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(Adnkronos) - Più ballad e meno cassa dritta, più sentimenti e meno attualità, anche se non mancano i tormentoni e qualche incursione anche ironica nel sociale. Le canzoni del Festival di Sanremo 2025, ascoltate oggi in anteprima da giornalisti e critici accreditati al festival, esplorano tematiche più riflessive e intime, quasi come se il momento storico invitasse a rifugiarsi negli affetti di fronte alla durezza della realtà. Gli artisti si sono concentrati su analisi profonde dei legami umani: l'amore, la vita, l'identità, le relazioni e i conflitti generazionali sembrano dominare i testi. Sorprendono anche le performance di Tony Effe e Fedez, tra i più attesi del festival. Chi si aspettava un Tony Effe strafottente, troverà nel suo brano un mix popolare che ricorda Mannarino e Califano (che cita anche nel testo). E forse anche un ribaltamento della prospettiva sessista che viene imputata al trapper perché in 'Damme 'na mano' c'è una lei che alza le mani contro di lui. "A te piace sbagliare, farmi del male/Mi alzi le mani, poi ti vuoi scusare". Accompagnato dalla chitarra classica, l'artista romano re delle classifiche nel 2024 intervalla le barre trap con quello che assomiglia moltissimo a uno stornello romano (con un pizzico di autotune): “Damme ‘na mano che c’ho ner core solo una donna e na’ canzone", canta nel ritornello Tony che non fa mancare un omaggio alla sua città: "Per le strade di Roma e non fare la stupida stasera". Il brano vede la collaborazione di Davide Petrella, che ha contribuito a diversi pezzi in questa edizione del festival. Fedez, con il brano "Battito", tocca il delicato tema della depressione. In una fusione di pop e elettro rap, il brano si presenta come un grido di liberazione ("prenditi sogni pure i miei soldi basta che resti lontana da me"), ma anche "tu mi fotti, respiri corti", esplorando le profondità emotive e personali dell'artista con versi che sembrano risentire della fine dell'epopea dei Ferragnez. Tra tanta melodia, non manca però qualche squarcio sull'attualità e sulla denuncia sociale, come nei brani di Willie Peyote e Rocco Hunt. Peyote, nel suo brano "Grazie ma non grazie", utilizza l’ironia per unire il rap a sonorità tipiche degli anni '80, in un pezzo che ricorda lo stile scanzonato di "Ma che idea" di Pino D'Angiò. In un mondo che si muove velocemente e spesso ci sommerge di opinioni non sollecitate, meme e tormentoni, Peyote rivendica la libertà di poter dire "Grazie ma no grazie" anche di fronte a situazioni banali come "una rimpatriata tipo una cena di classe". Cita i Jalisse e non manca di introdurre una parolaccia per enfatizzare il suo disagio ("Questa gente non fa un cazzo, li mantengo li mantengo tutti io con le mie tasse"). Il brano di Hunt unisce urban e melodia, lingua italiana e napoletana, mescolando denuncia sociale ("dove ancora si muore per niente a vent’anni/ sta guerra adda fernì") e una forte nostalgia per la vita di quartiere ("E mo’ riportami dove overamente song je ‘o café dinto ‘ canzoni") combinando tematiche impegnative con una melodia attraente. Il dialetto è presente anche nel brano di Serena Brancale ‘Anema e core’ che porta una ventata di allegria, un clima festoso che ricorda il carnevale. La canzone si caratterizza per un ritmo latino che invita alla danza ("perché metti questa casa dritta? Io con te vorrei ballare salsa"), promettendo di far ballare l'intero Teatro Ariston. Ma la categoria dei tormentoni è ancora una volta dominata dai The Kolors, che con ‘Tu con chi fai l’amore’ (“e perché sale come un ascensore quando vengo da te”) si candidano ad accompagnare l’arrivo dell’estate. Nel brano insieme alla cassa dritta e al sound inconfondibile della band che richiama gli anni '80, si riconosce lo stile di Calcutta che firma il testo e musica insieme a Davide Petrella e Stash. Ritornello ‘catchy’ anche per i Coma-Cose con ‘Cuoricini’. Un pezzo dance pop che cattura l'orecchio al primo ascolto, ma al di sotto della superficie vivace e ritmata si nasconde una critica pungente ad un mondo che