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(Adnkronos) - Il governo ha deciso di impugnare la legge della Regione toscana sul fine vita. Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha esaminato quattordici leggi delle regioni e delle province autonome e ha, quindi, deliberato di impugnare la legge della Regione Toscana n. 16 del 14/03/2025, recante 'Modalità organizzative per l'attuazione delle sentenze della Corte costituzionale 242/2019 e 135/2024', in quanto, nella sua interezza, "esula in via assoluta dalle competenze regionali e lede le competenze esclusive dello Stato in materia di ordinamento civile e penale e di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, nonché il riparto di competenze in materia di tutela della salute e della ricerca scientifica e tecnologica, violando l'articolo 117, secondo comma, lettere l) e m), e terzo comma, della Costituzione". Lo scorso febbraio la Toscana ha approvato la proposta di legge di iniziativa popolare su "procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza della Corte Costituzionale 242/2019". A votare a favore furono Pd, M5S, Italia Viva e gruppo Misto-Merito e Lealtà; contrari Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega. In questo modo la Toscana è stata la prima Regione in Italia ad approvare una legge sul fine vita. I promotori della pdl, i rappresentanti dell'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, il 14 marzo 2024 avevano depositato presso la presidenza del Consiglio toscano la proposta di legge regionale, supportata da oltre 10mila firme autenticate, che dopo l'iter in Commissione Sanità è giunta all'esame e al voto dell'Assemblea. "Come presidente della Regione Toscana, esprimo profonda delusione per la decisione del governo di impugnare la nostra legge sul fine vita" scrive sui social il governatore Eugenio Giani. "Questa legge rappresenta un atto di responsabilità istituzionale e di rispetto verso le persone che affrontano sofferenze insopportabili". "La nostra normativa è stata elaborata in attuazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 242 del 2019, che ha indicato la necessità di colmare un vuoto legislativo in materia di suicidio medicalmente assistito. In assenza di una legge nazionale, la Toscana ha scelto di dare risposte concrete ai cittadini, nel pieno rispetto dei principi costituzionali". "È paradossale che, invece di lavorare su una legge nazionale attesa da anni, il Governo scelga di ostacolare chi si è impegnato per attuare quanto stabilito dalla Corte. Difenderemo con determinazione la nostra legge, certi di aver agito nel rispetto della legalità, della Costituzione e, soprattutto, delle persone". "Difenderemo con determinazione la nostra legge, certi di aver agito nel rispetto della legalità, della Costituzione e, soprattutto, delle persone". Il governo, che ha impugnato la legge sul fine vita, ha detto il deputato Giovanni Donzelli, responsabile dell'organizzazione di Fratelli d'Italia, "ha fatto bene". "Credo che sia impensabile che ciascuna regione possa decidere di normare su un tema così centrale e importante. Immaginatevi cosa potrebbe accadere se in Toscana c'è una legge sul fine vita, in Umbria un'altra, nel Lazio un'altra, chi abita al confine cosa fa? Quale legge ha? Su questi temi esiste il Parlamento che per anni non ha fatto nulla quando la sinistra era in maggioranza, e ci sarà il tempo in cui in Parlamento affronteremo in modo però non ideologico questo tema - ha aggiunto Donzelli -. Credo che sia una mancanza di rispetto verso le persone che stanno male, le persone che su questi temi stanno vivendo delle tragedie, fare una battaglia politica, partitica e piantare bandierine". "Ci vuole rispetto per tutti e dobbiamo toglierci quando si parla della vita la maglietta dei giocatori politici e provare a rappresentare tutti insieme il nostro popolo". Il parlamento sul fine vita legifererà "nei tempi utili e necessari e possibili - ha evidenziato Donzelli -. Sicuramente la maggioranza centrodestra in Parlamento lo farà prima delle maggioranze di centrosinistra che non l'hanno fatto negli ultimi anni e oggi strumentalmente sollevano il problema sia in Parlamento che in alcune Regioni". "Bene ha fatto il governo a impugnare la legge della Toscana sul fine vita, che è chiaramente incostituzionale e dimostra quanto la sinistra abbia intenti temerari e speculativi su un tema delicatissimo" dichiara il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri. "Mentre la Corte costituzionale ha approvato le scelte fatte dalla maggioranza di centrodestra su alcuni temi importanti, il governo conferma che fuori dalla Costituzione si colloca la sinistra con le sue regioni". Da Azione ai 5 Stelle, tutte le opposizioni si schierano contro la decisione del