ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - La tastiera dell'iPhone 'nemica' dell'italiano? La nuova veste propone una disposizione particolare delle opzioni relative alle vocali accentate. Il meccanismo per selezionare la versione più opportuna di una delle cinque lettere è sempre la stessa: si tiene premuto il tasto della lettera e si scorre alla ricerca della soluzione richiesta. Il metodo non è cambiato ma la mappa delle opzioni è mutata, come evidenzia in un post su X l'utente @suzukimaruti. Il caso principale riguarda la 'e'. L'opzione più utilizzata per molti utenti corrisponde a 'è', quella con accento grave. Scorrendo dopo il 'long press' sulla lettera e, però, la terza persona del verbo essere non è la prima soluzione offerta ma è solo la terza, preceduta anche dalla 'é', decisamente meno utilizzata. Discorso simile per le altre vocali sulle tastiere di molti utenti: per arrivare alla 'ò' bisogna fare lo slalom tra la 'o' con tilde o con umlaut, non proprio di uso comune. Cambia poco anche se si va a caccia delle versioni accentate di 'a', 'i' e 'u'.
(Adnkronos) - L’assemblea dei delegati dell’Associazione Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili (Cnpr), presieduta da Luigi Pagliuca, ha approvato l’assestamento del preventivo 2025 e il bilancio di previsione per l’anno 2026. Il 2025 è influenzato da una buona tenuta dei rendimenti del patrimonio mobiliare e da un buon incremento della contribuzione da parte degli iscritti; la ripresa delle quotazioni dei mercati dopo le incertezze scaturite dal “Liberation day” per l’imposizione dei dazi da parete degli Stati Uniti ha visto prevalere la propensione per l’indirizzamento degli investimenti verso il mercato azionario, che consentito il realizzo di un incremento della previsione dei proventi da investimenti che si prevede registreranno alla fine dell’anno un valore di 1139 milioni, mentre gli oneri per gli investimenti si assesteranno a euro 36,4 milioni. Gli eventi geopolitici, in un anno connotato dal dispiegamento delle politiche commerciali della nuova presidenza statunitense e dal rallentamento della crescita economica si sono riflessi sul realizzo dei risultati finanziari. L’attenuazione dell’inflazione, avviata verso il tasso obiettivo del 2% in Europa e poco sopra negli Stati Uniti, consente un miglioramento dei tassi reali positivi, ancorché gli effetti sulla domanda interna almeno per l’Italia non aiutano la crescita economica che si prevede in contrazione allo 0,4% nel 2025. I mercati hanno registrato una breve fase di consolidamento dei risultati nel mese aprile anche a seguito del dispiegamento delle politiche commerciali da parte degli Stati Uniti, mediante l’incremento delle tariffe doganali Il budget assestato sottoposto all’approvazione dell’assemblea rileva un risultato al lordo delle poste di rettifica, iscritte all’insegna della prudenza, positivo per euro 109,10 milioni e un risultato netto positivo di 25,57 milioni. Le rettifiche, che influenzano il risultato netto, sono legate all’incremento di 5 milioni di svalutazione delle attività finanziarie che esprimono un dato assestato di 44 milioni e all’incremento della svalutazione dei crediti verso iscritti per 3,4 milioni, che portano la svalutazione dei crediti iscritti nell’attivo circolante a complessivi euro 39,52 milioni. Il budget assestato non tiene conto delle variazioni positive derivanti dal riaccertamento delle maggiori sanzioni e interessi pregressi, già svalutate in passato. Il bilancio di previsione assestato evidenzia una leggera contrazione delle entrate contributive pari a euro 2 milioni che portano l’assestamento delle entrate per contributi 333,55 milioni, a fronte di una morosità che al mese di ottobre era di poco inferiore al 15% rispetto all’accertamento della contribuzione dovuta. La spesa per le prestazioni previdenziali e assistenziali si assesta a 305,4 milioni con un incremento di 3,6 milioni, mentre le prestazioni assistenziali si confermano in base alla misura preventivata, con una previsione di fine esercizio pari a 8,66 milioni di euro. Il Preventivo per l’esercizio 2026 prospetta un risultato al lordo delle rettifiche di valore pari a 97,67 milioni (35,9 milioni il risultato netto). Sono stime all’insegna della significativa prudenza, che valutano un leggero incremento della contribuzione degli iscritti, in considerazione dell’adeguamento della contribuzione minimale per effetto dell’inflazione in misura pari al 1,238%. La contribuzione è stimata in 340,94 milioni riferita