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(Adnkronos) - Il Genoa batte 1-0 il Parma nel posticipo dell'undicesima giornata di Serie A disputato allo stadio 'Tardini' della città emiliana, sotto una nebbia via via sempre più fitta. A decidere il match il gol di Pinamonti al 35' della ripresa. In classifica i rossoblù agganciano i ducali al 14° posto con 14 punti come Como e Cagliari. Dopo poco più di 10' i padroni di casa perdono per un infortunio muscolare Bernabé, sostituito da Haj Mohamed. Un'occasione per parte nella prima frazione. Mihaila sfiora il gol su punizione a due in area al 28', appena prima dell'intervallo è pericoloso Frendrup con un sinistro potente sul quale di supera Suzuki a respingere. Nell'intervallo i ducali perdono anche Haj Mohamed per un problema alla caviglia, entra Almqvist. In avvio di ripresa gol annullato ai Thorsby per un fallo di mano dello stesso giocatore rossoblù. Al 13' pericoloso il Genoa. Ripartenza che premia Pinamonti, che da posizione defilata calcia fortissimo di destro: Suzuki salvato dal palo, poi è decisivo Delprato che respinge il destro a colpo sicuro di Badelj. Al 28' Pinamonti serve sulla corsa Ekhator, che batte Suzuki con un destro vincente, gol annullato per fuorigioco di partenza dell'attaccante rossoblù. Al 35' arriva il gol partita di Pinamonti, a segno con un facile tap-in dopo la respinta di Suzuki sulla conclusione di Ekhator. Al 41' scocca l'ora di Balotelli che entra al posto di Ekhator tornando a giocare una partita in Serie A dopo 4 anni e mezzo. SuperMario si becca anche un giallo per proteste dall'arbitro Guida nei minuti di recupero.
(Adnkronos) - FederlegnoArredo torna per il secondo anno a Ecomondo, la fiera internazionale dedicata all'ambiente, alla sostenibilità e all'economia circolare in programma dal 5 all’8 novembre a Rimini. Sarà l’occasione per incontrare istituzioni, stakeholder, operatori del settore e condividere con loro il percorso che la Federazione, insieme alle imprese associate, sta portando avanti sui temi della green economy, della responsabilità estesa del produttore, del riuso, del riciclo e della riparabilità dei prodotti e per discutere di normative che impatteranno sul futuro delle nostre aziende e di obiettivi previsti dal Green Deal. Ma Ecomondo sarà anche l’occasione per il settore legno-arredo di misurarsi e misurare il proprio grado di consapevolezza sui temi della transizione circolare, con un occhio rivolto al presente e uno al futuro. E lo ha fatto grazie a un’indagine che ha condotto con altri partner, nell’ambito del progetto Furncircle (circular economy guidelines and tools for application in the EU furniture sector) finanziato dall’Unione Europea, il cui obiettivo è guidare le aziende del settore verso un futuro più sostenibile e misurare i livelli di maturità delle imprese nel tempo, tenendo conto anche del tessuto imprenditoriale che caratterizza la manifattura italiana composta da aziende micro, piccole, medie e grandi. L’obiettivo è identificare tendenze e possibili scenari, fotografando la situazione attuale e spingendosi a fare previsioni al 2027. Dal campione di aziende italiane analizzate, si evidenzia che attualmente il 44% ha implementato politiche di ecodesign e l'81% prevede di farlo entro il 2027. Il Regolamento Espr, approvato nel 2024 dal Parlamento europeo, prevede infatti che il settore dell'arredamento sarà tra i primi a essere interessato, con mobili e materassi considerati prioritari nella definizione di regole specifiche per prodotto. Sul medesimo tema la ricerca evidenzia però che solo il 14% delle aziende è attualmente informato sul Regolamento Ecodesign e ne implementa i requisiti, ma questo dato è destinato a crescere, con previsioni che parlano di un 65% entro il 2027. Impossibile per le aziende, data la portata dei cambiamenti richiesti, prescindere dal capitolo formazione: attualmente, il 44% offre programmi di formazione sulla sostenibilità e le aziende interessate saliranno al 79% entro il 2027. Una sfida significativa, specialmente per le micro e piccole imprese, che risultano essere più in ritardo e in affanno rispetto alle aziende di medie e grandi dimensioni. In attesa che la pubblicazione del Bilancio di sostenibilità dal prossimo anno diventi obbligo di legge, dalla ricerca si evince che il 37% delle aziende ne pubblica già uno verificato, ma il 77% prevede di farlo entro il 2027. Analizzando le diverse dimensioni delle aziende risulta però che solo il 14% delle micro-piccole imprese italiane pubblica un bilancio di sostenibilità, contro il 52% delle aziende medio-grandi. Entro il 2027, questa percentuale salirà al 48% per le micro-piccole imprese e al 97% per le medio-grandi. Solo il 23% delle aziende monitora le emissioni di gas serra (ghg), con una previsione del 47% entro il 2027, mentre il 42% valuta i fornitori in base a criteri di sostenibilità con un aumento previsto al 79% nel 2027. “Consapevolezza - commenta Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo - obiettivi, azioni. Sono questi i concetti che meglio sintetizzano il percorso della nostra filiera sui temi dell’economia circolare e che i dati raccolti dalla ricerca evidenziano. Da sempre sensibile ai temi dello sviluppo sostenibile e spesso anticipatore di processi, il legno-arredoambisce a performare al meglio e per farlo parte da un’autoanalisi, quale base per future azioni concrete. Non a caso il settore si dimostra attento ai temi della formazione