Cdm oggi. Attacca la segretaria del Pd, Elly Schlein: "Una scelta ipocrita, cinica e codarda. Il governo impugna la legge sul fine vita in Toscana, mentre con l'altra mano tiene bloccata la legge sul fine vita in Parlamento". Francesco Boccia, presidente dei senatori Pd, annuncia che chiederanno "che la discussione sul fine vita sia messa all'ordine del giorno dell'aula al più presto". Al momento sono 10 le proposte in materia depositate in Parlamento in questa legislatura. Tutte firmate dalle opposizioni. Ma né alla Camera né al Senato risultano passi in avanti sui vari provvedimenti, molti dei quali ancora nemmeno assegnati in commissione. Alfredo Bazoli, senatore Pd, primo firmatario di un testo (già approvato alla Camera nella scorsa legislatura) individua nelle divisioni del centrodestra la causa dell'immobilismo parlamentare: "Il governo impugna la legge della Toscana sul fine vita perché si tratterebbe di una competenza del Parlamento, e intanto in Senato boicotta e insabbia la discussione sulla mia proposta di legge, che langue da mesi in una palude. Una doppiezza insopportabile, figlia delle divisioni interne del centrodestra, che tiene in ostaggio il Parlamento, le regioni, le Ats, gli ospedali, i medici, gli operatori sanitari, i pazienti che soffrono". E a proposito delle divisioni del centrodestra sul fine vita, Schlein chiama in causa Forza Italia. "Ormai non stupisce più nemmeno il silenzio di Forza Italia, che abbassa la testa a Meloni e Salvini ogni volta, specie quando si tratta di negare diritti. Altro che liberali, come quando si dicono favorevoli a cambiare la legge sulla cittadinanza ma poi invitano a disertare il referendum dell’8-9 giugno che fa esattamente questo". E ancora: "Qui non si tratta di fare propaganda, ma di dimostrare la serietà e la responsabilità di non voltare le spalle a chi sta soffrendo, regolando in maniera dignitosa il fine vita. Si tratta di dare seguito a una pronuncia della Corte Costituzionale su cui il Parlamento è in grave ritardo". Alla "faccia dell'autonomia", sbotta Riccardo Magi di Più Europa. "Salvini ammaina la bandiera autonomista e porta la Toscana in tribunale. La Lega volta le spalle alla sua storia e si schiera per il centralismo bigotto dello Stato. Un governo che entra a gamba tesa nella vita della gente che soffre contro l'autonomia delle Regioni. Una vergogna targata Meloni''. Anche Carlo Calenda sottolinea la necessità di una legge: "Abbiamo bisogno di una legge sul fine vita da molto tempo. E' questione di umanità e decenza. Il Governo dovrebbe pensare a questo piuttosto che impugnare la legge regionale della Toscana". I 5 Stelle parlano di "decisione di un governo medievale" che "rappresenta uno schiaffo a chi soffre e alle sollecitazioni della Corte costituzionale. Non solo Meloni e i suoi si rifiutano di lavorare a una normativa nazionale, ma mettono i bastoni tra le ruote alle poche regioni virtuose che si stanno dotando di leggi di civiltà", scrivono i parlamentari M5S delle commissioni Affari sociali di Camera e Senato ricordando che i 5 Stelle hanno già depositato due proposte in Parlamento. Per Angelo Bonelli di Avs quello del governo è "un atto di ferocia ideologica contro le famiglie e i malati terminali. La legge della regione Toscana è in linea con i principi sanciti dalla Consulta, ma nonostante ciò il furore ideologico ha prevalso nuovamente da parte del governo Meloni". “Ricorrendo contro la nostra legge di iniziativa popolare ‘Liberi Subito’, approvata dal consiglio regionale della Toscana, il Governo prosegue nel disperato tentativo di impedire qualsiasi normativa – nazionale o regionale – che dia garanzie e diritti sulle scelte di fine vita" dichiara Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria nazionale e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni. "Per fare questo, il Governo dell’autonomia differenziata fa ricorso per impedire l’esercizio dell’autonomia esistente. Ricordiamo però che il diritto all’aiuto al suicidio è stato affermato dalle sentenze 242 del 2019 e 135 del 2024, che hanno valore di legge. La nostra legge regionale serve solo a garantire modalità e tempi certi alle persone che chiedono la verifica al Servizio sanitario nazionale dei requisiti stabiliti dalla Corte e per evitare attese di mesi o anni – come quelle imposte a Federico Carboni, Laura Santi, Martina Oppelli, Fabio Ridolfi, ‘Gloria’”. "Intanto, di fronte all’inerzia del Parlamento, è atteso un nuovo intervento della Corte costituzionale, il quinto in sette anni, sul tema del fine vita, sui casi di Elena e Romano, accompagnati in Svizzera con un’azione di disobbedienza civile per poter ricorrere al suicidio assistito", si legge in un comunicato.