interagisce solo attraverso social media ed emoticon: “Che dovrei dire io che ti parlavo e tu nemmeno ti mettevi ad ascoltare. Tu mettevi solo cuoricini, cuoricini". Melodico e accorato anche Achille Lauro con ‘Incoscienti giovani’, una ballata romantica e nostalgica che ricorda il suo precedente successo 'Amore disperato'. Con versi appassionati come "Se non ti amo fallo tu per me/ ti cercherò in un vecchio film", la canzone promette di toccare il cuore degli ascoltatori. Noemi in ‘Se t’innamori muori’ (brano firmato tra gli atri anche da Mahmood e Blanco) canta l’amore tormentato (perché “non è facile, lasciarsi perdere, serenamente”) dove la sua voce si fonde con l'accompagnamento melodico del piano. Note più pop urban per l’amore cantato da Rose Villain in ‘Fuorilegge’, che omaggia anche Mia Martini (“Io rido del nostro destino avverso ascolto Almeno tu nell’universo”). “Se pensarti fosse un crimine, stanotte io sarei fuorilegge”, canta l’artista in un pezzo che al livello sonoro si muove nel solco del suo successo sanremese dell'anno scorso, ‘Click boom’. Irama in ‘Lentamente’ (brano firmato dallo stesso artista insieme a Blanco) punta sulla performance emotiva e intensa, in pieno stile sanremese, per raccontare un amore che è arrivato al capolinea (“lentamente si sta spegnendo ogni fottuto sentimento”). Il tema doloroso di un amore ormai concluso è al centro anche del brano di Elodie con ‘Dimenticarsi alle 7’ (“Che strano effetto fa mandare giù la verità”). La canzone presenta una fusione di stili, con un'introduzione che richiama il timbro classico di Mina. Lo stile della tigre di Cremona riecheggia anche nel brano di Joan Thiele in ‘Eco’: un brano dedicato al fratello che invita a superare le difficoltà anche perché “la paura non ha età”. Il brano, con le sue reminiscenze degli anni '60 e la qualità cinematografica dei suoi arrangiamenti, è destinato a catturare l'attenzione di registi, pronto per diventare colonna sonora. D’altronde Thiele ha già ottenuto un David di Donatello per la Miglior Canzone Originale insieme a Elodie, grazie al brano 'Proiettili' nel film "Ti mangio il cuore". Le strofe romantiche dominano anche i brani di Giorgia, Francesca Michielin, Gabbani e Modà. In ‘Solo tu sei la cura per me’ Giorgia è nella sua comfort zone e, con la sua capacità di bilanciare potenza e delicatezza nell’esecuzione, riflette sul tema universale di ricerca e speranza nell'amore: “Spengo la paura di rimanere sola". Francesca Michielin, esplora le complessità della separazione nel suo brano ‘Fango in paradiso’. La canzone immerge l'ascoltatore in riflessioni profonde e a volte amare sulla fine di una relazione: "Chissà con chi avrai un figlio, che uno dei due sarebbe stato da schifo". Francesco Gabbani in ‘Viva la vita’ si distacca dalla ritmata "Occidentalis Karma".Il brano è un inno alla vita, che l'artista invita ad apprezzare per quello che è, perché in fondo "è solo un attimo, un lungo attimo" e "è solo un battito, un lungo battito". I Modà con ‘Non ti dimentico’ si concentrano sulla fine di un amore e della forza che serve per rialzarsi: “È l’ora del coraggio forse è vero che siamo fatti tutti e due per qualcun altro/ Ma io non ti dimentico”. Amore, nostalgia e illusione per le sonorità pop, urban e dance di Clara con ‘Febbre’ (“Ti sei preso una parte di me/ quella ancora più in fondo dell’anima”), Gaia con ‘Chiamo io chiami tu’ (“Chi è il primo che cede stasera?”) e Sarah Toscano con ‘Amarcord’ (“Anche se ti scorderò in un club, il sabato è tutto così Amarcord”). L’hip hop è ben rappresentato con Rkomi e ‘Il ritmo delle cose’ (“Il ritmo che ci muove ci corre nella gola e ci spezza le parole”) mentre per l’elettrorap, oltre a Fedez, ci sono Emis Killa con i suoi ‘Demoni’ (“Non esiste un piano b”) e Bresh con ‘La tana del granchio’: una lettera alla mamma sulle aspettative genitoriali (“Dall’espressione hai qualcosa da dire per me/ me lo sento non mi dai due lire”). Il rapporto genitori figli è al centro anche di due dei brani dei cantautori puri presenti al festival: Brunori Sas e Simone Cristicchi. L'artista calabrese