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(Adnkronos) - "No. In questo momento, no". Donald Trump dice no alla fornitura di missili Tomahawk all'Ucraina. Kiev chiede da tempo i missili americani a lungo raggio per colpire in profondità obiettivi nel territorio della Russia. Il presidente degli Stati Uniti, come dice sull'Air Force One rispondendo alle domande dei giornalisti sul volo che lo riporta a Washington dalla Florida, non prende in considerazione in questo momento l'ipotesi di consegnare i missili all'Ucraina. "Stanno combattendo, è stata una dura guerra per Putin. Ha perso tantissimi soldati, forse un milione", dice Trump, che non intende farsi coinvolgere nel dibattito europeo sull'eventuale utilizzo di asset russi congelati per finanziare l'Ucraina. "Noi non c'entriamo", taglia corto. Il tema della guerra e i rapporti con Vladimir Putin vengono toccati nella lunga intervista che Trump ha rilasciato a 60 Minutes, programma della Cbs, dopo l'incontro della scorsa settimana con il presidente cinese Xi Jinping in Corea del Sud. "Ho risolto otto guerre. Prima del nono mese" di mandato." L'unica in cui non ho ancora avuto successo - e succederà - è Russia-Ucraina, che pensavo sarebbe stata la più facile perché ho un ottimo rapporto con il presidente Putin". "Ho ereditato un paese in cui lui pensa di vincere. Era una guerra che non sarebbe mai accaduta se fossi stato presidente. L'ha persino detto" lo stesso Putin. "Quella era una guerra che non sarebbe mai accaduta. Joe Biden era il presidente", ripete. Le altre guerre, dice Trump, sono state risolte su base commerciale. "Ho detto, in molti casi, nel 60% dei casi, 'Se non smettete di combattere, applicherò dazi su entrambi i vostri paesi e non potrete fare affari con gli Stati Uniti'". Con Putin questa strategia non può funzionare? "Ho agito diversamente con lui perché non facciamo molti affari con la Russia. Non è uno che compra molto da noi, è un atteggiamento sciocco. Penso che voglia commerciare con noi e vuole fare un sacco di soldi per la Russia: penso che sia fantastico". La situazione può cambiare in un paio di mesi? "Penso che ce la faremo, sì. Penso che voglia davvero fare affari con gli Stati Uniti". L'Ucraina deve rassegnarsi, i Tomahawk non arriveranno. Né ora né, probabilmente, in futuro. Le forze armate di Kiev sono impegnate in una fase cruciale del conflitto, nel tentativo di impedire la conquista russa di Pokrovosk, città del Donetsk che riveste un ruolo fondamentale: Mosca vuole controllare il nodo logistico, determinante per gestire spostamenti e rifornimenti. Pokrovsk, oltre a consentire di consolidare il controllo sull'Est del paese, rappresenterebbe una piattaforma decisiva per pianificare un'eventuale offensiva verso ovest. Lo sa bene Kiev, che sta cercando di respingere una spallata potenzialmente letale. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dice che le forze ucraine hanno ottenuto risultati nell'eliminazione delle truppe russe nel settore di Pokrovsk, come evidenzia l'agenzia ucraina Ukrinform, dando conto del consueto video serale pubblicato sui canali ufficiaie del presidente. "Ci sono stati rapporti dai militari. L'attenzione principale è sul settore di Pokrovsk, e ci sono risultati nella distruzione dell'occupante", dice Zelensky, elogiando in particolare le unità della 79esima Brigata d'Assalto Aereo Separata e ringraziando diverse altre unità per le loro operazioni vicino a Pokrovsk e Kupiansk. Oltre a evidenziare gli sforzi di una serie ulteriore di divisioni dell'esercito e di componenti delle forze dell'ordine, il leader ucraino esprime "gratitudine speciale" nei confronti alle Forze di difesa ucraine, del Servizio di sicurezza e alle unità di intelligence per le loro azioni "a lungo raggio contro la Russia", in un apparente riferimento agli attacchi condotti in territorio russo contro obiettivi energetici. La portata di queste azioni "si sta espandendo, così come le perdite della macchina da guerra russa. Inoltre, usiamo sempre più non solo droni ucraini ma anche i nostri missili. Funzionano molto bene. Sono grato ai nostri produttori", aggiunge Zelensky.
