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(Adnkronos) - Il 5 giugno prosegue il WMF – We Make Future, la più grande Fiera Internazionale e Festival sull’intelligenza artificiale, la tecnologia e l’innovazione digitale, con la seconda giornata del Music Fest, che si apre alle 9:45 sul Mainstage con la performance della Banda Rulli Frulli. Nato a Finale Emilia (MO) da un’idea di Federico Alberghini, il progetto rappresenta un unicum nel panorama musicale e sociale italiano. La Banda Rulli Frulli è composta da decine di giovani musicisti, abili e diversamente abili, uniti da un linguaggio sonoro potente e originale, fatto di strumenti costruiti con materiali di recupero. Con un’attività live che ha toccato centinaia di piazze in Italia e all’estero, la band porta sul palco un messaggio profondo di inclusione, creatività e comunità. Nel pomeriggio, alle 16, sempre sul Mainstage, sarà la volta del dj set di Pau, autore, compositore e voce inconfondibile dei Negrita. Con oltre trent’anni di carriera alle spalle, Pau si è affermato come uno dei volti più noti del rock italiano, attraversando esperienze che vanno dalle collaborazioni con Ligabue alle colonne sonore per il cinema, fino al teatro musicale, dove ha interpretato Ponzio Pilato nella celebre produzione di 'Jesus Christ Superstar'. Il suo set al WMF sarà un viaggio musicale tra rock, elettronica e sperimentazione, capace di coinvolgere ed emozionare. Alle 21 il Mainstage ospiterà il Summer Tour de La Rappresentante di Lista, uno dei progetti più originali e riconoscibili del panorama musicale italiano. Con uno stile che fonde pop, teatro, impegno e immaginazione, il duo porterà sul palco del WMF un live ricco di energia, visione e intensità. Per assistere al concerto è necessario acquistare un biglietto dedicato su TicketOne. Proseguono anche le esibizioni sul palco del Contest Band Emergenti, all’interno dell’Area Fieristica. La seconda giornata vedrà protagoniste alcune tra le proposte più interessanti del panorama indipendente italiano. Dalla provincia di Modena arrivano i Malvax, band nata come cover band nel 2014 e diventata negli anni una delle realtà più affermate dell’indie italiano. Con l’EP 'disco-teca' e il singolo 'Semafori Rossi', premiato al Premio Lunezia e trasmesso dalle radio nazionali, la band continua a definire una cifra sonora personale e riconoscibile. Sul palco saliranno anche i The Mice Tribe, progetto che fonde radici jazz e attitudine rock, trasformando ogni performance in un’esperienza ad alta intensità emotiva. L’energia, la passione e la contaminazione di stili sono il cuore pulsante del loro percorso artistico. Arrivano invece da un universo sonoro fatto di synth distorti, concept visivi futuristici e vibrazioni underground i Wanderlast, trio italiano attivo dal 2018 che ha fatto del palco il proprio habitat naturale. Dopo una lunga gavetta tra locali e festival, la band ha recentemente raggiunto il traguardo del primo sold out, confermando una fanbase sempre più partecipe e affezionata. Dalle Marche, i Cinqueminuti portano in scena il loro stile ironico, narrativo e coinvolgente, capace di raccontare la quotidianità con leggerezza e groove. Nati nel 2016, fondono alt-pop, rock e funk con una scrittura che alterna poesia e divertimento, con il motto “ride bene chi ride funky” come manifesto estetico. Dalla Sardegna arrivano i Primo Atto di Secessione, band composta da musicisti attivi in diverse formazioni alternative isolane. Con l’uscita del loro primo EP, intitolato 'Atto Primo', propongono una miscela musicale intensa e ruvida, dove punk e rock si intrecciano in una narrazione sonora diretta e viscerale. I Melty Groove, nati nel 2020 da un’idea di Edoardo Luparello, Alice Costa e Carlo Peluso, propongono uno stile che rilegge il soul e il funk in chiave contemporanea. Le loro 'hypercover' sono reinterpretazioni creative di brani celebri, arricchite da improvvisazioni, vocalità gospel e sonorità moderne, in una continua esplorazione tra passato e presente. Chiuderanno la giornata i Leimannoia, un progetto musicale nato come risposta ironica e fuori dagli schemi al mondo indie. Tra irriverenza, giochi di