in 'L'albero delle noci' propone una lettera amorevole e sincera sulla tentazione di proteggere eccessivamente i figli ("Vorrei cantare senza mentire, per paura di farti soffrire"), dedicata a sua figlia Fiammetta che cita anche nel testo ("splende una piccola fiamma"). Cristicchi in 'Quando sarai piccola' dedica una struggente poesia alla madre alle prese con le ingiurie degli anni ("e ancora un altro giorno insieme a te per restituirti tutto il bene che mi hai dato", "ti ripeterò il tuo nome mille volte fino a quando lo ricorderai"). Una piccola perla cantautorale è anche ‘Volevo essere un duro’ di Lucio Corsi che dedica i suoi versi ad accogliere la propria natura (“Perché in fondo è inutile fuggire dalle tue paure”) e accettare quello che siamo (“Non sono altro che Lucio”). E poi c’è l’energia di Olly: il giovane cantautore genovese con ‘Balorda nostalgia’ si arrende alla malinconia e al rimpianto per i giorni felice che furono (“Tornare a quando ci bastava ridere, piangere, fare l’amore”), con l'impeto di un inno adatto ad essere cantato a squarciagola nei concerti. Rap old school per il debutto in gara di Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento: una “street song” (“Qui la gente muore e vive senza soldi e alternative”), che mescola barre ed influenze blues. Per gli over, come noto, sono in campo Marcella Bella e Massimo Ranieri. Lei con ‘Pelle diamante’, si dedica un auto empowerment ("La mia più grande fan sono io…”) che inevitabilmente ricorda l'operazione di 'Pazza di me' che ha portato tanta fortuna al festival dell'anno scorso a Loredana Bertè. Ranieri con ‘Tra le mani un cuore’, firmato a quattro mani da Tiziano Ferro, Nek, Giulia Anania e Marta Venturini, s'impone con la sua vocalità e un messaggio di speranza nei momenti buoi (“Io ti proteggerò da quel che è stato e troverai la pace dopo quello che hai passato"). Insomma, Sanremo 2025 suona con il cuore. (di Loredana Errico)
(Adnkronos) - Tecnologia e innovazione nel settore del prezioso al centro di Vicenzaoro January 2025, con la terza giornata della manifestazione organizzata da Italian Exhibition Group che ospita il Jtf – Jewellery Technology Forum. Organizzato da Legor Group in collaborazione con Ieg, l’appuntamento che si somma alla parte espositiva di T.Gold, salone leader delle tecnologie e dei macchinari di settore che si svolge in contemporanea con Vicenzaoro, ha illustrato come il settore dei macchinari Made in Italy per l’industria orafa si prepari alla svolta tecnologica della stampa in 3D direttamente con metalli preziosi. "Le nostre tecnologie non danno il meglio di sé solo nella tradizionale lavorazione meccanica delle catene, ma la spinta tecnologica delle nostre imprese ci proietta anche in segmenti dove non avevamo ancora leadership", afferma Massimo Poliero, presidente di Afemo, l’associazione di riferimento per l’industria orafa italiana. Infatti, con le polveri di bronzo, platino, acciaio e oro si creeranno nell’immediato futuro sia i gioielli per il settore dei preziosi, sia per l’accessorio moda. I nuovi macchinari utilizzeranno anziché resine, le polveri metalliche, nel giro di 5, 10 anni. Si prepara così un ennesimo passo in avanti per un Made in Italy che esporta oltre l’80% della sua produzione. Le esportazioni italiane di macchinari per la lavorazione dell'oro potranno beneficiare di un contesto favorevole negli Usa, se le politiche incentiveranno gli investimenti tecnologici e il dollaro si manterrà forte. Tuttavia, barriere tariffarie, protezionismo o regolamentazioni stringenti potrebbero rappresentare ostacoli. Le aziende italiane dovranno monitorare attentamente l’evoluzione delle politiche statunitensi per adattarsi alle nuove dinamiche del mercato. Il Jtf si è aperto con gli interventi di Sara Giusti e Daniela Corsini di Banca Intesa Sanpaolo, ed è proseguito poi con interventi che hanno spaziato dagli aspetti tecnici di lavorazione dei metalli con l’expertise di Chris Corti di COReGold e Fabrice Barbeau di Hildebrand per la resistenza dei metalli preziosi, Fulvio Sinisi di Legor Group, sino alle tecniche più innovative per la lavorazione dell’acciaio inox 316L con Roberta Emanuele di Valmet Planting, fino ai temi del design e innovation con Mario Scarpa di Humanum Est e alla sostenibilità con Ada Rosa Balzan di Arb Sb Sustainability Consulting.
