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(Adnkronos) - Jannik Sinner è tornato. Il tennista azzurro ha battuto oggi, sabato 10 maggio, l'argentino Mariano Navone nel secondo turno degli Internazionali d'Italia, vincendo in due set con il punteggio di 6-3, 6-4. Di fronte a un Centrale sold out, il numero uno del mondo si riprende il suo trono e vola al terzo turno del Masters 1000 di Roma, dove incontrerà l'olandese Jesper de Jong. Il Centrale, che di tennis ne ha respirato tanto, quando lo speaker urla il suo nome, per un attimo trattiene il respiro. Il boato che si scatena poi, al momento dell'ingresso in campo, Jannik Sinner lo attendeva da tre lunghi mesi. Il numero uno del mondo, in completo nero, alza il braccio, saluta i suoi tifosi e guarda quello stadio strapieno per lui. Tutti, sugli spalti, sono consapevoli di star vivendo un momento di per sé storico, che attraversa lo sport e per qualcuno diventa qualcosa di più. Sicuramente lo è negli occhi di chi, per quache tempo, è stato costretto a rinunciare a ciò che ama. La storia di Sinner, interrottasi con il trionfo di Melbourne, ricomincia 104 giorni dopo da Roma, che lo riabbraccia due anni dopo l'ultima volta, e lo accoglie con un coro che in questi giorni, al Foro, si è sentito spesso: "Olè, olè, olè Sinner, Sinner". Quando Sinner ricomincia a servire, non sembra un tennista fermo da tre mesi. Qualcuno, dopo l'ennesima risposta in corridoio di Navone, urla: "Jannik, tira più piano che si fa male". L'arbitro invita al silenzio, il Centrale si scioglie in una risata. Un po' di emozione però, forse, l'ha provata anche Sinner. Al terzo gioco del primo set Navone, che per l'occasione, nemmeno a farlo apposta, ha scelto scarpe color carota, va avanti 30-0. L'azzurro lo recupera, l'argentino conquista una palla break. È il primo momento di difficoltà del 'nuovo' Sinner, a cui Jannik però risponde alla 'vecchia' maniera. Occhi di ghiaccio, passante e smash. Da lì in poi, Sinner dimostra perché, nonostante i mesi di stop, sia ancora il numero uno. Al game successivo si conquista due palle break, trasforma la prima. Navone prova a farlo correre, puntando su una condizione fisica che, per forza di cose, non può essere ancora al top. Forse era così che l'argentino l'aveva preparata. Forse l'augurio di "rovinargli la festa" si basava sulla speranza di vederlo calare con il passare dei punti. Ma Sinner regge. Si asciuga spesso la fronte, si prende qualche secondo in più al servizio per respirare. Ascolta quello che lo circonda, prende energia dal pubblico del Centrale, sempre più in partita, sempre più colorato di arancione. Sul 5-2 per l'azzurro parte la 'hola' e lo stadio ricomincia a cantare. Nel game che decide il primo set Sinner si prende il suo tempo. Navone riesce a portarlo ai vantaggi, poi si arrende e Jannik conquista il primo parziale 6-3. Alla palla corta con cui Sinner apre il secondo set, qualcuno, sulle tribune del Centrale, si stropiccia gli occhi. Jannik gioca profondo, cerca le linee. Rischia poco, è vero, ma non si fa mancare un tocco di magia. Navone, che come tutti gli argentini è molto più a suo agio sulla terra che su altre superfici, corre e lotta. Prova a variare il suo gioco, a non offrire punti di riferimento, ma va spesso fuori giri. Più passano i punti e più le 98 posizioni di distanza nel ranking si fanno sentire. L'azzurro sfrutta ancora la corta, sembra averci preso gusto. Navone gliela restituisce, Jannik colpisce in diagonale e si prende, una volta di più, gli applausi del suo pubblico. Ma l'argentino è osso duro, soprattutto in difesa, e si conquista una palla break nel quarto game. Per spaventare Sinner però ci vuole ben altro. Jannik la annulla, si prende il game e alza quel 'pugnetto' diventato marchio distintivo. A metà parziale la stanchezza, fisiologica, comincia ad affiorare. Sinner è impreciso, gioca pochi 'vincenti' e Navone si fa coraggioso. L'argentino si prende un'altra palla break, l'azzurro la annulla ancora. È il momento più difficile della partita di Jannik. Il Centrale lo capisce, alza i decibel. La reazione di Sinner è immediata: nel settimo game conquista quattro palle break, Navone resiste per tre volte, si arrende alla quarta. Il calo che ne segue, è figlio di quei mesi senza