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(Adnkronos) - I bonifici istantanei sono sempre più frequenti, per questo è sempre opportuno prestare attenzione ad alcuni dettagli prima del 'click' finale. Dallo scorso ottobre è scattata la la seconda tappa prevista dalle nuove regole europee sui bonifici istantanei che consentono di trasferire denaro sul conto del beneficiario in meno di dieci secondi. Tutte le banche dell’area euro offrono bonifici istantanei in euro da tutti i conti di pagamento e attraverso gli stessi canali usati per disporre bonifici ordinari, ad esempio tramite home banking, mobile banking, sportelli automatici, terminali self-service, filiali o telefono. È attivo per tutti i bonifici, istantanei e non, il servizio di verifica del beneficiario (VoP, acronimo dall'inglese Verification of Payee) che aiuta a prevenire eventuali errori di compilazione, scambi di iban o tentativi di frode che potrebbero comportare l’invio di un bonifico a un beneficiario diverso rispetto a quello desiderato. Questa importante novità permette ai clienti di verificare gratuitamente e in tempo reale, prima che il pagamento venga eseguito, la corretta associazione tra il nome del beneficiario e il codice iban inserito, per valutare se procedere con il pagamento o interromperlo per effettuare ulteriori controlli: la banca attraverso una interfaccia semplice e immediata comunica al cliente se i dati coincidono, se la corrispondenza è parziale, se non coincidono oppure se non è stato possibile effettuare la verifica (ad esempio perché il conto indicato è chiuso). Arrivati a rappresentare il 26,42% del totale dei bonifici europei nel secondo trimestre del 2025, i bonifici istantanei offrono il vantaggio dell'immediatezza e della flessibilità dell'operatività. Il servizio, che rappresenta una importante evoluzione del sistema dei pagamenti europei per rispondere sempre meglio alle esigenze finanziarie della clientela, permette trasferimenti in euro tra conti di pagamento all’interno dell’area unica dei pagamenti in euro in meno di 10 secondi, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con disponibilità immediata dei fondi. Le banche italiane sono state tra le prime a mettere questo servizio a disposizione dei loro clienti, dal 2017. Gradualmente implementato dalle banche secondo quanto previsto dal regolamento per garantire uniformità e coerenza di sviluppo a livello europeo, è offerto da tutte le banche dell’area euro che trattano bonifici tradizionali applicando eventuali commissioni non superiori a quelle applicate ai bonifici ordinari. Una volta che l’operazione è stata completata, non sarà possibile annullare il bonifico istantaneo. Per questo, è fondamentale: - acquisire informazioni corrette e complete sul beneficiario del bonifico, verificare con attenzione i dati e valutare se disporre o meno il pagamento a fronte di un esito incongruente o non positivo della verifica VoP; - usare i canali ufficiali della banca (app, sito, sportelli) per effettuare operazioni; - diffidare di richieste urgenti ricevute tramite messaggi o telefonate non verificabili: la fretta è spesso parte della truffa; non comunicare ad altre persone informazioni riservate (come i codici di accesso ai servizi online o ai propri strumenti di pagamento, quali anche le carte); - impostare il limite per l'importo massimo giornaliero o per singola operazione di bonifico istantaneo, gestendolo a seconda delle esigenze di spesa e seguendo i consigli della banca; - in caso di errore o sospetto di truffa, contattare immediatamente la propria banca per verificare le azioni possibili.
(Adnkronos) - Si chiude con un risultato molto positivo l'avviso 2/2025 'Metamorfosi imprenditoriali: la formazione manageriale a supporto della crescita delle pmi' di Fondirigenti, il fondo interprofessionale leader in Italia per la formazione continua del management, promosso da Confindustria e Federmanager. I numeri testimoniano il forte interesse delle imprese italiane verso percorsi formativi dedicati ai momenti cruciali di trasformazione: passaggio generazionale, operazioni societarie e digitalizzazione. Sono stati presentati 203 piani formativi che coinvolgono 312 dirigenti per un totale di 17.836 ore di formazione (in media 57 ore a dirigente). Le richieste di finanziamento hanno raggiunto 2,5 milioni di euro, quasi il 67% in più rispetto allo stanziamento iniziale di 1,5 milioni, a conferma della forte domanda di competenze manageriali per affrontare le grandi trasformazioni aziendali. Si tratta di un risultato particolarmente significativo considerando l'esclusione delle grandi imprese e la specificità dei temi proposti. "Questi dati dimostrano quanto le pmi italiane abbiano compreso l'importanza strategica della formazione manageriale nei momenti di discontinuità", commenta il direttore generale Massimo Sabatini. "Passaggio generazionale, operazioni societarie e digitalizzazione rappresentano, per le imprese piccole e medie, delle vere e proprie metamorfosi, che richiedono consapevolezza, visione di lungo periodo e, soprattutto, competenze manageriali solide per essere affrontate con successo", sottolinea. Particolarmente rilevante è la partecipazione delle piccole imprese, che hanno superato la media storica del 15%, confermando come anche le realtà di minori dimensioni siano consapevoli della necessità di investire in competenze manageriali per governare i grandi processi di cambiamento. L'Avviso ha inoltre generato un importante effetto di attrazione: 12 nuove aziende hanno aderito a Fondirigenti e ben ¼ dei piani ha riguardato