ad una popolazione tra iscritti attivi e pensionati che proseguano l’attività di 27.000 soggetti. La spesa per le prestazioni istituzionali anche essa in crescita per l’effetto della perequazione delle prestazioni dal 1° gennaio 2025 in misura pari al 1,238% stima un costo di 305,02 milioni riferito ad una stima di 13.120 pensionati (con un incremento di 573 prestazioni), con un maggior costo rispetto al budget assestato di 9,67 milioni di euro. I proventi lordi derivanti dagli investimenti sono stimati in 103,03 milioni, di cui 23,98 derivanti investimenti immobilizzati e 79,05 milioni da investimenti iscritti nell’attivo circolante, con un decremento di 11,3 milioni rispetto al budget assestato. Gli oneri derivanti dagli investimenti iscritti nel circolante sono stimati in 20,4 milioni, con una contrazione di 16 milioni di euro rispetto al budget assestato. Il risultato netto derivante dalla gestione finanziaria degli investimenti si stima pari 82,62 milioni di euro contro i 77,61 milioni di euro indicati nel budget assestato. Il patrimonio mobiliare investito comprensivo dei fondi immobiliari, dato questo che alla data del 31 ottobre 2025 registra un rendimento finanziario, da inizio anno 2025, positivo del 5,01%; quello delle gestioni a mandato, con un patrimonio investito a valori di mercato pari a euro 1.255,3 milioni rileva un rendimento da inizio anno del +7,03%. Per l’anno 2025, l’ente prevede di conseguire proventi finanziari in crescita con il budget assestato, in lieve contrazione rispetto al dato consuntivato nel bilancio del 2024, con rendimenti leggermente in calo i sia sulla componente obbligazionaria che sulla componente azionaria investita. Prosegue nell’assestamento della previsione 2025 e nella previsione del risultato 2026, la politica del prudente apprezzamento dei crediti verso gli iscritti, che portano l’ente a svalutare sensibilmente i crediti contributivi per 39,52 milioni nel 2025 e 27,75 milioni nel 2026. L’ente sta proseguendo le azioni dirette alla regolarizzazione delle posizioni contributive, con l’intensificazione di azioni esecutive da attuarsi nel corso del 2026, sulle posizioni irregolari oggetto di rivendicazione riguardanti le annualità contributive fino al 31/12/2021 che ha comportato una mole di oltre 8.000 decreti ingiuntivi. Nonostante l’intensificarsi delle procedure di recupero, che vede ad oggi la morosità corrente di poco inferiore al 15% dei contributi accertati nell’anno corrente, resta da intensificare l’azione di contrazione della morosità originatasi negli anni più recenti, in parte avviata nel corso del 2022. La situazione impone la necessità di proseguire la valutazione di una prudente e cospicua politica di accantonamento del rischio sui crediti. La svalutazione dei crediti per contributi e sanzioni, che alla fine del 2026 registrerà l’ammontare complessivo di 333,5 milioni di euro, non consiste nella rinunzia al recupero, che prosegue nei confronti di tutti i debitori. Essa è una posta contabile che intende tutelare il rischio di inesigibilità derivante dal consolidarsi di posizioni accumulate negli anni, ed anche a eliminare dal bilancio tecnico le influenze che i crediti - potenzialmente non esigibili - possono avere. Nel corso dell’adunanza il comitato ha provveduto ad approvare l’aggiornamento dell’analisi ALM valevole per il triennio 2026 -2028. L’analisi della strategia di investimento si pone il perseguimento di una sensibile accelerazione del processo di contrazione della componente investita nella componente immobiliare che è prevista alla fine del periodo 2028 pari 19,8%: al 30 /06/2025 la componente immobiliare si attesta al 27,8%. L’obiettivo di rendimento reale è fissato all’ 1,6% netto, mentre quello nominale è posizionato al 3,7% a seguito di una inflazione stimata nella coda del triennio (2,1%). L’indice di sostenibilità è in miglioramento registrando sulla scorta dei valori a mercato al 30/06/2025 un funding ratio pari a 115,5% (nell’Alm elaborata nel 2024 si attestava al 93,3%) e un valore atteso alla fine del 2025 identico. La crescita del funding ratio rispetto alla precedente analisi migliora del 22,2%. L’allocazione del patrimonio mobiliare nel prossimo anno vede un incremento del posizionamento sui mercati azionari al 34,0% (31,6% il posizionamento al 30 giugno 2025); un incremento della classe d’investimento alternativa declinata complessivamente al 15% (2% la componente liquida e 13% quella illiquida a fronte di un posizionamento al 30 giugno del 9,1%, rispettivamente il 2,1% per la componente liquida e 7,0% per la componente illiquida), un posizionamento al 46,0% sulle asset class obbligazionarie (50,8% il posizionamento al 30 giugno), e una leggera contrazione dell’allocazione delle partecipazioni al 2,5% (3,2% il posizionamento al 30 giugno 2025). L’ente ha inoltre approvato il nuovo bilancio tecnico attuariale redatto sulla base dei dati al 31/12/2024, che attesta la sostenibilità a 50 anni del fondo previdenziale, nonché il rispetto dei requisiti richiesti dalla legge 335/1995 in tema di equilibrio finanziario a 30 anni.
