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(Adnkronos) - “Il peccato veniale di un banchiere è fuggire con la cassa, quello mortale è parlare”. Tornano in mente le celebri parole di Enrico Cuccia leggendo la lettera di addio a Mediobanca di Alberto Nagel. Non perché l'ormai ex amministratore delegato abbia sbagliato a parlare ma perché le parole che ha usato sono destinate a far discutere. Nagel ha prima ricordato la cultura del gruppo Mediobanca fatta “di competenza, passione, trasparenza e understatement che abbiamo ereditato da banchieri straordinari come Enrico Cuccia e Vincenzo Maranghi. Una cultura che ti rimane cucita addosso”. E poi, guardando avanti e rivolgendosi direttamente ai dipendenti ha aggiunto: “Vi attendono ora nuove sfide che, ne sono certo, sarete pronti a superare stando uniti e preservando quella cultura e diversità che vi rendono unici”. Quindi, il ricorso a una citazione che sintetizza, insieme, l'amarezza per la fine di un'era e quella che può essere letta come una dura interpretazione delle conseguenze del nuovo corso targato Mps: “Ricordatevi di quanto scrisse Orazio, ‘Graecia capta ferum victorem cepit’, ovvero ‘La Grecia, conquistata’ dai Romani, conquistò il selvaggio vincitore". Evidente l'accostamento della Grecia conquistata a Mediobanca e del selvaggio vincitore, i Romani, a Mps e, a cascata e con un'interpretazione più larga, a chi ha sostenuto l'operazione, quindi a Caltagirone, agli eredi di Del Vecchio e alla politica che l'ha facilitata. Una citazione che richiama alla memoria un precedente. Quello dell'allora amministratore delegato di Capitalia Matteo Arpe, durante la 'battaglia', che perse, con l'allora presidente Cesare Geronzi. Era il 2007 e intorno alla banca romana si muovevano gi interessi della banca spagnola Santander e del finanziere francese Vincent Bollorè. “Quanto sta accadendo in questi giorni somiglia a quanto accaduto in Italia tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento con le signorie che litigavano tra loro e, per risolvere la situazione, chiamarono i francesi. Non vorrei che si ripetesse la storia di Ludovico il Moro e della chiamata dei francesi”, fu la ricostruzione di Arpe che poi, sollecitato da un giornalista che ricordava il motto “Franza o Spagna purché se magna”, attribuito a Francesco Guicciardini, replicava: “Mi pare un detto molto attuale a Roma in questi giorni”. Dai Francesi e gli Spagnoli ai Romani che conquistarono la Grecia, da Matteo Arpe ad Alberto Nagel, evidentemente i banchieri si affidano alle citazioni storiche quando vogliono dire più di quello che si sentono di dire esplicitamente. (Di Fabio Insenga)
(Adnkronos) - Amazon ha annunciato gli ultimi dati del report sull’impatto delle oltre 20.000 piccole e medie imprese (pmi) italiane che vendono sul suo negozio online. Di queste, oltre il 65% ha venduto anche al di fuori dei confini nazionali, registrando più di 1.2 miliardi di euro di vendite all’estero. Sul totale delle pmi presenti su Amazon, sono oltre 9.000 (più del 45%) quelle che provengono da aree rurali o a bassa densità di popolazione. Nel solo 2024, 6.000 di queste hanno registrato 500 milioni di euro di vendite all’estero. Lombardia, Campania, Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna sono le prime cinque regioni più virtuose per valore di vendite all’estero e con il più alto numero di pmi locali presenti sul negozio online; Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Spagna sono i Paesi in cui le pmi italiane hanno venduto con maggiore successo. Questi i risultati presentati oggi in occasione dell’evento 'Il giro del mondo in 10 anni di vetrina made in Italy di Amazon' tenutosi a Milano, presso la sede dell’azienda. Tra gli ospiti presenti, rappresentanti istituzionali e 10 pmi partner di vendita di Amazon provenienti da 10 differenti regioni italiane, tra le prime ad aver creduto e aderito al progetto, integrando la vetrina made in Italy tra i propri canali di vendita. Nata nel 2015 dalla volontà di promuovere