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(Adnkronos) - Francesca Jones viene da Bradford, Inghilterra. Ha 24 anni e da ieri è tra le prime 84 tenniste al mondo, dopo la vittoria del Palermo Ladies Open. La particolarità è che questa ragazza ha 4 dita per mano e 7 in totale nei piedi, a causa di una malformazione congenita rara, l’electrodattilia-displasia ectodermica-labiopalatoschisi. Una condizione che ha costretto la tennista a sottoporsi a diversi interventi e cure specifiche. A Palermo ha vinto il secondo titolo Wta 125 della carriera, che è anche il secondo nelle ultime tre settimane, assicurandosi la posizione numero 84 all'aggiornamento del ranking. Con una lezione di talento e forza mentale: nessun set perso, grande solidità e tennis d’attacco, fino all’ultima palla chiusa con un sorriso che sa di conquista. Il sorriso di chi ha dato a tutti una lezione di vita. Quella di Francesca Jones è una storia particolare, di resilienza e determinazione. Cresciuta nel West Yorkshire, a 9 anni lasciò casa per andare alla Sanchez Casal Tennis Academy di Barcellona, per costruire il suo sogno di diventare una professionista. Nel 2021, parlava così in un'intervista alla Itf: “Quando mi hanno spiegato che non avrei mai potuto giocare a tennis mi sono detta che fosse il momento di provare il contrario, potevo farcela”. Il viaggio è stato pieno di difficoltà, tra allenamenti specifici, operazioni delicate e lavoro posturale, per la mancanza di un dito per mano, due dita nel piede destro e uno nel sinistro: “Quando si hanno meno dita è più difficile mettere il peso sui piedi. Faccio molte cure, devo fare attenzione ai fianchi perché carico il mio peso sui piedi e sulle scarpe”. Anche la racchetta di Francesca Jones è particolare, per ovviare alla mancanza delle dita. La sua vittoria, simbolo di determinazione, ha commosso il pubblico di Palermo: "Ho sentito l'amore nel corso del torneo. Grazie al pubblico e grazie agli organizzatori per questa bellissima settimana. Amo l'Italia, adesso andrò in vacanza a Taormina".
(Adnkronos) - “È una banalità dire che se non ci fossero saremmo tutti più contenti. Ma se verrà confermato, mi auguro nel più breve tempo possibile, quel 15 % che leggiamo oggi sui giornali, almeno avremmo una percentuale definita e le aziende comincerebbero a prendere le dovute contromisure su un dato certo. Togliere quel dazio occulto che è l’incertezza è pur sempre un inizio: basti pensare che proprio il clima di incertezza ha fatto registrare, solo a maggio, un calo delle nostre esportazioni del 6,6% verso il mercato Usa, che ricordiamolo, è il secondo mercato in assoluto e il primo extra Ue per un valore pari a 1,7 miliardi di euro per il macrosistema arredamento. E nel frattempo le importazioni dalla Cina sono aumentate in maniera preoccupante di un +28,3% nel periodo gennaio-aprile 2025”. Lo dichiara Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo. “Quello americano è un mercato strategico per il nostro settore in cui perderemmo competitività, considerando che la ricaduta più diretta sarebbe sul consumatore finale americano che, seppur con una stima approssimativa, si troverebbe a pagare lo stesso prodotto il 6% in più", continua. "L’ottimale? Sicuramente no, ma pur sempre gestibile. Purtroppo, quello che potrebbe peggiorare davvero questa situazione già complessa, è la perdita di potere d'acquisto del dollaro verso l'euro, con una svalutazione che da inizio anno è arrivata al 13% e che potrebbe toccare il 20-25% nella primavera del 2026. Questo scenario sarebbe ben più grave dell’introduzione del dazio", conclude.
(Adnkronos) - “Il Programma Emtn è molto importante perché sancisce il ritorno a raccogliere capitali in Italia, rafforzando il mercato dei capitali italiani che negli ultimi anni ha sofferto l'emorragia verso mercati esteri. L'Italia non ha nulla da invidiare agli altri paesi. Riteniamo che il rimpatrio in Italia sia la mossa giusta negli interessi di Iren e del sistema economico italiano”. Sono le dichiarazioni di Luca Dal Fabbro, presidente di Iren, alla ‘Ring the Bell Ceremony’ organizzata a Palazzo Mezzanotte da Iren per celebrare la costituzione del nuovo Programma Emtn (Euro Medium Term Notes). Iren ha rinnovato il proprio Programma incrementando l’ammontare massimo da 4 a 5 miliardi di euro. Il Prospetto informativo relativo al Programma è stato approvato da Consob e ha ottenuto il giudizio di ammissibilità alla quotazione sul Mercato telematico delle obbligazioni (Mot) da parte di Borsa Italiana. Un ruolo importante è riservato alla sostenibilità. “Il denaro che raccogliamo sul mercato - prosegue Dal Fabbro - serve per aumentare gli investimenti sulla resilienza ambientale, sul rafforzamento delle reti idriche, sull'efficientamento del parco termoelettrico, il fotovoltaico, l'eolico. Alimentiamo progetti che devono essere sostenibili e che aumentano la resilienza ambientale. Siamo convinti che si tratti di un buon investimento che, da un lato, offre rendimento agli azionisti e dall’altro rende l’azienda più solita. Investire nella sostenibilità non è un peso, ma una grande opportunità di rendere le aziende più solide”. Nella scelta di procedere all’emissione di nuovi titoli obbligazionari ha influito la semplificazione burocratica e normativa: “È stato fatto un grandissimo lavoro di semplificazione da parte di Borsa Italiana e Consob - aggiunge - questo è uno degli elementi che ci ha indotto a investire. Faccio i complimenti al team di Consob e di Borsa Italiana. Grande lavoro a beneficio di emittenti come la nostra e di tutte le imprese italiane. L’Italia deve tornare a fare industria, nel nostro Paese abbiamo una iper finanziarizzazione del sistema italiano, ma facendo industria ci saranno soldi per alimentare la finanza”. Infine una considerazione sul nucleare: “Il nucleare è un orizzonte molto lungo. Per fare una centrale nucleare ci vogliono tra i 10 e i 15 anni. Il suggerimento che darei a chi parla di nucleare è di sopravvivere nei prossimi 5-10 anni facendo quello che è possibile e in parallelo studiare le migliori forme per produrre energia elettrica sostenibile e sicura., con tutte le fonti, nessuna esclusa” conclude Dal Fabbro.