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(Adnkronos) - "Sembra di vivere un incubo. Mentre migliaia di malati soffrono a casa o negli ospedali senza cure palliative e mentre migliaia di disabili sono abbandonati dallo Stato, senza servizi socio-assistenziali, qual è oggi la priorità del nostro Parlamento? Facilitare il suicidio di queste persone e addirittura rischiare di indurle a uccidersi. Questo sarebbe progresso e civiltà?". È questo il messaggio lanciato oggi da Pro Vita & Famiglia Onlus in occasione della conferenza stampa 'Fermate la Legge, non fermate la Vita', svoltasi presso l’Hotel Nazionale, a pochi passi dal Parlamento, proprio mentre in Senato è in corso l’iter del disegno di legge che punta a regolamentare il suicidio assistito. Un testo, proposto dalla stessa maggioranza di centrodestra, che preoccupa profondamente l’associazione e tutti i partecipanti all’incontro: "Una legge che – ha dichiarato il presidente di Pro Vita & Famiglia Antonio Brandi – crea una procedura statale per le richieste di suicidio assistito, col pretesto illusorio di mettere dei paletti all’interventismo della magistratura. Ma ogni legge ha un impatto culturale: ciò che diventa legale sembra giusto, persino auspicabile. Nel programma elettorale del centrodestra non c’era nessuna proposta del genere, quindi si tratta di un vero e proprio tradimento che cede alla propaganda radicale e ai continui ricatti della magistratura al Parlamento". Brandi ha denunciato con forza il rischio di abusi e pressioni sociali sulle persone più vulnerabili, già evidenziato dalla stessa Consulta; ha ricordato che il vero scandalo è la mancanza di accesso alle cure palliative, che colpisce circa il 77% dei malati adulti e circa l’85% dei bambini. Senza una vera alternativa di cure non è scelta è una spinta alla morte. Ha anche portato la sua testimonianza personale: "Anch’io, malato di cancro, ho pensato di farla finita. Ma l’amore dei miei cari e le cure mi hanno salvato. In quel buio, una legge così mi avrebbe potuto spingere a un gesto senza ritorno". Infine, Brandi ha messo in guardia contro la deriva culturale e legislativa già visibile in Paesi come Belgio, Canada e Olanda, dove centinaia di casi di soppressione di depressi e malati psichici sono avvenuti anche senza consenso: "se lo Stato inizia a sopprimere i sofferenti invece della sofferenza, salta ogni confine. Non serve una nuova legge: serve umanità". Sotto accusa, in particolare, l’idea di istituire un Comitato Nazionale governativo incaricato di valutare le richieste di suicidio assistito e la fake news secondo cui il Parlamento sarebbe 'obbligato' a legiferare. "Il Parlamento - ha infatti spiegato il magistrato della Corte di Cassazione Giacomo Rocchi – non ha nessun obbligo di approvare una legge che attui una sentenza della Corte Costituzionale: ciò è del tutto pacifico. La sentenza n. 242 del 2019 non ha creato un vuoto normativo ed è stata direttamente applicata in varie parti d’Italia. Una legge - ha aggiunto - avrebbe l’effetto di aumentare i casi di suicidio assistito e di consolidare nella coscienza sociale il riconoscimento di un presunto 'diritto di morire'”. Questo riconoscimento mette in pericolo le persone fragili e vulnerabili, gli anziani, i disabili e i malati: per loro la morte anticipata rischia di diventare “la” soluzione, più rapida, indolore, economica. La nostra società ha bisogno di altro: riconoscimento del valore di ogni vita, solidarietà, aiuto, vicinanza, impegno collettivo verso tutti i componenti. A dare voce a chi soffre e chiede di vivere è stato invece Emanuel Cosmin Stoica, influencer, scrittore e attivista per i diritti dei disabili: "Approvare una legge sul suicidio assistito non è un atto di civiltà, ma la sconfitta della civiltà stessa - ha affermato Stoica - È assurdo che sia proprio lo Stato a fornire scorciatoie per morire anziché offrire strumenti per vivere ed è disumano dire a un malato, a un disabile, a un anziano: 'La tua sofferenza non ci riguarda, fai da te'. Al contrario - ha proseguito - uno Stato degno di questo nome non legalizza l’abbandono: garantisce esistenze dignitose, investe in