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(Adnkronos) - È morto il giurista, magistrato ed ex giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo dell'uomo dal 2001 al 2010 Vladimiro Zagrebelsky. Aveva 85 anni. Figura centrale del diritto italiano ed europeo dell'ultimo mezzo secolo, Zagrebelsky si è spento martedì 5 agosto scorso, nella sua casa di vacanze a Gressoney-La-Trinité, in Valle d'Aosta. Con lui se ne va una voce lucida e coerente, capace di coniugare rigore tecnico e profondo impegno civile, sempre animata da una visione costituzionale della giustizia e da una cultura giuridica aperta all'Europa e al mondo. Nato a Torino il 25 marzo 1940, Vladimiro Zagrebelsky era il fratello maggiore di Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte costituzionale. Entrambi cresciuti in una famiglia di origini russe, approdata in Italia nei primi decenni del Novecento, hanno rappresentato due pilastri del pensiero giuridico italiano, capaci di confrontarsi con la complessità del mondo contemporaneo partendo da una profonda fede nei valori costituzionali. Dopo la laurea in Giurisprudenza all’Università di Torino nel 1963, Vladimiro intraprese la carriera giudiziaria, nella quale ha lasciato un'impronta indelebile. Entrò in magistratura nel 1965, esercitando a lungo a Torino sia come giudice che come pubblico ministero. Fu presidente della Corte d'Assise (1987-1990) e procuratore della Repubblica presso la Pretura torinese (1991-1994). Dalle aule giudiziarie passò poi alle stanze dell'autogoverno della magistratura, eletto due volte al Consiglio Superiore della Magistratura (1981-1985 e 1994-1998), dove si distinse per equilibrio, indipendenza e competenza. Negli anni successivi Vladimiro Zagrebelsky fu chiamato a dirigere l’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia e la Direzione generale dell'organizzazione giudiziaria (1998–2001), incarichi che interpretò con la sobrietà e la serietà che gli erano proprie, contribuendo all'attuazione della riforma del codice di procedura penale. La svolta internazionale arrivò nel 2001, quando fu eletto dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa come giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo. Rimase alla Corte di Strasburgo fino al 2010, svolgendo un ruolo determinante nello sviluppo della giurisprudenza europea in anni di profonda trasformazione. Le sue sentenze e opinioni separate, sempre argomentate con eleganza e fermezza, hanno segnato alcuni dei passaggi più delicati nell'evoluzione del sistema europeo di protezione dei diritti fondamentali. Particolarmente attento ai cosiddetti "casi strutturali", si è battuto per una giurisprudenza capace di incidere concretamente sugli ordinamenti nazionali, rifiutando ogni forma di giustizia simbolica. Fu un giudice "europeo" nel senso più pieno del termine, profondamente legato al testo della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, ma ancor più ai suoi valori fondativi: dignità, libertà, uguaglianza, giustizia. Terminato il mandato a Strasburgo, Zagrebelsky non si ritirò mai dalla scena culturale. Dal 2010 al 2024 diresse il Laboratorio dei Diritti Fondamentali di Torino, da lui fondato presso il Collegio Carlo Alberto: un centro di ricerca innovativo, capace di connettere riflessione accademica, dibattito pubblico e formazione. Dal 2010 fu anche editorialista per il quotidiano "La Stampa", firmando interventi densi e rigorosi, mai autoreferenziali, su temi di giustizia, costituzione e diritti. I suoi articoli - sempre misurati, mai gridati - rappresentavano un punto di riferimento per lettori e studiosi, specie nei momenti di tensione istituzionale o di conflitto tra poteri dello Stato. Nel 2010 fu insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, il massimo riconoscimento civile dello Stato, a coronamento di una carriera esemplare. Studioso instancabile, autore di una produzione scientifica vastissima, Vladimiro Zagrebelsky ha scritto su diritto penale, magistratura, processo, giustizia europea. Tra le sue opere figurano "Reato continuato" (Giuffré, 1970 e 1976); "Lesioni e percosse" (1980); "Diritti dell'Uomo e Libertà Fondamentali" (con M. de Salvia, Giuffré, 2006–2008); Manuale dei diritti fondamentali in Europa (con R. Chenal e L. Tomasi, Il Mulino, 2016–2022); "Commentario breve alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo" (Cedam, 2012) Numerose le sue collaborazioni con riviste giuridiche italiane e internazionali. Molti dei suoi contributi hanno affrontato i nodi centrali del diritto contemporaneo: l'indipendenza della magistratura, l'obbligatorietà dell'azione penale, il ruolo della Corte europea dei diritti dell'uomo, l'evoluzione del principio di legalità in chiave sovranazionale. (di Paolo Martini)
