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(Adnkronos) - Che tempo che fa torna oggi, domenica 21 dicembre, con la puntata prima di Natale. Il programma condotto da Fabio Fazio va in onda in diretta tv dalle 19.30 sul Nove e in diretta streaming su Discovery+. La puntata di oggi è impreziosita dalla presenza di Roberto Benigni tra gli ospiti. Il premio Oscar, per la prima volta sul Nove, è reduce dal successo dello spettacolo televisivo ‘Pietro - Un uomo nel vento’, di cui è appena uscito l'omonimo libro, che ripercorre la Storia vista attraverso gli occhi del primo degli apostoli, in un racconto intimo e sorprendente che restituisce, come mai era accaduto prima, voce e umanità a una delle figure più straordinarie della Storia. Quindi, spazio allo sport: Flavio Cobolli e il capitano non giocatore Filippo Volandri, protagonisti lo scorso novembre della storica vittoria dell'Italia nella Coppa Davis 2025, dove hanno conquistato il terzo titolo consecutivo per gli Azzurri, il quarto nella storia dopo il trionfo in Cile nel 1976. Al cinema con Christian De Sica, dal 2 gennaio protagonista della seconda stagione di ‘Gigolò per caso – La sex guru’, diretto da Eros Puglielli. E ancora: lo scrittore Premio Strega e Premio Campiello Paolo Giordano; il parroco della Sacra Famiglia a Gaza, padre Gabriel Romanelli; l’editorialista del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli; gli editorialisti de la Repubblica Annalisa Cuzzocrea e Massimo Giannini; la giornalista Cecilia Sala; Roberto Burioni, Professore Ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele. A chiudere la puntata l’immancabile appuntamento con “Che tempo che fa – il Tavolo” con: Enzo Iacchetti; Cristiano Malgioglio, che si esibisce con il nuovo singolo ‘Chi lo sa’; Alessia Marcuzzi; Orietta Berti; Fabio Rovazzi, il 31 dicembre alla conduzione del ‘Capodanno di Bari’ con Federica Panicucci; Nino Frassica; Mara Maionchi; Gigi Marzullo; la Signora Coriandoli; Francesco Paolantoni; Ubaldo Pantani; Diego Abatantuono; Giucas Casella; Christian De Sica; Flavio Cobolli; Filippo Volandri.
(Adnkronos) - “Il Labor Day vuole accendere una scintilla nei giovani e avvicinarli al mondo del lavoro. Oggi i ragazzi escono dalla scuola e non sono preparati ad affrontare il lavoro. Noi vogliamo quindi aiutarli, in qualità di movimento educativo e sociale che al centro del proprio impegno ha il lavoro dignitoso. Tutto ciò tenendo conto di due pilastri: il lavoro che vale e i valori del lavoro”. E’ quanto affermato da Lidia Borzì, ideatrice del LaborDì e vicepresidente delegata delle Acli di Roma, in occasione dell’edizione 2025 di Labordì, l’evento promosso dalle Acli di Roma dove i giovani incontrano il mondo del lavoro. “Il lavoro non è un mero scambio tra prestazione e compenso, è un diritto costituzionale, quando è dignitoso il lavoro è libertà e crescita della persona e della comunità - aggiunge - Il lavoro è relazione e partecipazione. Per essere tutte queste cose, deve essere pulito, non deve uccidere, deve essere equamente retribuito, dare le giuste tutele e il tempo anche per la propria vita familiare”. “Gli orizzonti del lavoro mutano continuamente, nuovi lavori arrivano con l'intelligenza artificiale e tanti vecchi lavori muoiono - prosegue - Quindi vogliamo allenare i giovani a cercare le loro opportunità, coniugando passione e interessi con gli ambiti dove ci sono le opportunità. Oggi vogliamo dare loro anche gli strumenti ‘da mettere nei loro zaini’, insegnandogli come scrivere un curriculum, come gestire un luogo di lavoro e i propri profili social. Lo facciamo anche attraverso tanti workshop sulle competenze trasversali, come quella di saper essere assertivi e lavorare in squadra”. “Il nostro punto di forza è la rete: è qui presente tutta la comunità, dalla Chiesa alla scuola, dalle istituzioni alle aziende, fino alle organizzazioni sociali e sindacali - conclude - Siamo qui, tutti insieme, perché non possiamo più rinviare una grande alleanza per il lavoro dignitoso che metta al centro il binomio giovani e lavoro, che è un volano di speranza”.
(Adnkronos) - “Come accade per tutti i materiali, anche la plastica sta affrontando una necessaria metamorfosi. Non c’è infatti alcun materiale che oggi possa ignorare la necessità di ridurre il suo impatto” sull’ecosistema. Per raggiungere questo obiettivo disponiamo di “due strategie fondamentali: la prima è la circolarità, la seconda è la capacità di avere un progetto per il fine vita della materia. In questo contesto, il design ha un ruolo molto importante perché può accompagnare i prodotti anche nella relazione con l'utilizzatore” e promuovere “questa operazione”. Con queste parole Frida Doveil, curatrice della mostra Oltreplastica, è intervenuta in occasione dell’evento inaugurale dell’esposizione, realizzata da ADI Design Museum con il supporto di Eni, main partner del museo, e con la presenza in mostra di Versalis con Novamont e Finproject. L’esposizione nasce per rendere evidenti tutte le possibilità che il design ha oggi a disposizione per compiere scelte responsabili quando utilizza la plastica. “La mostra si occupa verticalmente del tema della plastica. Questo materiale è infatti stato un alleato potentissimo dell'innovazione nel secolo scorso, da alcuni chiamato proprio ‘il secolo della plastica’ - aggiunge la curatrice, spiegando come l’arrivo del composto di sintesi “ha spinto verso il miglioramento delle performance anche di altri materiali. Oggi però, accanto alla performance funzionale, dobbiamo guardare anche alla performance ambientale. La plastica sta facendo questa operazione, ma forse è meno visibile rispetto ad altri materiali, anche perchè si tende a pensare che la plastica vada sostituita. Invece, a dover essere sostituita è l’idea che abbiamo di questo materiale. La mostra, con il neologismo ‘Oltreplastica’, vuole suggerire l'idea di questo cambio culturale: dobbiamo vedere la plastica per quello che è già diventata e per l'opportunità che ci dà di fare plastica in una maniera sostenibile e consapevole”. L’esposizione ha un ruolo importante anche nel promuovere una riflessione sul tema della sostituzione dei materiali: “Ogni nuovo materiale entra in campo imitandone un altro - conclude - presentandosi come una proposta migliore o in sostituzione di un materiale precedente. Qui, ad Oltreplastica, vogliamo invece guardare ai materiali in un'ottica diversa, ossia concentrandoci su ciò che ci può aiutare a usare quello che è plastico in una maniera alternativa. Collaborano dunque, in questo universo, anche forme della materia che non hanno a che fare con i polimeri - magari originate dal legno o dai batteri o, ancora, dai funghi - le cui prestazioni però sono simili a quelle dei polimeri. Questo è molto interessante”.