(Adnkronos) - "In arrivo un inasprimento dei controlli relativi alle agevolazioni previste dalla legge 104 per i lavoratori che assistono un familiare disabile (caregiver familiare)". A dirlo all'Adnkronos/Labitalia l'avvocata Lilla Laperuta, esperta di Diritto del lavoro e contratti pubblici, ricordando che "lo scorso 22 ottobre ha preso ufficialmente il via l'esame parlamentare del disegno di legge di Bilancio 2026. Il testo, dopo aver ricevuto il 'bollino' della Ragioneria Generale dello Stato, è stato presentato al Senato, dando il via a un iter che dovrà concludersi con l’approvazione definitiva da parte di entrambe le Camere entro il 31 dicembre 2025". "Il profilo del caregiver familiare - spiega - è stato riconosciuto e delineato normativamente per la prima volta dalla legge di bilancio 2018 (art.1, L. n. 205 del 2017), che al comma 255 lo definisce come persona che assiste e si prende cura di specifici soggetti, quali: il coniuge o una delle parti dell'unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto; il familiare o affine entro il secondo grado e anche un familiare entro il terzo grado, nei casi individuati dall'art. 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, (di seguito Legge 104) che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, sia non autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, ovvero gli sia riconosciuto un grado di invalidità in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata continuativa, definita come handicap grave". "L'handicap - precisa - è grave quando si profila come riduzione dell'autonomia personale, anche correlata all'età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione. La Legge 104/1992 rappresenta un vero e proprio pilastro del welfare nazionale, un punto di riferimento fondamentale per chi si trova a dover assistere un familiare con disabilità. Diverse sono le agevolazioni a favore dei disabili e dei familiari che li assistono riconosciute da questo provvedimento e fra i benefici rientrano i permessi 104: permessi retribuiti, che permettono di astenersi dal lavoro per assistere una persona con disabilità grave". "La normativa - osserva l'avvocata Lilla Laperuta - pone un collegamento di tipo funzionale tra il godimento del permesso e le necessità e i doveri che caratterizzano l’attività di assistenza delle persone disabili in situazione di gravità. Di conseguenza, si concreta un abuso quando manca completamente un nesso causale tra l’assenza dal lavoro e l’assistenza al disabile. Adesso proprio al fine di contrastare l'uso irregolare dei benefici della legge 104 per i dipendenti statali, la futura Legge di Bilancio 2026 potenzia i controlli da parte dell'Inps, interessando anche i medici della sanità militare". "Nella specie - afferma - il referente normativo si rinviene nell’articolo 129 rubricato 'Norme di revisione e di razionalizzazione della spesa'. Si prevede che il datore di lavoro possa richiedere all’Inps di accertare la permanenza dei requisiti sanitari per i quali sono riconosciuti i permessi 104, ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni (comma 8). A sua volta l’Inps potrà avvalersi, per effettuare i predetti accertamenti del supporto del personale di Asl, istituti di ricovero e cura pubblici, aziende ospedaliere universitarie integrate con il Ssn così come dei medici della sanità militare. Bisognerà attendere un successivo decreto del ministero del Lavoro e delle politiche sociali per definire le modalità di attuazione delle nuove modalità di controllo". "Al fine di potenziare - avverte - il sistema dei controlli anche sulla fruizione del beneficio dei congedi straordinari e parentali di cui all’articolo 42 D. lgs 151/2001 nonché di quelli di cui all’articolo 8, comma 4, della legge 22 maggio 2017, numero 8, spettanti ai lavoratori pubblici e privati, le pubbliche amministrazioni sono tenute altresì ad inserire nell’ambito delle denunce mensili le informazioni relative sia all’evento fruito e sia al relativo dante causa, ovvero la persona o bambino cui si è prestata assistenza. E ciò al fine che ci siano 'duplicazioni' da parte di più soggetti nel beneficiare della medesima agevolazione".