(Adnkronos) - L'intesa tra Usa e Ue sui dazi al 15% per i prodotti europei entrerà in vigore domani 1° agosto. Ma l'incertezza, mancando ancora un piano operativo sui diversi settori, regna sovrana. E le sorprese, per le aziende italiane che esportano in Usa, sono dietro l'angolo. Anche quelle di ritrovarsi, concretamente, a dover fronteggiare un dazio maggiore rispetto al 15% previsto dall'accordo. Come racconta ad Adnkronos/Labitalia Giuseppe Napoletano, amministratore unico della Solania Srl, azienda campana che esporta in tutto il mondo, Usa compreso, il pomodoro San Marzano Dop, una delle icone del made in Italy agroalimentare, che si produce esclusivamente nell'agro Sarnese – Nocerino. "Da domani -sottolinea- ci sarà su ogni container che entrerà negli Stati Uniti c'è l'applicazione del dazio del 15% in più, sul pomodoro già pagavamo il dazio del 6,50 a cui si sommerà il 15%. Dalle informazioni che ho avuto l'altro giorno da Interglobo, lo spedizioniere che fa tutte le operazioni doganali il prezzo 6,50 più 15, che fa 21,50", sottolinea. Un incremento di costi, quello legato ai dazi, che per Solania arriva in un periodo positivo per l'azienda. "Quelli del 2024 sono stati numeri importanti, siamo un'azienda -spiega- che esporta il pomodoro San Marzano Dop in tutto il mondo, facciamo 50 Paesi, dagli Stati Uniti, Canada, Brasile, fino ad arrivare tra il Giappone, Australia e Nuova Zelanda. Abbiamo sede in Campania, esattamente a Sarno e abbiamo due stabilimenti di produzione, una a Sarno e un'altro a Nocera Inferiore. Produciamo circa un milione di quintali di pomodoro, l'export per noi rappresenta quasi l'80%, e gli Usa il 50% di esso. E quindi il problema con l'applicazione dei dazi c'è, è chiaro che dobbiamo essere bravi a ottenere i costi per superare questo momento negativo", sottolinea. Ma, nonostante l'incertezza e l'aumento dei costi legato all'applicazione dei dazi, l'imprenditorie non perde la fiducia. "Io sono fiducioso perché il consumatore americano è molto attento alla qualità, il nostro è un prodotto che va verso un mercato di fascia medio alta. Noi dovremo essere a produrre nel contenere i costi e gli eventuali aumenti di non applicarlo al cliente finale", sottolinea. E Napoletano, nel contenimento dei costi senza intaccare la qualità, si è mosso per tempo. "In previsione di questa situazione, quando si è iniziato a parlare di dazi, abbiamo ci siamo già attrezzati contenendo il costo dell'acciaio, visto che il nostro pomodoro va in contenitori metallici. Abbiamo già fatto i contratti a dicembre e gennaio scorso, in cui non abbiamo subito ulteriori aumenti, mentre in questo momento l'acciaio è aumentato del 7-8%", sottolinea. La 'strada', per Napoletano, per vincere la 'guerra' dei dazi, deve essere questa: valore aggiunto del prodotto e ottimizzazione dei costi. "Abbiamo sentito il nostro importatore -spiega- e il sentimento è chiaro, quando ci sono queste situazioni incredibili a livello internazionale, anche loro devono stringere la cinghia in un momento particolare. Ma noi siamo fiduciosi perché il nostro prodotto è un prodotto di fascia medio alta, non è un prodotto cheap. Il problema lo potresti tenere su un prodotto cheap che magari aumenta del 15-20%", ribadisce. "Chi è abituato a mangiare qualità e a spendere per la scatola di pomodoro San Marzano, continuerà a farlo, non penso almeno per il momento, un'eventuale riduzione del consumo negli Usa", sottolinea. E l'imprenditore sottolinea come oltre ai dazi a pesare sia la svalutazione del dollaro. "Se non c'è un intervento politico a livello internazionale" la situazione che si è creata con i dazi Usa "la puoi tamponare, però a lungo andare puoi avere dei problemi occupazionali, dei problemi di produzione. Questo accordo ha permesso agli Usa di fare il proprio business e di vendere proprie risorse all'Europa, però prima o poi vanno regolati questi scambi commerciali, non si possono tenere i tassi così alti. Mi auguro che da qui a fine anno, anche in occasione delle elezioni di medio termine in America, qualcosa possa succedere", sottolinea. E intanto Napoletano è concentrato sul momento più importante per l'azienda: la produzione del pomodoro San Marzano che viene trasformato esclusivamente in pelati, come previsto dal disciplinare. "In questo momento abbiamo un pomodoro eccellente, un'annata di qualità. Negli ultimi giorni c'è stata una piccola pioggia che non ha fatto danni, perché poi sul pomodoro quello che incide sono eventuali grandinate, che potrebbe danneggiare il prodotto. Fino ad adesso stiamo facendo una qualità eccellente", sottolinea, concludendo che "noi produciamo poi anche pomodoro normale, in Puglia, e anche li stiamo avendo una qualità eccellente".