cure, assistenza, vicinanza. Io non chiedo compassione: chiedo giustizia, chiedo responsabilità, chiedo che la vita torni ad essere un diritto, non un’opzione da rifiutare». Maria Rachele Ruiu, portavoce di Pro Vita Famiglia, che ha moderato l’incontro, ha invece denunciato con forza che "guardiamo con sgomento il fatto che anche settori e realtà del mondo laico cattolico si stiano attivamente impegnando per promuovere questa legge, utilizzando il falso argomento secondo cui la situazione attuale sarebbe un male più grave. Ma ad oggi – ha sottolineato – i suicidi assistiti eseguiti in Italia sono solo 7. Se la legge venisse approvata, il numero aumenterebbe in modo esponenziale, innescando quel tragico effetto domino già verificato in altri Paesi". Per sensibilizzare l’opinione pubblica e ribadire il proprio NO alla legge sul suicidio assistito, Pro Vita Famiglia ha lanciato anche una campagna nazionale con affissioni pubbliche e camion vela in diverse città, tra cui Roma e Milano. L’immagine raffigura un Parlamento popolato da figure incappucciate con la falce in mano – simboli della Morte – accompagnata dallo slogan: 'Siete stati eletti per aiutarci a vivere, non per farci morire'. L’associazione continuerà la mobilitazione per chiedere il ritiro di qualsiasi proposta di legge sul suicidio assistito e il potenziamento della legge 38/2010 sulle cure palliative.
(Adnkronos) - Amazon rinnova il suo impegno a sostegno nell’istruzione femminile nelle discipline Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics), annunciando le vincitrici della settima edizione di Amazon Women in Innovation. Giunto al settimo anno, il programma unisce il sostegno economico al mentoring professionale per contribuire allo sviluppo della nuova generazione di leader donne nel settore tecnologico-scientifico. Le vincitrici del 2025, selezionate per il loro talento e potenziale, sono: Giorgia Orrù, studentessa di Ingegneria Elettronica, Informatica e delle Telecomunicazioni presso l’Università degli Studi di Cagliari; Giorgia Spanò, studentessa di Ingegneria Digitale e Informatica presso il Politecnico di Milano; Fabiana Curzietti, studentessa di Ingegneria Informatica presso l’Università di Napoli Federico II; Adriana Grippi, studentessa di Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi di Palermo; Aurora Litardi, studentessa di Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata; Jana Ehab Mohamed Salaheldin Mahmoud, studentessa di Ingegneria Informatica presso il Politecnico di Torino; l’Università di Catania annuncerà prossimamente la studentessa vincitrice. Amazon fornirà alle vincitrici borse di studio della durata di tre anni, che includono un contributo annuale di 6.000 euro. Ogni studentessa sarà inoltre affiancata da una mentor, una manager Amazon che le guiderà nel loro sviluppo personale e professionale. “Con Amazon Women in Innovation vogliamo sostenere il talento femminile nelle discipline Stem, contribuendo concretamente a ridurre il divario di genere nella tecnologia e nell’innovazione. Crediamo che fornire opportunità concrete e strumenti pratici, come borse di studio e mentorship, sia fondamentale per guidare le nuove generazioni verso un futuro professionale in cui le loro competenze, idee e passioni possano fiorire”, ha detto Rita Malavasi, responsabile Relazioni Istituzionali di Amazon.it. “È particolarmente gratificante vedere le nostre laureate non solo avere successo professionale, ma diventare loro stesse promotrici, ispirando la prossima generazione di leader tecnologiche in Italia”, ha aggiunto. Lanciato nel 2018, il programma Amazon Women in Innovation ha supportato 33 studentesse in tutta Italia, incluse le vincitrici di quest’anno. Il programma offre alle partecipanti un’opportunità di arricchire gli studi universitari ed è stato un trampolino di lancio per molte giovani studentesse, supportandole nel loro percorso accademico e aiutandole a costruire carriere nelle tecnologie emergenti. Jihad Founoun, vincitrice della quarta edizione della borsa di studio per il Politecnico di Milano, si è iscritta a un prestigioso programma internazionale di doppia laurea magistrale