parole e provocazione, la band si muove tra pop, funk, punk e hip hop, definendo la propria identità con un’attitudine anti-mainstream e un sound che riflette l’energia disordinata e autentica delle loro performance. Per accedere ai concerti sul Mainstage è possibile acquistare il Mainstage Ticket 1 day o il Mainstage Ticket 3 days. Entrambi i ticket permettono anche l’ingresso all’Area Fieristica del WMF, dove oltre alle performance delle band emergenti, sarà possibile esplorare numerosi eventi dedicati al mondo dell’innovazione, della robotica, del gaming, degli eSport, della creator economy e molto altro. Il concerto de La Rappresentante di Lista è escluso da questi ticket e prevede l’acquisto di un biglietto dedicato su TicketOne. WMF - We Make Future, fiera internazionale certificata interamente dedicata al mondo dell’innovazione, è in programma fino al 6 giugno. Manifestazione di richiamo globale, riunisce annualmente il meglio dell’innovazione digitale e sociale, i principali player internazionali, startup, scaleup, investitori, istituzioni, università ed enti non-profit. Con più di 70.000 presenze da 90 Paesi nel 2024, +700 espositori, oltre 1.000 speaker e ospiti da tutto il mondo, 3.000 tra startup e investitori, e partner coinvolti per un portafoglio di investimenti pari a 1.300 miliardi, 214 miliardi di AUM, oltre 60 miliardi di dollari in operazioni finanziate e più di 13.000 round di investimento gestiti, il WMF è la Fiera internazionale di riferimento per il mondo dell’innovazione.
(Adnkronos) - Stipendio, flessibilità, tecnologia, cultura e valori sono i cinque pilastri sui quali si costruisce il lavoro del futuro. Secondo i dati elaborati da Talent Trends, sondaggio condotto da PageGroup a livello mondiale, su un campione di oltre 50.000 professionisti, tutto si gioca nel campo della trasparenza: elemento chiave del successo di una strategia di talent attraction e talent retention. “Gli ultimi cinque anni - precisa Tomaso Mainini, amministratore delegato di PageGroup Italia e Turchia, azienda leader a livello internazionale nel settore della ricerca e selezione specializzata - hanno completamente cambiato il mercato del lavoro, come non era mai successo prima. Oggi, infatti, non possiamo più limitarci ad osservare e prendere atto dei cambiamenti, ma dobbiamo imparare a ridefinire il nostro concetto di lavoro, ad adattare le nostre aspettative e a familiarizzare con le tecnologie che stanno trasformando radicalmente il futuro del settore hr. Questo cambiamento porta con sé numerose opportunità, ma può creare esitazioni ed incertezze che hanno un impatto notevole anche sui processi di ricerca e selezione. Molti professionisti, infatti, sono sicuramente aperti al cambiamento, mentre altri preferiscono attendere il momento giusto prima di intraprendere una nuova avventura professionale, bloccati dal contesto economico e politico piuttosto incerto. In quest’ottica, dunque, assumere persone di talento sta diventando la vera sfida per tutte le aziende, di ogni dimensione, tipologia e settore”. Dal caos alla chiarezza: le esigenze dei professionisti si sono stabilizzate e ruotano attorno ad equilibrio tra lavoro e vita privata e benessere. Ovviamente, le priorità cambiano da persona a persona, ma c’è un tema ricorrente nelle risposte degli oltre 50.000 lavoratori che hanno partecipato alla decima edizione di Talent Trends (terza in Italia): la necessità di chiarezza. Sebbene negli ultimi anni i desideri delle persone in ambito lavorativo si siano stabilizzati, molti professionisti hanno diverse incognite sul futuro, legate soprattutto al lavoro ibrido, alla cultura aziendale e alla diffusione dell’Ia. Ed è proprio su questi aspetti che, per i datori di lavoro, entra in gioco l’opportunità di essere competitivi in termini di trasparenza ed ottenere un vantaggio rispetto ad altre aziende. Per farlo, però, dovranno riuscire a dare indicazioni chiare su ciò che sono in grado di offrire, in modo da attrarre talenti in linea ai propri valori. Uno stipendio considerato buono e l’opportunità di avanzamento di carriera sono stati a lungo i desideri principali dei professionisti. Poi, cinque anni fa, tutto