campo. L'altoatesino concede il controbreak immediato all'avversario, ma anche in questo caso mantiene quella calma che è la sua forza, e che tanti sportivi, non solo tennisti, gli invidiano. Perché la mentalità, unita al talento, a volte riesce a battere anche la stanchezza. E quindi quello che ne segue ha perfettamente senso: Sinner riprende in mano gli scambi e la partita, piazza un altro break al nono game e torna avanti, a un solo passo dal match. La festa del Centrale inizia ben prima dell'ultimo punto: Jannik chiude con un servizio vincente, quello che gli è mancato per tutto la partita, e scaglia una pallina in tribuna. L'incubo è finalmente finito, il numero uno è tornato. "Non so cosa dire, non c'è posto piu bello per me per giocare a tutti, grazie mille a tutti davvero", ha detto Sinner dal campo del Centrale, "è una sensazione bellissima, sono stati tre mesi lunghi, mi sono divertito con la mia famiglia e amici ma sono contento di poter tornare a giocare a tennis che è quello che mi piace, quello che amo". Dopo tre mesi non sapevo cosa aspettarmi", ha continuato l'azzurro, "anche se non fosse andata come volevamo sarebbe stato bello uguale. L'importante è essere tornati, poi i risultati arriveranno". (di Simone Cesarei)
(Adnkronos) - Come l’intelligenza generativa sta modificando le modalità di operare nelle realtà del terzo settore? Come le competenze dei manager possono supportare gli enti non profit a integrare e interagire al meglio con questa nuova tecnologia? A queste e molte altre domande si è risposto nel corso di 'L'Europa siamo noi! Manager per il sociale: AI4Ets', il convegno ideato dal gruppo manager per il sociale di Manageritalia Lombardia, che ha messo a confronto imprese, istituzioni e manager per mettere le competenze di quest’ultimi a disposizione degli enti non profit per governare e guidare l’adozione delle tecnologie basate sull’AI, bilanciando etica e sviluppo tecnologico. Ad aprire i lavori del convegno, questa mattina presso gli spazi del Parlamento Europeo sede di Milano in C.so Magenta in occasione della 'Milano Civil Week', Paolo Scarpa, presidente Manageritalia Lombardia, Maurizio Molinari, capo dell’Ufficio del Parlamento Europeo a Milano, Brando Benifei, eurodeputato Parlamento Europeo, Santino Mafodda, coordinatore manager per il sociale di Manageritalia Lombardia e Silvia Pugi, membro del Cda e vice segretario generale Cec. Al convegno hanno partecipato anche i rappresentanti di diversi Ets come: Lilt, Fondazione Culturale Pensare Oltre, Progetto Arca, Fondazione RiC, Cbm e Csv Milano. "L’avvento dell’intelligenza generativa apre opportunità straordinarie per gli Ets per migliorare non solo la loro azione ma soprattutto la loro gestione, al fine di essere maggiormente performanti in termini di servizi offerti, risultati raggiunti e soggetti aiutati. Queste opportunità richiedono competenze e noi, come manager, siamo disponibili ad affiancare le realtà non profit in questo cambiamento", così spiega Paolo Scarpa, presidente di Manageritalia Lombardia. "Oggi abbiamo bisogno sempre più -prosegue- di un volontariato di competenza che accompagni le organizzazioni del no profit verso un concreto processo di cambiamento umano e tecnologico, affinché la loro azione sia sempre più determinante per uno sviluppo sociale e solidale, attento ai bisogni dei più fragili". Nel dare avvio alla tavola rotonda dal titolo 'Impatto e potenzialità dell’AI applicata al terzo settore', Santino Mafodda, coordinatore del Gruppo manager per il sociale di Manageritalia Lombardia, ha affermato: "Da oggi il Gruppo manager per il sociale, oltre alle sue tante e solide attività, è pronto a supportare gli ets anche per sfruttare le opportunità offerte dall’ai. Opportunità che, se introdotte con logiche manageriali, permettono di aiutare meglio gli assistiti e ridisegnare un’organizzazione più capace di generare benessere ed efficacia nel lavoro di persone e volontari che operano al loro interno. Siamo quindi pronti ad accogliere richieste di informazioni e di intervento anche in quest’ottica". Gli Ets interessati possono chiedere supporto al Gruppo Manager per il Sociale scrivendo a mxs.lombardia@manageritalia.it. "Grazie al confronto e al dialogo con le imprese, le università, le ammirazioni