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(Adnkronos) - L'Italia non produce né possiede armamenti nucleari, anche se ospita sul proprio territorio ordigni atomici Usa nell'ambito del programma di 'condivisione nucleare' della Nato. Ma quali sarebbero, in ipotesi, le procedure militari e politiche, sulla base dell'ordinamento italiano, per l'utilizzo di bombe nucleari? Di certo si tratterebbe di un iter autorizzativo molto dettagliato e complesso. L'eventuale utilizzo di un'arma nucleare sarebbe preceduto da una valutazione relativa ad una minaccia così grave da non poter essere contrastata con sistemi d'arma convenzionali, al punto da concretizzare l'ipotesi di usare la bomba atomica. A quel punto si metterebbe in moto una complessa procedura che presumibilmente coinvolgerebbe il Consiglio Supremo di Difesa, composto dal Presidente della Repubblica (che lo presiede), dal Presidente del Consiglio, dal ministri degli Esteri, della Difesa, dell'Interno, dell'Economia, dello Sviluppo Economico e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa. In quella sede potrebbero essere discusse le modalità di utilizzo dell'armamento nucleare, in base alla minaccia che si profila per la sicurezza nazionale. Difficile poi non pensare a un passaggio governativo e a un esame parlamentare per decisioni di questa gravità e delicatezza. Una volta presa la decisione a livello politico, si metterebbe in moto la procedura strettamente militare per la preparazione degli ordigni e l'individuazione dell'obiettivo, attraverso una serie di passaggi ben regolamentati che si concluderebbero con l'ultimo atto: l'attivazione del 'bottone nucleare' dopo l'autorizzazione definitiva, che potrebbe competere al presidente della Repubblica se si seguisse il modello in vigore in Francia, oppure al Premier, se prevalesse la procedura prevista nel Regno Unito, dove è il Primo Ministro ad autorizzare l'uso delle armi nucleari. "Costituzionalmente il capo delle forze armate è il Presidente della Repubblica, ma è chiaro che sarebbe coinvolto l'esecutivo, quindi anche il Consiglio Supremo di Difesa. Si tratterebbe comunque di una decisione condivisa tra Quirinale e Palazzo Chigi. Passaggi di questa importanza - dice all'Adnkronos Pietro Batacchi, direttore di Rid (Rivista Italiana Difesa) - sarebbero sicuramente concertati, data la natura della questione. Per la fase esecutiva entrerebbero poi in campo il Capo di Stato Maggiore della Difesa, autorità di vertice per quanto riguarda la gestione delle forze e i Capi di stato maggiore delle singole forze armate a seconda del vettore che verrebbe utilizzato per lanciare la bomba". "L’uso di un’arma di qualunque tipo - rileva all'Adnkronos il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di stato maggiore dell'Aeronautica militare ed attuale presidente della Fondazione Icsa - deve soggiacere ad una decisione che va adottata in tempi rapidi e con l’avvio di procedure tecniche ben collaudate e, nel caso dell'armamento nucleare, a prova di qualunque tipo di disguido o malinteso. Già oggi questi sono i criteri in vigore. Quindi i militari debbono ricevere un ordine semplice, inequivoco e sollecito. A monte di un ordine di questo genere non può non esserci un via libera del Parlamento, messo a punto auspicabilmente con il coinvolgimento di tutte le forze politiche. Al Governo poi la susseguente fase esecutiva". (Di Marco Mazzù)
(Adnkronos) - L'intesa tra Usa e Ue sui dazi al 15% per i prodotti europei entrerà in vigore domani 1° agosto. Ma l'incertezza, mancando ancora un piano operativo sui diversi settori, regna sovrana. E le sorprese, per le aziende italiane che esportano in Usa, sono dietro l'angolo. Anche quelle di ritrovarsi, concretamente, a dover fronteggiare un dazio maggiore rispetto al 15% previsto dall'accordo. Come racconta ad Adnkronos/Labitalia Giuseppe Napoletano, amministratore unico della Solania Srl, azienda campana che esporta in tutto il mondo, Usa compreso, il pomodoro San Marzano Dop, una delle icone del made in Italy agroalimentare, che si produce esclusivamente nell'agro Sarnese – Nocerino. "Da domani -sottolinea- ci sarà su ogni container che entrerà negli Stati Uniti c'è l'applicazione del dazio del 15% in più, sul pomodoro già pagavamo il dazio del 6,50 a cui si sommerà il 15%. Dalle informazioni che ho avuto l'altro giorno da Interglobo, lo spedizioniere che fa tutte le operazioni doganali il prezzo 6,50 più 15, che fa 21,50", sottolinea. Un incremento di costi, quello legato ai dazi, che per Solania arriva in un periodo positivo per l'azienda. "Quelli del 2024 sono stati numeri importanti, siamo un'azienda -spiega- che esporta il pomodoro San Marzano Dop in tutto il mondo, facciamo 50 Paesi, dagli Stati Uniti, Canada, Brasile, fino ad arrivare tra il Giappone, Australia e Nuova Zelanda. Abbiamo sede in Campania, esattamente a Sarno e abbiamo due stabilimenti di produzione, una a Sarno e un'altro a Nocera Inferiore. Produciamo circa un milione di quintali di pomodoro, l'export per noi rappresenta quasi l'80%, e gli Usa il 50% di esso. E quindi il problema con l'applicazione dei dazi c'è, è chiaro che dobbiamo essere bravi a ottenere i costi per superare questo momento negativo", sottolinea. Ma, nonostante l'incertezza e l'aumento dei costi