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(Adnkronos) - I familiari degli ostaggi, dei militari caduti e delle vittime degli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, hanno indetto uno sciopero generale in Israele per domenica prossima per chiedere la fine della guerra e contro il piano del governo di occupare Gaza City. "Domenica prossima prenderemo una pausa per dire, 'basta, fermate la guerra, restituite gli ostaggi. E' nelle vostre mani", ha affermato in una conferenza stampa a Tel Aviv Reut Recht-Edri, la madre di Ido Edri, ucciso da Hamas al festival Nova. E familiari degli ostaggi sequestrati da Hamas prenderanno intanto parte questo pomeriggio a una manifestazione di protesta a Londra che si concluderà a Downing Street per sollecitare il rilascio di chi è ancora nelle mani di Hamas, vale a dire per chiedere al Premier britannico, Keir Starmer, di dare la priorità al rilascio degli ostaggi prima di riconoscere lo Stato palestinese. A organizzare la 'Marcia nazionale per gli ostaggi' sono stati Stop the Hate Uk e diverse organizzazioni ebraiche. Fra i partecipanti ci sarà Noga Guttman, la cugina del 24enne Evyatar David, di cui la scorsa settimana è stato diffuso un video, immagini riprese in un tunnel buio di Gaza in cui lo si vede scheletrico, e i familiari di Avinatan Or, rapito al festival Nova con la fidanzata Noa Argamani. Crescono intanto le pressioni sul governo degli esponenti dell'estrema destra in Israele. Il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, avrebbe nuovamente minacciato di far cadere il governo e portare il Paese a elezioni anticipate durante la riunione della notte di giovedì in cui è stata decisa la nuova operazione militare per occupare Gaza City. "Per quel che mi riguarda, possiamo fermare ogni cosa e lasciare agli elettori decidere", aveva detto. Ieri sera, ha poi dichiarato di "aver perso fiducia nella capacità del Premier e della sua reale volontà di portare l'Idf a una vittoria decisiva". Il ministro per la sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, ha poi anticipato la sua intenzione di chiedere al Premier di attuare "immediatamente" misure per "far cadere l'Anp", "in risposta alle fantasie di Abu Mazen su uno stato palestinese". "E' possibile arrivare alla vittoria. Voglio tutta Gaza, il trasferimento della sua popolazione e la colonizzazione", ha aggiunto Ben Gvir. Altre cinque persone sarebbero intanto morte di fame nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore, fra cui due bambini, rende noto il ministero della Salute della regione, citando fonti ospedaliere. In totale, dall'inizio della guerra, i morti di fame nella Striscia sono stati 217, fra cui 100 bambini. Nell'ultima settimana sono entrati nella Striscia di Gaza più di 1.310 camion con aiuti, in larga misura cibo, ha intanto reso noto l'Idf, precisando che l'agenzia predisposta "continuerà a facilitare gli aiuti umanitari a Gaza per i civili, non per Hamas". Non è chiaro tuttavia quanti di questi aiuti siano stati effettivamente distribuiti alla popolazione stremata della regione. L'Onu valuta che siano necessari dai 500 ai 600 camion di aiuti al giorno per sfamare e curare gli oltre due milioni di abitanti di Gaza.
(Adnkronos) - Un traguardo importante per Santa Tresa, un passo storico per la viticoltura siciliana: con la recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo disciplinare Terre Siciliane Igt, torna finalmente tra le varietà ammesse anche l’Orisi, vitigno autoctono siciliano a lungo dimenticato e finora impossibile da indicare in etichetta. A riportarlo in vita è stata proprio la tenuta di Vittoria (Ragusa) guidata da Stefano Girelli, che da anni lavora per recuperare questo raro tesoro ampelografico. Fino ad ora l’Orisi, reimpiantato grazie a un progetto sperimentale della Regione Sicilia, non poteva essere nominato sulle bottiglie: il vino prodotto da Santa Tresa portava in etichetta solo una 'O', simbolo del suo nome “non scritto”. Con la modifica del disciplinare, l’Orisi può finalmente riprendersi la sua identità anche in etichetta, coronando un percorso che unisce ricerca e storia dell’enologia siciliana. Il vitigno Orisi, nato dall’incrocio spontaneo tra Sangiovese e Montonico Bianco, era sopravvissuto in pochissimi esemplari nei Nebrodi. Il suo recupero è iniziato nel 2003 grazie a un ambizioso piano regionale di valorizzazione dei vitigni autoctoni siciliani, che ha coinvolto il vivaio regionale Federico Paulsen di Marsala e l’azienda Santa Tresa. Nel vigneto sperimentale di Santa Tresa, che si estende su una superficie di circa 5.600 mq, con 2.830 piante, sono presenti 18 vitigni e circa 31 fenotipi diversi. Un bacino di biodiversità della vitivinicoltura siciliana, dove si studia l’interazione del sistema ecologico 'clima/pianta/terreno' dei diversi cloni dei principali vitigni siciliani, oltre che dei vitigni reliquia come l’Orisi, la loro resilienza per una viticoltura sostenibile. In questi anni, dalle 16 piante presenti nel campo sperimentale della tenuta, si è riusciti a ottenere 1.523 ceppi di Orisi, coltivati a spalliera in terreni franco sabbiosi, minerali, su uno strato di calcareniti compatte. "Oltre al dato tecnico, che consente l'utilizzo in etichetta del nome varietale, per noi di Santa Tresa significa anche il riconoscimento dell'impegno che nasce dal nostro campo sperimentale, dalla tecnica agronomica, passa dalle micro-vinificazioni e giunge, grazie alla cultura enologica, al riconoscimento normativo", commenta Stefano Girelli, alla guida di Santa Tresa con la sorella Marina. La vinificazione di 'O' di Santa Tresa segue un protocollo rigoroso: vendemmia manuale a settembre, refrigerazione, fermentazione in botti di rovere di Slavonia e un lungo affinamento sulle bucce fino alla vendemmia successiva, prima di un riposo in acciaio di 4-5 mesi. Santa Tresa, con i suoi 50 ettari di cui 39 coltivati a vite, continua così a essere un esempio virtuoso di viticoltura biologica, capace di coniugare tradizione, biodiversità e innovazione nel pieno rispetto della natura.
(Adnkronos) - “Il nostro gruppo ha sempre messo al centro la sostenibilità, dal 2013 siamo presenti con diverse emissioni sostenibili. Oggi abbiamo raggiunto il 90% di finanza sostenibile. È una strategia che crediamo possa avere valore anche in futuro e per questo abbiamo voluto portare il nostro programma anche in Italia. Per dare più forza al legame che abbiamo col nostro territorio”. Lo spiega Giovanni Gazza, Chief financial officer di Iren, alla ‘Ring the Bell Ceremony’ organizzata a Palazzo Mezzanotte da Iren per celebrare la costituzione del nuovo Programma Emtn (Euro Medium Term Notes). Iren ha rinnovato il proprio Programma incrementando l’ammontare massimo da 4 a 5 miliardi di euro. Il Prospetto informativo relativo al Programma è stato approvato da Consob e ha ottenuto il giudizio di ammissibilità alla quotazione sul Mercato telematico delle obbligazioni (Mot) da parte di Borsa Italiana. “Siamo una local multiutility e questo rimpatrio si lega perfettamente alla nostra strategia. È un programma importante da 5 miliardi e supporterà i nostri 8 miliardi di investimenti al 2030. Oggi comunichiamo al settore che è possibile rafforzare il legame tra le aziende e il mondo della finanza nazionale” conclude Gazza.