(Adnkronos) - Il disegno di legge che prevede la partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa sta seguendo il suo iter parlamentare e potrebbe diventare legge molto presto. Si tratta di un tema storico per il nostro Paese, sul quale anche i direttori del personale hanno espresso il loro pensiero. L’88% di loro, infatti, ritiene che il tema sia molto importante per lo sviluppo e il successo delle aziende e, di questi, il 33% dichiara che la proposta è molto utile. Nel merito della proposta di far partecipare i lavoratori alla governance dell’impresa, invece, circa il 72% dei direttori del personale si dichiara favorevole. Questo è uno dei dati di fondo emersi dall’indagine sul tema curata dal centro ricerche dell’Aidp (associazione nazionale per la direzione del personale), guidato dal professor Umberto Frigelli, a cui hanno risposto oltre 600 professionisti delle risorse umane. “Il Disegno di Legge n. 1407 rappresenta un'opportunità unica per dare concretezza all'articolo 46 della Costituzione e favorire la partecipazione dei lavoratori alla vita aziendale. La survey condotta da Aidp evidenzia chiaramente il grande potenziale di queste pratiche. La partecipazione non si impone, si costruisce: serve un’alleanza tra istituzioni, imprese e persone, come Aidp lavoreremo per ottenere questo risultato. solo così potremo creare un modello partecipativo efficace e duraturo. Questi e tanti altri saranno i temi al centro del nostro 54° congresso nazionale del 16 e 17 maggio”, spiega Matilde Marandola, presidente nazionale Aidp. In questi anni sono state già implementate nelle aziende diverse forme e modalità di partecipazione dei lavoratori alla governance aziendale. Il 30% delle aziende, infatti, ha predisposto organismi consultivi attraverso forme e processi strutturati per avanzare suggerimenti e proposte di miglioramento; il 21% circa a definito delle modalità strutturate di coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni produttive e organizzative; il 20% circa ha definito modalità consultive, non vincolanti, attraverso la partecipazione dei lavoratori a comitati paritetici su temi come formazione, piani di carriera inquadramento; il 15% ha previsto modalità di partecipazione ai profitti e l’8% alla gestione e partecipazione alla scelte strategiche. Il 69% dei professionisti HR dichiara una certa soddisfazione su tali forme di partecipazione implementate che considera efficaci e proficue. I direttori del personale che non hanno implementato la partecipazione. Tra le modalità di partecipazione sopra elencate i direttori del personale che non hanno ancora implementato nessuna iniziativa in questo senso prediligono, in grande maggioranza, le modalità consultive attraverso, processi strutturati (il 58%) o comitati paritetici consultivi non vincolanti (il 36%) su temi quali la formazione, la carriera, l’inquadramento. Quasi il 17% è favorevole alla partecipazione agli utili e il oltre il 9% alla partecipazione alle scelte strategiche. Oltre il 60% dei direttori del personale ritiene che la partecipazione dei lavoratori, nelle varie forme possibili, serva ad aumentare l’ingaggio e la motivazione; il 29% circa ad avere proposte e suggerimenti utili alla gestione e il 19% a migliorare l’efficienza dei processi aziendali. Oltre il 21%, inoltre, pensa che serva a migliorare il clima aziendale e il 12% crede che la partecipazione dei lavoratori sia utile a migliorare la governance complessiva dell’azienda. Potrebbe, infine, migliorare le relazioni sindacali per il 9% e incrementare il compenso dei dipendenti per oltre l’8% dei rispondenti. Il 54° congresso dell'Aidp dal titolo 'La Forza dell’Immaginazione', si svolgerà presso l’Allianz MiCo di Milano. Parteciperanno oltre 1.400 professionisti delle risorse umane provenienti da tutte le regioni d’Italia, 76 speaker di altissimo livello, nazionale e internazionale e una cena molto particolare con Leonardo Da Vinci, tutta da scoprire. Nella due giorni si discuterà di come la diversità culturale sia una fonte inesauribile di ispirazione e l’intelligenza artificiale, al centro della rivoluzione spazio-temporale del lavoro unita all’urgenza della sostenibilità, siano decisivi per immaginare un futuro in cui le visioni hanno il coraggio di diventare realtà.