(Adnkronos) - Sono state due giornate di grande partecipazione e sensibilizzazione quelle del 18 e 19 ottobre all’Oriocenter di Bergamo, dove i volontari di Aido Provinciale Bergamo, supportata da Cial – Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio, con il progetto internazionale “Ogni Lattina Vale”, hanno dato vita a una raccolta speciale di lattine in alluminio. L’iniziativa ha voluto celebrare i 50 anni di Aido Bergamo, unendo l’impegno per la promozione della donazione di organi e tessuti con la diffusione della cultura del riciclo e della sostenibilità. La collaborazione tra Cial e Aido Bergamo testimonia come realtà diverse possano trovare punti di contatto importanti, dando vita a progetti dal forte valore sociale e ambientale. Da un lato la missione di Aido, nata proprio a Bergamo nel 1971 e cresciuta fino a diventare un punto di riferimento nazionale, dall’altro il progetto “Ogni Lattina Vale”, promosso in Italia da Cial e attivo oggi in 16 Paesi europei oltre che in Brasile, Stati Uniti ed Emirati Arabi, con l’obiettivo di avvicinarsi al 100% di raccolta delle lattine anche fuori casa. Presso lo stand informativo Aido all’interno del centro commerciale, i cittadini hanno potuto portare le proprie lattine usate e scoprire da vicino i benefici del riciclo, oltre a visitare un originale manufatto realizzato interamente con lattine riciclate. “Ogni Lattina Vale” ha accompagnato questa ricorrenza speciale sottolineando che ogni lattina riciclata è un gesto che fa bene all’ambiente, proprio come ogni adesione ad Aido rappresenta un dono che può salvare vite umane. Da oltre trent’anni, la raccolta delle lattine in alluminio rappresenta per Aido Bergamo una tradizione virtuosa, portata avanti da gruppi locali, oratori, comunità e volontari. Un impegno che unisce educazione ambientale e solidarietà concreta: in Italia, il riciclo degli imballaggi in alluminio ha raggiunto un tasso del 68,2% nel 2024, con oltre 442.000 tonnellate di CO₂ evitate rispetto alla produzione primaria. Nel solo territorio bergamasco, l’iniziativa ha portato alla raccolta di 2,5 tonnellate di lattine in alluminio, raggiungendo in totale circa 40 tonnellate raccolte negli anni, trasformando un gesto semplice in un esempio concreto di partecipazione e cittadinanza attiva. “Negli ultimi anni, grazie alla raccolta lattine, Aido Bergamo ha potuto unire due forme di dono: quello che restituisce vita e quello che tutela l’ambiente” – racconta Everardo Cividini, Presidente del gruppo Aido di Grassobbio (BG) – “Ogni sacco di lattine consegnato è frutto del lavoro di decine di volontari, famiglie, oratori e comunità locali che da anni credono nella forza di un gesto semplice. La nostra speranza è che queste azioni continuino a coinvolgere sempre più persone, perché solo insieme possiamo costruire una cultura del dono davvero completa”. “Siamo orgogliosi di aver affiancato Aido Bergamo in un’iniziativa così importante – commenta Stefano Stellini, Direttore Generale di Cial.“Questa collaborazione dimostra come sia possibile creare sinergie capaci di moltiplicare i risultati: da un lato rafforzando la cultura del riciclo con ‘Ogni Lattina Vale’, dall’altro sostenendo il messaggio di solidarietà promosso da Aido. È proprio dall’incontro tra realtà diverse che nascono esempi concreti di comunità sempre più responsabili e attente al futuro.”