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(Adnkronos) - Si terrà il 20 ottobre 2025, nella Capitale, la nuova edizione del Premio Eccellenza del Mediterraneo, evento internazionale che celebra figure di alto profilo nei campi dell’arte, della cultura, della solidarietà, dello sport e dell’impegno civile. L’edizione 2025 assumerà un valore particolarmente significativo poiché sarà dedicata alla memoria del Maestro Luciano Pavarotti, leggenda della musica lirica mondiale, la cui voce e umanità hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia culturale del Mediterraneo e del mondo intero. Nel corso della cerimonia verrà conferito un Premio Speciale alla memoria di Luciano Pavarotti, in riconoscimento della sua straordinaria eredità artistica e del profondo impegno umano e culturale. Tra l'altro il 12 ottobre il tenorissimo avrebbe compiuto 90 anni. A ricevere il riconoscimento sarà la Fondazione Luciano Pavarotti, rappresentata da Nicoletta Mantovani, vedova di Luciano Pavarotti e presidente della Fondazione a lui intitolata, che da anni porta avanti la visione del Maestro, promuovendo la musica, il talento giovanile e i valori universali del dialogo tra i popoli. Promosso dall’Associazione Giornalisti del Mediterraneo, il Premio si conferma come una piattaforma di dialogo culturale e sociale, nata per valorizzare le eccellenze che incarnano cooperazione, solidarietà, innovazione e responsabilità civile, in un’ottica di sviluppo armonico e sostenibile tra le sponde del Mediterraneo. L’edizione 2025 riunirà personalità illustri da diversi Paesi, rappresentanti di istituzioni, università, arte, musica, sport e società civile. Durante la serata saranno conferiti anche altri riconoscimenti a figure che si sono distinte per il loro contributo nei settori della pace, del dialogo interculturale e della promozione dei diritti umani. L’omaggio a Luciano Pavarotti intende ribadire quanto il linguaggio dell’arte e della musica sia un veicolo potente di pace, empatia e appartenenza. Il Maestro ha rappresentato con orgoglio l’Italia nel mondo, contribuendo con la sua voce e la sua visione alla costruzione di un Mediterraneo più unito, solidale e dialogante. La sua eredità continua a vivere non solo nella musica, ma anche in ogni azione che promuove cultura, umanità e speranza.
(Adnkronos) - ''Il ritiro degli emendamenti al decreto legge infrastrutture, che puntavano a introdurre la revisione ordinaria obbligatoria dei prezzi e regole più uniformi negli appalti di servizi e forniture, è una scelta che condanna al fallimento decine di aziende, con il conseguente rischio di perdita di migliaia di posti di lavoro, e minaccia la tenuta di settori cruciali per il funzionamento quotidiano del Paese''. È la denuncia della Consulta dei servizi, che riunisce 19 associazioni nazionali e 4 filiere, a seguito del ritiro delle proposte di modifica, nelle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera, ritenuti ''essenziali per garantire equità e continuità negli appalti pubblici''. ''Il settore dei servizi fatica a sostenere contratti pubblici che non riconoscono l’impatto reale dell’inflazione e dell’aumento dei costi'', spiega la Consulta dei servizi. La soglia del 5% per l’attivazione della revisione prezzi, abbassata correttamente al 3% per i lavori pubblici, ''è stata dimostrata come inefficace''. Inoltre, ''l’assenza di norme certe sulla revisione prezzi, per contratti pluriennali della durata di almeno 5 anni, in un comparto ad alta intensità di manodopera dove il costo del lavoro pesa in modo decisivo, ha un effetto diretto sulle politiche salariali''. ''Senza una revisione dei contratti in essere con la pubblica amministrazione, che tenga conto degli aumenti previsti dai rinnovi dei ccnl, si rischiano ricadute sul fronte occupazionale: o le imprese non saranno in grado di onorare gli appalti vinti e partecipare ai nuovi, o saranno costrette a ridurre drasticamente i costi, con effetti sulla qualità dei servizi e sulla dignità del lavoro'', spiega la Consulta dei servizi. ''Parlamento e Governo devono porre la giusta attenzione alle conseguenze che deriveranno dal vigente quadro normativo, che mette a rischio la tenuta economica e sociale di servizi pubblici essenziali, dalla ristorazione scolastica e ospedaliera alla vigilanza, dai servizi ambientali al welfare, dai quali dipende, per lo svolgimento di attività quotidiane di milioni di cittadini, la funzionalità stessa del Paese'', osserva la Consulta dei servizi. Si tratta di un settore che, spiega l'organismo, ''significa oggi 70 miliardi di euro, impiega un milione di persone ed è parte integrante della coesione sociale e del benessere dei cittadini. Ravvisiamo segnali allarmanti: si continua a chiedere ai servizi essenziali uno sforzo non più sostenibile, anche a costo di comprometterne la tenuta. Le ricadute sarebbero gravissime: riduzione della qualità dei servizi, perdita di posti di lavoro e chiusura di imprese qualificate''. ''Intendiamo proseguire con determinazione le nostre azioni di confronto attraverso l’interlocuzione istituzionale e pubblica'', assicura la Consulta. ''Ci rivolgiamo a Governo e Parlamento per richiamare l’attenzione sull’evidenza che, ogni giorno che passa senza una norma strutturale per la revisione dei prezzi, si consuma un danno economico e sociale. L’intera rappresentanza del comparto proseguirà nel portare in tutte le sedi istituzionali i rischi concreti che corre il sistema-sicurezza del Paese''. La Consulta auspica che il confronto con il Governo ''consenta di provvedere a correttivi non più rinviabili e costruire un quadro strutturale equo e sostenibile, capace di riconoscere il valore strategico dei servizi pubblici''.
(Adnkronos) - "La priorità è coniugare la sicurezza energetica con la resilienza ambientale e la competitività. La grande sfida che le utilities avranno nei prossimi 5-10 anni è quella di fare in modo che le reti elettriche, in particolare, possano resistere alle onde climatiche, quindi al riscaldamento globale, alla richiesta di maggiore energia, ad esempio da parte dei condizionatori e dei data center, e quindi rendere le reti più resilienti, più solide.” Così Luca Dal Fabbro, vicepresidente vicario Utilitalia, in occasione dell'Assemblea generale “Utilitalia 2035: Costruiamo insieme i prossimi 10 anni di futuro” organizzata a Roma in occasione del decennale della Federazione. “Oggi abbiamo reti italiane che vanno aggiornate alle nuove sfide. Occorre produrre energia in maniera più competitiva ed aumentare il peso delle rinnovabili. Il gas continuerà ad essere molto importante ma le rinnovabili devono crescere. Il motivo per cui la Spagna ha un prezzo più basso dell'Italia dell'energia è perché hanno molto eolico e solare. Noi abbiamo la fortuna di avere molto sole, abbiamo la possibilità di sviluppare ancora 60 gigawatt di solare e 20 gigawatt di eolico. Abbiamo 5-10 anni di grande sviluppo e investimenti su questo settore, su cui le utilities giocheranno una partita importante.”