l’eccellenza della creatività e del saper fare italiano, la vetrina made in Italy di Amazon oggi supporta oltre 5.500 aziende del Made in Italy a vendere i propri articoli in undici Paesi del mondo. Sono più di 3 milioni i prodotti della vetrina messi a disposizione dei clienti a livello internazionale e 18 i percorsi regionali presenti all’interno della vetrina che ospitano le tipicità locali. Dal 2019, la vetrina gode della collaborazione di Agenzia Ice, che promuove e supporta le aziende che aderiscono al bando a vendere su Amazon e sulla vetrina made in Italy attraverso specifiche attività di marketing per l’e-commerce. Tra queste, un piano di formazione per la vendita online e di promozione dei loro prodotti, in Italia e all’estero. L’accordo tra Agenzia Ice e Amazon ha coinvolto finora oltre 2.800 pmi italiane e messo a disposizione dei clienti Amazon a livello internazionale più di 700.000 nuovi prodotti made in Italy. “Il valore del Made in Italy e dell'imprenditoria italiana è riconosciuto in tutto il mondo e gli strumenti che il digitale offre alle aziende del nostro Paese sono una leva concreta di sviluppo del business al di fuori dei confini nazionali. Oggi la vetrina made in Italy di Amazon festeggia i primi 10 anni dal suo lancio e, come Agenzia Ice, plaudiamo al lavoro svolto insieme sin dall'inizio della nostra collaborazione, avviata nel 2019, che ha portato benefici concreti alle oltre 2.800 aziende coinvolte. Uno strumento accessibile e concreto. Per questo stiamo mettendo le basi,nell’ipotesi in fase di valutazione, di proseguire e rafforzare la nostra sinergia. Certi che sia un canale efficace per la promozione all'estero delle nostre eccellenze. In linea con l’impostazione della diplomazia della crescita”, ha dichiarato Matteo Zoppas, presidente di Agenzia Ice. “La Vetrina Made in Italy è una storia di successo della strategia di sostegno all’export italiano nel mondo: con un investimento pubblico di 11,5 milioni di Euro è stato generato un fatturato superiore a 650 milioni di Euro in 10 anni. Risultati che confermano quanto sia strategico, per un tessuto imprenditoriale come quello italiano, favorire l’accesso a strumenti digitali avanzati, capaci di amplificare la visibilità internazionale e ridurre le barriere all’ingresso sui mercati. Transizioni digitali e verdi sono una garanzia di crescita esponenziale dell’export e della proiezione delle aziende nel mondo”, ha commentato Fabrizio Lobasso, vicedirettore generale per l’internazionalizzazione economica al ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. “Le piccole e medie imprese sono la spina dorsale dell’economia italiana. Come loro alleati, siamo felici di offrire nuovi strumenti, occasioni di formazione e visibilità, in Italia e all’estero”, afferma Giorgio Busnelli, vp e country manager di Amazon Italia. “Dieci anni fa la vetrina made in Italy di Amazon nasceva come un esperimento. Oggi è uno store internazionale consolidato, che porta l’eccellenza delle piccole e medie imprese italiane nel mondo. Un traguardo possibile grazie alla fiducia delle aziende che hanno accettato la sfida e alla collaborazione con partner istituzionali come Agenzia Ice, il ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale e il ministero delle Imprese e del made in Italy. La nostra forza è crescere insieme: innoviamo al fianco di chi crede che la collaborazione sia la chiave per trasformare le idee in opportunità e generare un impatto positivo per il Paese”, continua. Oggi Amazon ha inoltre annunciato che dal 5 al 12 ottobre sarà disponibile per i clienti giapponesi ed europei una speciale finestra dal nome 'Happy 10th anniversary made in Italy!', che consentirà loro di conoscere e acquistare una curata selezione di prodotti dell’eccellenza del Bel Paese all’interno della vetrina made in Italy. Tra le aziende presenti sulla vetrina giapponese, anche Emilia Food Love, pmi della provincia di Reggio Emilia che dal 2017 vende prodotti della tradizione gastronomica emiliana ai clienti Amazon