è cambiato: la pandemia ha ridisegnato le priorità personali e professionali di molte persone ed ora i lavoratori cercano, più di ogni altra cosa, l’equilibrio tra vita professionale e vita privata, anche a discapito della carriera. “L’equilibrio tra lavoro e vita privata - aggiunge Tomaso Mainini - oggi non è solo un benefit accessorio, ma qualcosa che tutti si aspettano e sul quale non intendono scendere a compromessi. Le aziende che vogliono avere successo non devono limitarsi soltanto a prendere atto di questo cambiamento, ma devono intervenire attivamente per evitare di perdere talenti, attratti magari da realtà che offrono maggiore flessibilità o più attente al benessere delle persone: il 58% dei professionisti che attualmente lavora con modalità ibride o completamente da remoto ha dichiarato, infatti, che cercherebbe un nuovo lavoro se dovesse arrivare la richiesta di aumentare il numero di ore/giorni in ufficio”. Anche l’aspetto economico, ovviamente, non è da sottovalutare, sebbene permanga una situazione che potremmo definire di vigile attesa: secondo i dati elaborati da Talent Trends 2025 emerge che il 42% degli intervistati ha chiesto un aumento di stipendio negli ultimi 12 mesi. In Italia, però, la percentuale di professionisti che prova a negoziare un aumento di stipendio ed ha successo resta più bassa che altrove (13%, rispetto a una media globale che si attesta intorno al 21%) insieme anche ad un leggero calo delle persone che cercano attivamente nuove opportunità professionali (-5%). Un invito alla trasparenza: i professionisti vogliono avere tutte le informazioni in modo chiaro, soprattutto quando si parla di stipendio. “Sappiamo bene - precisa Tomaso Mainini - che per gestire qualsiasi trattativa sia indispensabile avere punti di riferimento chiari, a maggior ragione quando parliamo di retribuzione. L’attuazione della Direttiva UE sulla trasparenza retributiva, che prevede che le aziende UE con più di 100 dipendenti segnalino eventuali differenze salariali e prendano provvedimenti per colmarli, potrà certamente ridurre il divario retributivo, ma non possiamo negare che la strada verso la parità sia ancora molto lunga: secondo i nostri dati, infatti, un terzo dei dipendenti ritiene che esista un divario retributivo di genere e questa percezione aumenta ai livelli dirigenziali e tra le donne: il 45% delle lavoratrici, infatti, percepisce una disparità di stipendio legata al genere nella propria azienda, contro il 24% degli uomini”. Tecnologia e lavoro, una relazione di valore? Per molti professionisti coinvolti nell’indagine, l’ascesa dell’IA generativa (GenAi) è eccitante e spaventosa allo stesso tempo. In pochissimi anni l’Ia generativa è passata da essere un concetto futuristico ad un’applicazione usata da moltissime persone ogni giorno. Che impatto ha l’Ia generativa sul lavoro? Molto alto, secondo i dati di Talent Trends. In media, il 57% degli italiani dichiara che gli strumenti di IA generativa hanno aumentato la propria produttività sul lavoro (la media europea si attesta al 68%), il 59%, inoltre, sostiene che l’IA generativa abbia contribuito a migliorare la qualità del proprio lavoro (63% in Europa) e, infine, il 47% dei lavoratori italiani (58% in Europa) afferma che l’utilizzo della Ia generativa sul lavoro aiuti a concentrarsi su attività più gratificanti e meno routinarie. Il fattore umano al centro delle relazioni di lavoro per una cultura aziendale basata su fiducia e trasparenza. Un professionista su cinque dichiara di avere poca fiducia nei propri manager e questo dimostra quanto siano cruciali la trasparenza e la comunicazione aperta per creare un clima sereno e basato sulla fiducia reciproca. “La bassa fiducia nei propri manager - precisa Tomaso Mainini - porta le persone a cercare nuove opportunità professionali. Dal nostro osservatorio emerge che, in questo momento, la credibilità della leadership è sotto esame: quattro dipendenti su dieci, nel nostro paese, credono che i loro manager siano in grado di far coesistere le esigenze aziendali e il benessere delle persone. Perché? Stabilire la fiducia richiede priorità chiare e comunicazione trasparente. Senza