(Adnkronos) - Fincantieri, uno dei principali gruppi al mondo nella cantieristica ad alta complessità, e il Gruppo Hera, tra le maggiori multiutility italiane operanti nei settori ambiente, energia e idrico, annunciano la costituzione di CircularYard S.r.l, la newco volta a realizzare, negli otto cantieri italiani di Fincantieri, un innovativo sistema integrato di gestione rifiuti, finalizzato anche alla loro valorizzazione in ottica di economia circolare. In futuro si prevede di allargare l’operatività della newco anche ad altri siti di Fincantieri localizzati all’estero. CircularYard, la nuova joint venture nata in seguito al Memorandum d’Intesa firmato a luglio 2024 - si legge in una nota congiunta - consolida ulteriormente l’impegno di Fincantieri verso pratiche industriali sempre più responsabili, contribuendo in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, riducendo del 15% i rifiuti indifferenziati destinati allo smaltimento e promuovendo un’economia circolare negli stabilimenti produttivi. Grazie alla messa a disposizione di know-how e competenze specifiche da parte delle società del Gruppo Hera, CircularYard introdurrà soluzioni innovative e sostenibili, al fine di garantire maggiore controllo sui fornitori e promuovendo trasparenza, sicurezza e qualità lungo tutta la filiera. La compagine societaria di CircularYard è formata al 60% dal Gruppo Hera e al 40% da Fincantieri. Il Gruppo Hera sarà presente con Herambiente Servizi Industriali (Hasi) al 55% e Acr di Reggiani Albertino Spa (Acr) con il restante 5%, entrambe società controllate da Herambiente, tra i principali operatori nazionali nel settore ambiente e tra i primi sette in Europa. Il progetto avrà due fasi di sviluppo, con il fine ultimo di gestire quasi 100mila tonnellate l’anno di scarti industriali prodotte nei cantieri navali di Fincantieri e di incrementare del 15% le frazioni valorizzabili, in particolare ferro, legno, plastica e carta, già dal primo anno. In parallelo saranno studiati specifici interventi che permetteranno al modello di andare a regime grazie alla realizzazione di impianti avanzati, come, ad esempio, quelli per il trattamento e riuso delle acque o per il recupero del rame, e alla gestione ottimizzata dei rifiuti. “L’avvio della joint venture con un partner di assoluto valore come il Gruppo Hera - dice Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri - aggiunge un tassello nel nostro ulteriore impegno per l’adozione di pratiche virtuose di economia circolare all’interno dei nostri cantieri. In linea con il nostro piano industriale sull’eccellenza operativa, CircularYard rappresenta un progetto che unisce know-how complementari e ci consente di applicare le migliori pratiche e l’innovazione tecnologica nella gestione e nella valorizzazione dei rifiuti e degli scarti di produzione. L’obiettivo ultimo è di perseguire nello stesso tempo i nostri target sulla sostenibilità ambientale e sull’efficienza dei processi nel segno di una crescita responsabile sia dal punto di vista della sostenibilità che della economicità confermando il ruolo di Fincantieri come azienda leader mondiale anche nell’adozione di nuovi modelli operativi nella cantieristica”. “Siamo orgogliosi di mettere al servizio del primo shipbuilder occidentale le nostre elevate competenze, l’eccellenza impiantistica e la pluriennale professionalità nel processo di gestione circolare dei rifiuti, per promuovere la rigenerazione delle aree urbane e industriali - afferma Orazio Iacono, amministratore delegato del Gruppo Hera - Acceleriamo il nostro percorso che porterà il Gruppo Hera a diventare il motore dell’economia circolare del tessuto industriale italiano, accompagnando le grandi aziende nel loro percorso di transizione ambientale con la riduzione degli scarti di produzione e la massima valorizzazione nel loro recupero”.