(Adnkronos) - Green Deal o Green Crash? Un bilancio sulla transizione energetica, sulla riduzione dell’uso dei combustibili fossili, sul ricorso alle energie rinnovabili e sulla promozione di modelli industriali sostenibili è scaturito dal confronto di questa mattina, all’Annual European Report 'Green Deal o Green Crash', evento organizzato da Istud Business School, insieme e Cottino Social Impact Campus di Torino (AdnKronos tra i media partner). Il Green Deal europeo dovrebbe costituire un fine invece si sta trasformando in un mezzo. "Non è il percorso che può assicurarci un futuro sostenibile - esordisce Danilo Bonato, direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali di Erion Compliance Organization - ma un freno alla crescita mascherato da rivoluzione verde. Se questa è la prospettiva della transizione ecologica, si rischia di regalare il dominio industriale alla Cina, pagando un prezzo altissimo in competitività e autonomia. In questo scenario incerto, le famiglie e le imprese sono soffocate dal caro energia: aumenti insostenibili che chiedono risposte immediate e concrete". Il Green Deal sta determinando sicuramente un impatto economico "dovuto principalmente all’uso di materie prime a basse emissioni - commenta Alessandro Bottarelli, Sustainability Leader, Abb Electrification Smart Power Division - e alla decarbonizzazione dei siti produttivi, nonché all’attività di rendicontazione ambientale. Ciò si traduce nell’aumento dei costi ma anche della competitività, visto che la sostenibilità sta diventano un elemento discriminante anche in campo industriale, purtroppo non ancora monetizzabile". "Il management - spiega Marella Caramazza, direttore generale Istud Business School e Board Member Cottino Social Impact Campus - è per noi una disciplina a forte orientamento sociale, che può giocare un ruolo decisivo a generare impatto positivo a partire dalla definizione di nuovi modelli di business, dalla valutazione degli investimenti, dalla definizione di nuove metriche e comportamenti attesi". Attenzione anche al tema dell'economia circolare e del riciclo dei rifiuti plastici. "Serve cominciare con altre forme di riciclo - spiega Roberto Sancinelli, presidente di Montello Spa - che possono essere non solo di riciclo 'plastica in plastica' ma possono essere 'plastica in carburanti', 'plastica in combustibili solidi o gassosi' da utilizzare in sostituzione di combustibili fossili primari, riciclo in energia per autoconsumo della plastica non più riciclabile in materia". Quali sono le soluzioni al caro energia d’imprese e famiglie? Secondo Valentino Piana, Direttore Economics Web Institute e Senior Climate Strategist dell’European Network of Living Labs, professore associato alla Yonsei University e membro della task force sulla mobilità delle Nazioni Unite, "al consumatore che vuole risparmiare, l’economia verde offre auto che costano meno di quanto spende oggi, pannelli rimovibili (adatti quindi a chi è in affitto e in appartamento) che hanno tempi di ritorno di un solo anno, sistemi di isolamento e riscaldamento che costano meno quando saremo in pensione. Il lavoratore che vuole avere un lavoro stabile e sicuro sarebbe folle a preferire di lavorare in un settore a tecnologia obsoleta, protetto temporaneamente da dazi che non possono durare". Per Paolo Peroni di Rödl&Partner, "le imprese e i cittadini sentono come stringente la necessità di ridurre i costi dell’energia elettrica e perseguire il massimo livello di autonomia e indipendenza energetica. Le soluzioni oggi più vicine, concrete, realistiche sono le rinnovabili, la cui diffusione troverà nuova forza propulsiva nei sistemi di accumulo (i Bess), nelle comunità energetiche rinnovabili e nei Ppa tra imprese e produttori di energia verde, a beneficio della sostenibilità e della tanto ambita competitività". Nell’energia l’Italia ha visto negli ultimi anni uno sviluppo significativo delle fonti rinnovabili, con investimenti crescenti in