in Data Science tra il Politecnico e Kth Stoccolma, con l’obiettivo di specializzarsi nei sistemi di raccomandazione e contribuire alla ricerca nel campo. Elisa Cacace, vincitrice a Roma Tor Vergata nel 2022, è entrata nel mondo del lavoro come sviluppatrice software dopo la laurea in Ingegneria Informatica, e sta attualmente proseguendo gli studi magistrali. Beatrice Proietti, vincitrice della borsa di studio nel 2023 per l’Università degli studi di Roma Tor Vergata, afferma: “La mentorship è stata fondamentale: mi ha aiutato a chiarire i miei obiettivi e a capire meglio come affrontare il futuro nel mondo della tecnologia”. La borsa di studio Women In Innovation, rivolta alle giovani studentesse in ambito Stem, si inscrive nel più ampio impegno di Amazon per il supporto all’educazione e all’istruzione. Nel 2024, Amazon ha infatti annunciato l’obiettivo di formare 200.000 studenti e studentesse in ambito Stem entro la fine del 2026 in Italia, sottolineando il suo impegno nel promuovere l’alfabetizzazione tecnologica e preparare la prossima generazione al mercato del lavoro in continua evoluzione. L’iniziativa include diversi programmi, tra cui: Amazon Future Engineer, che mira a fornire accesso gratuito a risorse di formazione Stem; Aws re/Start, sviluppato con la scuola di coding Develhope, che mira a contrastare la disoccupazione giovanile nel Sud Italia offrendo corsi di formazione cloud gratuiti; e altre iniziative Aws con particolare attenzione a Cloud, Intelligenza Artificiale e Machine Learning, come Aws Academy e AWS Educate.
(Adnkronos) - Dal pesto con vasetti di vetro riciclato e basilico tracciabile con blockchain, allo sviluppo di fonti di energia rinnovabile, fino al miglioramento nutrizionale di 140 prodotti Mulino Bianco in 10 anni. Nel portafoglio del Gruppo Barilla (21 brand, oltre 2 milioni di tonnellate di prodotti realizzati nel 2024) ognuno ha una storia di sostenibilità da raccontare. Le presenta il nuovo Rapporto di Sostenibilità Barilla, che racconta 17 anni di impegno per l'ambiente, il benessere delle persone e il sostegno alle comunità. E, alla fotografia dei risultati raggiunti, aggiunge anche gli obiettivi al 2030, confermando la sostenibilità come perno strategico per il futuro. Un impegno che è valso a Barilla il riconoscimento, per il secondo anno consecutivo, di prima azienda alimentare al mondo per reputazione secondo il Global RepTrak 100. “Quello che condividiamo all’interno del nuovo Report di Sostenibilità è frutto di una visione che traccerà il percorso verso il nostro futuro - affermano Guido, Luca e Paolo Barilla nella lettera introduttiva al Rapporto di Sostenibilità 2024 - La strada sarà come sempre lunga e complessa, ma grazie all’impegno e alla passione delle nostre Persone, siamo pronti a proseguire il viaggio con la stessa intensità e determinazione con cui abbiamo iniziato”. "Il nostro impegno prende forma concreta attraverso un nuovo approccio strategico di sostenibilità, pienamente integrato con la nostra strategia di Business - ricorda Gianluca Di Tondo, amministratore delegato del Gruppo Barilla - Un percorso che ci guiderà fino al 2030, trasformando la nostra visione in azioni quotidiane e impegni concreti". RICETTE - I risultati 2024 raccontano che l'88% dei volumi venduti contiene un massimo di 5g di zucchero e non supera 0,5g di sale per porzione, con miglioramenti rispettivamente del +0,7% e +1,5% rispetto al 2023. Il 90% dei volumi sono fonti di fibre (+0,8% vs 2023), mentre il 65% dei prodotti da forno in monoporzione non supera le 150 kcal per porzione (+2,4% vs 2023). FILIERE SOSTENIBILI - Sviluppo varietale, disciplinari di coltivazione e strumenti digitali: la visione di Barilla per un’agricoltura più sostenibile, resiliente, efficiente e orientata al futuro oggi coinvolge oltre 7mila agricoltori e copre 815mila tonnellate di acquisti per le quattro filiere strategiche secondo i disciplinari sviluppati da Barilla Sustainable Farming: grano duro, grano tenero, segale e basilico. Barilla intende, inoltre, favorire una progressiva diffusione delle pratiche di agricoltura rigenerativa all’interno delle proprie filiere, con