(Adnkronos) - Andriani, Società Benefit, pioniere nel mercato dell’healthy food, dopo aver rivoluzionato il mondo della pasta con il brand Felicia, annuncia il proprio ingresso nel settore pet food con il lancio di Proggy Care, la prima linea italiana di alimenti da economia circolare, priva di ingredienti di origine animale e da agricoltura rigenerativa. Con Proggy Care - si sottolinea in una nota - "il Gruppo amplia la propria strategia industriale integrando le competenze nutrizionali e agroindustriali sviluppate nel food umano all’universo pet, in un segmento in rapida ascesa a livello internazionale. Un progetto che rappresenta l’estensione naturale del purpose di Andriani: migliorare la salute delle persone, degli animali e del pianeta attraverso l’innovazione alimentare". Frutto di 5 anni di studi su proteine vegetali alternative, fermentazione, appetibilità e salute intestinale, Proggy Care entra nel mercato del pet food per cambiare le regole del gioco. Un prodotto frutto di un investimento complessivo di oltre 5 milioni di euro in R&D e innovazione tecnologica con il coinvolgimento di veterinari, tecnologi alimentari e centri di ricerca agronomica, con l’obiettivo di offrire un nuovo alimento completo sul piano amminoacidico, bilanciato, altamente digeribile e conforme alle linee guida nutrizionali FEDIAF. “Il contesto attuale del pet food riflette dinamiche sempre più simili a quelle dell’alimentazione umana: cresce l’attenzione verso qualità, etica e sostenibilità, ma il sistema di offerta non è ancora in grado di rispondere in modo adeguato – dichiara Michele Andriani, Presidente e CEO di Andriani S.p.A. – Con Proggy Care abbiamo scelto di proporre un’alternativa concreta, basata su una sostenibilità reale e sul superamento del modello lineare che ancora oggi si fonda sull’allevamento intensivo e sul riutilizzo degli scarti animali. È una scelta netta e consapevole: vogliamo nutrire i nostri animali da compagnia senza alimentare un sistema inefficiente, eticamente superato, che consuma enormi risorse naturali, genera sofferenza e contribuisce attivamente alla crisi climatica”. Secondo i dati più recenti, il comparto pet food è responsabile a livello globale di circa il 25% delle emissioni di gas serra legate all’allevamento intensivo. Proggy Care propone una discontinuità netta rispetto a questo modello, grazie a una ricetta interamente vegetale, clean label e 100% cruelty free, formulata con proteine da lenticchie, ceci e piselli. “Abbiamo investito cinque anni di ricerca e oltre cinque milioni di euro per sviluppare un alimento realmente innovativo, formulato con materie prime human grade provenienti dalla nostra filiera agricola integrata” continua Michele Andriani. In Europa, il segmento vegetale nel pet food è passato dal 10% dei nuovi lanci nel 2020 al 25% nel 2022. In questo scenario di rapida evoluzione, Proggy Care si propone come una nuova generazione di pet food in grado di rispondere alle esigenze di un mercato sempre più attento a etica, qualità e sostenibilità. Grazie all’apporto di fibre solubili e prebiotici naturali, contribuisce al mantenimento di un microbiota sano e a una digestione regolare. La qualità delle materie prime, unita all’assenza di OGM, soia, frumento, mais, coloranti o conservanti, rende il prodotto un alimento clean label, e 100% cruelty free. Il 90% degli ingredienti proviene da economia circolare: si tratta di sottoprodotti agroalimentari di alta qualità, non destinati al consumo umano ma perfettamente idonei e valorizzati attraverso processi di upcycling. Tutti gli ingredienti sono tracciabili e provengono da coltivazioni distribuite su sul territorio italiano, all’interno dei quali vengono promossi, lungo la filiera, progetti di agricoltura rigenerativa su superfici selezionate. La produzione avviene nello stabilimento Andriani di Gravina in Puglia, carbon neutral dal 2024, alimentato da fonti rinnovabili (fotovoltaico e biomasse) e supportato da un impianto di trigenerazione ad alta efficienza. “Questo progetto è espressione della nostra visione industriale: portare anche nell’alimentazione animale gli stessi valori che guidano il nostro impegno sull’alimentazione umana – rispetto per il pianeta, tutela della biodiversità, responsabilità sociale. Il nostro piano industriale prevede una roadmap al 2028 con l’ampliamento della gamma e dei canali distributivi. Non ci limitiamo a sostituire ingredienti: vogliamo contribuire a trasformare il modo stesso in cui pensiamo l’alimentazione dei nostri amici a quattro zampe, in coerenza con una nuova consapevolezza etica e ambientale che oggi non è più rinviabile” – conclude Michele Andriani. L’espansione di Proggy Care si inserisce in un piano industriale strutturato che copre il triennio 2025-2028, con l’obiettivo di consolidare la presenza del brand nel segmento super-premium. Dopo il lancio iniziale, la linea sarà progressivamente estesa sia in termini di offerta – con l’introduzione di referenze dedicate anche ai gatti e l’ampliamento alla categoria umido – sia in termini di canali distributivi, con una presenza sempre più capillare nella grande distribuzione, nei pet shop e nel canale specializzato. L’obiettivo è arrivare a piena maturità industriale e commerciale entro il 2028, con una gamma completa, integrata e in linea con la visione rigenerativa del Gruppo.