fotovoltaico, eolico e accumuli. E’ l’analisi del professor Alessandro Marangoni, Althesys Strategic Consultants, direttore scientifico dell’Irex il principale think thank in Italia sulle energie rinnovabili e l’efficienza energetica. "Nel 2024 l’Irex Annual Report di Althesys ha mappato 121 miliardi di euro e 86,6 GW di progetti nelle rinnovabili, con una crescita del 60% sull’anno precedente - aggiunge - Solo una parte però sarà realizzata, con le procedure autorizzative e i fenomeni Nimby che ancora frenano i progetti di grandi dimensioni. Storicamente l’autorizzato è in media circa il 25% delle richieste. Nell’eolico off-shore, ad esempio, l’Italia è ancora al palo. La conseguenza è che molto ancora dipende dal gas e i costi in bolletta non scendono". "La penetrazione delle rinnovabili non emissive - spiega Riccardo Bani, presidente di Teon - nel settore termico che pesa per il 55% dei consumi finali in energia, in Italia è solo del 5%. L’evoluzione tecnologica delle pompe di calore (che vede un’importante filiera produttiva in Italia) oggi ne permette l’impiego efficiente e diffuso anche nell’edificato esistente dotato di tradizionali radiatori senza dover sostenere costi invasivi all’interno delle unità abitative ma sostituendo la vecchia caldaia e in molti processi industriali (alimentare, cartario, tessile, farmaceutico, sanitario) con risparmi di spesa compresi tra il 40 e il 70%". Il Green Deal funziona quando è semplice da usare. Lo pensa Massimiliano Braghin, presidente e Co-Founder di Infinityhub Spa Benefit. "Quando vincono veramente tutti e quando la conoscenza diventa informazione e coscienza comune e diffusa - dice - La tecnologia c’è, ma manca ancora la consapevolezza e lo scambio di informazione intima tra chi la produce, la progetta, chi la finanzia e chi la utilizza. Il capitale e la finanza seguono e si moltiplicano con la fiducia, e l’esperienza comune e la fiducia sono acceleratori fantastici e così nascono anche la governance aperta e i modelli replicabili. La twin transition accelera solo se diventa win win e perciò desiderabile, non obbligata". Questo ragionamento introduce il tema dell’Intelligenza Artificiale (Ai) che può contribuire alla transizione verde in molti modi. Andrea Farinet, docente di Economia e Gestione delle imprese della Liuc-Università Cattaneo e presidente di Socialing Institute spiega: "L’Ia può intervenire nella gestione delle reti energetiche, nell’ottimizzazione dei consumi negli edifici, nell’industria e nei trasporti, può ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza nel monitoraggio ambientale, consente di ridurre guasti e prolungare la vita di impianti e infrastrutture, riducendo sia i costi sia gli impatti ambientali. L’Ia, però, non è priva di limiti: i modelli più complessi richiedono grandi quantità di energia e la costruzione di data center molto energivori. Questo significa che l’intelligenza artificiale può essere un alleato potente della sostenibilità solo se si adotteranno tecniche di progettazione più efficienti, algoritmi meno energivori e infrastrutture alimentate da fonti rinnovabili". Allora, Green Deal o Green Crash? In un momento di profonda crisi di identità industriale e tecnologica, l'Europa rischia di rinunciare a un pezzo importantissimo delle sua identità "rifugiandosi nella falsa illusione - esordisce Mario Calderini, School of Management del Politecnico di Milano, Scientific Advisor Cottino Social Impact Campus, membro del comitato di esperti della Commissione europea sull’Economia Sociale - che l'eccesso di attenzione al clima e alla società sia il problema principale della perdita di competitività della sua finanza e della sua industria. Si tratta di riconciliare le due traiettorie rappresentate da sostenibilità e innovazione tecnologica, storicamente separate. Le aziende si sono concentrate sul raggiungimento di obiettivi di sostenibilità più facili da implementare, mentre si sono trascurati gli obiettivi più rischiosi, maggiormente investiti dai trade-off, ma con un potenziale più alto". "Tra i cittadini - conclude l’editorialista e saggista Maurizio Guandalini, chairman dell’evento, tra i più qualificati analisti indipendenti del sistema finanziario globale - aleggia da un lato, la consapevolezza di sostenere il peso dei sacrifici per benefici che saranno goduti da altri, dalle generazioni che verranno e, dall’altro lato, che i cambiamenti climatici che stiamo vivendo saranno irreversibili. La sfida è riuscire a coniugare crescita economica e tutela ambientale" .