in Italia e nel mondo. Da quando è presente sul negozio online ha esteso il suo mercato dall’Europa (dove vende principalmente in Germania, Paesi Scandinavi e Regno Unito) agli Stati Uniti e, appunto, al Giappone. “Delineare l’identikit del nostro cliente tipo all’estero non è complesso”, racconta Andrea Magnone, co-titolare di Emilia Food Love “sono consumatori appassionati dell’autentico cibo italiano, che spesso faticano a reperire localmente, motivo per cui si affidano con piacere alla nostra selezione di qualità”. Aggiunge Rossella Perri, co-founder insieme a Magnone del progetto: “Ci siamo dati l’obiettivo di portare nel mondo il vero gusto Italiano, ponendoci da intermediari tra produttori locali e clienti internazionali: grazie al digitale infatti offriamo ai piccoli artigiani locali l’accesso a mercati e clienti che da soli non riuscirebbero a raggiungere. In quest’ottica la vetrina Made in Italy di Amazon si è rivelata un partner strategico”. “Giappone e Italia condividono molte sfide comuni. Tra queste, la necessità di sostenere le realtà di piccole e medie dimensioni in un contesto globale sempre più competitivo. La vetrina ‘Made in Italy’, lanciata da Amazon Italia nel 2015, rappresenta un’ iniziativa all’avanguardia che valorizza le imprese di piccole e medie dimensioni, cuore pulsante del made in Italy, offrendo loro una piattaforma concreta per crescere sui mercati esteri. Lo stesso accade in Giappone con il ‘Japan Store’ di Amazon. Confido che iniziative come queste continuino a contribuire in modo significativo alla crescita commerciale delle piccole e medie attività in Giappone, in Italia e in tutto il mondo”, commenta Nabeshima Tokuko, console generale aggiunta del Giappone a Milano. “Questo traguardo rappresenta una grande opportunità per riflettere sulla solida partnership tra Italia e Stati Uniti. I nostri due Paesi condividono una lunga storia di collaborazione, e eventi come questo ci ricordano quanto possiamo realizzare quando lavoriamo insieme. Che si tratti di commercio, scambi culturali o innovazione, i legami tra le nostre nazioni continuano a rafforzarsi”, dichiara Daniel Cederberg, console degli Stati Uniti per gli affari politici ed economici a Milano. Le oltre 20.000 pmi italiane che vendono attraverso Amazon sono distribuite su tutto il territorio nazionale, contribuendo a generare valore all’interno delle singole economie locali in modo omogeneo. Analizzando in particolare le vendite all’estero dalle pmi nelle singole regioni, la Lombardia si conferma la prima in classifica per valore dell’export, con oltre 345 milioni di euro di vendite registrate all’estero nel 2024 e più di 3.400 pmi della regione presenti su Amazon, di cui oltre il 65% esporta. Seguono la Campania, con un export di oltre 170 milioni di euro e più di 3.100 pmi, di cui oltre il 60% esporta; Lazio con più di 115 milioni di euro registrati all’estero e più di 1.800 pmi, di cui oltre il 65% esporta; Toscana, con più di 100 milioni di euro registrati all’estero e oltre 1.100 pmi, di cui più del 65% esporta. A chiudere la top 5 infine l’Emilia-Romagna, con oltre 1.400 pmi, di cui più del 65% esporta. Queste ultime nel 2024 hanno registrato più di 95 milioni di euro di vendite all’estero. Tra le altre regioni con un elevato livello di export figurano anche Piemonte (più di 85 milioni di euro e oltre 1.100 pmi); Veneto (più di 80 milioni e oltre 1.400 pmi); Puglia (più di 45 milioni e oltre 1.600 pmi); Sicilia ( più di 45 milioni e oltre 1.300 pmi) e Marche (più di 40 milioni e oltre 550 pmi). Da quando Amazon è arrivata in Italia, nel 2010, ha investito oltre 25 miliardi di euro per costruire infrastrutture, creare posti di lavoro e supportare migliaia di imprese locali. Solo nel 2024, gli investimenti hanno superato i 4 miliardi di euro. Attualmente l’azienda impiega nel nostro Paese oltre 19.000 persone con contratto a tempo indeterminato, attive in oltre 60 strutture distribuite su tutto il territorio nazionale – tra cui sedi logistiche, uffici corporate, data center e il servizio clienti. A questi si aggiungono i posti di lavoro indiretti: secondo le stime di Keystone, nel 2024, si stima che gli investimenti di Amazon in Italia abbiano sostenuto oltre 40 mila posti di lavoro indiretti e più di 10mila posti di lavoro indotti in settori come costruzioni, logistica e altri servizi professionali.
