stessa. Le tasse in Italia le pagano in pochi, sempre gli stessi, con una quota di popolazione che non dichiara quello che guadagna evidentemente troppo larga per essere tollerabile. In questo contesto, numeri alla mano, la priorità di chi pensa di mettere mano al sistema fiscale dovrebbe essere una: la lotta all'elusione e all'evasione fiscale. Ma andare a stanare chi non paga le tasse vuol dire aumentare i controlli e inasprire le sanzioni, abbassando e non alzando il livello di tolleranza. Un altro approccio che difficilmente può portare consenso. Ma anche l'unico che potrebbe realmente aprire uno scenario diverso, che porti a una riforma fiscale efficace. Restando invece nell'attuale proporzione tra chi paga le tasse e chi non paga le tasse, i margini di manovra si stringono fino, quasi, a scomparire. Per incidere, servirebbero scelte nette e l'assunzione di una responsabilità politica forte. O si sposta il carico fiscale, e allora la patrimoniale, nelle diverse forme possibili, e la tassazione sugli immobili, case incluse, diventano strumenti che possono produrre effetti di redistribuzione. O si decide che il carico fiscale si può ridurre ulteriormente ma, in questo caso, dato che le tasse servono essenzialmente a finanziare i servizi, si deve mette in conto che sanità, scuola pubblica e, più in generale lo stato sociale, possano scontare una ulteriore riduzione delle risorse disponibili. (Di Fabio Insenga)
(Adnkronos) - "Un riconoscimento che celebra non solo una straordinaria stilista, ma una donna che con il suo talento, la sua eleganza e la sua visione ha reso grande nel mondo il Made in Italy, incarnando perfettamente l’anima della nostra cultura del saper fare: creatività, passione, competenza e coraggio imprenditoriale. Desidero rivolgere le mie più sincere congratulazioni – anche con l’affetto dell’amicizia che ci lega – ad Alberta Ferretti per questo meritato traguardo, che conferma ancora una volta il valore di un percorso unico e profondamente ispirante per tante generazioni di donne e di creativi". Così il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni in occasione del conferimento della laurea magistrale honoris causa in 'Comunicazione Digitale e Marketing' ad Alberta Ferretti, Cavaliere del Lavoro e imprenditrice della moda italiana, avvenuto durante la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2025/2026 dell’Universitas Mercatorum, che si è svolta questa mattina all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma.
(Adnkronos) - “Federlegno partecipa ad Ecomondo da tre anni e quest’anno porta la conferma della propria convinzione in tema di sostenibilità, argomento già affrontato in tempi non sospetti, prima della pandemia Covid, e che abbiamo portato all'attenzione di tutti i nostri associati non solo in ottica di evoluzione industriale ma anche e soprattutto di evoluzione verso il futuro. Il mercato ha dato i primi segnali di attenzione alla sostenibilità nel 2019, con Grata Thunberg e i movimenti giovanili, che mostravano una grande sensibilità verso questa tematica”. È quanto affermato da Claudio Feltrin, presidente Federlegno Arredo all’edizione 2025 di Ecomondo, l'evento annuale leader nei settori della Green and Circular Economy, in svolgimento presso la fiera a Rimini, dal 4 al 7 novembre 2025. “Oltre alla nostra convinzione, portiamo ad Ecomondo anche un riflessione sull’importanza della mediazione tra il concetto di sostenibilità ambientale e quello di sostenibilità economica, così che si possa applicare e mettere a terra. Stiamo lavorando inoltre ad un consorzio dedicato alla gestione del prodotto finito - spiega Feltrin - anticipando di fatto ciò che l'Europa chiederà obbligatoriamente fra qualche anno. Il Consorzio che stiamo ideando, che parte dal basso e quindi dalle esigenze delle aziende e del mercato, dovrà riuscire a bilanciare le regole che poi le nostre aziende, che sostengono questo concetto di riuso e di recupero di tutto il materiale che è contenuto nel prodotto finito, applicheranno”. “Il settore del legno arredo oggi sta vivendo una situazione che, mediamente, subisce tutta l'economia mondiale: c'è un movimento geopolitico di riposizionamento di poteri a livello mondiale, che crea uno stato di provvisorietà e incertezza che non aiuta. Arriviamo da un 2024 con segno negativo - sottolinea - E il 2025 non dà segnali differenti dall'anno precedente, quindi probabilmente avremo un segno negativo anche quest'anno. Dobbiamo poi fare i conti anche con le novità del 2025, ossia i dazi, che hanno penalizzato il mercato americano, che per la nostra filiera è molto importante”. “Siamo molto preoccupati per il 2026 in cui si verificherà l'entrata in vigore della normativa Eudr (European Union Deforestation Regulation), che riguarda la lotta alla deforestazione e al degrado forestale. Il nuovo regolamento dell'Ue (Regolamento (UE) 2023/1115) vieta l'immissione sul mercato europeo e l'esportazione di prodotti connessi alla distruzione delle foreste. È giusto fare questo tipo di azioni, ma la questione è come si mettono a terra - dichiara Feltrin - Le nostre aziende devono essere messe nelle condizioni di poter adempiere a questi regolamenti, perché se le regole con cui saremo costretti a lavorare sono insostenibili, chiuderanno parti fondamentali della nostra filiera, come le piccole aziende”. “Nel mercato italiano, il consumatore mediamente è allineato sui principi base della sostenibilità e quindi è attento ad acquistare prodotti che siano sinceramente sostenibili. È chiaro che non sono disponibili a pagare di più. Di conseguenza, il costo per le aziende deve essere assorbito con efficienza produttiva quindi il carico oggi è sulle aziende, che si devono attrezzare e si stanno sviluppando ma che hanno bisogno di tempo e di grandi investimenti per potersi adeguare a questo tipo di esigenza di mercato”, conclude Feltrin.