pubbliche e gli enti del terzo settore siano arrivati per primi, come Comunità europea, a normare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale affinché questo innovativo e sorprendere strumento possa porsi in sintonia con i valori europei, mantenendo al centro la tutela della persona", commenta l'europarlamentare Brando Benifei che conclude: "L’Ai può contribuire a migliorare e incrementare la produttività in tutti gli ambiti, dal profit al non profit, ma dobbiamo essere sicuri che si utilizzino sempre dati di qualità, una maggiore sicurezza nel senso più ampio del termine e soprattutto un controllo umano ed etico nel rispetto dei diritti delle persone". Il convegno ha messo al centro della discussione il ruolo dei manager nel guidare l'innovazione sociale con uno sguardo concreto alle opportunità offerte dall’Ai per terzo settore. A parlarne sono stati: Maria Paola Lovesio, professionista specializzata in tecnologia, innovazione e trasformazione digitale ed Emilio Bertolotti, esperto nella progettazione di algoritmi avanzati. Secondo un’analisi condotta da Manageritalia Lombardia (dati Istat e Runts) in Italia circa il 65-70% degli Ets non ha personale dipendente e si basa esclusivamente sul volontariato. Il 20-25% ha un piccolo numero di dipendenti (da 1 a 5), una quota molto ridotta (5-7%) ha da 6 a 20 dipendenti e solo il 2-3% degli Ets ha una struttura più complessa e dimensioni medio-grandi con oltre 20 dipendenti. Numeri che dimostrano come in tali realtà, proprio per il ridotto numero di addetti, spesso manchino le competenze adeguate per sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’AI; quest’ultima, infatti, è spesso sotto utilizzata, se non per creare contenuti creativi, lasciando inesplorate le potenzialità del mezzo, che invece può contribuire a migliorare la gestione dei processi interni, la gestione del personale, i processi contabili e finanziari; favorire il monitoraggio dei risultati dei progetti realizzati; perfezionare le raccolte fondi per l’ente attraverso la personalizzazione delle campagne di fundraising in base ai comportamenti e preferenze dei donatori e molto altro. Opportunità che, per essere colte nella loro interezza, richiedono necessariamente di un maggior ricorso alla managerialità e alle competenze, elementi che sono alla base dell’impegno del Gruppo manager per il sociale di Manageritalia Lombardia. Il Gruppo manager per il sociale di Manageritalia Lombardia è nato nel 1999 per mettere a disposizione delle organizzazioni di volontariato del territorio, e successivamente di tutte le realtà che operano nel mondo del non profit, le competenze professionali acquisite dagli associati nel corso del loro percorso lavorativo. Ad oggi vede la partecipazione gratuita di oltre 300 manager, pensionati e in attività, attivi nella riorganizzazione, gestione progetti, fundraising e tanto altro. Sono oltre 355 i progetti che hanno potuto godere della loro consulenza per aiutare e far cresce l’inclusività e l’attenzione verso i più fragili.
(Adnkronos) - “E' un onore ricevere questo premio perché credo riconosca il contributo che ho cercato di dare nel tempo ai valori in cui ho sempre creduto: la creazione di valore nelle aziende, con ricadute concrete per le collettività, mettendo sempre al centro le persone”, ha dichiarato Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Acea, commentando il premio ricevuto per il suo percorso professionale in occasione della XVI edizione del Premio Guido Carli presso la sala Sinopoli dell'Auditorium Parco della Musica a Roma. “Un riconoscimento – ha aggiunto – che guarda all’insieme del mio curriculum, ma anche all’attività svolta in Acea, una realtà infrastrutturale che opera in settori complessi, come quello dell’acqua, oggi al centro di un importante percorso di transizione. Nel futuro la transizione idrica sarà cruciale quanto, se non più, di quella energetica: aziende come Acea hanno un ruolo fondamentale nel favorire questa transizione in Italia”. Sottolineando l’importanza del capitale umano, Palermo ha ricordato l’impegno dell’azienda: “Negli ultimi anni abbiamo firmato uno dei primi protocolli centrati sulla persona, anche con il sindacato, e promosso numerose iniziative sia all'interno che all'esterno dell'azienda.”