(Adnkronos) - "Sono uno dei pochi che sa com’è fatta la faccia di un agricoltore, di un bracciante, di un contadino. Sono orgoglioso di essermi formato in mezzo a voi. Mi auguro che negli anni futuri ci sia sempre qualcuno che conosca davvero il mondo agricolo e che ricordi che i nostri produttori sono portatori di valori profondi". Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, intervenendo a Campania Mater, la due giorni al Palazzo Reale di Napoli dedicata al futuro del settore primario. De Luca ha ripercorso il lavoro svolto con l’assessore all’Agricoltura Nicola Caputo per affrontare le emergenze degli ultimi anni. «Abbiamo dovuto gestire crisi sanitarie che hanno colpito alcuni prodotti e un problema drammatico per il comparto bufalino. Nonostante battaglie, scontri ed equivoci, siamo riusciti quasi a risolvere la questione della brucellosi, adottando anche scelte serie di governo e linee di sburocratizzazione per i pagamenti agli allevatori. Abbiamo tenuto ferma la strategia di valorizzazione della qualità dei prodotti, difendendo un settore che rappresenta un’eccellenza assoluta e una grande ricchezza per l’economia campana». Il governatore ha ricordato anche gli interventi in materia di consorzi di bonifica, «alcuni in condizioni di dissesto e senza risorse per il personale», e l’impegno sul fronte della programmazione idrica. «Siamo l’unica regione d’Italia ad aver approvato un piano per l’autonomia idrica, del valore complessivo di miliardi di euro tra fondi europei e risorse di bilancio. Abbiamo previsto 20 invasi collinari e i lavori per la diga di Campolattaro, cofinanziata con il ministero delle Infrastrutture, che permetteranno di irrigare 40mila ettari di terreni, in particolare quelli destinati a produzioni vitivinicole. Vogliamo garantire autonomia idrica per l’agricoltura, l’uso potabile e la produzione di energia idroelettrica». De Luca ha sottolineato la necessità di «non abbassare la guardia di fronte ai cambiamenti climatici. Se finora la siccità ha colpito più la Pianura Padana che la Campania, non possiamo rilassarci: servono infrastrutture, dighe e invasi collinari per garantire sicurezza anche negli anni più difficili». Tra le altre iniziative, il presidente ha citato il progetto per «un grande mercato florovivaistico nell’area di Torre Annunziata, all’avanguardia in Italia e in Europa», e le misure a tutela dell’export campano, «oggi minacciato da possibili ricadute dei dazi. Dobbiamo prepararci a sostenere i settori più colpiti e non lasciare più sole le aziende». Sul piano della promozione, De Luca ha rivendicato i progressi compiuti: «Siamo presenti al Vinitaly con uno stand unico che valorizza i nostri territori e rappresenta un punto di forza per i produttori». Ha poi ricordato i bandi per il direttore dell’ente pagatore regionale «in un’ottica di sburocratizzazione» e gli interventi a favore dei lavoratori idraulico-forestali «che da anni vivevano in una condizione di totale precarietà». «Questo lavoro – ha concluso De Luca – deve continuare e non va disperso. Mi auguro che in futuro chi guiderà la Regione sappia cosa significa essere un bracciante, un agricoltore, un allevatore; che conosca la filiera, le istituzioni, le battaglie per la sanità animale e la prevenzione. Abbiamo fiducia nel futuro del settore: negli ultimi anni si è registrato un ritorno all’agricoltura da parte dei giovani e dobbiamo accompagnarli con innovazione, rinnovamento tecnologico e contratti pluriennali di fornitura, che garantiscano programmazione e investimenti. Cercheremo di starvi vicino sempre, senza lasciare nessuno indietro. E, per quanto mi riguarda, conto di campare ancora a lungo».