(Adnkronos) - Sono 90 le località rurali che hanno ricevuto il riconoscimento Spighe Verdi 2025, rispetto alle 75 dello scorso anno: 17 sono i nuovi ingressi, 2 i Comuni non confermati. Le Spighe Verdi 2025 per i Comuni rurali, alla decima edizione, sono state annunciate nel corso della cerimonia di premiazione che si è svolta a Roma presso il Cnr alla presenza dei sindaci vincitori. Spighe Verdi è un programma nazionale della Fee - Foundation for Environmental Education, l’organizzazione che rilascia nel mondo il riconoscimento Bandiera Blu per le località costiere, pensato per guidare i Comuni rurali, passo dopo passo, a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità. Per portare i Comuni rurali alla graduale adozione dello schema Spighe Verdi, la fondazione Fee Italia ha condiviso con Confagricoltura un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità. Alcuni indicatori presi in considerazione sono stati: la partecipazione pubblica; l’educazione allo sviluppo sostenibile; il corretto uso del suolo; la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura; la qualità dell’offerta turistica; l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata; la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio; la cura dell’arredo urbano; l’accessibilità per tutti senza limitazioni. "Il 2025 segna un forte incremento del programma Spighe Verdi - dichiara Claudio Mazza, presidente della fondazione Fee Italia - ben 17 nuovi ingressi che testimoniano la crescente attenzione delle amministrazioni locali verso uno sviluppo rurale realmente sostenibile. Questo dato, che arriva nel decimo anno del programma, rappresenta un segnale concreto di cambiamento, in cui la gestione del territorio, la qualità ambientale e il benessere delle comunità diventano priorità condivise e strumenti di crescita. Spighe Verdi non è un riconoscimento simbolico: è un percorso volontario, rigoroso e trasparente, che richiede impegno costante, visione amministrativa e capacità di coinvolgimento del tessuto sociale e produttivo del territorio. L’adesione di così tanti Comuni a questo modello con convinzione testimonia che anche le località rurali italiane stanno finalmente prendendo consapevolezza del proprio ruolo centrale nella costruzione di un futuro sostenibile per il nostro Paese”. “Il programma Spighe Verdi conferma anche nel 2025 la sua funzione strategica per la crescita dei Comuni rurali e delle aree interne del nostro Paese - ha sottolineato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura - L’agricoltura è protagonista di questo percorso: dalle pratiche sostenibili all’economia circolare, dalla tutela del paesaggio alla valorizzazione delle produzioni tipiche e dell’accoglienza. Sono questi i pilastri che guidano il lavoro delle imprese agricole e che ritroviamo pienamente negli obiettivi fissati da Fee Italia”. Le Spighe Verdi 2025 sono state assegnate in 15 Regioni. Il Piemonte ottiene il maggior numero di riconoscimenti con 18 Spighe Verdi (cinque ingressi): Acqui Terme, Alba, Bra, Canelli, Carignano, Castiglione Falletto, Centallo, Cherasco, Chiusa di Pesio, Gamalero, Gavi, Guarene, Monforte d’Alba, Narzole, Poirino, Pralormo, Santo Stefano Belbo e Volpedo. Salgono a 10 le località per la Calabria (tre nuovi Comuni): Belcastro, Cariati, Crosia, Miglierina, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Santa Maria del Cedro, Sellia Marina, Trebisacce, Villapiana. Le Marche vantano 9 località premiate: Esanatoglia, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano, Montelupone, Numana, Senigallia, Sirolo. Segue la Toscana che ottiene 8 riconoscimenti: Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Gambassi Terme, Grosseto, Massa Marittima, Orbetello. Sono 8 le Spighe Verdi in Umbria (un ingresso e un’uscita): Deruta, Gubbio, Montecastrilli, Montefalco, Norcia, Scheggino, Todi, Trevi. Anche la Puglia ottiene 8 Comuni Spighe Verdi: Andria, Bisceglie, Castellaneta, Carovigno, Maruggio, Nardò, Ostuni, Troia. La Campania ottiene 7 riconoscimenti (con un ingresso): Agropoli, Ascea, Capaccio-Paestum, Foiano di Val Fortore, Massa Lubrense, Monteforte Cilento, Positano. Sono 5 le località del Lazio (un ingresso e un’uscita): Canale Monterano, Gaeta, Rivodutri, Sabaudia, San Felice Circeo. In Liguria i Comuni sono 4 (con due nuove località): Andora, Borgio Verezzi, Lavagna, Sanremo. La Sicilia arriva a 3 località con due nuovi Comuni: Modica, Ragusa, Vittoria. Con un nuovo Comune, salgono a 3 anche le Spighe Verdi in Abruzzo: Gioia dei Marsi, San Salvo e Tortoreto. Il Veneto vanta 2 località: Montagnana e Porto Tolle. Sono 2 i Comuni Spighe Verdi anche in Basilicata (un nuovo ingresso) - Nova Siri e Pisticci - e in Lombardia: Ome e Sant’Alessio con Vialone. Uno è il Comune in Emilia-Romagna, Parma.