quale punto di partenza per la messa in atto della trasformazione green e digitale. La dimensione, spesso piccola delle nostre aziende, le rende in alcuni casi più lente nel recepire e attuare processi di cambiamento tanto complessi, motivo per cui l’azione di supporto e indirizzo della Federazione risulta altamente strategica. Il livello di conoscenza e attuazione delle politiche di Ecodesgin e gli obiettivi del 2027 rendono evidente come l’approccio del settore sia ormai davvero improntato al ‘pensiero circolare’, in cui progettazione, realizzazione, produzione, riuso e smaltimento rifiuti fanno parte di un unico ingranaggio che si muove secondo i principi di una sostenibilità ambientale economica e sociale”. La ricerca evidenzia inoltre che il 20% delle aziende ha già effettuato un'analisi del ciclo di vita (Lca), mentre ben il 65% sta considerando di farlo. Questo è un segnale positivo che dimostra la crescente consapevolezza riguardo l'importanza delle certificazioni e dei sistemi di gestione. A oggi, infatti, il 34% delle imprese offre prodotti idonei a progetti Leed e il 32% sta valutando di allineare i propri prodotti ai requisiti Leed. Ad oggi, il 57% delle micro-piccole imprese monitora anche la soddisfazione dei propri clienti sui temi della sostenibilità, utilizza i feedback e li coinvolge nel percorso di miglioramento, rispetto al 74% delle medio-grandi. Nel 2027 le percentuali saliranno rispettivamente all'86% e al 94%. E di rapporto con il cliente parla anche quel 16% riferito alle aziende che nel 2024 ha offerto la possibilità di acquistare pezzi di ricambio per estendere la vita della maggior parte dei propri prodotti e servizi post-vendita, con una crescita prevista al 25% entro il 2027.
(Adnkronos) - “La sostenibilità è uno dei fattori differenzianti dell'offerta di Ing a livello globale e a livello italiano. In particolare, quello che facciamo è cercare di giocare un ruolo più sinergico possibile con gli altri attori dell'economia - aziende, consorzi, mondo delle istituzioni - in maniera tale da aiutare la transizione dei nostri clienti”. Lo ha detto Andrea Diamanti, Head of Wholesale Banking Ing Italia, intervenendo oggi all'evento Adnkronos Q&A ‘Trasformazione green, investimenti e strategie’, al Palazzo dell’Informazione di Roma. “Ci siamo dotati di un team di sustainability a livello globale, che conta più di 60 persone - aggiunge Diamanti - anche in Italia abbiamo degli esperti. Ci siamo dotati di un approccio chiamato Terra, che mappa le curve di decarbonizzazione dei settori dove siamo attivi come banca misurando, su base annuale, il progresso che i nostri clienti fanno lungo le curve di decarbonizzazione. Affianchiamo i clienti nell'emissione di strumenti finanziari che siano legati al raggiungimento di determinati obiettivi di sostenibilità, di decarbonizzazione. Abbiamo investito molto anche in soluzioni tecnologiche, digitali, che supportano l'analisi delle nostre forze vendite, dei nostri esperti di prodotto sul tema della sostenibilità. Lo scorso anno, nel 2023 - illustra - il gruppo Ing, a livello globale, ha mobilitato circa 115 miliardi di euro di capitali cosiddetti sostenibili. Abbiamo avanzato il nostro obiettivo al 2027, da 125 miliardi a 150 miliardi di capitale mobilizzato sostenibile”. L'Italia “gioca un ruolo molto importante per il nostro gruppo - sottolinea Diamanti - L'anno scorso abbiamo mobilitato più di 4,4 miliardi di euro di capitali sostenibili e stiamo crescendo ancora anche quest'anno. Una delle attività principali è il sostegno alle energie rinnovabili. Nel 2022 il gruppo Ing ha erogato circa 2,5 miliardi di euro di finanziamenti. In questo settore contiamo di triplicare entro il 2027, quindi a 7,5 miliardi, l'obiettivo di finanziamenti a supporto delle energie rinnovabili. Vogliamo essere dei partner da un punto di vista di know-how, di supporto finanziario a chi dimostra di avere un piano ambizioso di decarbonizzazione, di sostenibilità e integriamo questi concetti nelle nostre decisioni di credito. Noi valutiamo anche il rischio di transizione all'interno di tutti i rischi aziendali che dobbiamo tenere presente quando affidiamo, da un punto di vista di credito, un'azienda. Perché riteniamo che, nel lungo termine, questo sarà uno dei rischi più importanti nella sostenibilità”. A tale proposito, ci sono “due pubblicazioni molto importanti - spiega Diamanti - Una è il Climate Progress Update, che pubblichiamo su base annuale, in cui diamo un aggiornamento su quelle che sono le evoluzioni sulle politiche di supporto alla transizione ambientale che il gruppo Ing mette in piedi. Un altro strumento molto importante che pubblichiamo su base trimestrale è quello del Sustainability Finance Pulse, una pubblicazione che tende a evidenziare quelli che sono i trend a livello mondiale e poi suddivisi per regioni, del coinvolgimento del sistema dei capitali a supporto della sostenibilità. Questo ci permette di monitorare i movimenti a livello macro dei player principali, orientare poi le nostre scelte di mercato nei singoli mercati dove operiamo e di capire anche come i vari operatori si stanno muovendo e come anche noi stessi ci stiamo muovendo”. Quest’anno, “abbiamo visto che a fronte di una sostanziale, tenuta a livello mondiale dei fondi dei capitali dedicati alla sostenibilità - conclude Diamante - noi siamo in forte crescita, siamo cresciuti anno su anno di oltre il 30% dei capitali mobilizzati per la sostenibilità”.