imprese che di rado hanno utilizzato in passato la leva formativa. Dal punto di vista territoriale, il Veneto si conferma regione best performer con 48 piani presentati, seguito da Emilia-Romagna (41 piani) e Lombardia (29 piani), a testimonianza della crescente importanza di tali trasformazioni nei territori più industrializzati del nostro Paese. Significativa è anche la partecipazione del Sud Italia, con il 14% dei piani presentati e la Campania come regione più attiva (14 piani). La copertura nazionale è ampia: solo 3 regioni risultano assenti. L'analisi delle aree di intervento rivela, come principale ambito di interesse, la trasformazione digitale, seguita a breve distanza dal passaggio generazionale. L'area delle operazioni societarie, pur presente, è risultata meno prescelta, interessando soprattutto le imprese di medie dimensioni, dove operazioni straordinarie come fusioni o acquisizioni sono più frequenti. I percorsi formativi evidenziano un indirizzo chiaro: la governance è il pilastro centrale per affrontare le sfide di evoluzione e continuità aziendale. La formazione si configura come leva strategica per rafforzare leadership, competenze manageriali e capacità di gestione del cambiamento, con una visione integrata che coniuga necessità di stabilità e innovazione. I contenuti si articolano in tre ambiti chiave. Nel passaggio generazionale, l’attenzione è rivolta alla governance strategica, alla leadership e alla continuità, per garantire un ricambio efficace e valorizzare le competenze. Nelle operazioni societarie, il focus è sulle competenze manageriali relative a finanza straordinaria, compliance e change management, elementi indispensabili per presidiare fusioni, acquisizioni e ristrutturazioni. Infine, la trasformazione digitale punta sulle competenze relative a Intelligenza Artificiale, integrazione dei processi e data-driven management, leve fondamentali per sostenere innovazione e competitività in scenari evolutivi. In un contesto in cui la digitalizzazione ridefinisce i modelli di business e le operazioni straordinarie richiedono solidità organizzativa e responsabilità d’impresa, la formazione si conferma strumento essenziale per guidare il cambiamento e garantire sostenibilità nel lungo periodo nelle grandi trasformazioni. "La risposta delle pmi conferma le evidenze delle nostre ricerche – sottolinea il presidente Marco Bodini – la capacità di affrontare e superare i momenti di discontinuità dipende in modo decisivo dalla presenza di manager preparati. Le imprese hanno colto la grande spinta che la formazione manageriale può garantire ai processi di trasformazione, soprattutto in ambito digitale dove l'innovazione tecnologica sta ridefinendo i modelli di business". I piani formativi saranno ora valutati da una commissione di esperti e la graduatoria sarà pubblicata entro fine gennaio 2026.
(Adnkronos) - “Dal punto di vista economico abbiamo distribuito valore sul territorio direttamente, agendo verso gli enti locali, le pubbliche amministrazioni e quindi i territori per la promozione della raccolta differenziata, con oltre 780 milioni di euro in un solo anno; 20 milioni di euro sono stati poi destinati come valore distribuito alle piattaforme che si occupano di ritirare, riparare e rigenerare gli imballaggi commerciali industriali e altri 520 milioni di euro sono stati destinati a sostegno delle attività di riciclo e recupero dei materiali di imballaggio”. Così Simona Fontana, direttore generale Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, intervenendo, oggi a Milano, all’evento ‘Il futuro della sostenibilità tra sfide emergenti e transizione competitiva’, organizzato dal Consorzio in collaborazione con il Corriere della Sera, nella sede della Borsa di Milano. Sono numeri importanti quelli illustrati da Fontana che si sommano a quelli generati dall’effetto “indiretto e indotto sull'economia italiana - aggiunge - Stiamo parlando di oltre 3,8 miliardi di euro in un solo anno, pari a 2 miliardi di Pil generato”. Cifre che raccontano di un “indotto e di una filiera industriale che oggi occupa circa 25mila addetti”, ricorda. Risultati raggiunti grazie al sistema italiano di gestione degli imballaggi che si basa “su un approccio di sistema collaborativo tra Conai e i consorzi di filiera, tra le filiere del riciclo e le imprese, ma soprattutto con le istituzioni nazionali e locali - approfondisce il direttore generale del Consorzio - Una collaborazione che ha portato, nel 2024, al riciclo di oltre il 76,7% degli imballaggi che usiamo nelle nostre case e nelle nostre aziende”. Fontana si sofferma poi sulle principali criticità che rischiano di rallentare l'evoluzione del modello italiano per l'economia circolare: “Siamo oggi in una fase di transizione competitiva, dove la transizione ecologica deve ancora di più rafforzare il suo legame con una sostenibilità, non solo ambientale, ma anche sociale ed economica per le imprese - spiega - Da questo punto di vista diventa importante andare verso regole sempre più chiare e orientate ai risultati. Nel settore degli imballaggi si è lavorato tanto su riduzione, riutilizzo, riciclo. Oggi è il momento di lavorare ancora di più di quanto non sia stato fatto fino ad oggi sul tema del riciclato, sostituendo i materiali vergini con materiali da riciclo - raccomanda Fontana - Un passaggio utile a prevenire fenomeni di scambi commerciali non equi, dove la competizione e il costo al ribasso rischiano di mettere a repentaglio il grande lavoro che la manifattura italiana e le filiere del riciclo hanno saputo generare in questi 27 anni di attività”.