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(Adnkronos) - May Britt, l'attrice svedese che negli anni Cinquanta conquistò Cinecittà e Hollywood, prima di ritirarsi dalle scene per il matrimonio con il leggendario cantante e attore Sammy Davis Jr, è morta a Los Angeles all'età di 91 anni. Si è spenta l'11 dicembre per cause naturali al Providence Cedars-Sinai Tarzana Medical Center, come ha dichiarato suo figlio Mark Davis a 'The Hollywood Reporter'. Nata a Lidingö, nei pressi di Stoccolma, in Svezia, il 22 marzo 1934, Majbritt Wilkens - questo il suo nome di nascita - fu scoperta nel 1951 dal produttore cinematografico Carlo Ponti e dal regista Mario Soldati mentre lavorava come assistente di un fotografo. Ponti e Soldati cercavano una giovane bionda per il ruolo principale di 'Jolanda, la figlia del Corsaro Nero', ispirato all'omonimo romanzo di Emilio Salgari, e, colpiti dalla sua presenza, le offrirono immediatamente la parte. May Britt si trasferì a Roma e debuttò sul grande schermo nel 1952, dando inizio a una carriera intensa, seppur breve, nel cinema italiano. Tra i film girati a Cinecittà in cui recitò figurano "Le infedeli" (1953) di Steno e Mario Monicelli, "La lupa" (1953) di Alberto Lattuada, "Il più comico spettacolo del mondo" (1953) di Mario Mattoli, "La nave delle donne maledette" (1953) di Raffaello Matarazzo, "Cavalleria rusticana" (1953) di Carmine Gallone, "Vergine moderna" (1954) di Marcello Pagliero, "Silenzio… si spara!" (1955) di John Berry, "L'ultimo amante" (1955) di Mario Mattioli e "Prigionieri del male" (1955) di Mario Costa. Nel 1956 partecipò al kolossal "Guerra e pace" di King Vidor, che segnò il suo passaggio definitivo agli studios americani. A Hollywood May Britt firmò un contratto con la 20th Century Fox e recitò in film come "I giovani leoni" (1958) di Edward Dmytryk, accanto a Marlon Brando, "I cacciatori" (1958) di Dick Powell, con Robert Mitchum, "L'angelo azzurro (1959) di Edward Dmytryk, nel ruolo di Lola-Lola - remake dell'omonimo film del 1930 che aveva lanciato Marlene Dietrich - e "Sindacato assassini" (1960) di Burt Balaban e Stuart Rosenberg, dove interpretò la moglie di un cantante minacciato dalla mafia. Nel 1959 incontrò Sammy Davis Jr. La loro relazione, resa pubblica nel 1960, destò scalpore: i matrimoni interrazziali erano ancora illegali in 31 stati americani. Il 13 novembre 1960 i due si sposarono a Los Angeles con Frank Sinatra come testimone. Dopo il matrimonio, Britt si ritirò quasi completamente dal cinema per dedicarsi alla famiglia; dalla loro unione nacque la figlia Tracey e furono adottati altri due figli, Mark e Jeff. Il matrimonio si concluse nel 1968. Dopo il divorzio, May Britt tornò sporadicamente sul piccolo schermo, apparendo in serie come "The Danny Thomas Hour", "Missione impossibile", "The Most Deadly Game", "The Partners" e "Probe", e nel 1977 recitò nel film horror "Haunts - Spettri del passato". In seguito si dedicò alla pittura e a una vita lontana dai riflettori. Nel 1993 si risposò con l’imprenditore e allevatore Lennart Ringquist, scomparso nel 2017. May Britt lascia i due figli adottivi, una sorella e numerosi nipoti. La figlia Tracey è deceduta nel 2020. (di Paolo Martini)
(Adnkronos) - “Il Labor Day vuole accendere una scintilla nei giovani e avvicinarli al mondo del lavoro. Oggi i ragazzi escono dalla scuola e non sono preparati ad affrontare il lavoro. Noi vogliamo quindi aiutarli, in qualità di movimento educativo e sociale che al centro del proprio impegno ha il lavoro dignitoso. Tutto ciò tenendo conto di due pilastri: il lavoro che vale e i valori del lavoro”. E’ quanto affermato da Lidia Borzì, ideatrice del LaborDì e vicepresidente delegata delle Acli di Roma, in occasione dell’edizione 2025 di Labordì, l’evento promosso dalle Acli di Roma dove i giovani incontrano il mondo del lavoro. “Il lavoro non è un mero scambio tra prestazione e compenso, è un diritto costituzionale, quando è dignitoso il lavoro è libertà e crescita della persona e della comunità - aggiunge - Il lavoro è relazione e partecipazione. Per essere tutte queste cose, deve essere pulito, non deve uccidere, deve essere equamente retribuito, dare le giuste tutele e il tempo anche per la propria vita familiare”. “Gli orizzonti del lavoro mutano continuamente, nuovi lavori arrivano con l'intelligenza artificiale e tanti vecchi lavori muoiono - prosegue - Quindi vogliamo allenare i giovani a cercare le loro opportunità, coniugando passione e interessi con gli ambiti dove ci sono le opportunità. Oggi vogliamo dare loro anche gli strumenti ‘da mettere nei loro zaini’, insegnandogli come scrivere un curriculum, come gestire un luogo di lavoro e i propri profili social. Lo facciamo anche attraverso tanti workshop sulle competenze trasversali, come quella di saper essere assertivi e lavorare in squadra”. “Il nostro punto di forza è la rete: è qui presente tutta la comunità, dalla Chiesa alla scuola, dalle istituzioni alle aziende, fino alle organizzazioni sociali e sindacali - conclude - Siamo qui, tutti insieme, perché non possiamo più rinviare una grande alleanza per il lavoro dignitoso che metta al centro il binomio giovani e lavoro, che è un volano di speranza”.