un'azione decisa, i dipendenti possono supporre che i loro responsabili non abbiano a cuore i loro interessi e questo può ad un minor impegno e, nei casi più estremi, alle dimissioni”. Sebbene la fiducia dei dipendenti possa sembrare fragile, ci sono segnali positivi che indicano quanto le aziende si stiano impegnando in questo senso: molti di coloro che hanno risposto all’indagine, infatti, hanno dichiarato che le imprese per le quali lavorano sono abbastanza o molto trasparenti su questioni chiave (obiettivi, comunicazioni o informazioni finanziarie, ad esempio). Il vantaggio dell’autenticità: le aziende che promuovono culture inclusive hanno tassi migliori di attraction e retention. Solo un terzo dei professionisti afferma di poter essere sé stesso al lavoro, mentre meno di un quarto crede che il proprio posto di lavoro sia inclusivo. Appare evidente quindi quanto, su questo punto, ci sia ancora molto da fare. “L’edizione di quest’anno di Talent Trends - conclude Tomaso Mainini - dimostra quanto la riflessione caratterizzi il mercato del lavoro in questo momento ed è per questo che la chiarezza sui cinque elementi che abbiamo individuato (stipendio, flessibilità, tecnologia, cultura e valori) sia l’elemento che può motivare un lavoratore a rimanere in azienda o a valutare una nuova opportunità professionale. Pensare di poter soddisfare le esigenze individuali di tutti è irrealistico, ma comunicando in modo chiaro visione e valori è possibile trasformare l’ambiguità in chiarezza e costruire le fondamenta per una relazione professionale vantaggiosa per aziende e persone. Ed è su questo che si basa il successo, soprattutto in un momento complicato come quello che stiamo vivendo”.
(Adnkronos) - In occasione della XIII Edizione del Festival dell’Energia di Lecce, in programma fino al 31 maggio il vicepresidente della Commissione Europea Raffaele Fitto ha rimarcato nel corso del suo intervento l’augurio che il Festival dell’Energia diventi un luogo di dibattito, discussione e proposte di cui l’energia ne sia il tema centrale. “Il ruolo dell’Europa nel contesto mondiale deve essere centrale, da protagonista. Il tema evidenziato dai rapporti Draghi e Letta, rispetto al potenziamento del mercato unico, è centrale - ha affermato Fitto - La capacità di affrontare le grandi questioni geopolitiche deve essere vista in ottica prospettica, evitando che le grandi questioni sul futuro dell’Europa possano essere affrontate di volta in volta. Ritengo che il tema centrale che racchiude tutte le questioni sia la difesa come sicurezza. L’immediatezza degli scenari di guerra è un tema che tutti vivono in modo drammatico, ma il punto centrale è capire come l’Europa possa investire sulla difesa come strumento di sicurezza per individuare le modalità di crescita, di sviluppo e del suo protagonismo". "Occorre anche considerare la questione dell’autonomia strategica, ossia di come l’Europa possa essere in grado di avere al suo interno una capacità di autonomia rispetto a questioni fondamentali. Non si possono costruire soluzioni se si ragiona solo sull’oggi, ma è necessario trovare le giuste modalità per una programmazione adeguata capace di dare una prospettiva per il futuro - ha detto - In questo approccio, la memoria deve essere un punto di riferimento. Con la guerra Russo-Ucraina abbiamo scoperto una cosa che sapevamo tutti: la dipendenza energetica dalla Russia, ed è iniziata una stagione di recupero di questo ritardo che ha visto l’Europa adeguarsi attraverso una strategia diversa". "L’Unione Europea deve mettere in campo azioni, non per rispondere a urgenze, ma per trovare una programmazione adeguata capace di offrire una prospettiva per il futuro. Gli obiettivi da raggiungere sono molteplici: dalla riduzione delle emissioni all’integrazione delle fonti energetiche, alla riduzione dei combustibili fossili. Occorre adeguare le politiche europee, da una parte per essere più autonomi dal punto di vista energetico, e in secondo luogo mettere in campo un’azione mirata per ridurre le emissioni senza perdere di vista la valutazione dei costi, che rimane un aspetto centrale”, ha concluso il vicepresidente della Commissione Europea.