legato all'applicazione dei dazi, l'imprenditorie non perde la fiducia. "Io sono fiducioso perché il consumatore americano è molto attento alla qualità, il nostro è un prodotto che va verso un mercato di fascia medio alta. Noi dovremo essere a produrre nel contenere i costi e gli eventuali aumenti di non applicarlo al cliente finale", sottolinea. E Napoletano, nel contenimento dei costi senza intaccare la qualità, si è mosso per tempo. "In previsione di questa situazione, quando si è iniziato a parlare di dazi, abbiamo ci siamo già attrezzati contenendo il costo dell'acciaio, visto che il nostro pomodoro va in contenitori metallici. Abbiamo già fatto i contratti a dicembre e gennaio scorso, in cui non abbiamo subito ulteriori aumenti, mentre in questo momento l'acciaio è aumentato del 7-8%", sottolinea. La 'strada', per Napoletano, per vincere la 'guerra' dei dazi, deve essere questa: valore aggiunto del prodotto e ottimizzazione dei costi. "Abbiamo sentito il nostro importatore -spiega- e il sentimento è chiaro, quando ci sono queste situazioni incredibili a livello internazionale, anche loro devono stringere la cinghia in un momento particolare. Ma noi siamo fiduciosi perché il nostro prodotto è un prodotto di fascia medio alta, non è un prodotto cheap. Il problema lo potresti tenere su un prodotto cheap che magari aumenta del 15-20%", ribadisce. "Chi è abituato a mangiare qualità e a spendere per la scatola di pomodoro San Marzano, continuerà a farlo, non penso almeno per il momento, un'eventuale riduzione del consumo negli Usa", sottolinea. E l'imprenditore sottolinea come oltre ai dazi a pesare sia la svalutazione del dollaro. "Se non c'è un intervento politico a livello internazionale" la situazione che si è creata con i dazi Usa "la puoi tamponare, però a lungo andare puoi avere dei problemi occupazionali, dei problemi di produzione. Questo accordo ha permesso agli Usa di fare il proprio business e di vendere proprie risorse all'Europa, però prima o poi vanno regolati questi scambi commerciali, non si possono tenere i tassi così alti. Mi auguro che da qui a fine anno, anche in occasione delle elezioni di medio termine in America, qualcosa possa succedere", sottolinea. E intanto Napoletano è concentrato sul momento più importante per l'azienda: la produzione del pomodoro San Marzano che viene trasformato esclusivamente in pelati, come previsto dal disciplinare. "In questo momento abbiamo un pomodoro eccellente, un'annata di qualità. Negli ultimi giorni c'è stata una piccola pioggia che non ha fatto danni, perché poi sul pomodoro quello che incide sono eventuali grandinate, che potrebbe danneggiare il prodotto. Fino ad adesso stiamo facendo una qualità eccellente", sottolinea, concludendo che "noi produciamo poi anche pomodoro normale, in Puglia, e anche li stiamo avendo una qualità eccellente".
(Adnkronos) - MM si conferma tra i migliori gestori del servizio idrico in Italia. L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) ha riconosciuto a MM Spa premialità per la cosiddetta “Qualità tecnica” del servizio idrico integrato pari a 5,8 milioni di euro per le annualità 2022 e 2023. Una somma che potrà contribuire a realizzare gli importanti piani di investimento in corso per il miglioramento delle infrastrutture cittadine. In particolare, MM è risultata seconda nella classifica dei gestori che hanno migliorato la performance nella riduzione delle perdite idriche (indicatore M1): abbattendo le perdite dell’acquedotto di un quarto tra il 2022 e il 2023, arrivando all’11,8% (contro una media nazionale di oltre il 42%). Inoltre, confermando il risultato del biennio precedente, MM è ancora una volta prima nella classifica riferita allo smaltimento dei fanghi di depurazione (indicatore M5). Grazie alle attività messe in campo nel recupero di materia e di energia: nessun fango dei due depuratori di Nosedo e San Rocco, gestiti da MM, viene infatti destinato alla discarica, ma inviato a recupero per essere riutilizzato, ad esempio, nell’industria del cemento e in agricoltura. “I risultati raggiunti sono il frutto della competenza e della passione con cui le persone di MM si prendono cura del servizio idrico integrato della città di Milano – ha commentato l’Amministratore Delegato, Francesco Mascolo –, e confermano la concretezza della mission aziendale ‘La tua città, il nostro impegno’, tradotta in pratica con il lavoro quotidiano. Un ringraziamento sentito va pertanto a tutti loro”. “MM si conferma al vertice nazionale per la qualità del servizio erogato. Grazie ai continui investimenti in innovazione e digitalizzazione implementati negli ultimi anni, siamo riusciti a ottenere importanti miglioramenti nella riduzione delle perdite idriche e a sviluppare ulteriormente il modello di economia circolare rappresentato dai nostri depuratori”, ha dichiarato Andrea Volpe, Direttore del Servizio Idrico Integrato di MM Spa. “È solo misurandosi - afferma Lorenzo Persi, Direttore Amministrazione Finanza Controllo e Regolazione di MM Spa – che si può capire come migliorarsi giorno dopo giorno: consapevolezza che è aumentata nel settore grazie all’approccio sviluppato da ArerA negli anni, che punta a costruire logiche che stimolano una competizione virtuosa nelle performance di qualità tra i gestori”.