(Adnkronos) - “Della filiera del riciclo, quello degli pneumatici fuori uso (Pfu) è un pilastro fondamentale: è un motore di innovazione e competitività che genera benefici economici e ambientali tangibili per l’intero sistema Paese”. Così Giuseppina Carnimeo, direttore generale di Ecopneus, all’Adnkronos mentre è in corso oggi a Milano la Conferenza Nazionale sul Riciclo. La conferma arriva dai numeri. “Da gennaio a fine novembre 2025, Ecopneus, società senza scopo di lucro per il tracciamento, la raccolta, il trattamento e il recupero dei Pneumatici Fuori Uso, costituita dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia ha gestito oltre 180mila tonnellate di Pfu. Un risultato pienamente in linea per superare entro la fine dell’anno il target di legge del 20%, rispondendo così alla richiesta di extra raccolta formulata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. È un traguardo che conferma la capacità di Ecopneus di operare con responsabilità, efficienza e flessibilità, mettendo sempre al centro la tutela ambientale e l’interesse collettivo”, spiega Carnimeo ricordando che, in termini di benefici tangibili, “l’attività promossa da Ecopneus permette di evitare, ogni anno, circa 95mila tonnellate di CO2 e di generare un beneficio economico stimato in quasi 75 milioni di euro”. Guardando al futuro, “le sfide che il sistema dei Pfu si trova ad affrontare si manifestano a più livelli, data la complessità della filiera, e riguardano: la frammentazione del panorama degli attori coinvolti, le coperture territoriali disomogenee e l’ingresso illegale sul mercato di una quota di pneumatici che eludono il versamento del contributo ambientale”. Per il dg di Ecopneus, si tratta di “un punto importante: ridurre il numero di operatori significherebbe favorire una concorrenza sana, assicurando al contempo una massa critica sufficiente per gestire i Pfu in modo efficace, con standard uniformi su tutto il territorio nazionale. Contrastare il fenomeno del nero e aumentare l’efficienza organizzativa sono passi chiave per rendere la filiera più equa, sostenibile ed efficace”. Inoltre, “serve una razionalizzazione del sistema, per garantire uniformità di operatività e maggiore trasparenza. In questo senso, l’avvio del Renap - il Registro nazionale dei produttori istituito dal Mase - potrà contribuire in questa direzione”. Da considerare, poi, anche “la grande sfida di aprire nuovi mercati per la gomma riciclata e quella di una profonda sensibilizzazione culturale: dobbiamo far comprendere che un Pfu non è un prodotto da smaltire, ma una risorsa strategica da valorizzare. Ecopneus, in collaborazione con università, amministrazioni e partner industriali, è in prima linea per superare queste sfide e rendere la circolarità una realtà diffusa e riconosciuta da tutti”. La gomma riciclata da Pfu può essere, infatti, impiegata in numerosi settori (applicazioni sportive, rigenerazione urbana, asfalti, isolanti acustici, ecc...). Con gli asfalti modificati grazie all'utilizzo del polverino di gomma riciclata “stiamo costruendo un'infrastruttura stradale più resiliente, sicura e silenziosa che, ad oggi, è una realtà presente su oltre 900 km di strade in Italia. L’utilizzo della gomma non solo garantisce una durata di 2-3 volte superiore all’asfalto tradizionale, riducendo significativamente i costi di manutenzione per le Pubbliche Amministrazioni, ma migliora anche la qualità della vita delle persone, diminuendo l'inquinamento acustico. È una soluzione matura e all'avanguardia che combina durabilità, sicurezza e sostenibilità ambientale: un vero investimento per il Paese”.