l’aspirazione di arrivare entro il 2030 a un approvvigionamento di 250mila tonnellate di materie prime provenienti da produzioni rigenerative certificate. Inoltre, il 100% delle uova acquistate da Barilla proviene da galline allevate a terra e l’azienda non effettua né finanzia test sugli animali. PACKAGING - In Italia il 100% delle confezioni di pasta, sughi, pesti, pani, biscotti e merende è disegnato per il riciclo, con istruzioni chiare per il corretto smaltimento e informazioni sui materiali utilizzati. Le 'blue box' per la pasta, per esempio, utilizzano cartoncino in fibra vergine da foreste gestite responsabilmente e la rinuncia alla 'finestrina' trasparente ha fatto risparmiare l’immissione sul mercato di circa 126mila kg di plastica all’anno. ENERGIA E ACQUA - Barilla già oggi utilizza il 48% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili e negli ultimi cinque anni ha installato nei suoi stabilimenti impianti fotovoltaici per autoproduzione pari a 4MW. Attraverso l'Energy&Water Plan, un programma da 168 milioni di euro per migliorare l'efficienza energetica e idrica, arriverà ad installare 24MW totali al 2030. Nel 2024 sono entrati in funzione due nuovi impianti a Rubbiano (PR): uno da 1,5 MWp per il sito Sughi e uno da 0,3 MWp per il sito Bakery, che durante il periodo estivo grazie all’energia autoprodotta da fonti rinnovabili riescono a coprire già oggi il fabbisogno energetico di un giorno a settimana di produzione di salse, pesti e sughi pronti. Inoltre, negli ultimi due anni, è cresciuto del +164% il volume di acqua riciclata e recuperata per gli impianti dei siti produttivi in aree soggette a stress idrico. Nel solo plant di Rubbiano il volume di acqua recuperata all’interno del ciclo industriale negli ultimi due anni è stato pari al contenuto di 24 piscine olimpioniche. INCLUSIONE E PARITÀ - Quasi 9mila persone costituiscono il cuore e la forza motrice del Gruppo Barilla. Dal 2020 il Gruppo ha raggiunto la parità retributiva di genere e nel 2023 è stata annunciata una nuova policy per il congedo di paternità e maternità, che garantisce a tutti i genitori del Gruppo un minimo di 12 settimane di congedo retribuito al 100%, indipendentemente dal genere, dallo stato maritale e dall’orientamento sessuale. E dal 2024 è stata avviata una partnership con Lead Network, organizzazione non profit che sostiene l'avanzamento delle donne nel settore della vendita al dettaglio e dei beni di consumo in Europa. Oggi il 35% degli Executive e Manager di Barilla sono donne, con l’impegno di raggiungere il 40% al 2030. COMUNITÀ - Nel 2024 Barilla ha devoluto oltre 2 milioni di euro a favore delle comunità locali e donato più di 3.700 tonnellate di prodotti alimentari. L'azienda ha dedicato oltre 1.000 ore di volontariato aziendale, coinvolgendo in Italia oltre 300 dipendenti in iniziative sul territorio per favorire l’accesso al cibo e contrastare l’eccesso alimentare, in collaborazione con Banco Alimentare, Croce Rossa Italiana e Caritas Diocesana. Rientra in questo percorso anche la recente donazione in favore dell’Unhcr per supportare gli interventi di emergenza a seguito del devastante terremoto in Myanmar. FATTURATO 2024 E OBIETTIVI 2030 - Con un fatturato 2024 di 4.883 miliardi di euro (+1,7% al netto dell’effetto cambio) il Gruppo Barilla rafforza la sua leadership nel costruire un modello alimentare più equo e innovativo; 300 milioni di euro sono stati destinati a supporto dello sviluppo industriale, dell’innovazione e del miglioramento continuo. Con 50 milioni per progetti focalizzati su qualità, sicurezza alimentare, nutrizione e benessere e packaging sostenibile. Seguendo questa rotta, Barilla traccia obiettivi precisi per il 2030, in linea con il recente rinnovato impegno Sbti a 1.5°: 250.000 tonnellate annue di materie prime da agricoltura rigenerativa; 24 MW di potenza installata per l'autoproduzione da fonti rinnovabili; +250% di riciclo dell'acqua nelle aree a stress idrico; -4.000 tonnellate di materiale di packaging risparmiate grazie a progetti di eco-design; nel 90% dei volumi venduti un massimo di 0,5 g di sale per porzione, il 95% sarà fonte di fibre.